Verso il Giubileo ( parte 1)

14 Marzo 2015 sabato 

17 Marzo 2015 Martedi 

Continua la gratitudine per la Settimana di Ascolto. Una serie di piccoli segni, attraverso i quali la comunità cresce, stimolata a coltivare la fede. Incontro fra il nostro tema con l'annuncio del Giubileo della Misericordia. Meraviglioso! Siamo proprio nel cuore del cammino della Chiesa! Nel prossimo imminente pellegrinaggio, voglio prendere con me, come speciale compagno di viaggio, Papa Francesco e la Evangelli Gaudium. Riempire questo itinerario di riflessione, intercessione, ringraziamento e proposito operativo. Riempirlo di preghiera, soprattutto.

 

Nel cuore sento proprio le vele spiegate verso la evangelizzazione. Annunciare il Regno di Dio a tutti specialmente ai poveri. Credere che i poveri sono i protagonisti della nuova Evangelizzazione. Un cammino in semplicità, cominciando dai "preferiti", da coloro che ti aprono il cuore e a cui il tuo cuore spontaneamente si apre. Durante il recupero di benedizioni, mi rendo conto di quanti malati ci siano, di come la loro sofferenza sia profonda, spirituale, non meno che fisica, di quello che il Papa parla di "cultura dello scarto".  Non è facile capire di chi sia la colpa di questa emarginazione, ma è possibile intravedere una strada. Fanno appello alla chiesa i poveri: occorre accogliere le loro attese, possibilità, risorse. Martina mi parla delle attenzioni che le giovani della parrocchia hanno nei suoi confronti; questo è molto bello. Fare in modo che questo seme diventi un albero, un fiore di felicità. Non con grandi progetti, ma con la fedeltà ai piccoli atti di amore. 

 

E' un periodo di riconciliazione. Coi miei genitori, sempre più anziani, ma dove la fatica e l'apprensione per la loro condizione si trasforma in una serie di atti di dolcezza, allegria perfino. Con le Suore, le cui fatiche istituzionali e personali crescono, ma per le quali si intravede anche un prodigioso delicatissimo intreccio, all'interno della loro famiglia e con la vita della comunità. Che Beatrice e Alice, top girls della comunità, vadano questa estate in Africa è meraviglioso!

Con me stesso: continuo il servizio, sempre più contento, grato di tante cose, di tante persone, della chiesa, del molto lavoro, della salute, degli acciacchi, degli errori, anche dei risvolti infantili, dei quali neppure più mi vergogno. Dice Bernanos che"l'animo fanciullo è quello che più si avvicina allo spirito di umiltà"

Intanto ingrazio della vicina Via de la Plata: già impacchettata è la bicicletta, smontata con una emozione, un entusiasmo, una apprensione da bambino fantasioso, attorno al suo giocattolo preferito. "Dio ci a fatti per la lietezza: quando vede una persona contenta dice: "ecco, ho realizzato il mio scopo!"  ( Starets Zosima ne I Fratelli Karamazov)  

a smontare ci sono riuscito ... riuscirò poi a rimontarla?
a smontare ci sono riuscito ... riuscirò poi a rimontarla?

Settimana di Ascolto, Quaresima ... gioia di ascoltare, non solo il proprio cuore e la vita attorno a noi ma la voce oggettiva di Dio nella Liturgia e nella Sacra Scrittura.  Affido tutto a Maria ... Noto che il colore della bicicletta è azzurro! Colore simbolo del cielo e di Maria. Una viaggio verso la Pasqua e dopo Pasqua con Maria !!!! Grazie !!!!!!!!! 

 

In vista del Giubileo prendo in mano, con ancora più entusiasmo, il libro di Kasper "Misericordia" testo guida del pensiero di Papa Francesco. Vi leggo come il "Nome di Dio", JAHVE, dettato a Mosè nell'Antico Testamento, sia stato interpretato nelle varie culture in modo diverso, non necessariamente escludente. Da un significato originario dinamico: "Io sono colui che ci sono accanto a te" ad un senso più statico, metafisico, affine alla cultura ellenistica: "Io sono colui che Sono". Capacità della Scrittura di assumere, ed essere assunta, dalle categorie più profonde di ogni pensiero, con portata universale. In definitiva il "concetto biblico di Dio" parte dalla suo Essere-Amore, che incontrando la nostra necessità, diventa Misericordia, tenerezza, aiuto e perdono. La misericordia indica l'aspetto operativo della santità di Dio. Se questi sono anni di misericordia, significa dunque che sono anni di speciale azione ... 

E' proprio bello studiare! 

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Ore 14,00 In buchetta lettera anonima col seguente testo: 

 

         " Gent.mo Don Remo. Le scrivo questa lettera per portagli a conoscenza che la Comunità di Piumazzo è stanca di assistere a Battesimi, Cresime, Matrimoni, Funerali e Sante Messe varie all'interno di un luogo non sacro (cinema). Non è vero che la chiesa di Piumazzo è diventata pericolosa a seguito del terremoto e non è vero che la Parrocchia non ha il denaro per aggiustarla. Dove c'è stato veramente il terremoto e le chiese hanno subito danni, oggi, a distanza di quasi quattro anni sono pienamente in funzione grazie all'interessamento attivo dei rispettivi Parroci. 

          Non dica che la Parrocchia non ha il denaro per riparare la chiesa perchè sappiamo benissimo che è una delle più ricche. Così facendo Lei allontana i fedeli dalla Chiesa e si ricordi che Sua Santità Papa Francesco ha detto "il Pastore deve stare vicino alle sue pecore e sentire il loro odore".

         La preghiamo!!! Faccia qualcosa, in caso contrario è arrivato il momento di portare a conoscenza questa incresciosa situazione alle TV locali e nazionali, nonchè quotidiani locali.

Vuole che a Piumazzo si costituisca un comitato contro il Parroco? Spero proprio di no.

Dobbiamo interessare il Vaticano?

Cordiali saluti

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Ringrazio Dio di questa lettera, anche se "accusatrice". La accolgo come una piccola personale e benefica penitenza. So che le le lettere anonime non andrebbero ascoltate, ma rispondo perchè altri, con animo diverso, potrebbero porre le stesse domande e i medesimi pensieri.  

Intanto è bello che le persone abbiano a cuore la chiesa, anche quando sfociano in sdegno e risentimento. L'interesse è buona cosa e prendersela col Parroco, dopo tre anni di apparente inazione, è più che naturale. Rispondo ora, punto per punto, alle osservazioni: 

Sulla non pericolosità della chiesa: le Autorità Civiche richiedono, come condizione di riapertura, un referto tecnico di "sicurezza strutturale, sia statico che dinamico (cioè anche in caso di nuovo terremoto)" Allo stato presente la chiesa non è tecnicamente sicura in caso di terremoto e quindi per legge dobbiamo tenerla chiusa. 

Sulla questione del denaro. All'inizio ci siamo dati da fare, in ogni modo, per metterla almeno in sicurezza con le nostre forze, anche disposti a grossi sacrifici, per un intervento parziale (si parlava di 350.000 euro). Poi, dopo un anno dal sisma, la Chiesa di Piumazzo è stata inserita nel Piano di Ricostruzione Regionale, quindi soggetta a parziale finanziamento. Si trattava di aspettare l'approvazione del nuovo Il progetto, di riparazione e miglioramento completo, con una spesa complessiva di quasi 900.000 euro. Una impresa così, non saremmo mai riuscita a realizzarla da soli, neanche in tre vite.

Sul fatto che la chiesa di Piumazzo sia una delle più ricche: sì, ha ragione, è una delle più ricche di opere (Chiesa, Canonica, Sale parrocchiali, Scuola Materna, Cortili, Parco) ma oggi le opere comportano un onere impressionante di gestione; perciò noi siamo già bravi se riusciamo a fine anno a far quadrare i conti. La gente di Piumazzo è comunque generosa e confidiamo nel futuro.

Infine, per delibera Regionale, l'Interlocutore unico della questione Sisma e Ricostruzione, non sono le parrocchie, ma la Curia; per noi quella di Bologna. Il Parroco naturalmente è ascoltato, consultato, ma tutta l'operazione non dipende da lui.

Numerose chiese terremotate, in zona, sono entrare nella procedura d'urgenza, (Castelfranco, Manzolino), anche a ragione di danni proporzionatamente piccoli. Noi siamo nella procedura normale, come tante altre chiese importanti: Crevalcore, Decima, Pieve di Cento, Mirabello, Renazzo, Poggio Renatico, S. Agostino, S. Carlo, Cento, ecc. Allo stato presente, per Piumazzo sono arrivate già tutte le autorizzazioni e in Curia stanno costruendo la nostra gara d'appalto; ci sono ragionevoli motivi di pensare che nella estate 2015 inizino i lavori. 

Se il nostro parrocchiano anonimo pensa di fare un esposto, o costituire un Comitato contro il Parroco, faccia pure; un pò di vivacità fa bene al paese. Al reverendo dispiacerà un poco, perchè a Piumazzo e ai Piumazzesi è molto affezionato. Riconoscerà anch'egli che Il tempo di attesa sta diventando veramente "biblico", insopportabile. Ma se tutto va in porto, come si sta profilando, ai successori sarà consegnata una chiesa cinque volte più sicura di prima. Si accettano perciò le critiche, ma chi ha sapienza, si prepara soprattutto a ringraziare, uno Stato e Curia, lenti e macchinosi, ma che arrivano e aiutano e sopratutto riconosce la perseveranza dei piumazzesi, che hanno trasformato un teatro in chiesa, con le loro preghiere e la loro partecipazione, tanto più ammirevole quanto assai disagiata.  

