L'avventura della gioia (5)

15 Agosto 2014 Venerdì Assunzione di Maria

Implorazione di pace, alla Regina del cielo e della terra.

 

Nel finale del film "Il diario di Bridges Jones" (consigliato da Beatrice, consulente-cinema) l'innamorato Darcy - singolare omonimia con il protagonista di Orgoglio e Pregiudizio - regala alla sua amata un nuovo diario, su cui poter cominciare a scrivere una storia totalmente diversa, gioiosa, d'amore. Affido alla intercessione della Assunta questo nuovo diario, che sia ancora più amorevole, avventuroso e gioioso.  

 

L'amore umano e spirituale si incontrano. Nel leggere la lettera di S. Chiara d'Assisi, indirizzata ad Agnese di Praga, colpisce la citazione del Cantico: "la tua sinistra è sotto il mio capo e la tua destra mi abbraccia". L'amore per il Signore con la sensibilità e dolcezza dell'amore amoroso. Eppure proprio nella solennità della Assunta - a ragione della incorruttibilità di Maria - c'è la chiamata ad un amore nuovo, più che umano...

 

"Da Maria, piena di grazia, impariamo che la libertà cristiana è qualcosa di più della semplice liberazione dal peccato. È la libertà che apre ad un nuovo modo spirituale di considerare le realtà terrene, la libertà di amare Dio e i fratelli e le sorelle con un cuore puro...». Papa Francesco - Messa in Corea, 15.8.2014  molte donne seguono la celebrazione con un velo bianco sul capo. 

 

Continuano i giorni belli. Salute fisica, ordine nel lavoro, gratificazione nell'ambiente. Grazie! Revisioni costanti al programma, volontà di affrontare i problemi, "sguardo di pace" su tutto e su tutti, idee, impegno di orazione. Il cammino della preghiera è in verità ancora ai primi passi. Occorre perseverare: "Il Signore non dà alcuna grazia a chi non è disposto a faticare per riceverla" (S. Giovanni Climaco) 

 

16 Agosto 2014 Sabato S. Stefano di Ungheria

Mentre alla stazione dei treni, in una fila interminabile, aspetto il turno per acquistare il biglietto Bologna-Pescara, rifletto sul senso di ciò che sto vivendo. Pare a me lunghissimo, quel tempo di attesa ... e penso al mio Signore, che aspetta ore, giorni, mesi, che qualcuno si accorga della Sua presenza, viva, nel Tabernacolo.

 

"Su ventiquattro ore quanto tempo stai alla presenza di Dio? Si parla di Dio come concetto, ma come si vive realmente alla presenza di Dio? Il problema è tutto qui. Infatti che cosa è la vita del cielo? In cielo non hai altro da fare che stare alla presenza di Dio e vivi questo tuo nulla e l'essere infinito di Dio. Per stare in Paradiso non dobbiamo fare altro che vivere nella Presenza. Ed è quello che dobbiamo vivere quaggiù" (don Divo Barsotti) 

 

Riflessioni su vecchiaia e giovinezza

Papa Francesco ai giovani coreani raccomanda il rapporto con gli anziani, senza il quale non c'è profondità nella vita. Durante il funerale di Sr Laura, nella chiesa delle Budrie, linda e perfetta, in mezzo a tutte quelle suore e preti composti, in una liturgia diligente e un pò scontata, mi interrogo sulla vitalità di un mondo, così ordinato, sistemato, ma anche in qualche modo arrivato e spento. Così la mia vita, organizzata, sicura, nel suo studio nuovo, nella sua canonica bella: vita "sistemata" e per questo in qualche modo un poco morta. Non c'è attrazione e stimolo qui per i giovani. "Alzati e risplendi" dice il Papa ai giovani coreani e a tutti. 

 

Film "Gran Budapest Hotel", poesia raffinata di mondo decaduto, malinconica gioia del ricordo, trasfigurazione in una bellezza intensa e distaccata. E' questa la risposta?

La vicinanza ai genitori, in una semplice cena di Ferragosto con Ennio, Lorenza e le Suore, pone le medesime domande. Di fronte alle sfide più alte, umanamente più ardue, la risposta è sempre la medesima: pregare  e sperare. La inevitabile decadenza della vecchiaia è riscattata dalla fede: preghiera e comunione, che riconcilia e rigenera.

 

"Questa chiesa non cessa mai di generare ovunque nuovi figli, anche se, in diverse regioni, data la sua antica introduzione, in un certo senso si potrebbe considerare vecchia"  S. Stefano Re di Ungheria - Ufficio Letture 16 agosto 2014. Oggi, 16 agosto 2014, inizia il 200 anniversario della nascita di S. Giovanni Bosco: è un messaggio di fiducia per il servizio universale dell'educazione, ovvero la generazione interiore, della gioventù. 

22 agosto 2014 Venerdì S. Maria Regina

Anniversario della consacrazione nella Comunità dei Figli di Dio, di don Divo Barsotti. 

Giornata Mariana, dopo il Campo Lanciano-Loreto. Affido alla Vergine il Gruppo Giovani e il cammino che abbiamo deciso di percorrere: formazione, apertura, attenzione alla eucaristia, alla famiglia, servizio alla comunità. Affido anche il mio cammino personale.


Durante il Campo, piccola sorpresa nello scoprire e percorrere il Cammino di S. Tommaso Apostolo, da Lanciano ad Ortona: km 26. L'Apostolo che non teme di aprire il suo cuore a Cristo, anche nelle difficoltà o dubbi, l'apostolo i cui desideri Gesù risponde ed esaudisce, cui dice: "Io sono la via, la verità e la vita" (percorso dalle 2,30 alle 9,00 il 19 agosto 2014). 

23 agosto 2014 sabato - funerali don Antonio Mascagni, parroco emerito di Pieve di Cento.

Presiede Mons. Vincenzo Zarri; presente Mons. Claudio Stagni, una trentina di sacerdoti, tanti parrocchiani, commossi e riconoscenti. Rito celebrato nella "chiesa provvisoria", dignitosa. Don Adriano Pinardi si premura di mettere sulla bara, accanto ai fiori, i segni del ministero sacerdotale: il camice e la stola. Ognuno sente il bisogno di aprire il proprio cuore sul bene che ha ricevuto da don Antonio. Il diacono Tonino: "quando venne a Pieve, era pieno di entusiasmo, è stato un grande educatore!" L'omelia di Mons. Zarri legge il passaggio di Gesù nella persona di don Antonio, nella umiltà e bontà, soprattutto. "Quando era con Dio, in preghiera, aveva il cuore alle persone, quando era con le persone il suo sguardo era fisso in Dio: questo credo sia il senso più vero di quanto dice Papa Francesco: aprirsi alle periferie" "la sua bussola era l'obbedienza, perchè aveva capito che, per fare il bene, bisogna stare uniti".

Il sindaco sottolinea la valida collaborazione a coltivare lo "spirito identitario" di Pieve di Cento.

 

Ringrazio Dio di avere camminato insieme a Don Antonio, in un periodo per entrambi difficilissimo, uniti dal mistero del Crocifisso. Raccolgo da questo giorno l'invito a rinnovare l'offerta di se stessi a Gesù, in modo totale e deciso. Nessuno può sapere cosa sia meglio nella propria vita; troppe difficoltà, troppe illusioni costellano il cammino di ciascuno. Ci si può salvare, e vincere, solo cercando di capire e corrispondere al suo "disegno". Dio è umile, discretissimo, occorre molta attenzione, delicatezza, silenzio e limpidezza ... per scoprire e corrispondere al "disegno". Nello stesso tempo è così potente, che nessuna difficoltà, nè esterna, nè interna, lo può fermare. Dio manifesta la sua potenza nel trasformare ogni difficoltà in opportunità. Non temere le proprie fragilità, di nessun tipo.

 

Don Antonio aveva tanti limiti, ma la rettitudine lo ha reso grande e benefico per molti. Non aveva il senso dell'umorismo, eppure era "leggero"; non aveva iniziative sue, eppure ha realizzato tante cose; non aveva senso degli affari, eppure la parrocchia fu prospera sotto di lui; non sapeva parlare, eppure ha annunciato mirabilmente il vangelo.

Sguardo mai rivolto a sè, mosso dalla sola "passione" di essere sacerdote.

 

24 agosto 2014 Domenica Giorno della preziosità

Cosa può giovare alle anime? Come posso "legare e sciogliere" esercitando il potere sommo delle "chiavi del Regno dei cieli" ? S. Rosa da Lima dice che: "ogni bene arriva con la croce"; come posso, nella mia vita comoda e sicura, sana e felice, vivere l'apostolato nella croce? Con la fedeltà alle regole, l'umiltà dell'obbedienza, la misericordia per chi soffre, vicino e lontano. 

 

Dal campo Lanciano Loreto mi è rimasto stranamente l'amore ai giornali. Pur nel disagio del viaggio e della vita comune, non ho mancato giorno di una lettura attenta agli eventi della chiesa e del mondo. Non riusciremo mai ad entrare dentro pienamente agli accadimenti, ma è lo stile che conta, la apertura, la responsabilità, tradotta principalmente dal servizio della preghiera. Nel pensare agli incarichi parrocchiali dell'anno, non dimenticare di organizzare il servizio della preghiera, affidato a chi è malato o povero, a chi non ha tempo e capacità per altro, proporre questo servizio che è il più umile e il più efficace. Questa è la strada per vivere, anche per me oggi, il dolce mistero della croce e il servizio potente di "legare e sciogliere". 


