Pellegrinaggio in Austria - 10-17 Aprile 2016

10 Aprile 1016 Domenica

Il viaggio in bici attraverso l'Austria Baviera, lungo i fiumi Inn e Salzach, lo chiamo "pellegrinaggio", per le mete spirituali, poste al centro del percorso:  San Corrado di Poznam, Madonna delle Grazie di Altotting, Papa Bendetto XVI a Marktl am Inn e Tittmoning. "Pellegrinare" indica anche un modo di viaggiare lento, fisico, interiore, per cogliere la presenza di Dio, nel creato, nella cultura, negli incontri, nel silenzio, nella preghiera, nelle difficoltà. Le mete dei pellegrinaggi nascono da un richiamo del cuore. L'Austria-Baviera è per me "parte bella dell'Europa" per la composta armonia di tutto, sicurezza, ordine, fede, allegria ...  Poi è la terra dei fiumi, delle montagne e delle ciclabili. Abbastanza per decidere di andare.

 

Dopo le messe del mattino, un saluto a tutti, partenza in bici verso la stazione di San Giovanni in Persiceto; alle 16,28 treno per Merano. C'è il tempo per una sosta alle Budrie ad affidare  a Santa Clelia il viaggio e un rinnovato sacerdozio.  

 

11 Aprile 2016 Lunedi

Alle 8,30 da Merano parte il treno verso Malles Venosta. Il tempo per visitare brevemente la città, il Duomo, la passeggiata sul Passirio, la centrale Via Portici, in mezzo a ondate di studenti, tutti ben vestiti, composti, belli. Alla stazione, quasi a smorzare il mio entusiasmo per le "perfette città del nord", due giovani ubriachi ricordano come non esista al mondo luogo senza dolore, emarginazione e degrado. E come ovunque ci sia bisogno di carità, della capacità di saper vedere l'altra faccia della luna. Il treno lungo la Val Venosta è un concentrato di design e funzionalità, vetrina perfetta per ammirare paesaggi, coltivazioni, frutteti e cime innevate. Alle 10,00 circa, montate le borse, inizia la danza del ciclista. 22 chilometri per arrivare al passo Resia, confine con l'Austria, tutti di salita. Non immaginavo tanto ripida! Solo una consumata esperienza impedisce di scoraggiarsi, data l'ora e il pensiero che dopo il confine ci saranno altri 65 chilometri da fare. Ho imparato a non fare più tabelle di marcia, a non dire "devo arrivare entro la data ora", ma piuttosto mi concentro a vivere ogni istante con senso, dosando fatica, gioia e preghiera. Il paesaggio è molto bello, la ciclabile rassicurante, il sole in cielo riscalda gambe e cuore. I prati odorano di letame, aroma graditissimo per me contadino, sulle sponde delle montagne segni manifesti di fede, crocifissi e una suggestiva nicchia, incastonata nella roccia, di Gesù che prega nell'orto degli ulivi. Poco più avanti iniziano i laghi di Resia e S. Valentino, famoso per il campanile che sbuca dalle acque. Purtroppo il livello delle acque è molto basso, ciò ispira una preghiera, per il clima, per la pioggia, per la nostra terra. 

Prima di valicare il confine, sosta in un bar di Curon Resia. La graziosità del locale, la gentilezza del personale, la bontà delle torte, è presagio del buono e del bello che si sarebbe incontrato nei prossimi giorni. La discesa verso Landeck, dove le ciclabili dalla Svizzera e dall'Italia si uniscono, è lunga e tortuosa. Nella prima cittadina austriaca, all'imbocco di una zona particolarmente erta e selvaggia, la ciclabile si perde e scelgo di continuare per la provinciale, attraversando molte gallerie, buie e pericolose per i ciclisti. Più che la fatica, la tensione accompagna questo tratto. Sosta forzata di un'ora, per pulizia delle pareti rocciose, ad opera di squadre calate spettacolarmente dall'alto con funi. Quando nel tardo pomeriggio si incontra l'Inn, ci si abbandona al dolce mondo del Tirolo: prati verdi, stradine che zigzagano fra fienili di legno, fiume ampio e limpido, fontane nei villaggi, sovrastate da stupende immagini sacre.  (continua)