Un sincero abbraccio. Don Remo 

Piero della Francesca: Flagellazione di Gesù, con davanti tre personaggi che discutono ...
Piero della Francesca: Flagellazione di Gesù, con davanti tre personaggi che discutono ...

18 marzo 2015 Mercoledi 

Dove è stato vissuto amore nella giornata di oggi? Dio è amore, noi siamo chiamati come Dio all'amore. Ripercorro il giorno: la preghiera mattutina, la colazione preparata dall'anziana madre (di solito me la preparo da solo, predisponendo io la moka per lei ...) la telefonata di Massimo, la tumulazione di Anna Franca al cimitero, la partenza con Stefano per Bologna. Ecco ho trovato! Oggi è fiorito amore quando, di fronte alle riflessioni del tecnico incaricato, ai suoi lamenti sulle regole, a una certa insicurezza sulle procedure, alla dichiarazione, forse scherzosa, "A San Giacomo del prossimo anno potrete aprire la chiesa" invece di abbandonarsi allo scoramento, l'animo dice: "Grazie, Signore!".  Così nel pomeriggio, dopo ore faticosissime nelle benedizioni, un "no" ricevuto, deciso, apodittico, risentito, ad un progetto coltivato per mesi nel cuore, un "no" accolto serenamente, totalmente, liberamente ... Nell'accettare in pace i "no" c'è grande amore. 

 

Con Stefano ci siamo interrogati sulla identità del parrocchiano anonimo.

Abbiamo convenuto che, pur esecrabile, la strada delle lettere anonime è intrigante.

Non sapendo che volto abbia l'interlocutore, questo enigma accresce l'interesse d'insieme e, in fondo, il peso delle parole dette. Non in virtù del contenuto, ma per il mistero che le avvolge. Io mi sono fatto l'idea di una persona di mezza età, piumazzese doc, più sull'anziano che sul giovane, (stile formale della lettera) maschio, per le tipiche battute da bar "Tutti sanno benissimo, che la parrocchia ..." E' un uomo nella vita educato, da del "lei" all'interlocutore, lavora in un ufficio (impeccabile la scrittura del destinatario nella busta). Da un punto di vista psicologico, intreccio fra idealità e timidezza: vuole una cosa santa, ma teme esporsi.

Per Stefano invece è una donna, sui quarant'anni, mamma di un bambino del catechismo, dal carattere deciso e combattivo, che non sopporta di fare la Comunione o Cresima del figlio, in un posto che non le piace ...

Ecco, prendere queste cose come un giocoso enigma da risolvere, un giallo in cui scoprire "l'assassino", allora va bene ... ancora di più, prenderlo come appello all'amore: pregare per questo/a parrocchiano/a anonimo/a, perchè scopra che la vera chiesa, la casa cercata da Dio, che non è un edificio di pietra, ma la persona di Cristo e il cuore dell'uomo ...

26 marzo 2015 Giovedi 

"Ricordatevi che il nome del demonio nella Sacra Scrittura è "accusatore": chi fa accuse, fa parte del demonio. Ricordatevelo sempre, questo: anche se qualcuno in comunità vi dice sempre qualcosa di negativo a proposito degli altri, dovete dirgli: "Sei il diavolo!". Lo ha detto Gesù a San Pietro, sicchè lo potete dire anche voi ai vostri fratelli: l'accusatore è sempre il diavolo, ricordatevelo!" (don Divo Barsotti, Ritiro a Settignano 18 settembre 1988) 

 

Da giorni il diario tace, per mancanza di tempo ed energie. La "pila" è al minimo come indica la gola infiammata. Pasqua alle porte. Cerco di mantenere uno sguardo alto, anche se la stanchezza inevitabilmente lo abbassa. Cercare di vivere nella fede la fatica. Peraltro gioiosa, perchè sono tante le cose belle di questi giorni: la veglia penitenziale dei giovani alle Budrie, la Via Crucis di martedi, le giornate di sabato e domenica con le seconde e le altre classi di catechismo. Finisco le benedizioni contento e desideroso di "missione": "inventare qualcosa per avvicinare i lontani, risvegliare gli indifferenti, convertire i peccatori"  dei quali sono il primo.  

 

Sono appena usciti dallo studio i giornalisti de la Gazzetta di Modena, che mi hanno intervistato sulla chiesa. Impacciato nelle risposte, noioso nel ritmo, spero di non aver detto troppe sciocchezze. La cosa certa è che non ho nulla da nascondere. Mi spiace solo che in un momento operativo come questo, ci sia chi desideri alimentare chiacchiere. Accanto ad un senso fondamentale di gratitudine, purtroppo dimenticato coi giornalisti, rimango del parere di un grosso errore iniziale: aver scavalcato le comunità, averle ignorate, avere disatteso il loro potenziale, il loro diritto, non aver dato loro fiducia, impedendo un coinvolgimento diretto e assistito (da sole non ce l'avrebbero fatta) nella ricostruzione: errore economico e soprattutto morale. I controlli vanno benissimo, le indicazioni pure, ma bloccare l'iniziativa è deleterio, significa spegnere, alimentare l'indifferenza, se non il sospetto. Spero di non essere stato "accusatore", ma solamente lettore della situazione, da piccolo parroco di campagna.  

 

Molti fanno gli auguri per il pellegrinaggio. Cè anche chi rimane scandalizzato: assentarsi il parroco per tanto tempo! Hanno un poco ragione. Attutisce il senso di colpa sapere che sarà l'ultimo. in riferimento a questo "viaggio", riprendo in mano il buon vecchio Jack Kerouac, con la sua opera "sulla strada":

"Ma allora danzavano lungo le strade leggeri come piume, e io arrancavo loro appresso come ho fatto tutta la mia vita con la gente che m'interessa, perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni traverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno "Ooohhh!". 

 

Guardo un servizio sulla Honda NC750X. Un'altra delle candidate moto che mi piacciono (me l'ha fatta conoscere Massimo) e ahimè non guiderò mai. Facile, risparmiosa, bella, moderna. Vuole imitare la GS, seguendo la moda del momento, le cross tourer col "becco". Costa poco per quello che vale, ma non arriverà certo in via Carlo Marx. Lo dico senza tristezza. E' dolce offrire a Gesù questa rinuncia col cuore. In Paradiso ci sarà un intero parco moto ...

 

Queste piccole rinunce (super sciocchezze, di fronte ai mille sacrifici di tanti, accanto a me) aiutano a vivere la virtù più bella: l'umiltà. "Attiva passività" nei confronti di Dio e lotta spirituale che dobbiamo affrontare, contro la il nostro istinto protagonistico e ambiguo attivismo.

"Far posto a Dio: ecco tutto il nostro lavoro! Come è difficile agli uomini sottrarsi alla tentazione di dare alla creazione, alla vita, un valore indipendentemente dall'essere condizione alla grazia! ... Nella economia presente il segno non pò venire meno (cioè il nostro legame alle creature, la gioia che da esse ci viene) ma sempre più tende a sparire ed esige, da coloro che credono, che debbano passare dal visibile all'invisibile ... Realizzare Dio. Ogni tuo atto è negazione di Dio finchè non diviene pura condizione alla Presenza" (don Divo Barsotti).

 

Finisco la giornata, con un poco di silenzio, davanti a Dio. Solo dicendogli grazie.  

27 marzo 2015 Venerdi

"La mia lingua celebrerà la tua giustizia

canterà la tua lode per sempre"  Salmo 34 - Ufficio delle letture

 

E' molto bello terminare e iniziare la giornata con la preghiera. Non toglie la tensione, la stanchezza, ma la indirizza, le dà un senso e una speranza. Vengono in mente le persone incontrate ieri per la Confessione, quelle che richiedono la Benedizione, assenti il giorno del passaggio stabilito. Sono "i fratelli e sorelle", "i figli", cui manda la grazia, i primi destinatari della missione d'amore. Si comincia dai vicini, da quelli che ti cercano, per arrivare ai lontani, a quelli che ora ti rifiutano. Fra i vicini: i genitori dei battezzandi incontrati la sera, i piccoli Sabrina, Gabriele, Anna, Noemi ... I bimbi della Scuola Materna, i malati dell'Ospedale, che ultimamente trascuro: la preghiera supplisca momentaneamente questa lontananza. Cercare nella pace la volontà di Dio, con libertà e amore. Vieni Spirito Santo su questo giorno.

 

28 marzo 2015 Sabato

Gesù sa cosa accadrà nella festa di Pasqua. Ha preparato i suoi discepoli da tempo, ora mancano pochi giorni alla sua Passione. Forse nel suo cuore ripete le parole dette loro: "se il chicco di grano caduto in terra non muore rimane solo, se invece muore produce molto frutto". Come qualcuno di noi, forse non è turbato tanto dal morire, ma dal soffrire. "Perchè bisogna soffrire tanto?" " Forse prepara nel suo cuore le parole che dirà nell'Orto degli Olivi "Padre, se è possibile, passi da me questo calice". Voglio vivere questi giorni vicino a Gesù nell'ora della sua vicinanza alla Passione.

 

Eppure la prospettiva di tanto dolore non gli impedisce di gioire sinceramente della Festa che gli fanno al suo arrivo a Gerusalemme. Non ci sono le Autorità, ma c'è la folla, che lo ama, lo osanna e lui si lascia amare e lodare. Finito è il tempo della purificazione, la stagione del piegare la propria natura agli "istinti dello Spirito". Ora il suo cuore è puro, libero, ed è bella questa autocentrazione, non c'è egoismo, idolatria, ma gratitudine e grazia. E si lascia andare alla gioia. La morte vicina, il dolore, non impediscono la sua gioia. 