La preghiera vera è il massimo atto di amore, perchè non guardi a te, ma a Dio e al Regno.

La preghiera vera è la massima croce, perchè nel tenere alto lo sguardo "fai morire te stesso"

3 Settembre 2014 Mercoledì

Aggiornato il "sistema" del computer, ragione tecnica della sosta dalla scrittura nei giorni scorsi. Incoraggia a continuare il pensiero "la frase più brutta vale di più della pagina bianca".

 

Settimana bella, nel fervore della ripresa, cercando di controllare ansia e dispersione. Riunione plenaria alla Scuola Materna, con le Suore, le Insegnanti, i Volontari; due eventi la rischiarano: l'Udienza del Papa sul tema della "Chiesa come Madre", che irradia di luce nuova ogni nostro operare a scuola e ovunque. La gente sente la nostra Parrocchia come madre? Traduco questo in una accoglienza "materna" verso tutti, nell'Oratorio che pure riapre, specialmente i più poveri, fragili e sofferenti.  

 

E' morto Gaetano Pancaldi, il pittore di Piumazzo. Oltre alla abilità nel mestiere, il suo valore sta in uno sguardo speciale per il nostro paese, ritratto in ogni angolo e stagione, ed esposto allo sguardo ammirato di centinaia e centinaia di famiglie che possiedono ed espongono uno dei suoi quadri. Credo sia uno dei maggiori artefici della identità piumazzese. I suoi paesaggi sono armoniosi, gioiosi, semplici, come ritengo sia il lo spirito della nostra comunità. 

 

Pure ci ha lasciato Vasco Casini, altra figura identitaria: schietto e libero, diceva quello che pensava, nel rispetto degli altri e delle istituzioni. Era uno dei calzolai di Piumazzo e si può dire che ha fatto letteralmente "camminare" la comunità. 


7 Settembre 2014 Domenica

Luce intensa al funerale di Abonea Pederzoli, mamma di Carla e suocera di Daniele.

"Cosa fa grande una vita?" Ogni volta che muore una persona, cerchi di coglierne il senso, il valore, in riferimento anche a chi sei tu. La maggior parte delle persone muore avvolta da penosa rassegnazione, dal triste sentimento d'aver avuto un destino "normale", niente affatto "grande", presto dimenticato dai più. La lettura delle Beatitudini avvolge di luce nuova il senso e il valore di una vita. "Beati i poveri in spirito, perchè di essi è il regno dei cieli". E' proprio questa "normalità" il lasciapassare più importante per la gloria, secondo Dio. Non popolarità, ricchezza, intelligenza, genio, creatività ... Certamente un destino speciale è per coloro attraverso i quali Dio ha arricchito l'umanità di cose belle, come Mozart, Manzoni, Marconi ... ma alla luce delle Beatitudini, piccola cosa sono questi reali tesori, il loro apporto all'umanità, rispetto a coloro la cui principale ricchezza è la promessa della grazia.


Amiamo la nostra normalità, che non è vuota piattezza, ma l'ambito in cui potere coltivare la "mitezza", l'offerta delle "lacrime", la "fame e sete di giustizia",  la "purezza di cuore", la misericordia", "opere della pace". Un lavoro grandissimo ha l'uomo da fare, ma non in ordine al genio, alla creatività, alla distinzione dagli altri, tutte cose che valgono solo in questo mondo, ma alla conformazione a Dio ... il cui vertice è la drammatica possibilità della persecuzione. 


Le Beatitudini entrano tutte nella esperienza dei figli di Dio, ma non tutte alla stessa maniera. Molti non possono dire di essere poveri, nè perseguitati, allora sono esclusi dalla grazia? No se vivono per esempio la mitezza, la misericordia, le opere della pace ... Però le Beatitudini vanno sempre tenute in memoria, perchè arriva quel giorno in cui appare anche la povertà, le lacrime, magari un solo istante, ma sarà prezioso, da non sciupare, se ci ricorderemo di questa promessa. Così pure la persecuzione, che è il sigillo più grande, tremendo e meraviglioso, della nostra appartenenza a Cristo e della utilità verso gli altri uomini.

Un modo per vivere subito e dolcemente questo altissimo vertice è gioire nel quotidiano quando si parla male di noi, a torto o a ragione, quando si è disprezzati, o ignorati, magari per cose piccole: "rallegratevi ed esultate, perchè grande è la vostra ricompensa nei cieli"  

10 settembre 2014 Mercoledi S. Nicola da Tolentino

La beatitudine della "persecuzione" sta nella particolare difficoltà oggi a essere cristiani e sacerdoti. Non so cosa abbia fatto decidere don Flavio e don Gianluca a lasciare il ministero, ma credo non manchi questo genere di "persecuzione". Non è una lotta frontale, dichiarata, anzi mi pare che apparentemente tutto scorra tranquillo rasente la noia. Ma ci sono dei segnali che lasciano intravedere una grande battaglia. 

 

Ci sono dei piccoli dispiaceri, che si conficcano nell'anima come spine, che svegliano la notte, campanelli di allarme di un pericolo, di cui si vedono solo gli indizi, come crepe di un muro che non sai capire, se sta per crollare o no. Nel guidare gli inizi del nuovo anno pastorale, tocco con mano le sfide da affrontare e l'inadeguatezza dei mezzi. Preoccupa il Catechismo, i Ragazzi, l'Ottavario, il raffreddamento di molti, l'esiguità dei vicini ... E' importante scriverlo, mettere davanti il problema, per accorgersi che è fisiologico, che è giusto e naturale sia così. E che è una fortuna "soffrire" un poco per il regno di Dio, sigillo di autenticità. Se soffriamo, vuol dire che va tutto bene.  


In linea generale sono molto contento di tutto. Anche tranquillo e gratificato. Se mi trovo a condividere, qualche volta, un briciolo delle pene grandissime nella vita di tanti miei parrocchiani, non posso che ringraziare di tale destino. Alla Messa di S. Nicola, la lettura dice: "non cercate le cose grandi, piegatevi invece a quelle umili; non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi".  Non è col sogno di qualcosa di diverso, più potente e risolutivo, ma col vedere vicino, nella realtà che ci è riservata, l'infinito bene possibile. Senza dimenticare il dovere di mettercela tutta per essere santi. Cè un lavoro che dobbiamo fare noi, piccole cose facili, ma che bisogna svolgere bene, ogni giorno, con sacrificio e amore. 

 

Compro pennello da barba, sapone e lamette. Per vivere il momento della cura del viso, lentamente, con attenzione e piacere. Così deve essere la dedizione al rapporto con Dio: tempo, calma, precisione, fedeltà ... e alla fine anche gioia profonda, quasi un divertimento.   

11 Settembre 2014 Giovedi

Non bisogna fare calcoli nelle cose di Dio. Il frutto è certo, ci è stato promesso, ma non secondo le nostre immaginazioni. È importante proporci un fine, altrettanto importante è vivere nella libertà. Fede significa sorpresa, fiducia in un frutto che non si era neppure immaginato.

 

Le nostre realizzazioni sono importanti; è bene concentrarsi e donare noi stessi nelle opere di ogni giorno, che ci eravamo proposti, che Dio ci sta chiedendo, ma il senso di queste opere non lo conosciamo, il loro valore è nelle mani di Dio, il quale sa trasformare un piccolo atto in simbolo infinito, in luogo di santità, in seme fecondo, in segno della Sua presenza. Non vogliamo teorizzare il minimalismo, Dio ci ha fatti per cose grandi, ma come Maria insegna, queste “cose grandi” passano attraverso l’umiltà di una vita normale, la nostra.

 

Sognavo di fare il pellegrino estremo, solitudine totale, povertà totale, preghiera totale, penitenza totale, carità totale; non essere di nessuno per essere di tutti, non essere in nessun luogo per essere ovunque, desolazione estrema per una gioia perfetta. I disegni di Dio invece mi portano in una parrocchia dolcissima, in una casa meravigliosa, in un lavoro gratificante, in un affetto riposante, in un disarmante benessere.

 

La strada allora è ringraziare Dio per queste fortune, riservando l'animo pellegrino a semplici giretti, che sono soprattutto un gioco, festa di bimbo, raccogliendo come tesoro raro, i piccoli dispiaceri che il Signore, quasi avesse paura di farti male, con parsimonia ogni tanto elargisce.

 

Invece di essere un “cavaliere errante”, senza patria né amici, sono di qualcuno, di un posto, io sono di Piumazzo, neppure di tutti, anche se vorrei esserlo. Contento di questa appartenenza, di questo limite, che è concretezza. Dio non mi vuole eroe, ma piccolo, sano e contento, per sostenere gli eroismi veri, quelli dei malati, dei tribolati, dei parrocchiani “erranti”, che hanno bisogno, cui non debbo fare mancare il mio piccolo aiuto, con la preghiera, i sacramenti, la parola, l’incoraggiamento, col donare semplicemente e nientedimeno che Dio. 

13 Settembre 2014 Sabato - Giorno dei nomi

Sto usando il computer dell'Asilo, perchè quello parrocchiale misteriosamente non riesce a scrivere sul sito ... è doveroso abbandonarsi ad un salutare silenzio ... Un abbraccione a tutti. 

19 Settembre 2014  Venerdi

Pierfrancesco G. sistema la macchina informatica ... ricomincia la parola. 

 

Con i compagni di Seminario celebriamo il 34° anniversario di Ordinazione. "Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi". Come dubitare ancora di "essere capace" a fare il sacerdote, quando alla origine c'è una scelta di Gesù! Occorre tornare spesso a questo inizio. Sono ancora lontano dalla comprensione, anche minima, della vocazione  e della missione sacerdotale. Eppure l'idea di averne colto solo una briciola, dà uno slancio in avanti incredibile. La cosa più brutta della vita è la stanchezza, il senso di una cosa finita, non avere più nulla da compiere. In me il sentimento opposto, come di chi ha appena iniziato, con tanta strada davanti.  

 

Vorrei andare a Bologna in bici, come durante la Tre Giorni, ma una serie di servizi mattutini e il funerale alla 16,00 lo impediscono. Meglio! La mattinata è piovviginosa, poi non bisogna esagerare con le cose belle. Che senso ha questo desiderio di fare fatica, di andare lento? Dolcezza del gesto ... In auto ci si sposta, in bici si viaggia. 

 

Alla Tre Giorni clima d'allarme. Il tema "famiglia" dà origine a sottolineature drammatiche sul momento presente. Il Cardinale non risparmia termini catastrofici. Eppure sento nell'aria brezza di primavera; accanto al gelo che brucia le ultime piantine, c'è un seme che aspetta di germogliare. La visita soave a Giuseppe Menabue con Luca; le esequie serene celebrate per Annamaria Vecchi, quella particolare omelia, quando il cuore è pieno e non si è condizionati da nessuno ... la riunione liturgica ... il romanzo delizioso scritto da Pierfrancesco Ghedini ...

 

La Provvidenza ogni giorno offre semi di vita; occorre parimenti che l'uomo si impegni, secondo la sua condizione e decisione. Le potenzialità di ciascuno sono inimmaginabili. L'anno della Misericordia può aprire tante strade: lo Spirito dia i sette doni; le difficoltà divengano occasioni. 

Anche la notte si riempie di luce, con l'amore - Loreto, Campo Giovani 2014
Anche la notte si riempie di luce, con l'amore - Loreto, Campo Giovani 2014

20 settembre 2014 Sabato - Anniversario Ordinazione Sacerdotale

Il pensiero di un anno da organizzare, non distolga dalla prospettiva di un giorno da organizzare, oggi. La prospettiva breve è più umana, seria, concreta; dà serenità e piace di più al Signore.

 

Prego per babbo che non sta bene; per Giuseppe; per i "cento collaboratori " ... Come ogni sabato, scrivo nel piccolo "quaderno dei nomi" le intenzioni e le persone per cui intercedere in questa settimana. Vorrei rendere pubblica questa pratica, aperta a tutti, per il bene di tutti. 

 

Quando una preghiera è fatta bene? 

Quando è consapevole, chiara per me ed espressa a Dio; quando è semplice e prolungata; quando ha l'aspetto di un lavoro ben fatto, con ordine, attenzione, struttura; una preparazione, un luogo, un tempo; un inizio e una fine. Quando è aperta a dei frutti; quando stai davanti a Dio. 

 

Alla messa vespertina le Suore e Jasmin fanno un augurio speciale per l'anniversario. Apprezzo questi gesti di affetto, che essendo rivolti al sacerdote, celebrano meno la persona quanto di più il ruolo. Dio è contento che si festeggi il suo Sacramento, ed è segno molto buono per una comunità. C'è molta ironia e amore nel regalo dei parrocchiani: "kit del parroco perfetto"

Vivo tutto proteso alle relazioni, quelle piccole, come il padrone della vigna che "esce" e si intrattiene con chi incontra ... Oggi per me Barbara, Emanuele, Francesco, Stefano, ecc.

Il Regno di Dio è vita di comunione, in una semplicità che, per la sua apertura, è universale. I nostri rapporti saranno sempre piccoli e limitati, specialmente in un piccolo paesino di campagna, ma proprio in quanto aperti, nel loro orientamento, comprendono il mondo intero. Questo significa chiesa "cattolica", "missionaria", "apostolica"... 

 

"Nessuno ci ha chiamati". La maggior parte delle persone non è in grado di trovare da sè la strada, ha bisogno di indicazioni. Non è in grado di crearsi un lavoro, ha bisogno di qualcuno che glielo proponga. Parrebbe superbo pensare così, come di chi vuole insegnare agli altri, decidere al posto degli altri ... invece è insipienza e pigrizia ragionare al contrario e dire: "E' giusto e bello che ognuno si organizzi come vuole, che costruisca da sè il suo destino ..." Inevitabilmente è così; ma per molti, se manca un aiuto, c'è solo lo smarrimento. Una chiamata cambia la vita. Nel romanzo di P. Ghedini, "il Gesuita", il giovane di fronte al maestro dichiara: "Molti finora mi hanno chiesto delle cose, ora sento invece che tu conti su di me". La richiesta forte orienta. 

Fare pastorale vocazionale non significa solo responsabilità verso il futuro della chiesa, garantendo quel minimo di presenza sacerdotale, per evitare il collasso del sistema, ma immettere nell'esistenza di ciascuno la dimensione di senso, che è profondo nella "chiamata". 

 

Lungimiranza significa programmare lavoro ma anche riposo. Piccola pausa il 14 e 15 ottobre.

21 Settembre 2014 Domenica

Buon giorno, Signore!

Grazie di questo inizio domenica; nel cuore le suggestioni di don Erio Castellucci sulle "radici trinitarie della Chiesa". Il tema Chiesa, quello del nostro tempo, quello del Vaticano II°; quello di Papa Francesco nelle ultime udienze; quello della nostra parrocchia che oggi festeggia i suoi "100 collaboratori". Tema che ora sento tanto vivo, obiettivo generale del nostro cammino. Il vangelo degli "operai nella vigna" mostra come per il Signore quello che conta è l' "esserci". Non importa quando arriviamo, come arriviamo, cosa facciamo ... importa essere dentro, col contributo di cui si è capaci. Da qui l'opera missionaria, uscire, parlare, chiamare e gratificare

 

Serata del sabato guardando i video di Francesco Sole. I giovani della parrocchia ne parlano e sono curioso di condividere e capire. M'imbatto in un universo di frammenti, sensazioni, osservazioni; buffe, intelligenti, divertite, consapevolmente superficiali. Fiera della creatività basica, popolare; eterna poesia delle piccole cose. 

 

Grazie, Signore, del Concerto Brandeburghese n. 5 di J. S. Bach, ascoltato di primo mattino, contrappunto solenne e dolce alla Liturgia domenicale delle Ore: "O giorno primo ed ultimo, giorno grandioso e splendido, del trionfo di Cristo". Tutto è pronto ormai per la Messa. 

***

Giornata bella, coi segni di una partenza. Alla messa delle 11,00 uno dice: "non ho mai visto tanta poca gente come oggi" . Anche in altre parrocchie vicine, pare sia stata una giornata di poche presenze. Quello che alla "Tre giorni" si è rilevato sociologicamente, il vertiginoso calo statistico, della pratica cristiana e della rilevanza della della fede, nella vita delle persone, specialmente dei giovani, lo si tocca con mano. "Due sentimenti sono corretti e vanno tenuti insieme: una gioia infinita per chi c'è; un dolore infinito per chi manca". Considerazione ispirata a fine Messa. Il Signore dice: "i miei pensieri non sono i vostri pensieri". La fruttuosità della fede non poggia sui numeri o sulle nostre opere, ma su una promessa e sulla grazia di Dio.

 

La speranza è supportata da concreti "segni", che lo Spirito aiuta a leggere. Spesso sono segni piccolissimi, come la tranquillità con cui accolgo la frase scoraggiante, la volontà di convertire me stesso, la decisione di una preghiera più fervida, anche per quelli che non sono venuti, per quelli che accolgono con freddezza il programma. In questo contesto dico che è stata una giornata bellissima: il vangelo della Misericordia ha cominciato con forza il suo cammino.

 

Misericordia verso il clero, che si sobbarca impegni "superiori alle forze". Congresso Eucaristico Vicariale: alla giusta idea di partenza, si coniuga una improvvida progettazione operativa. I giovani di Piumazzo sono bravi a dare il loro contributo, pur nella problematicità dell'insieme, perchè il Signore sia onorato, le anime unite e i sacerdoti corrisposti e sollevati. 

22 settembre 2014 Lunedi 

Vieni Spirito Santo.

Continua la riflessione sulla "chiesa", partendo dalla esperienza del Congresso Eucaristico Vicariale. Oltre che un atto di amore a Gesù e alle anime, raccolte attorno a ciò che vi è di più grande, inevitabilmente si manifesta in esso l' "idea di chiesa" abbiamo.

Lo Spirito Santo sta operando in questo senso un profondo cammino di conversione.