 

Nel vangelo di Marco è sottolineato il dettaglio di Gesù che entra in Gerusalemme "su un puledro, su cui nessuno era mai salito sopra". Cosa significa? Non si parla di asinello, col senso dunque di umiltà, realizzazione delle profezie davidiche di "Re umile e mite". Qui si parla di una creatura indomita, giovane, energica. Non si parla mai, nel vangelo, se Gesù avesse posseduto e usato cavalcature. Dà impressione che, in questo contesto di festa, Gesù voglia per un attimo provare qualcosa di speciale, la gioia della giovinezza, tramite il piacere di cavalcare una creatura aitante, magari un po pericolosa, ma che gli faccia sperimentare, per un istante, quanto sia bello, prima di morire, lodare il Padre per il dono di essere giovani. 

Si sta vicini a Gesù che soffre, stando vicini ai "sofferenti nella carne", ai tanti malati. Hanno bisogno e sono sacramento di Gesù. Otello e Marisa non sono malati gravi, anzi stanno a loro modo "benino": lui è pieno di premure, la accudisce, fa la spesa e i servizi. Lei lo incoraggia, lo ringrazia, lo riscalda col suo affetto. Tutto nella loro casa parla di tenerezza: le poltrone imbottite, le fotografie, i ricordi, gli attestati. Otello per trenta anni volontario, ha il servizio nel cuore. Dopo la cateratta sono sorti problemi ad un occhio: non vede bene, nuove visite, timori, operazioni. Marisa fa fatica a camminare, non esce quasi più di casa ... Stanno "benino", ma la loro vita è un crescendo di limiti e apprensioni. La malattia, quella eccezionale e quella fisiologica, legata alla età, appella il nostro amore, e la nostra sapiente fede. Il modo per vivere costantemente la vita come Settimana Santa

***

"Questa lotta è giunta al suo termine. Non la capisco più. Sono riconciliato cn me stesso e con questa povera spoglia. Odiarsi è più facile di quanto si creda. La grazia consiste nel dimenticarsi. Ma se in noi fosse morto ogni orgoglio, la grazia delle grazie sarebbe di amare umilmente se stessi, allo stesso modo di qualunque altro membro sofferente di Gesù Cristo"

                                                      (conclusione di Diario di un curato di campagna di Bernanos) 

31 Marzo 2015 Martedì della Settimana Santa

Bella celebrazione delle Palme. Cielo limpido, calda giornata di primavera. Molti vengono solo per il rametto d'ulivo: liturgia cosmica, primordiale, del sole e degli alberi, come i pagani, i celti e tutta l'umanità "bambina". Chiedo permesso alle Suore di fare nel pomeriggio allenamento in bici, in vista di Santiago. Verso Bologna, lento, felice, rileggendo un pò alla volta, con amore, la Passione di Gesù. Foto di Willer sulla domenica delle Palme, nel sito: bellissime! Grazie!

Ho nella borsa della bici anche "Sulla Strada" di Kerouac: libro intenso, mistica del viaggio, un poco mi ci ritrovo, pur desiderare un altro viaggio, un altra meta ...

Angela, Caterina e Antonella, del Gruppo di Preghiera della Divina Misericordia vengono in visita. Ci raccontiamo il convenire del nostro tema annuale, con indizione del Giubileo. Idea di una attenzione comunitaria al tema, durante la Novena della Misericordia. Così si darà sostanza alla preparazione della Festa e respiro alle Quarantore. Dopo la partenza delle care ospiti, riprendo in mano il Diario di Sr Faustina Kowalska. Libro lungo, a tratti prolisso, (il confessore si stancava ad ascoltare le rivelazioni di Sr Faustina ...) letto sempre solo dei pezzi. Idea di fare di Gesù e Sr Faustina, miei compagni di strada. Quel parlare a Gesù, come ad un amico, chiedendo tutto, condividendo tutto, è una preghiera molto adatta ad un pellegrinaggio. 

 

Nella notte, sogno davvero di acquistare una Honda CB500X. Il cuore è molto contento. Una "motina" leggera, non costosa, affidabile, facile, non di moda, "pastorale" ... come una buona amica, che non attira gli sguardi, fida compagna di viaggi, capace di aspettare, lieta e silenziosa.

"Affida al Signore la tua via, egli compirà la sua opera"

(antifona del Salmo 36, pregato nell'Ufficio di Lettura)

"Sto in silenzio, non apro bocca, sei tu che agisci"

 

"Cosa devo fare Gesù? Non sono molto soddisfatto della mia vita, c'è qualcosa da cambiare?"

"Metti in ordine il tavolo" ... "Oggi va a confessarti"  

 

Il dentista raccomanda una pulizia orale "intelligente". "Ad una certa età, i denti tendono a perdere la protezione dello smalto, specialmente nella parte inferiore, di innesto alle gengive. Non basta una pulizia sommaria o con tecnica inappropriata. Occorre diligentemente muovere lo spazzolino, dalla gengiva al dente, evitando altri movimenti inutili forse anche dannosi. Ad una certa età, è inevitabile il degrado, ma lo si può rallentare e prevenire con una buona e costante pulizia". Cerco di eseguire la consegna, riflettendo sul significato simbolico della faccenda.  Ad una certa età la cosa più utile non è produrre ma proteggere, attraverso la "pulizia" e e uno stile ordinato di vita. Ripenso a quello che mi ha ispirato Gesù: "metti in ordine il tavolo"!  

2 aprile 2015 VENERDI SANTO

Giorno di silenzio e preghiera. Chiedo allo Spirito di non rompere silenzio e preghiera, con questo scritto, ma ne sia mezzo. Sono molto stanco. Un parrocchiano, ascoltando i telegiornali sulla "sindrome di Bernout", la depressione, dice che colpisce particolarmente alcune categorie di persene, fra queste anche i sacerdoti in cura d'anime. Nella adorazione eucaristica, organizzata dai giovani, sulla scia del Beato Alberto Marvelli, colpisce la sua preghiera: "Ti chiedo Signore, la forza di di salire, continuamente e senza indecisioni". Dovè questa energia?

Parlando ai sacerdoti nel Giovedi Santo, il Papa mette a tema la "stanchezza" e i suoi rimedi.

 

OMELIA DEL PAPA AL GIOVEDI SANTO 2 APRILE 2015

 

«La mia mano è il suo sostegno, / il mio braccio è la sua forza» (Sal 88,22). Così pensa il Signore quando dice dentro di sé: «Ho trovato Davide, mio servo, / con il mio santo olio l'ho consacrato» (v. 21). Così pensa il nostro Padre ogni volta che “trova” un sacerdote. E aggiunge ancora: «La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui / … Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre, / mio Dio e roccia della mia salvezza”» (vv. 25.27).

E' molto bello entrare, con il Salmista, in questo soliloquio del nostro Dio. Egli parla di noi, suoi sacerdoti, suoi preti; ma in realtà non è un soliloquio, non parla da solo: è il Padre che dice a Gesù: “I tuoi amici, quelli che ti amano, mi potranno dire in modo speciale: Tu sei mio Padre” (cfrGv 14,21). E se il Signore pensa e si preoccupa tanto di come potrà aiutarci, è perché sa che il compito di ungere il popolo fedele non è facile, è duro; ci porta alla stanchezza e alla fatica. Lo sperimentiamo in tutte le forme: dalla stanchezza abituale del lavoro apostolico quotidiano fino a quella della malattia e della morte, compreso il consumarsi nel martirio.

La stanchezza dei sacerdoti! Sapete quante volte penso a questo: alla stanchezza di tutti voi? Ci penso molto e prego di frequente, specialmente quando ad essere stanco sono io. Prego per voi che lavorate in mezzo al popolo fedele di Dio che vi è stato affidato, e molti in luoghi assai abbandonati e pericolosi. E la nostra stanchezza, cari sacerdoti, è come l'incenso che sale silenziosamente al Cielo (cfr Sal 140,2; Ap 8,3-4). La nostra stanchezza va dritta al cuore del Padre.

Siate sicuri che la Madonna si accorge di questa stanchezza e la fa notare subito al Signore. Lei, come Madre, sa capire quando i suoi figli sono stanchi e non pensa a nient'altro. “Benvenuto! Riposati, figlio. Dopo parleremo… Non ci sono qui io, che sono tua Madre?” – ci dirà sempre quando ci avviciniamo a Lei (cfr Evangelii gaudium, 286 ). E a suo Figlio dirà, come a Cana: «Non hanno vino» (Gv 2,3).

Succede anche che, quando sentiamo il peso del lavoro pastorale, ci può venire la tentazione di riposare in un modo qualunque, come se il riposo non fosse una cosa di Dio. Non cadiamo in questa tentazione. La nostra fatica è preziosa agli occhi di Gesù, che ci accoglie e ci fa alzare: “Venite a me quando siete stanchi e oppressi, io vi darò ristoro” (cfr Mt 11,28). Quando uno sa che, morto di stanchezza, può prostrarsi in adorazione, dire: “Basta per oggi, Signore”, e arrendersi davanti al Padre, uno sa anche che non crolla ma si rinnova, perché chi ha unto con olio di letizia il popolo fedele di Dio, il Signore pure lo unge: “cambia la sua cenere in diadema, le sue lacrime in olio profumato di letizia, il suo abbattimento in canti” (cfr Is 61,3).

Teniamo ben presente che una chiave della fecondità sacerdotale sta nel come riposiamo e nel come sentiamo che il Signore tratta la nostra stanchezza. Com'è difficile imparare a riposare! In questo si gioca la nostra fiducia e il nostro ricordare che anche noi siamo pecore e abbiamo bisogno del pastore, che ci aiuti. Possono aiutarci alcune domande a questo proposito.