 

Da una chiesa "visibile", che nasce dalla buona volontà degli uomini, ad una chiesa "mistero" radicata nella grazia della Trinità. * Da una chiesa "gerarchica" che guarda, vede e segue il clero, ad una chiesa "popolo di Dio" con al primo posto il sacerdozio dei fedeli, i loro carismi, il loro senso di fede, entro cui si colloca il servizio delle guide. * Da una chiesa "autocentrata" che guarda se stessa come compimento dell'opera divina, ad una chiesa "missionaria" il cui senso sta fuori di sè, e dunque va, condivide, testimonia ... tale la sua vera natura. 

 

Con tutta la buona volontà e il sacrificio ammirevole dei parroci, si fa fatica a vedere il nuovo e costruirlo. Come ora è organizzato, Il Congresso Eucaristico ha molto il sapore del passato.

 

I responsabili diocesani si incontrano coi parroci "terremotati" a Villa Pallavicini. Oltre alla ricostruzione, il tema è il futuro della chiesa, nella ottica delle strutture. Scontro fra catastrofisti  "fra poco non ci saranno più preti" e fervoristi "tutto si può rinnovare se noi ci impegniamo".  i primi vedono il problema ma non la soluzione, i secondi minimizzano il problema e fanno facile la soluzione. I cambiamenti sono inevitabili, possiamo volgerli al bene, attraverso la fede.

 

Dalla omelia del Papa a Tirana, in Albania: "L'aquila, raffigurata nella bandiera del vostro Paese, vi richiami al senso della speranza, a riporre sempre la vostra fiducia in Dio, che non delude, ma è sempre al nostro fianco, specialmente nei momenti difficili"   

24 settembre 2014 Mercoledi

"Il cuore del re è un corso d'acqua, il Signore lo dirige dovunque egli vuole"  Pr 21

La riunione dei catechisti è bella. Preghiamo, mangiamo, lavoriamo. La foto riprodotta è scattata all'inizio, mancano ancora molti: siamo un bel gruppo! C'è entusiasmo e passione. Le Suore preparano ottima ed elegante cena e comunicano uno spirito di fede e umiltà. I contenuti proposti sono tanti, è normale all'inizio dire molto, forse troppo, ma è inevitabile. C'è il gruppo dei nuovi: Sabrina, Nadia, Marta, Chiara, Ludovica, che trasmette sana trepidazione; c'è il gruppo dei veterani, ricco di esperienza, che vede i problemi e cerca soluzioni. I giovani sono "carichi". "Nella evangelizzazione è importante non tanto occupare spazi, ma avviare processi" EG


E' un dono speciale il coinvolgimento dei giovani nel Congresso Eucaristico Vicariale. Già si è detto il lato debole di questa iniziativa, espressione di una ecclesiologia "vecchia": visibilità, clericalismo, autocentrazione ... eppure il modo con ci i giovani vi partecipano è "nuovo": famigliarità, comunione, accoglienza ... le strutture sono importanti, ma il "nuovo" sta nel cuore. 


 "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Sono quelli che ascoltano la Parola e la osservano"  Gesù invita ad un rapporto d'affetto con Lui, come con una mamma e un fratello. Ascoltarlo, parlargli, dirgli "ti voglio bene".  Oggi il Papa continua la catechesi sulla chiesa, lo ascoltiamo. 

1 Ottobre 2014  Mercoledi S. Teresa di Gesu Bambino - Giorno del mondo 

Settimana di non scrittura. Molto lavoro, un pò di stanchezza, bisogno di riordino. Anche a questo serve il diario. La Festa "Ogni uomo è mio fratello" riesce bene, vivacemente organizzata, partecipata anche qualche componente in più, locale e straniero. Certamente rimane un semplice segno, ma " è avviato un processo" e ringraziamo, contenti.  

 

Alla cena serale coi giovani, che festeggia l'inizio anno pastorale, con la visione del bel video, preparato da Valentina, sul campo di Lanciano Loreto, al mio tavolo si parla di Divergent, The Giver, Colpa delle stelle ... Questi squarci letterari  e cinematografici, chiavi di lettura per condividere l'universo giovanile, mi mandano in estati. Sono film in sala, quasi tutti tratti da libri, alcuni dei quali non recentissimi. The Giver  per esempio è stato scritto nel 1993, da Lois Lowry, autrice non giovanissima, nata nel 37'. Scopro che la scrittrice ha un debole per l'universo senile, scavando nel mondo interiore delle malattie terminali. "Sìì orgoglioso del tuo dolore, e sìì più forte di coloro che non lo sanno portare". Dopo Hunger Games, una nuova saga di genere "distopico" interpreta dunque l'adolescenza: minaccia di una società inumana, cui ribellarsi e sfuggire. Compro The Giver : veramente bello, coinvolge, fa pensare, accende tante energie ...

 

Cè una sequenza iniziale assai suggestiva, l'assegnazione a ciascun membro della comunità di un incarico per la vita, corrispondete alle attitudini di ciascuno. E' una pagina di forte spessore educativo. Gli anziani attenti a tutti i dettagli dei giovani, per indirizzarli e assegnare felicemente il loro posto. Rimane aperto il tema della libertà, importante in questo genere di racconti. Oggi il Papa parla dei Carismi nella chiesa. Dice anche di un carisma speciale, quello della carità, tanto caro a S. Teresa di Gesù Bambino. In The Giver si parla della capacità di "guardare oltre", per cui il giovane Jonas viene scelto come "Raccoglitore di Memorie", compito che richiede intelligenza, saggezza, coraggio e una grande capacità di soffrire e rimanere solo. Il cuore sussulta! In questi giorni prende forma per me la dura, fantastica, immensa Via de la Plata

2 Ottobre 2014 Giovedi - S. Angeli Custodi

Il nostro modo per vivere nel mondo e contribuire al suo miglioramento è dedicarsi al piccolo universo famigliare e paesano. "Chiesa Particolare e Chiesa Universale si richiamano a vicenda"

Le riunioni coi genitori del catechismo sono al termine. Ogni gruppo ha le sue caratteristiche. C'è fervore, impegno, in taluni casi anche molta fatica. La migliore preparazione non preserva da errori, la cura dei dettagli non elimina le difficoltà. I genitori partecipano con premura, affettuosi e disponibili. Una parte manca; ci diciamo: "Non giudichiamo, ma aumentiamo la attenzione verso di loro  e la preghiera". La luce di questa mattina è credere che si costruisce non nonostante, ma attraverso queste fatiche. "Sii orgoglioso del tuo dolore e più forte di colui che non lo sa portare".


"Caro Angelo Custode, come stai? Sei contento di essere il mio Angelo Custode, o avresti preferito qualcun altro? Io sono molto soddisfatto di te, finora mi è andato tutto tanto bene! Sei stato proprio bravo. Vorrei allora darti oggi una soddisfazione speciale. Che regalo posso farti?" 

3 Ottobre 2014 Venerdi 

Notte insonne; problemi gravi che impongono il riserbo; ore passate a leggere (e terminare) il libro The Giver. Straordinario senso di buono. "E' bello che i giovani di oggi eleggano a loro simbolo questa storia - penso fra me - segno di grandissima speranza. Esalta la libertà - fin qui niente di nuovo - ma anche la profondità, l'amore e, alla fine di tutto come riassunto e ambito di ogni cosa più bella, la famiglia." Il passaggio chiave è il senso positivo del dolore. Una grande parabola della fede, facoltà per la quale sai "vedere oltre"; bellezza della vita, anche delle persone più fragili, malati e anziani, esaltate dall'esercizio dell'amore e della memoria. 

 

Poi la soluzione finale si realizza in un lunghissimo viaggio-fuga in bicicletta, pieno di fatica, incertezza e paura, portando con sè in un cestino una cosa sola, la più preziosa. Valore della solitudine buona e strada per superare il dolore più grande: la solitudine cattiva.

6 Ottobre 2014 Lunedi S. Bruno

Il Congresso Eucaristico Vicariale si conclude. I Responsabili ce la mettono tutta, i risultati sono soddisfacenti. Partecipi oltre 2000 persone (dal conto dei posti a sedere, tutti occupati). Fervore e ordine durante la Processione, con i stendardi delle varie Associazioni; sulle strade abbastanza gente, molti extracomunitari. Una ex responsabile pubblica di Castelfranco, passando di lì a caso, guarda la processione con espressione perplessa, perfino una smorfia, davanti a tanto clero e fedeli. Non tutti sono edificati. E' atto d'amore, ma anche di forza, come la processione biblica attorno a Gerico. Giusto farla?

 

Vado a piedi con una decina di persone. Li ringrazio perchè è molto importante per me questo segno, anche se dispiace nel vederli mortificati dalla esiguità del numero. Siamo tuttavia punto di riferimento di chi arriva in macchina, realizzando uno dei sensi del pellegrinaggio. Poi è bello l'andare pregando e, per me che pure ritorno a piedi, il terminare pregando. Nelle intenzioni metto i motivi dell'omelia: "se mettiamo al centro l'Eucaristia, non dobbiamo temere nulla; se la mettiamo da parte, la nostra fine è sicura". Testimonianza commovente su don Fernando Casagrande, anche nel modo di raccontarla. Pranzo allegro nella canonica di Castelfranco, con tanti complimenti a don Remigio; fra i tortellini si parla anche di cose serie. Non siamo sereni noi sacerdoti, pur scherzando, si sente che viviamo un grande disagio, alla ricerca continua di che strada prendere. Sulla crisi di vocazioni, il Vicario afferma: "la vita di un sacerdote deve essere buona e fruttuosa, ma anche ... attraente" . Come alternativa, descrive la meticolosa strutturazione africana delle attività, in comunità veramente affidate ai laici. Penso a quale nome, uomo o donna, affiderei io ora la comunità di Piumazzo ... E' una strada da preparare.

 

Dopo la bella storia di The Giver  - seguendo le indicazioni dei giovani - entro nella saga di Divergent . Non ha la stessa profondità, somiglia davvero troppo ad Hunger Games, si sente che l'autrice è una persona giovane. Temi forti, ma ancora acerbi. Visione "distopica" della realtà, mondo "recintato", super organizzato, dove chi è diverso, più sensibile, non sta bene. Manca la vera libertà. Un mondo in cui non esiste Dio e gli uomini sono soli a rispondere alle minacce, presenti e passate. Possono contare solo sulle loro forze, da qui nasce l'oppressione dei capi, i soli hanno il potere di capire e far funzionare tutto. I nostri "giovani" vedono così la realtà. Potrebbe essere ambito ideale, per annunciare cosa c'è "oltre il recinto". 

 

Ascolto le parole del Papa: "La vigna, di cui parla il vangelo, è il popolo, che Dio ama molto, lo cura in tutti i modi, e lo affida ad altri, che ne abbiano cura. Ma spesso questi custodi non si comportano bene". Dio lascia perfino che "il Figlio venga ucciso", per potere rinnovare il suo amore per la vigna e i suoi frutti. 

 

Prima del funerale di Marcello, un gruppo di uomini guarda il cancello in ferro battuto, davanti al bar di Gerry, commentandone i dettagli artistici e costruttivi. Poi guardano i portabandiera ... La vita dell'uomo è fatta così, piena dei mille particolari materiali che di volta in volta si presentano. Realizzo che la vita del sacerdote ha la missione, invece, nel volgere lo sguardo alle persone (al defunto in questo caso) non alle cose; poi al cielo e non alla terra. Durante il rito funebre, si annuncia la "risurrezione", con toni lievi, alla portata dell'uditorio, ma l'animo del sacerdote deve fermarsi in modo sostanziale, grave, su quel mistero; è il suo compito e il suo dono. Venga presto il tempo in cui i sacerdoti "stanno fermi", dediti ad "una sola cosa", pensiero fisso al cielo e alle anime. Aiuteranno gli altri a guardare in alto, se loro guardano in alto. Vocazione semplicissima, dolce ed eroica. Cominciamo subito ad allenarci. 

10 ottobre 2014 Venerdi 

"Sii fiera del dolore che provi, ti renderà più forte di chi non lo prova" frase chiave del libro "La rivincita" di Lois Lewry , seconda parte della quadrilogia iniziata con The Giver. Leggo questo libro in riferimento ad una ricerca sul mistero della "malattia". Questa autrice sa trovare simboli bellissimi e semplici, alle grandi verità della vita e della fede; come l'immagine della Rovina, con cui pennella, in pochi e incisivi tratti, la profonda dottrina cristiana del "peccato originale".

 

Sono giorni faticosi per molti. Tanti vivono notti inquiete, segnate dalla paura. C'è forse un legame con la stagione, crisi autunnale, fatica dell'universo a morire. In parrocchia termina il secondo momento e comincia il terzo. Dopo il progetto e la partenza, procede l'iter normale, quello più importante. Si vede ora se diciamo solo parole, o generiamo frutti, umili, d'amore. 

 

Nello studio nuovo, c'è un tappeto nuovo. Ogni sera lo guardo, ogni mattina lo saluto. E' bello. Colori naturali, materie prime naturali. Contiene una tradizione, una cultura, un'arte, forse il dolore di chi lo ha costruito. Lo vivo con rispetto, gratitudine, responsabilità.

Nella chiesa di Papa Francesco sta bene soffermarci su queste piccole cose materiali? Dicono che Francesco d'Assisi amasse farsi ricamare abiti preziosi per la liturgia. Quello che conta è l'amore. La mia storia è simile a quella di Kira, de "La rivincita". Se Dio si diverte a darmi tante cose belle, che mai ho posseduto, nè avuto il coraggio di desiderare, perchè non ringraziarlo? 

 

Con don Stefano parliamo di vita sacerdotale. "Non solo siamo pochi di numero, ma anche molti di noi prendono una china di "abbrutimento". Qualcuno ingrassa troppo, qualcun'altro si inacidisce, molti si chiudono, o prendono strade compensative, negli acquisti, nei viaggi, nel non farsi mai trovare ... La strada di relazioni mature, invece, è quella giusta, perchè non solo struttura la carità, ma salva anche la nostra umanità" . Che la comunità dunque mi consigli, sostenga e corregga. Anche a sessantanni si può cambiare. Per la carità, contro l'abbrutimento. 

11 ottobre 2014 Sabato - il giorno dei nomi

La fatica del sacerdote è portare non solo il suo peccato, ma anche quello degli altri. Nella vita parrocchiale si incrociano continuamente generosità ed egoismo, apertura e chiusura, bontà e cattiveria, grandezza e meschinità. Le persone che lavorano per raccogliere la gente, sono le stesse che purtroppo la allontanano. Il sacerdote "sente" tutto questo e a volte è un peso insopportabile. 

 

Eppure la carità " è paziente, benigna, non invidiosa; che non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non tiene conto del male ricevuto; che tutto copre, tutto crede, tutto spera e tutto sopporta" è sempre una possibilità, santa, contro l'abbrutimento, nostro e altrui.

 

Notizie buone sul versante chiesa. Dopo settimane di ansia devastante, "si riaccende una speranza" dice il nostro tecnico. Ringraziamo e continuiamo a pregare. Cosa sarà mai una chiesa simile, frutto di tante preghiere e sofferenze? In Diocesi si tiene un convegno sull'Anno Liturgico. Purtroppo non potrò partecipare, ma lo collego col sogno di liturgie bellissime, presto nella nostro chiesa. Dopo i cortili, l'atelier, lo studio ... vedo la prossima estate tutta impegnata a sistemare la chiesa, preparando per tutti una bella casa di preghiera.

 

Carissimo *, ti ringrazio della luce che doni, dal tuo letto di malattia. Le tue parole sono sempre radiose: "piacere, bellezza, meraviglia, serenità, amore ..." Da dove viene tutto questo? Hai avuto una vita normale, non particolarmente santa, non particolarmente fortunata, quale è la sorgente della luce che emani? L'unione con la tua sposa, il dialogo con lei, con gli amici ...

"Bisogna sempre dedicare le cose, a qualcuno" dici in riferimento al film che hai fatto, dedicandolo al papà della tua sposa. Voglio dunque "dedicare a qualcuno" questo giorno, questa preghiera, ogni più piccola cosa che faccio. Grazie carissimo. Buona giornata. Signore pietà

 

(Ore 11,00) Alla riunione sulla Festa del Ringraziamento, una persona congedandosi dice: "cosa mi hai chiamato a fare?". Incasso il colpo e riconosco la ragione: quando si fa un cammino comune, a ciascuno occorre offrire un incarico preciso. E' segno di rispetto e buona organizzazione. Non basta chiamare le persone "a dare una mano" o semplicemente "a partecipare". Che "parte" ha uno, se non gli "dai una parte"? Questo vale per tutto.

 

Vorrei tanto che al catechismo, oltre alla accoglienza si lavorasse anche sull' inclusione. Si tratta di predisporre una serie di ruoli, attinenti alla vita del gruppo e, a rotazione, affidarli a ciascuno, curando che nessuno rimanga escluso. Preghiera, assenze, ordine delle sedie, lettore, la luce, chi riordina i tavoli, chi pulisce, chi sceglie i canti, chi propone un gioco, chi modera il dialogo, chi cura il silenzio, i compleanni, ecc. . E' possibile una cosa così, in tutta la vita parrocchiale?  

12 Ottobre 2014 Domenica

Inizio del catechismo. Forzando un poco il testo evangelico, alle messe indirizzo lo sguardo di tutti al mistero della Risurrezione. Lo sento dovere del sacerdote, "custode della memoria", lo sento compimento della fede e adatto a cominciare un cammino coi bambini. Forse è anche questo l'abito nuziale di cui parla il vangelo: il pensiero costate alla risurrezione. 


Durante un giretto pomeridiano, organizzo la Festa del Ringraziamento, il momento coi bambini, da proporre ai catechisti. Abbozzo un progetto, ispirato alla storia di Divergent, coi piccoli divisi nelle squadre dei Pacifici, degli Intrepidi, degli Abeneganti e degli Eruditi, percorso ludico giocato sul tema del "cambiamento" e finale a sorpresa, scoprendo quale è il vero cambiamento ...