So riposare ricevendo l'amore, la gratuità e tutto l'affetto che mi dà il popolo fedele di Dio? O dopo il lavoro pastorale cerco riposi più raffinati, non quelli dei poveri ma quelli che offre la società dei consumi? Lo Spirito Santo è veramente per me “riposo nella fatica”, o solo Colui che mi fa lavorare? So chiedere aiuto a qualche sacerdote saggio? So riposare da me stesso, dalla mia auto-esigenza, dal mio auto-compiacimento, dalla mia auto-referenzialità? So conversare con Gesù, con il Padre, con la Vergine e san Giuseppe, con i miei Santi protettori amici per riposarmi nelle loro esigenze – che sono soavi e leggere –, nel loro compiacimento – ad essi piace stare in mia compagnia –, e nei loro interessi e riferimenti – ad essi interessa solo la maggior gloria di Dio – …? So riposare dai miei nemici sotto la protezione del Signore? Vado argomentando e tramando fra me, rimuginando più volte la mia difesa, o mi affido allo Spirito Santo che mi insegna quello che devo dire in ogni occasione? Mi preoccupo e mi affanno eccessivamente o, come Paolo, trovo riposo dicendo: «So in chi ho posto la mia fede» (2 Tm1,12)?

Ripassiamo un momento, brevemente, gli impegni dei sacerdoti, che oggi la liturgia ci proclama: portare ai poveri la Buona Notizia, annunciare la liberazione ai prigionieri e la guarigione ai ciechi, dare la libertà agli oppressi e proclamare l'anno di grazia del Signore. Isaia dice anche curare quelli che hanno il cuore spezzato e consolare gli afflitti.

Non sono compiti facili, non sono compiti esteriori, come ad esempio le attività manuali – costruire un nuovo salone parrocchiale, o tracciare le linee di un campo di calcio per i giovani dell'oratorio…; gli impegni menzionati da Gesù implicano la nostra capacità di compassione, sono impegni in cui il nostro cuore è “mosso” e commosso. Ci rallegriamo con i fidanzati che si sposano, ridiamo con il bimbo che portano a battezzare; accompagniamo i giovani che si preparano al matrimonio e alla famiglia; ci addoloriamo con chi riceve l'unzione nel letto di ospedale; piangiamo con quelli che seppelliscono una persona cara… Tante emozioni… Se noi abbiamo il cuore aperto, questa emozione e tanto affetto affaticano il cuore del Pastore. Per noi sacerdoti le storie della nostra gente non sono un notiziario: noi conosciamo la nostra gente, possiamo indovinare ciò che sta passando nel loro cuore; e il nostro, nel patire con loro, ci si va sfilacciando, ci si divide in mille pezzetti, ed è commosso e sembra perfino mangiato dalla gente: prendete, mangiate. Questa è la parola che sussurra costantemente il sacerdote di Gesù quando si sta prendendo cura del suo popolo fedele: prendete e mangiate, prendete e bevete… E così la nostra vita sacerdotale si va donando nel servizio, nella vicinanza al Popolo fedele di Dio… che sempre, sempre stanca.

Vorrei ora condividere con voi alcune stanchezze sulle quali ho meditato.

C'è quella che possiamo chiamare “la stanchezza della gente, la stanchezza delle folle”: per il Signore, come per noi, era spossante – lo dice il Vangelo –, ma è una stanchezza buona, una stanchezza piena di frutti e di gioia. La gente che lo seguiva, le famiglie che gli portavano i loro bambini perché li benedicesse, quelli che erano stati guariti, che venivano con i loro amici, i giovani che si entusiasmavano del Rabbì…, non gli lasciavano neanche il tempo per mangiare. Ma il Signore non si seccava di stare con la gente. Al contrario: sembrava che si ricaricasse (cfrEvangelii gaudium, 11 ). Questa stanchezza in mezzo alla nostra attività è solitamente una grazia che è a portata di mano di tutti noi sacerdoti (cfr ibid., 279). Che bella cosa è questa: la gente ama, desidera e ha bisogno dei suoi pastori! Il popolo fedele non ci lascia senza impegno diretto, salvo che uno si nasconda in un ufficio o vada per la città con i vetri oscurati. E questa stanchezza è buona, è una stanchezza sana. E' la stanchezza del sacerdote con l'odore delle pecore…, ma con il sorriso di papà che contempla i suoi figli o i suoi nipotini. Niente a che vedere con quelli che sanno di profumi cari e ti guardano da lontano e dall'alto (cfr ibid., 97). Siamo gli amici dello Sposo, questa è la nostra gioia. Se Gesù sta pascendo il gregge in mezzo a noi non possiamo essere pastori con la faccia acida, lamentosi, né, ciò che è peggio, pastori annoiati. Odore di pecore e sorriso di padri… Sì, molto stanchi, ma con la gioia di chi ascolta il suo Signore che dice: «Venite, benedetti del Padre mio» (Mt 25,34).

C'è anche quella che possiamo chiamare “la stanchezza dei nemici”. Il demonio e i suoi seguaci non dormono e, dato che le loro orecchie non sopportano la Parola di Dio, lavorano instancabilmente per zittirla o confonderla. Qui la stanchezza di affrontarli è più ardua. Non solo si tratta di fare il bene, con tutta la fatica che comporta, bensì bisogna difendere il gregge e difendere sé stessi dal male (cfr Evangelii gaudium, 83 ). Il maligno è più astuto di noi ed è capace di demolire in un momento quello che abbiamo costruito con pazienza durante lungo tempo. Qui occorre chiedere la grazia di imparare a neutralizzare - è un'abitudine importante: imparare a neutralizzare -: neutralizzare il male, non strappare la zizzania, non pretendere di difendere come superuomini ciò che solo il Signore deve difendere. Tutto questo aiuta a non farsi cadere le braccia davanti allo spessore dell'iniquità, davanti allo scherno dei malvagi. La parola del Signore per queste situazioni di stanchezza è: «Abbiate coraggio, io ho vinto il mondo!» (Gv 16,33). E questa parola ci darà forza.

E per ultima – ultima perché questa omelia non vi stanchi troppo – c'è anche “la stanchezza di sé stessi” (cfr Evangelii gaudium, 277 ). E' forse la più pericolosa. Perché le altre due provengono dal fatto di essere esposti, di uscire da noi stessi per ungere e darsi da fare (siamo quelli che si prendono cura). Invece questa stanchezza, è più auto-referenziale: è la delusione di sé stessi ma non guardata in faccia, con la serena letizia di chi si scopre peccatore e bisognoso di perdono, di aiuto: questi chiede aiuto e va avanti. Si tratta della stanchezza che dà il “volere e non volere”, l'essersi giocato tutto e poi rimpiangere l'aglio e le cipolle d'Egitto, il giocare con l'illusione di essere qualcos'altro. Questa stanchezza mi piace chiamarla “civettare con la mondanità spirituale”. E quando uno rimane solo, si accorge di quanti settori della vita sono stati impregnati da questa mondanità, e abbiamo persino l'impressione che nessun bagno la possa pulire. Qui può esserci una stanchezza cattiva. La parola dell'Apocalisse ci indica la causa di questa stanchezza: «Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. Ho però da rimproverarti di avere abbandonato il tuo primo amore» (2,3-4). Solo l'amore dà riposo. Ciò che non si ama, stanca male, e alla lunga stanca peggio.

L'immagine più profonda e misteriosa di come il Signore tratta la nostra stanchezza pastorale è quella che «avendo amato i suoi…, li amò sino alla fine» (Gv 13,1): la scena della lavanda dei piedi. Mi piace contemplarla come la lavanda della sequela. Il Signore purifica la stessa sequela, Egli si «coinvolge» con noi ( Evangelii gaudium, 24 ), si fa carico in prima persona di pulire ogni macchia, quello smog mondano e untuoso che ci si è attaccato nel cammino che abbiamo fatto nel suo Nome.

Sappiamo che nei piedi si può vedere come va tutto il nostro corpo. Nel modo di seguire il Signore si manifesta come va il nostro cuore. Le piaghe dei piedi, le slogature e la stanchezza, sono segno di come lo abbiamo seguito, di quali strade abbiamo fatto per cercare le sue pecore perdute, tentando di condurre il gregge ai verdi pascoli e alle acque tranquille (cfr ibid., 270). Il Signore ci lava e ci purifica da tutto quello che si è accumulato sui nostri piedi per seguirlo. E questo è sacro. Non permette che rimanga macchiato. Come le ferite di guerra Lui le bacia, così la sporcizia del lavoro Lui la lava.

La sequela di Gesù è lavata dallo stesso Signore affinché ci sentiamo in diritto di essere “gioiosi”, “pieni”, “senza paura né colpa” e così abbiamo il coraggio di uscire e andare “sino ai confini del mondo, a tutte le periferie”, a portare questa buona notizia ai più abbandonati, sapendo che “Lui è con noi, tutti i giorni fino alla fine del mondo”. E per favore, chiediamo la grazia di imparare ad essere stanchi, ma ben stanchi!

Concludo nella pace il Venerdi Santo. Giornata di sole, iniziata con le preghiere del mattino, alcuni recuperi di benedizioni, le confessioni, poi la Via Crucis, e la Liturgia della Passione, celebrata con cura e partecipazione. A chi si viene per la confessione raccomando spesso di "ringraziare" sentendola una delle preghiere più belle, necessarie, universali ... Ai bimbi, seguendo l'esempio della Kowalska raccomando di chiedere spesso a Gesù "Cosa ti piace nella mia vita?" e "cosa non ti piace, Gesù, nella mia vita?" ... 

 

Continua lettura del Diario di Sr. Faustina, guida alla mia Novena della Misericordia. Sento che la invocazione principale della Coroncina: "Per la tua beata Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero" somiglia molto alla preghiera del pellegrino, o del "cuore":  "Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me peccatore". Posso indifferentemente recitare, credo, l'una o l'altra ...