Alla mattina, lavoro sul tema del ringraziamento, scoprendo alla fine che, non solo noi ringraziamo Dio, ma anche Dio ringrazia noi ! Meraviglioso e commovente questo aspetto di Dio!


14 ottobre 2014 Martedi 

Quando si piantano alberi c'è futuro. Un comitato formato da Tomaso, Sergio, Pietro e Fabrizio supervisiona il parco parrocchiale, per interventi di potatura, rimozione di piante malate, messa dimora di nuovi esemplari. i piedi sono fradici per la rugiada ma attorno c'è atmosfera di "nuova creazione". Anche per il gazebo si studiano architettura d'ombra in vista di Estate Ragazzi meno assolate. Un altro gruppo supervisiona la nuova cucina comunitaria.


Alla riunione di formazione Catechisti, Maria Stella Busi, dell'Ufficio Catechistico Diocesano, parla del bisogno di ricostruire relazioni fra persone, giovani famiglie, basate sul "raccontare la fede", comunicando "quanto sia bello credere" e innescando un "circolo virtuoso", rendendo evangelizzatori le persone attraverso il passaparola. Quando le giovani famiglie si trovano bene, in una esperienza di chiesa, è normale che la cerchino ancora, la replicano e si impegnino ad allargarla. Questa è la nuova catechesi e la nuova evangelizzazione. Dagli interventi dei presenti si capisce quanto siamo ancora lontani da tutto ciò, come tutto sia regolato prevalentemente dalla legge del dovere e meno del piacere spirituale. Procediamo per la strada del "io so e ti insegno" mentre sarebbe meglio dire "uniamo le nostre luci e camminiamo insieme". 


In vista della Festa del Ringraziamento, vorrei lavorare ad una collaborazione, dove ogni piccolo dettaglio sia affidato a qualcuno, per sperimentare la chiesa della relazione e della inclusione. Prendo con me il Catechismo della Chiesa  Cattolica per studiare il Sacramento della Penitenza, in vista della riunione dl 5 Novembre. Sarebbe bello proporre anche quella con metodo partecipativo, condividendo domande ed esperienze. Durante il ritiro sopratutto preghiera.      

17 ottobre 2014 Venerdì 

La preghiera genera un volto dell'anima. Una abitudine a intravedere Dio in ogni cosa. Chi prega, acquista l'arte del silenzio, della attenzione, del rispetto. Chi parla molto, chi corre ... prega poco! Così chi si arrabbia, chi si stanca ... La preghiera è un lavoro: va fatta bene, con precisione e ordine. Anche la preghiera di pochi istanti, va curata come una celebrazione solenne. In principio, la preghiera comporta una piccola fatica, uno sforzo, poi diventa un grande piacere. Dapprima sembra che ti prenda tempo, poi ti accorgi che ti moltiplica il tempo.  

20 ottobre 2014 lunedi 

Mese faticosetto, questo ottobre! Debolezza fisica, i giorni passati. Quando non si sta bene, si tende a chiudersi in sè, questo è normale. Occorre sforzarsi di mantenere lo sguardo fuori di sè, nei propri doveri e in piccole cose, come la preghiera. Un grande dono la ripresa dell'ascolto in you tube di Padre Gasparino - Scuola di Preghiera. il giorno 19 ottobre, ascolto la lezione n 19 "pregare nel nome di Gesù". 

 

Finisce la lettura di "la rivincita" di Lowry e inizia "colpa delle stelle" - libro prestato da Marinella - sul tema della malattia. Il primo è dolcissimo, linguaggio del simbolo o della fiaba. La fede cristiana come sottofondo, scomparsa, quasi una sua nostalgia. A fronte della società ingiusta e violenta, che "ruba i doni degli uomini",  una comunità nascosta, di "gli uomini rotti", i malati e gli emarginati, costruisce una vivere bello, di aiuto reciproco, libero e lieto. Come una profezia. 

Il testo tanto conclamato "colpa delle stelle" vale. Si sente che c'è del mestiere e della verità. Tuttavia inizia con una descrizione tremenda del contesto culturale religioso a fronte della malattia. Riunioni "squallide", quelle di "mutuo soccorso", organizzate dalla chiesa episcopale, per i giovani malati di tumore. Il nome di Gesù trasuda retorica e tutto sa di falso e stantìo, il frasario, i gesti, l'atmosfera, mentre l'affetto romantico, è la risposta che l'anima attende.

 

L'aspetto giusto, di questo genere di letteratura, è la sottolineatura del primato dei rapporti sulle cose. Siamo al punto centrale anche di situazioni nostre. Nella vita della chiesa si dà ancora troppo valore alle cose, rispetto alla relazione. Al ritorno di una recente riunione catechistica vicariale, la reazione degli ascoltatori miei parrocchiani, è una nuova proposta di iniziative, progetti ... Invece il tema di quell'incontro andava proprio in direzione opposta: sulla delicatezza e amore nella relazione piccola, personale, semplice, sincera, famigliare, a tu per tu.

 

Gesù è poco amato. Questa la ragione per cui le cose non cambiano e tutto quello che facciamo si traduce in stanchezza e veleno. Non dobbiamo aspettarci sia il mondo ad amarlo, quel "mondo" che in verità sa trovare presenze speciale della sua luce. Siamo noi "di chiesa", come i farisei del vangelo, che corriamo il rischio di "non entrare e impedire agli altri di entrare". Con le nostre preghiere magiche, le nostre frasi superficiali, insopportabili, vuote ... Sforzarsi di amare veramente Gesù e ogni singola persona. Allora anche il nostro rapporto coi malati avrà non più l'aria formale, descritta da colpa delle stelle, ma lo spirito vivo, bello di Anna Fulgida Bartolacelli. 

27 ottobre 2014 Lunedì - Giorno del cuore

Prima visita all'Ospedale "Regina Margherita" di Castelfranco Emilia. In spirito di dignità, umiltà e amore. Prima in reparto o in direzione? Senza decidere, seguo l'istinto. Avvicinandomi alla struttura, entro nella sede della Croce Blu, dal responsabile Giorgio Castelli, ex dirigente GD, persona affabilissima, col quale nasce un "corpo a corpo" assai proficuo. Questo modo di presentarsi, creando legami, interessamento, affetto, preghiera, è proprio la strada giusta. Vorrei andare dalla direttrice, dott. Pietrantoni. La caposala del Day Hospital, Paola di Piumazzo, mi indirizza nei corridoi meridionali del II° piano, dove non trovo la persona cercata, ma squisita accoglienza da parte di Cinzia e Chiara, della Direzione Sanitaria, che a loro volta presentano Paola, della Direzione amministrativa, cordialissima, da cui imparo gli importanti progetti in atto, verso l' Hospice "in cui l'accompagnamento spirituale sarà particolarmente importante" dice. Non vivo solo rapporti istituzionali, ma personali, "pastorali", sentendomi mandato sia ai malati che a tutte le persone che compongono l'universo ospedaliero. La visita finisce con Rosa, caposala della medicina, pure cordialissima, da cui ricevo precise indicazione di modi, servizio e orario.

 

Papa Francesco incontra la Associazione di Schoenstatt (non la conoscevo). Nata 100 anni fa, da un'anima "ferita", seppe trasformare quanto le mancava, in direzione di dono agli altri. Coltivando soprattutto le relazioni personali, chiamate "alleanze", prima con Maria, poi con ciascuno. Dice il Papa: La pastorale aiuta, ma solamente in questo è necessario che sia ‘corpo a corpo’. Quindi accompagnare, e questo significa anche perdere il tempo. Il grande maestro del perdere il tempo è Gesù! Ha perso il tempo accompagnando, per far maturare la coscienza, per curare le ferite, per insegnare… Accompagnare è fare un cammino insieme”.

 

Visita di Andrea, in occasione del lutto della mamma. Ci fermiamo tanto tempo a parlare; a titolo del comune amore per l'alpinismo, porge in dono un libro, "L'ultimo abbraccio della montagna", scritto da Silke, moglie di Karl Unterkircher, il più grande scalatore italiano, ""uomo prudente e di grande calma", recentemente scomparso in un incidente. Testo di grande amore e umanità. 

"Karl era un uomo che, nella vita come nella montagna, cercava sempre la vetta più alta" (Silke)

Karl Unterchirker con la compagna Silke, e i bimbi Alex e Miriam. Sullo sfondo le Dolomiti del Sella
Karl Unterchirker con la compagna Silke, e i bimbi Alex e Miriam. Sullo sfondo le Dolomiti del Sella

28 ottobre 2014 Martedi - Giorno delle guide - Diario di una giornata di preghiera. 

Ore 6,20. Non sto benissimo. Una quindicina di giorni fa è iniziato il mal di gola che continua. Addormentato leggendo "l'ultimo abbraccio della montagna", libro bello, ma non nuovo. Mi colpisce il dettaglio che Karl e Silke non si sono sposati "perchè Karl non amava le cerimonie" ... il matrimonio visto come cerimonia, non come sacramento. La vetta di Karl è la montagna, la mia è l' evangelizzazione. Per questo mi "alleno" e "studio" con questa giornata di preghiera.

 

La riunione di formazione catechisti a Castelfranco noiosetta ed inutile. Suor Anna Maria Gellini, la relatrice, ce la mette tutta, è preparata e brava. Ci sono anche molti catechisti ad ascoltare. Ma è il taglio che non va. Non sono le cose di cui abbiamo bisogno. Credo sia questo il problema della evangelizzazione. Ci sforziamo oltremisura, per strade che non portano alla meta. Una catechista testimonia: "i bimbi sentono la chiesa lontana, qualcosa che non li riguarda, non entra con la loro vita" Perchè accade? Guardo la schiera di persone che mi circonda, tutte animate da buona volontà, ammirevoli per dedizione ... alcune a dire il vero troppo arcigne per attrarre, altre troppo ingenue per guidare ... Ho impressione che fra i catechisti c'è chi "ha troppo da dire" e i bambini ignorati si agitano, chi invece "non ha niente da dire" e i bambini non orientati pure si agitano. Andrebbe seguito di più il catechismo, da parte di chi ha un minimo di capacità. Quello che faccio è troppo poco. Intanto ringrazio e prego per i miei catechisti, per chi aiuta a guidarli, organizzarli.  

 

"In quei giorni Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio" (Luca 6,12.).  Così inizia il vangelo di oggi, Festa dei Santi Simone e Giuda, apostoli. La direzione dell'agire di Gesù è: 1. verso il Padre nella preghiera, 2. verso gli Apostoli, chiamati per nome, a condividere la sua missione, 3. verso le folle, accolte, istruite, liberate dai demoni. L'ordine dei gesti è importante!  E' bella la finale: "Da lui usciva una forza che sanava tutti" .

Una preghiera speciale per sr Theresa la cui parrocchia in India è dedicata a S. Giuda Taddeo

ore 9,00 Catechesi n. 20 Padre Andrea G. - Scuola di Preghiera (youtube). "Prima di pregare, chiedi perdono". Esercizio pratico nel chiedere a Dio di capire la verità del mio peccato.  Le lezioni di P. Gasparino sono sempre terapeutiche ed energizzanti, ma occorre lavorare per calarle nel concreto. "Ascoltare è niente, praticare è tutto". Come sarebbe bello condividere queste cose anche nel catechismo! 

 

La Parola divina nell''Ufficio di Letture, si riferisce ancora alla evangelizzazione. La risposta di Dio è sconvolgente: la povertà dell'apostolo (le difficoltà del catechismo) non sono sventura, ma grazia e martirio: "Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.

Ore 12,00 Dialogando con Gisella si valuta l'ipotesi di cambiare tutto: "basta con un catechismo che non porta da nessuna parte, ricominciare dalla verità di rapporti personali, sinceri, piccole gioie della fede, condivise, che, dentro legami forti, si propagano!". Dialogando con Tomaso e Luigi si valuta una ipotesi, non meno grave, su un altro versante della parrocchia. Ora, davanti a Gesù, accogliendo lo Spirito di mitezza, umiltà e amore, dico che è bene prepararsi alla fine di tante strutture e tradizioni. Che la Chiesa non morirà per questo, ma forse si rinnoverà. Per il momento, tuttavia, sarebbe orgoglio e presunzione, mancanza di amore e saggezza, non raccogliere le briciole che il presente, con le sue tradizioni e istituzioni, ci offre. Forse il catechismo, l'Asilo, cambieranno, ma non dobbiamo essere noi a guidare questo corso. Nell'ora dei cambiamenti - in psicologia si dice - le virtù più grandi sono l'apertura e l'abbandono. Prevedere è una cosa, distruggere è un altra. Si procede, vivendo la fatica e la grazia di oggi.

ore 15,30.  Prima visita in corsia, RSA, Ospedale di Castelfranco. Incontro Norina, di Recovato, integra nelle facoltà cognitive, ma "rotta" da più parti; vive da sola con una giovane badante di Nuova Delhi, di religione Sick, ha tre figli non lontani, uno dei quali con grande azienda agricola. Già da quattro mesi sta in ospedale. Poi una "malata con bambola", che non parla, e risponde ad ogni sollecitazione sempre con lo stesso gemito. Nella camera seguente, Francesco di Foggia, da sette anni in ospedale, trauma cranico da caduta, non parla e non vede. Lo assiste Gerarda, sua moglie, con un figlio celibe. Di fianco al suo letto, Giacomo, da tre anni in ospedale, pure lui non parla. Mi accompagna gli infermieri Francesca di Piumazzo con Garuti, rispettivi genitori di Martina ed Emma. Nel tornare in bicicletta, il rosario è tutto per loro.

 

Ore 16,30 Lettura del Libro di Ruth (calendario biblico della Comunità Figli di Dio)

Storia di viaggio e di amore, poi discesa nel dramma della povertà: "siamo partiti nella abbondanza, ora torniamo a mani vuote". Fedeltà ai legami d'affetto, oltre ogni vincolo di sangue e religione. Storia di Provvidenza, la quale protegge chi ha fiducia e lavora, ed epilogo con una fortuna, che va oltre ogni immaginazione: la straniera Ruth, sposa, in seconde nozze, un uomo importante, innamorato e ricco, che la rende progenitrice di Gesù. Storia tutta al femminile, compresa l'arte della seduzione: " ... lavati, profumati, mettiti il mantello e coricati ai suoi piedi" 

 

Ore 17,30 Lettura spirituale, biografia di "Anna Fulgida Bartolacelli" 

"Anna ripeteva sempre le parole della Madonna a Fatima: "Molti si perdono eternamente perchè non c'è nessuno che preghi e si sacrifichi per loro" . Ma per lei sacrificarsi non significava assolutamente limitarsi alla preghiera assidua, rimanendo ancora concentrati unicamente sui propri grandi limiti, ma sfruttare ogni energia recondita, per raggiungere con tutti i mezzi i fratelli in difficoltà. Come vedremo più avanti, parlando del suo straordinario impegno apostolico, sacrificarsi per amore significa per Anna dare veramente tutto e anche il sangue se fosse necessario. E non c'è da dubitare che conoscendo le sofferenze abituali che la tormentavano, al capo alle braccia, allo sterno, le difficoltà a muoversi, a respirare, a udire, a scrivere, ecc. quanto andava facendo rappresentava un vero martirio del corpo. Nell'anima invece c'era sempre la gioia, perchè aveva colto il suo posto entro la chiesa .. molto vicino al capo e al cuore ..."  pag 95  "Una cosa posso dire, la sofferenza matura l'uomo, sì! Bisogna aver molto amato per saper soffrire, e avere molto sofferto per amare meglio" pag 99


Ore 21,00 Dopo la recita del Rosario.

Grazie, Signore, di questa giornata di preghiera. Un dono mio a Te, un dono Tuo a me. La voglio concludere nella pace di uno sguardo reciproco. "Cercate sempre il suo volto"

Ricordo una frase, citata più volte da Anna Fulgida: "Sono un Dio geloso": amarti in ogni cosa e sopra ogni cosa. Questa mattina, nel cercare un qualcosa da perdonare, mi sono venuti in mente gli inizi del Seminario, in cui non mi riconoscevo in nulla, se non in una fede, priva ancora di concretezza operativa e la faticosa scoperta "delle cose che mi piacevano". Poi il periodo delle grandi passioni e della progressiva sicurezza pastorale. "Sono un Dio geloso": non vuoi le mie opere, ma il mio amore, la cui maggior qualità non sta nel successo, ma nella sofferenza. Grazie per le piccole pene di oggi, sigillo di una giornata buona, attenta, rivolta alla notte e al nuovo dì. 

29 ottobre 2014 Mercoledì - Giorno del mondo . Diario di una giornata apostolica

ore 6,45 "Molti si perdono eternamente, perchè non c'è nessuno che preghi e si sacrifichi per loro" (Madonna a Fatima) Con la tua grazia, Signore, voglio vivere questa giornata in modo apostolico, orientata al bene dei fratelli, puntando su tre cose: preghiera, sacrificio, amore.


"Cercate di entrare per la porta stretta". Questa espressione, più l'altra, del salmo invitatorio: "Sono sue le vette dei monti", fanno pensare a valore simbolico delle imprese dell'alpinista Karl Unterchirker: mesi di preparazione, settimane di attesa, sforzo estremo finale, concentrato in pochissime giornate, poi il tempo del riposo, della comunicazione e del rilancio.  

Per essere apostoli, occorre cominciare sempre dalla gratitudine e dalla gioia: la passione e l'entusiasmo sono le uniche molle all'azione: così richiama la lettera ai Corinzi di S. Clemente, dell'Ufficio di letture: "Consideriamo quanti e quanto grandi siano i doni di Dio!"  Cercare di mantenere lo sguardo alla meta e "agire non per piacere agli uomini, ma a Dio".  

 

Preghiera di intercessione per Karl e Silke, Aglas, Gigi, Arianna, i genitori, Ana, Sonia, Dina.

Utilizzo apostolico dei messaggi, per comunicare ricordo alle persone, per offrire e chiedere preghiere. Organizzare operativa del giorno: incontro coi bimbi della Scuola Materna, pianificazione in ufficio, appuntamenti fissati, visita a Martina e Francesco.

"Karl era affidabile - dice la moglie - perchè agiva concentrato e con grande calma. Di fronte agli imprevisti, non si agitava, ma cercava sempre di vedere come risolvere il problema".