 

testi del Diario, che mi hanno colpito:

"Diffondi attorno a te il profumo della felicità, perchè da Dio hai ricevuto molto e devi dare molto agli altri. Che tutti possano ripartire felici da te, anche se hanno appena sfiorato l'orlo della tua veste. La caratteristica principale della tua anima sia la semplicità e l'umiltà. Attraversa il cammino della vita come una bambina, sempre fiduciosa, sempre provvista di semplicità e umiltà, contenta di tutto, felice di tutto. Là dove le anime si spaventano, tu passa tranquilla, grazie alla semplicità e umiltà. Come le acque scendono dai monti verso le valli, così le grazie del signore scendono soltanto sulle anime umili"  pag. 30

 

"Nessun'ora è uguale all'altra, per cui il grigiore e la monotonia scompaiono, quando considero le cose con l'occhio della fede. La grazia elargita a me in questa ora non si ripeterà nell'ora successiva. Mi verrà data anche nell'ora successiva, ma non sarà più la stessa. Il tempo passa e non ritorna più. Ciò che contiene non si cambierà mai: lo sigilla col sigillo della eternità" pag 33

 

"Non dà serenità ad un anima il sacerdote, se non la possiede lui stesso. O sacerdoti, ceri accesi per illuminare le anime, la vostra luce non si offuschi mai!" pag 41

 

***

Dopo aver passato la notte scorsa sulla rossa Aprilia Atlantic di Stefano, la "motina" di oggi è la Yamaha RS 400. Ripenso in proposito alle lucide valutazioni di Valeria: "per taluni versi e per talune persone, la moto è tristissima, perchè immagine di una vita da single ...". Non è adatta dunque ad un pastore? Può esprimere una qualche buona solitudine? E' menzogna leggervi una finalità "liturgica" di "celebrazione della vita?" ...

Riprendo le parole di Papa Francesco sul riposo e le sue compensazioni: "Com'è difficile imparare a riposare! In questo si gioca la nostra fiducia e il nostro ricordare che anche noi siamo pecore e abbiamo bisogno del pastore, che ci aiuti. So riposare ricevendo l'amore, la gratuità e tutto l'affetto che mi dà il popolo fedele di Dio? O dopo il lavoro pastorale cerco riposi più raffinati, non quelli dei poveri, ma quelli che offre la società dei consumi?" Messa del Crisma '15

4 Aprile 2015 Sabato Santo

Pare che Gesù si riveli ad ogni anima in conformità alla indole sua propria. Diverso è il Gesù di Papa Francesco da quello di Sr Faustina. Come è una rivelazione il primo, sorprendentemente "sociale", trovo un poco "pesante" il secondo, così ossessivamente "morale". Perchè rispecchia l'anima "nervosa", in qualche modo "esagerata", della santa polacca. Anche il linguaggio del Diario ispira sospetto, come ogni volta che ascolto frasi "eccessive", retorica lontana dalla realtà, che, sotto i migliori propositi, porta spesso a star male e far star male. Il Gesù di Papa Francesco è più "popolare", "biblico", "creativo", "gioioso" ... E il tuo come è?

Sr. Faustina è comunque grande testimone di Dio. E' davvero mirabile come ad una santa così "scrupolosa" sia affidato il vangelo della "misericordia". 

 

Durante l'Ufficio di Letture del Sabato Santo, suggestione dolcissima, sul tema del "riposo" attesa di "ingresso nella gloria". Penso al vicino viaggio verso "il Portico della Gloria" e a come sia bello questo intreccio fra il "qui" e "l'altrove", fra dedizione comunitaria ed esodo

Anche sul tema della solitudine: la profezia del Servo di Jahvè ha come oggetto l'"uno solo", non c'è qui comunità, educazione ... solo all'orizzonte come frutto della missione dell' "uno solo".

 

Il dono più bello della vita è la fede, il sacerdozio e la comunità: essi sono "una cosa sola" . In questa Pasqua il rammarico più grande è la lontananza fisica dai malati dell'Ospedale e dall'Asilo, per ragioni di tempo e salute. Prossimo anno bisogna organizzare le cose meglio. 

5 Aprile 2015 Domenica di Pasqua 

A tutti quelli che vengono a confessarsi raccomando preghiere di ringraziamento.

Grazie, Gesù, di questa Pasqua, dell'augurio mattutino, gioioso, fatto a papà e mamma. 

Grazie di questo Triduo e della Quaresima. De servizio svolto da Jasmin, dal Coro, dalle Suore, dai Giovani, da tutti quelli che si sono adoperati per una celebrazione degna in comunità. 

Grazie di tutti i fedeli che partecipano alla liturgia, di tutti i malati,

dei tribolati, che vivono nella loro carne il mistero del Dio sofferente e glorioso. 

Grazie di don Paolo, che scrive: "che noi possiamo sempre fidarci del Signore, capace di ricavare la vita dalla morte, capace di sorprenderci sempre col suo amore fantasioso"

Grazie di stare bene, di sentire che la voce sta tornando, del sole la prossima settimana. 


E' bellissimo il saluto la mattina di Pasqua al cortile, umido di pioggia, con le foglioline che spuntano sugli alberi e l'abito verde che cresce, pian piano, fino a rivestire tutta la terra.


Le letture di Pasqua sono un elogio alla vita interiore:

"Sono risorto e sono sempre con te"

"Se siete risorti con Cristo cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo, assiso alla destra di Dio"

Vita interiore significa: 1. primato della relazione personale con Gesù, 2. amore ad un umile nascondimento, 3. fiduciosa attesa. Primato della vita di preghiera. 

Nel vangelo di Pasqua è rappresentata anche una dimensione operativa, esteriore, della vita interiore: Iniziativa, legame con la comunità, sollecitudine di ricerca, intelligenza per capire, fede.


8 Aprile 2015 Mercoledi 

Domenica, lunedi, martedi pomeriggio dedicati alla bicicletta. Per "riposare" dalla tensione pasquale e allenamento per la Plata. Finalità anche apostoliche, come la visita a Loriano Berselli al Policlinico, la benedizione funebre a Maria Morselli, l'incontro con le sue tre figlie di Nonantola, vista in Curia per firmare liquidazione della Assicurazione chiesa. Faccio un pò fatica a pregare, per la concitazione del tutto e devo sforzarmi a mantenere il cuore raccolto. Recita del rosario, abbinata alla risposta alla domanda: "dove sei Maria al momento della Resurrezione? ... Manchi infatti accanto alla Maddalena e Maria Madre di Giacomo". "Sono qui accanto a te!" dice il cuore. Il passaggio davanti alla Chiesa della Madonna Pellegrina, a Modena, fa allargare l'animo per la vicina partenza. Una scritta sul muro della Scuola Materna vicina alla chiesa recita: "Consegnati ad una vita piena di meraviglia".

Chiesa della Madonna Pellegrina alla fine della ciclabile per Modena
Chiesa della Madonna Pellegrina alla fine della ciclabile per Modena

Dopo la riunione per l'Ottavario, inizia il grande riordino prima della partenza. Sono contento di andare. Facendo i giretti di allenamento, realizzo che sto vivendo, in generale, uno dei momenti più belli della mia vita. Alle spalle un lungo tempo di attesa, ricerca, abbandono, come un bambino indifeso che non sa nè scegliere, nè ribellarsi, prende quel che gli capita, senza giudicare, nè progettare, e all'improvviso si trova a vivere la cosa più bella che il suo cuore avesse mai desiderato. Cosa ci sia di così entusiasmante in un viaggio-pellegrinaggio ancora non lo so capire, ma so che per me è una cosa bellissima fuori di ogni dubbio. Basta la gioia che porta a prepararlo, ad aspettarlo, a viverlo, per giustificarlo. Cerco di riempirlo con propositi vari, ma so che fondamentalmente sarà solo e pienamente un grande canto di gratitudine. Non mi stancherò di cieli, di alberi, di sentieri, di fatica, di stupore ... e tutto questo basterà a se stesso. 

Dove è Dio? nel cammino .... 


Nel contempo penso e amo il qui, la comunità, il servizio, la parrocchia, il sacerdozio ... 

Come sarà la vita quando i pellegrinaggi finiranno? Provo a dare una risposta, ma sento che non è il caso di sforzarsi. Seguendo lo spirito che ha condotto fino qui, arriverà qualcosa di nuovo, di bello, il passo successivo che la Provvidenza prepara. Credo di avere imparato a 

"Consegnarmi ad una vita piena di meraviglie". Il percorso fatto finora, da parte mia è stato povero di virtù, pieno di fragilità, eppure le belle sorprese non sono mai mancate. Il dono di trasformare i dolori in opportunità, le sconfitte in risurrezioni. Una vita "avventurosa", nonostante la dimensione minimale di quello che sono e faccio. Rivestita di simboli, come quello attuale delle due ruote, che sempre di più colgo per quello che vale: una vita sognata come danza. Perchè la moto fondamentalmente è danza. E mi fa sorridere il "passaggio" che faccio da un genere ad un altro: dalla classica alla tourer, dallo scooter alla off road. Ogni danza è bella. Ed è ora di imparare la danza interiore, quella della fede, più ardita e nascosta, amorevole e vera ...