 

Ore 9,20 La visita alla Scuola Materna, accanto alla gioia di incontrare i bambini, le suore, le maestre, i genitori, fa intercettare anche tanti "bisogni" delle anime, che ci interpellano: "Ho il cuore spento" dice *. Devo assolutamente pregare subito per quella persona e cercare di dispormi ad aiutarla concretamente, con la presenza fisica, fedele, "camminando insieme", cercando "gli insegnamenti di Dio". La storia di Ruth, letta ieri, incoraggia a sperare nella Provvidenza, e credere che dopo la prova, viene sempre una grandissima consolazione.

 

Il Papa insegna che, per vedere bene, occorre guardare "dalla periferia e non dal centro". Mi chiedo come vedono la parrocchia "quelli di fuori". Occorre distinguere però i "lontani", nel senso di "mondani", che hanno una visione, e una decisione di vita, consapevolmente lontana da Cristo, dai "lontani" per condizione, povertà, o semplicemente per il fatto che nessuno li ha cercati per proporre loro l'amore di Dio. La famosa "folla", di cui parla spesso il vangelo.

Ritengo allora che il giudizio della gente sia il seguente: "chi lavora nella Parrocchia di Piumazzo sono buone persone, fanno bene le loro cose: curano gli ambienti, asilo, cortili, canonica. Però è come una "nicchia" all'interno del paese, ambiente a suo modo privilegiato, gente che sta bene, da cercare in qualche circostanza particolare, come i sacramenti o qualche iniziativa aggregativa". Un giudizio non negativo, ma neppure da "luogo della salvezza". Come lavorare per essere di più luce del mondo e sale della terra? La risposta sta nella parabola del lievito, o del granello di senape: piccole azioni buone, in continuità, secondo che Provvidenza dispone.

 

Ore 18,15 In mattinata alcune visite importanti, generate da un farsi vicino, attraverso messaggi. E' la prova che le persone vanno cercate: prima sta la missione poi l'accoglienza.

 

Nel pomeriggio nuove visite all'ospedale di Castelfranco: Antonietta di Ravarino, nata a Palata Pepoli, 92 anni, allettata da quattro, con un figlio sposato in Messico, a S. Juan del Rio, e una figlia a Nonantola, anima lucida, religiosa, un cugino sacerdote ... vicina di letto è Paola, che non sente e non vede.  Poi Agostino Verde, infartuato, in carrozzina, residente a Bastiglia. Verenko, croato, ex operaio di Arcoprire, montò anche il gazebo della parrocchia, amputazione agli arti inferiori per diabete, in attesa di protesi. Incontro l'infermiera Paola, gentilissima, che a sua volta presenta Giulia, la giovane coordinatrice della RSA. Ricco di questi incontri, affido a Maria ciascuno, col rosario. Tornato in parrocchia, lo slancio ricevuto da questi fratelli ammalati, si traduce in tanti altri incontri, saluti, benedizioni ... Una bella giornata apostolica!

 

Oggi il Papa, nella sua udienza sul mistero della chiesa "visibile e invisibile", sottolinea il ruolo attivo di ciascun credente: chiamati tutti a fare il bene secondo Dio, con grandi possibilità. Sarà il filo conduttore della catechesi battesimale, questa sera per il piccolo Thomas Paonessa.   

 

30 Ottobre 2014  Giovedi - Giorno della fragilità. 

"Devo compiere le mie opere oggi, domani, e il giorno seguente; il terzo giorno tutto sarà compiuto". Gesù ci chiede di impegnarci con tutto il cuore, entro l'arco di tempi brevi. Per il nostro limite di creature, per l'urgenza della missione, per la potenzialità di ogni singolo istante.

Giornata con tre pilastri: le Esequie di Ermes Parisini in mattinata, Il sacramento del Perdono al pomeriggio,  la Messa con Rosario alla sera. Il resto del tempo studiare tema della Penitenza.  

 

Ore 11,00 Funerale di Ermes "spezzattino". Uomo sfortunato nella vita - maciullato da una bomba e grande invalido tutta la vita - affronta tutto con ammirevole energia vitale. Però vedo in alcuni presenti segnali problematici. “Ciascuno raccoglie quello che ha seminato”. Si può essere egoisti o generosi in vita, sia da sani che da malati, e l'amore lo si può ostacolare o comunicare, in qualunque condizione. Occorre "perdonare" e aiutare anche i "grandi invalidi dell'anima". 

Ore 17,00 (in un momento di pausa dalle confessioni)  Il Catechismo della Chiesa Cattolica, sul Sacramento della Riconciliazione, dà un quadro chiaro e completo, però non mi accende l'animo. Non capisco subito la dottrina delle indulgenze. La distinzione fra "pena eterna" e pena temporale" - in sè la capisco - ma non il nesso con un perdono che elimina "le conseguenze temporali del peccato". Se uno muore, ed è "fuori dal tempo", cosa significa perdonare "le pene temporali"? Mi pare corrisponda ad un’idea materialistica del Purgatorio, e poi, direi che è bene soffrire un po' per i danni causati dai propri errori. Ora che scrivo, mi rendo però conto come sarebbe bello cancellare non solo il torto, ma anche il danno ... È questo che opera Dio! Stupefacente! Non solo i torti, ma anche i danni ... Queste sono le indulgenze! 

Ore 18,00 La mentalità corrente rifiuta la parola "peccato", col suo senso oscuro, oppressivo, colpevolizzante. Mi riconcilio con tale parola, attraverso la confessione di un bimbo e della sua mamma. "Ho migliorato un po' … dico meno parolacce". Dichiara soddisfatto. Lo sguardo del bimbo commuove, gioia di sperimentare qualcosa di buono, davanti a Dio. Così la mamma, che si scusa di "confessare i peccati quotidiani".  Questo è il bello del sacramento: chiedere perdono delle debolezze quotidiane, con semplicità e concretezza. Dio che entra nelle pieghe degli istanti, sentimenti, azioni. Il peccato lo si capisce in riferimento "alla grandezza della vita divina ricevuta nel battesimo", dispiacere di non corrispondere a tale dignità, ma poi il cambiamento si realizza nel nostro piccolo "quotidiano" 

Nel Catechismo, è bella la dottrina delle "due conversioni" (nn 1428 - 1429). Dopo la prima fondamentale conversione a Cristo e alla sua vita nel Battesimo, c'è una "seconda conversione", che accompagna il dopo battesimo. Perchè "portiamo il tesoro in vasi di creta". Dottrina presente nell'insegnamento di Papa Francesco: "Noi tutti siamo peccatori! Tutti! Dio non si stanca mai di perdonarci, noi non dobbiamo stancarci di chiedere perdono, e perdonare gli altri". Sulle due conversioni s Ambrogio ha una bella espressione: "La Chiesa ha l'acqua e le lacrime, l'acqua del Battesimo e le lacrime della Penitenza". 

Ore 19,00 Bello il paragrafo sulla "Penitenza interiore" (nn 1430 - 1433). Più che i gesti esteriori, davanti a Dio conta la sincerità del cuore, la "contrizione" profonda, che non si ottiene senza una grazia speciale di Dio, attraverso la preghiera: "Facci ritornare a te e ritorneremo" . I due punti di riferimento sono: "lo sguardo al crocifisso", luogo fisico del suo amore redentivo e la preghiera allo Spirito Santo che "convince il mondo, quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio". È lo Spirito Consolatore, che dona grazia del pentimento e della conversione ( n 1433), bisogna pregarlo tanto. 

Importante il paragrafo sulle "molteplici forme di penitenza nella vita cristiana" ( n 1434 - 1439)  
Innanzitutto gli atti di digiuno, preghiera e penitenza, riconciliazione con se stessi, con Dio e con gli altri. Poi i gesti virtuosi nella vita quotidiana, sia etici che religiosi, la correzione fraterna, la direzione spirituale, il fare del bene, portando la propria fatica quotidiana.
Un paragrafo speciale alla Eucaristia, in rapporto al pentimento, e alla Lettura della Sacra Scrittura. Un altro ( n 1438) sulla grazia dei "tempi penitenziali": Quaresima e Avvento. Infine indicazione eccezionale della pagina evangelica del "figliol prodigo" Luca 15. per comprendere la "psicologia di Dio" e dinamica di ogni conversione. 

Ora possiamo entrare nel Sacramento. L'unione di atto personale con atto ecclesiale, sta nella profondità della grazia di Dio e nella sua dimensione comunitaria: il peccato non offende solo Dio, ma anche il prossimo; la Penitenza riconcilia con Dio e con la Chiesa. Ecco la ragione della sua dimensione liturgica!  Qui sento che c'è molto da maturare! Noi abbiamo un approccio prevalentemente intimistico al sacramento. Studiamone dunque la struttura e la storia …

 

31 Ottobre 2014 Venerdì Giorno dei piccoli -  giorno della croce - per me oggi giorno mariano


Ultimo giorno di Ottobre. "Dovendo" recitare il rosario anche alle 20,00, per il defunto Giorgio Grimandi, nello Spirito Santo, scelgo questa preghiera, e il rapporto con Maria, come elemento portante del giorno. Ringraziando per il bel giorno di ieri, studio sul sacramento della Penitenza