9 Aprile 2015 Giovedi

Mentre scrivo, il Coro in cripta sta provando "What a wonderful world", colonna sonora proprio adatta ai pensieri di questo momento.  Nel giretto di allenamento, seduto al sole, ad un tavolino di un bar, leggo dal Diario di Sr. Faustina la visione dei due raggi di luce, uscito dal costato di Gesù, concessa anche da una sua consorella, che non cessa di raccontare l'impressione straordinaria a tale visione. "Penso che il Signore abbia una grazia speciale da dare a questa anima, se le concede una tale esperienza" dice la santa polacca. Credo che ogni esperienza forte di vita, dolorosa o gioiosa, sia come un segnale dato all'anima, perchè si prepari ad una grazia. Quando qualcosa ci coinvolge, qualunque cosa, chiediamoci: "cosa mi vuole dire il Signore?" "Quale grazie mi sta per fare?"  e nella preghiera prepararsi a capire ed accogliere. 

 

I preparativi alla partenza, la scusa di dover riposare dopo Pasqua, riducono al minimo le attività apostoliche. I malati - ma non solo - attendono un nuovo slancio di dedizione. Ora è giusto che prepari bene le cose, che viva la Plata con cuore libero e lieto, ma prima e durante il viaggio tenere a mente l'obiettivo. Sono, e voglio essere, solo un sacerdote in cura d'anime.  

 

***

Carissimo don Remo
è un piacere leggere di questa leggendaria partenza dai giornali.
Fa sempre piacere poter dire.... io lo conosco....
Cosa dire... in bocca al lupo per tutto.
Che questo viaggio sia faticoso il giusto, sia pieno di emozioni e di sensazioni.
Chi ha avuto la fortuna di fare questo cammino mi ha detto: non si riesce a spiegare quello che si prova. E' un'emozione che ti rimane dentro.
Certi viaggi io li vivo come degli svuotamenti. Mi libero delle fatiche, dello stress, del nostro vivere sempre di corsa.
Ecco, potrei augurare a questo pellegrino emiliano di svuotare la propria mente e di riempirla, man mano che il pedale spinge, di sensazioni leggere che ci permettono di andare incontro agli altri sorridendo.
Buon Viaggio. 

****

Per apprendere l'arte della moto dicono sia meglio cominciare dal fuori strada. Si impara l'equilibrio, a spostarsi sul sellino, ad affrontare in una dimensione piccola e protetta, ogni variante e ogni condizione di terreno, scivoloso, mosso, ripido ... Non importa fare percorsi estremi. A Piumazzo, il mio coetaneo Ivan Fabbri, come il mitico Vicini, possiedono una Beta Alp 200, e quando hanno tempo, girano per le colline verso la Toscana, gratificanti da questa pratica, per nulla pericolosa. L'idea dei giretti-passatempo non mi ispira, ma il pensiero di un mezzo che sa muoversi con allegra sicurezza, tanto nello sconnesso della città, quanto nel terreno "naturale", apre a nuovi orizzonti. Come ora inizio un "cammino" in mountain bike, non nata per i viaggi, ma per affrontare terreni impervi, così penso abbia un senso un mezzo meccanico "povero", semplice e funzionale, che fa del terreno solitario e selvaggio il suo ambiente preferito, ma che usato con l'umiltà dell'asinello, può anche portarti molto lontano ...

Beta Urban 200. Un peccato quel piccolo serbatoio che contiene solo 6 litri ... proprio da asinello

Ormai mi sono fatto una esperienza tecnico-affettiva in tutti i campi delle due ruote (esclusi i colossi, tanto di moda) dalla elegante classic, alla avventurosa tourer, dall'intelligente scooter, alla fantasiosa off road. Tutte mi piacciono, tutte cavalcherei, contento di non possederne alcuna, col risultato che l'anima, rimanendo nella dimensione del segno, vive di più ...

 "Noi amiamo veramente solo ciò che non possediamo pienamente" (Marcel Proust)

 

Dove sei, Signore? 

In te, che hai ricevuto l'Eucaristia

In te, che mi parli sempre di moto, come se io non le conoscessi ...

in te che concludi la giornata con la compieta

in te, che chiedi quale grazia sto per farti e ti disponi ad accoglierla

in te, che ami Maria ...

In te, che vorresti essere un buon Pastore

in te, che mi dici sempre grazie ... 

In te, che ti addormenti sognano la Plata

VIA DE LA PLATA

 

Lunedì 13 Aprile SIVIGLIA – GUILLEMA  km 25,00    Percorso breve, guado del torrente

Martedì 14 Aprile GUILLENA - ALMADEN DE LA PLATA  km 53,00    Percorso tutto in salita  

Mercoledì 15 Aprile ALMADEN DE LA PLATA – ZAFRA  km 84,00   Tratto decisivo sulla tenuta

Giovedì 16 Aprile  ZAFRA – MERIDA  km 63,5   Percorso normale, gran solitudine.

Venerdì 17 Aprile MERIDA – CACERES  km 78,5   Percorso lunghetto e vario

Sabato 18 Aprile CACERES – CARCABOSO  km 97,5  Itinerario lunghissimo e saliscendi

Domenica 19 Aprile CARCABOSO – BEJAR  km  68,  Bello, cuore de La Plata e salita dura  

Lunedì 20 Aprile BEJAR – SALAMANCA  km 74,5   Alla fine una bella città 

Martedì 21 Aprile SALAMANCA –ZAMORA  km 65,5    Percorso pianeggiante ... 

Mercoledì 22 Aprile ZAMORA – FERERUELA  km 47,00   Percorso breve, inventato da me.

Giovedì 23 Aprile FERERUELA – PUEBLA DE SANABRIA  km 72,00  Percorso "da perdersi"

Venerdi 24 Aprile PUEBLA DE SANABRIA – VERIN  km 98,5  Il punto più alto del Cammino. 

Sabato 25 Aprile VERIN - OURENSE  km 70,5   Con grande salita iniziale, poi discesa

Domenica 26 Aprile OURENSE – SILLEDA  km 61,00   Altro giorno tutto su e giù 

Lunedì  27 Aprile SILLEDA – SANTIAGO  km 49,5  Percorso medio, proteso alla meta!

Ore 12,00 Messa del Pellegrino, Pranzo, Preghiera   ore 17,00 partenza per Aeroporto

 

Ho preparato i libri: Breviario, Letture Messa, Vangelii Gaudium, libro di P. Gasparino. Preparate le cartine delle quattro regioni, i fogli con le prenotazioni, la borsa sanitaria, il diario, il set per le riparazioni, il cartoncino con la preghiera del pellegrino. Mamma ha lavato tutti i vestiti, pronti per essere imbustati. A chi interessano queste cose?  A nessuno, agisco solo ...  "Per riempire la propria mente di sensazioni leggere, che permettano di andare incontro agli altri, sorridendo".  

10 aprile 2015 Venerdi

I preparativi assorbono tempo ed energie. Fortuna che sono già "esperto" e la maggior parte delle cose sono pronte da tempo, collaudate, ma la vigilia è sempre motivo di apprensione. Giornata divisa fra la Adorazione Eucaristica, vissuta in compagnia spirituale con Sr Faustina Kowalska, questa grande e "tremenda" santa e i preparativi materiali alla partenza: imbustare i vestiti, acquistare le ultime cose ... Nella preghiera di adorazione, motivo dominante è la richiesta della grazia della "maturità", in ogni aspetto: personale e comunitario, psicologico e spirituale. Come frutto di questo pellegrinaggio, chiedo la grazia di un cambiamento, secondo il volere di Dio, in ordine alla maturità. 

 

Prima della Messa, bella presenza del gruppo della Divina Misericordia, che introduce i parrocchiani alla storia della devozione e alla recita della "coroncina". Pure è fruttuosa e cordiale la preparazione serale al Bollettino dell'Ottavario. E' bello partire lasciando le cose in ordine e "dando disposizioni alla casa", in vista del rientro e ripresa del servizio di carità. Faccio un cambio libri: invece di quello di Padre Gasparino, metto in borsa il Diario di Sr Faustina. Dopo aver combattuto a lungo contro la sua "pesantezza", alla fine mi arrendo e lo prendo con me.  

 

Quante cose trascurate! E basta poco ad essere presenti ed attenti. Verranno i giorni in cui tutta questa agitazione cesserà. Ma prima che che le forze calino definitivamente, possa vivere qualche anno di vera maturità. Il tempo è breve. Che il viaggio trasformi il fanciullo in un uomo.

 

Dall'inizio di Maggio, verso la Pentecoste

3 Maggio 2015 Domenica V di Pasqua

Archiviata ormai la Via della Plata, una delle esperienze più belle che la Provvidenza mi ha dato da vivere. Conservo sempre nel cuore i sei punti conclusivi di quella straordinaria esperienza: nascondimento, gioia, eucaristia, fatica, misericordia, velocità. Archiviata anche la giornata del 1° Maggio, con il Pellegrinaggio a S. Luca e i suoi 130 camminanti, partiti alle 4,20 del mattino. Tanti si sono aggiunti lassù, in bicicletta, in auto, in moto, sicchè possiamo dire che tutta la comunità ha iniziato il cammino verso la Pentecoste, con Maria e S. Giuseppe.

 

Metto sotto la protezione di S. Giuseppe, non meno di Maria, il cammino futuro. La sua presenza mi fu donata esplicitamente dalla Provvidenza, nella uscita da Siviglia, quando attraversando la via principale della città, costretto a scendere dalla bici, in zona rigorosamente pedonabile, incontrai la chiesetta di S. Jose, feci la mia prima elemosina, accarezzai il piede di Gesù di Medinacoeli e pregai con dolcezza davanti alla immagine della Sacra Famiglia.

 

"una chiesa missionaria" è la parola guida del bel risveglio di oggi. L'immagine di Gesù "vite" mi fa ricordare le immense coltivazioni prima di Caceres, del vino Ribeira de la Guadiana. Tutte quelle piantine ordinate, piccole, curate, che coprivano tutta la terra. Dio vuole coprire tutto il mondo con la sua grazia: lui è la vite, lui è l'agricoltore, noi operai, o meglio i "tralci", continuazione della sua opera, luogo di fecondità e di frutto.  

 

Innanzitutto con la preghiera: "tutto quello che chiederete nella preghiera, siate certi di ottenerlo" e anche "chi ascolta la mia parola, rimane in me e io in lui" " voi siete già puri per la parola che avete ascoltato". Vorrei fare una passeggiata, ma sento più importante vivere ora la feconda immobilità della preghiera di adorazione, intercessione e ascolto. Una chiesa missionaria, anche per l'esempio e la intercessione di Sr. Anania Tabellini, nell'anniversario della sua morte.

 

Ore 14,00 La mattinata è davvero bella: una preparazione serena e operosa alle liturgie, gran benessere fisico (col compiacimento dei miei, ricomincio l'uso del sacro refettorio), celebrazioni gioiose: i bambini un pò birichini delle 11,00 non disturbano, ma sono "materia viva" di offerta e celebrazione di Cristo "vera vite". Colpito particolarmente dalla lezione di San Massimo nella seconda Lettura dell'Ufficio: "apertura totale dell'inferno" da cui, per potere della risurrezione di Gesù, tutti entrano nella gloria. So che "inferno" significa "inferi morte". Però è una lezione di grandiosa speranza nella misericordia. Ora preparazione dei battesimi e incontro su sr Anania.

Notizia della morte di Baisi Ermanno, di Piumazzo, e del giovane sacerdote di Molinella, don Marco Aldrovandi, in un incidente stradale in auto. 

 

Serata passata presso le Famiglie Baisi e Montanari, in lutto per i congiunti Ermanno e Ciro.

Il mio modo di essere parroco missionario di misericordia è questo: vicinanza alle persone e alle famiglie, specialmente nel momento del dolore. Belli i battesimi del pomeriggio e anche l'incontro con don Ernesto: la sua umanità serena così attrattiva. Valore degli amici e anche del rapporto coi parenti. Dialogo istruttivo col dott. Rocchi su come gestire comunitariamente una parrocchia, anche se venato da eccessive critiche. Quel che dice è vero, ma misericordia e gratitudine dovrebbero superare tutto. 

 

4 Maggio 2015 Lunedi 

"Se rimanete in me ... tutto quello che chiederete nella preghiera io lo farò". Al lavoro! 

 

6 Maggio 2015  Mercoledi 

"Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo Nome da gloria

Continuano le giornate belle, in questo inizio Maggio 2015. L'eco della Plata non è spento, ravvivato dai tanti che salutano col "bentornato". Ma il cuore ora è qui, preso dal fervore - che chiediamo non sia solo umano - per i mille servizi della vita comunitaria.

L'esperienza della morte di don Marco Aldrovandi, un sacerdote bolognese di 31 anni, venuto meno in un incidente stradale, uscendo di strada, forse colto dal sonno, mentre tornata all'1 di notte da un incontro coi giovani, fa riflettere sulla necessità di un ordine di vita, sulla inopportunità di "tirare la corda", sulla responsabilità verso noi stessi e verso gli altri, in una vita equilibrata, regolata, raccolta. E' facile scambiare la generosità con una certa dissipazione! 

Questo lo diciamo in ordine a noi, non in riferimento a don Marco, la cui vicenda solo illumina. 

 

Bello il martedi, con il saluto al caro Ciro Montanari, con la preparazione al Rosario al Parco Giuseppe Nizzi, dove, nel distribuire al mattino gli avvisi, ci è stata data la possibilità di un gesto "angelico", verso un povero che dormiva sulla panchina. Ci ha ispirato non svegliarlo, perchè immaginiamo preziose le ore di sonno mattutino, per uno che ha passato la notte nella tristezza della non-casa. Ma al suo risveglio, abbiamo fatto trovare al suo fianco una bella colazione, con caffè, panini, dolci. Poi a sera una bella folla ha suggellato col rosario questo giorno sereno. 

 

Un altro dono bello, il rapporto col Padre Spirituale. E' uno degli insegnamenti più ricorrenti offerti da Gesù a Sr Faustina Kowalska. Così ci è stata data anche la possibilità di ravvivare fattivamente questa grazia, confermandoci perfino sulla via della "velocità" e dei suoi "segni", suggeriti alla conclusione del pellegrinaggio a San Giacomo di Compostela.  

9 maggio 2015 Sabato 

Il tempo pasquale è quello dell'Halleluja. Tempo di lode in preparazione al Paradiso. Continua la "pace" dentro e attorno. La prima luce che raccolgo è la testimonianza di don Paolo Giordani su don Marco Aldrovandi. Dopo aver partecipato alla Veglia e alla Messa funebre a Molinella, con la partecipazione di oltre cento sacerdoti, dice: "E' morto colto dal sonno, dopo una riunione con gli scout. E' morto facendo il prete. E' sangue fecondo ...". Bella lettura d'amore, come spesso don Paolo sa offrire.  

 

Il percorso di letizia, nascondimento, sollecitudine ... continua. Il benessere fisico, dopo la grande biciclettata, non viene meno. Potessero tutti sperimentare il beneficio di una esperienza simile! I giorni scorsi era una esultanza anche esteriore, ora più intima e profonda. Un sopraggiunto evento di "crisi", che per discrezione non preciso, dà una dimensione più vera e cristiana al tutto. Una piccola cosa, ma che fa soffrire, che inculca dei dubbi, diventa invece l'occasione per vivere la lode e la pace in modo meno chiassoso, meno terreno. Ringrazio Dio di queste sofferenze, che involontariamente creo e che di riflesso tornano indietro. Frutto di esse è un'amore più delicato, composto, umile, ai sofferenti. Visito alcuni malati e prego più raccolto. La presenza di Dio in noi, di rado passa attraverso grandi azioni, normalmente si colloca nella quotidianità minuta, riempita di amore. Specie nelle difficoltà, di ogni genere. Compiere ogni gesto con amore perfetto, come se fosse l'unica, o l'ultima, possibilità della mia vita.  

 

"Un sacerdote bambino". Potrebbe essere una dei titoli più sconvenienti, per chi ha l'incarico di padre, di guida, di maestro e difensore. Il sacerdote, o come si chiama nella Bibbia, "presbitero", "prete", "anziano", è un dono di maturità, ponderazione, equilibrio, saggezza, dedizione. A lui si addice una statura interna ed esterna pienamente adulta. Da questo punto di vista, essere "sacerdote bambino" è quanto di più penoso possa immaginarsi. Ma c'è anche una accezione evangelica, quel "se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno", che apre comprensioni diverse, anche per la figura del sacerdote. Se al fondo rimane un ministero di conduzione, potrebbe esserci un novello Davide, "fulvo e di gentile aspetto", che "amava la musica e la danza" e vi si abbandonava, attorno all'Arca, sotto il disprezzo delle donne, del popolo e dei reggenti. Non sta a noi discernere i carismi, ma possiamo dire che, se mai esiste il carisma di "sacerdote bambino", ha una sua tale dimensione di umiliazione, di disprezzo agli occhi degli uomini, che da sola basta a giustificarlo, a ritenerlo opera di Dio e dono per la comunità.   

12 Maggio 2015 Martedi

Continuano i giorni belli. Anche la "crisi" di sabato e domenica, non ostacola la pace, ma la rende più profonda. Imparo a "ringraziare nelle tribolazioni". Ricevo una grazia grandissima, domenica alle ore 16,45 in via Canal Torbido a Savignano: una protezione angelica, un insegnamento, una correzione paterna. Ci sono "grazie" che non vanno dimenticate mai, ma ricordate esattamente nel tempo e nel luogo.

 

Preparazione prossima dei bimbi alla Prima Comunione: sono sereno e contento, prego per loro, cerco di testimoniare Gesù. Nel primo incontro tengo presente la stagione calda, la loro stanchezza post scolastica. Preparo un momento agile, dove siano coinvolti con qualcosina da fare, attento all'ambiente: una parte in chiesa, con preghiere "classiche", una parte all'aperto con un tema. Sbaglio a voler andare sulla montagnola: è suggestivo salirvi, ma non è ospitale sedervisi in cerchio, per gli "aghi e pignette". I bimbi di oggi sono molto delicati e se il prato non è perfettamente morbido, non siedono volentieri per terra. Era meglio il campo da calcio.

 

Tema alto, lo so: "i tre attributi di Dio", che Gesù rivela a sr Faustina: santità, giustizia, amore.

E' una lezione importante, aiuta a stare davanti a Dio, a pregare ed adorare. Dunque ne faccio condivisione coi bimbi. Non pretendo che capiscano quanto a me appare chiaro, basta che ascoltino queste tre parole, le ricordino, riferendole a Dio nel loro cammino. Do anche una spiegazione lineare, ma è troppo astratta per bimbi. Non importa, che viva io tutto ciò, per loro.

 

La giornata di oggi è guidata dal versetto: "esaudisca il Signore i desideri del tuo cuore" nel salmo di Lodi. Cosa desidero? Così davanti a Dio faccio l'elenco, circostanziato, di tutti i desideri, proprio tutti: quelli grandi, "da adulto", quelli piccoli "da bambino"; Dio si compiace di ascoltarli tutti e sento che li esaudisce. Solo bisogna continuare ad esprimerglieli. 

14 Maggio 2015. Giovedi

Fanno bene le mortificazioni. Noi non dovremmo mai procurarle a nessuno, ma quando le procurano a noi, dobbiamo accoglierle con pace. Magari ringraziando. Anche solo col pensiero o la parola: "Signore ti ringrazio". A volte le mortificazioni sono motivate, da errori piccoli o grandi che compiamo, a volte sono gratuite, originate solo dall'incomprensione altrui. Quello che più confonde, è quando questo egoismo violento è manifestato da persone che normalmente ti vogliono bene, famigliari e amici. La chiusura delle madri, per esempio, in certi casi è tremenda, giustificata solo dall'ancor più tremendo dolore che soffrono per amore. C'è un sola cosa che rende autentica la correzione in chi ti ama: le lacrime e la parola sussurrata. Il resto, specialmente la rabbia, quei no apodittici, mascherati da alte ragioni, quel fare leva sui sensi di colpa, che chi ti è vicino conosce molto bene, è solo mortificazione gratuita. il cammino della vita è pieno di queste situazioni, ma non sono tutto un male. Le mortificazione, anche ingiustificate, se accolte con pace, alla fine fanno bene. Rendono liberi. Ricolmano il cuore di quello spirito di dolcezza e di misericordia, segno inconfondibile dello Spirito Santo. Chiudono strade ma ne aprono di nuove. Senza accorgercene ne procuriamo tante anche noi di mortificazioni agli altri. Con la trascuratezza e le male parole ... Facciamo in modo che non accada!  

 

Continua la pace pasquale. La Via de la Plata continua a emanare i suoi effetti benefici, specialmente in un benessere fisico e in una freschezza interiore, anche psicologica. I lavori da fare sono tanti, ma in un contesto di serenità, di ordine. Molti sono rimandati, ma non rimossi. E' sincero e positivo il pensiero: "quel che non si riesce a fare oggi, si farà domani e va bene anche se non si fa". C'è una sollecitudine buona, di chi sa che ogni istante della vita è prezioso e va corrisposto con amore e responsabilità. Cè una sollecitudine cattiva, di chi inconsciamente pensa che tutte le cose dipendano da lui. I Salmi cantano la dipendenza di ogni cosa da Dio.

La Sua provvidenza non solo conduce e protegge, ma avvolge ogni evento con lo splendore dei Suoi attributi: la Santità, la Giustizia e soprattutto la Misericordia. 

 

Ore 18,00  (in chiesa per le Confessioni, meditando la Ascensione e la Pentecoste)

Chiamati ad essere assimilati a Cristo: l'Ascensione di Gesù è la nostra lenta ma inarrestabile trasformazione in Lui. Cresce la conoscenza e l'amore per Lui, cala il nostro appartenere al mondo, attraverso un percorso che, anche naturalmente, è di spoliazione e semplificazione. Età, debolezza, una senilità che lascia tutto alle spalle ... La recente apoteosi di "giovinezza", seguita da una brusca battuta d'arresto circa un suo simbolo, dice quanto sia in atto un "passaggio", una "accelerazione verso la meta". Davanti al Circolo Anspi mi fermo un pò con il mite e buono Carlo Gamberini. Dopo l'intervento chirurgico non sta bene, dolore continuo, poche speranze di guarigione. Lo tocco sul ginocchio, per entrare in simbiosi con lui. Voglio aiutarlo a vivere con fiducia questa "spoliazione e semplificazione", i timori della malattia, l'attesa della manifestazione in lui della Gloria eterna di Dio. Sento una chiamata a investire questi ultimi anni a conoscere e far conoscere la "speranza" e la "misericordia" di Dio, specialmente ai vecchi, i malati e i morenti, accompagnandoli con un coinvolgimento in prima persona. Da questo, anche i piccoli e i giovani riceveranno una grande luce. Dopo avere assaporato, per pochi istanti, l'esaltante sapore della giovinezza, ora sono pronto per l'ultima parte di cammino. La più bella. Assimilazione a Cristo

 

Oggi, Festa della Madonna di San Luca, preghiera speciale per la nostra Chiesa. Domani si conclude la Gara d'appalto e fra pochi giorni verrà designata la Ditta vincitrice. Penso a tutte quelle Aziende che si sono impegnate generosamente nel lavoro d'offerta e non saranno scelte. Vanificando tempo, risorse e speranze. Siamo obbligati a questo sistema, che da un lato tutela da un altro penalizza. 

15 Maggio 2015 Venerdi 

Quel sacerdote, che parla sempre dei suoi restauri, pensando che interessino, appassionino, e invece annoiano, lasciando un senso di "limitato" e di "non centrato". Un sacerdote dovrebbe provare passione soprattutto per le anime e per Dio. Lui è un sacerdote bravo, onesto; sarà ricordato con affetto e riconoscenza, anche per i suoi restauri e in qualche modo nonostante i suoi restauri. Come si fa ad appassionarsi alle anime e a Dio? 

 

Silvana, una giovane mamma di Castelfranco, viene a parlare per iscrivere la figlia Sofia all'Estate Ragazzi di Piumazzo. La bimba ha problemi di salute, è seguita da una maestra d'appoggio. La mamma non nasconde le difficoltà e oltre a combattere per il bene integrale della figlia, quindi anche per darle la gioia di un pò di vacanze con coetanei, vive con fede e gratitudine la sua maternità. "Sofia è un gran dono per me e per tutti quelli che incontra. E' gioiosa, disponibile, buona: solo che si stanca in fretta e per mancanza di energie non è in grado di fare le stesse cose che fanno le altre. Ho imparato a ringraziare Dio di tutto. Dio è pieno di amore e opera sempre per noi. Oggi per esempio il cielo è nuvoloso, se piace a Dio che sia nuvoloso, anche a me piace che sia nuvoloso. (Poi si ferma e chiede) Ad Estate Ragazzi dite il Rosario? (alla mia riposta negativa, soggiunge) E la preghiera allo Spirito Santo la dite? "

 

Nei cortili della parrocchia nuovi lavori di sistemazione; piccoli dettagli, per rendere bella e fruibile ogni parte della nostra struttura. Arriverà anche una nuova aiuola di rose, a fianco del Gazebo, realizzando un vecchio sogno: i fiori in oratorio. Per dare un senso di casa, di giardino, di bello. Un segno di Paradiso. Il sacerdote di cui parlavo prima è attento ai restauri io ai giardini. In tutte le parrocchie dove passo mi accorgo di piantare, o curare, alberi e ambiente. 

Il creato rigoglioso è uno dei segni dello Spirito Santo, esattamente come il suo opposto. Tutte le cose ci parlano di Dio, ma Dio è oltre tutte le cose, perciò anche "il nulla" è una strada per Dio. 

Ripresa la lettura di Notre Dame de Paris, capolavoro straordinario di Victor Hugo, dettato da un amore incontenibile per la città di Parigi. Capitolo intitolato "La buca dei topi", sul fenomeno delle "recluse": persone che, o per dolore o per espiazione, si chiudevano in un buco di pietra, spesso su vie di grande passaggio della città. Morte e sepoltura anticipata, dove oltre alla pena fisica si aggiungeva il dolore del dileggio e l'indifferenza del prossimo. Venerati come santi, o disprezzati come pazzi. La storia è ricca di vicende singolari, estreme, curiose, semplici, ai confini enigmatici  del "tutto" e del "nulla".  

Serata intensa: 1. Incontro di preghiera per bimbi e genitori della Prima Comunione, ben preparato dalle Catechiste e attentamente seguito dai presenti.

2. Rosario da Ercole e Irene, partecipato da un pò meno di gente del solito, a motivo della serata fredda e piovosa: ci siamo "riscaldati" nel gran buffet finale.

3. Incontro su tematiche pedagogiche, a Casa delle Grazie, fra genitori e Insegnanti e Suore della Scuola Materna

 

16 Maggio 2015 Sabato - Vigilia della Pentecoste e delle Prime Comunioni

"Non giudicare nessuno, ma vivere ogni istante cercando di fare del bene"

Questo è il pensiero che mi accompagna, passeggiando in via Noce, incrociando gli uomini delle famiglie Grandi e Costantini, in una umida mattina, in mezzo ai filari di frutta, a potare e diradare.

"Non giudicare nessuno, ma vivere cercando ogni istante di fare del bene"

Nel cuore piccoli motivi di tristezza, amplificati dalla ansia per la Festa imminente. 

Viene da giudicare ...  questo evento, quella persona ... ma non è questa la strada. Ho in mano le letture della Ascensione, il testo di S. Paolo parla di "umiltà, dolcezza, sopportazione, unità dello spirito, vincoli di pace " esattamente quello che si stava pensando. L'opera più grande è portare il Dio-Amore a tutti. "Andate e annunciate il Vangelo a tutte le creature". 

 

18 maggio 2015 Lunedi

"Sforzarsi di superare i piccoli impegni del cuore, per elevare la mente a Dio"

La preghiera comincia sempre dall'entrare nel proprio cuore. Un velo di tristezza lo avvolge: incontro con la mamma ansiosa per la bimba malata, difficoltà con la Sovraintendenza per l'Asilo, dispiacere per una finale Catechismo un pò sfilacciata, difficile rapporto con la "pedagogista" ... Rallegra vedere i cortili della Parrocchia pieni di operai: giardinieri, pavimentatori, muratori, fabbro ... Già si intravede una dimensione sempre più "paradisiaca".

"Sforzarsi di superare i piccoli impegni del cuore, per elevare la mente a Dio".

 

"Vieni Spirito Santo ... ti aspetto ... confido in te.

Tu sei Dio-"Exousia" (potenza) che tutto trasforma. Tu sei Dio-Amore che tutto riscalda. Tu sei Dio-Consolazione che tutto pacifica".  Con la Liturgia delle Ore, al centro non me stesso, ma Dio:

"Non i miei pensieri, ma i Tuoi pensieri. Non la mia azione, ma la Tua azione "

 

Poichè sei Dio-Amore, riporti lo sguardo su di me:

"Invocami nel giorno della sventura, ti salverò e tu mi darai gloria"  (Ps 49)

Ti affido i problemi dell'Asilo con la Sovraintendenza e l'iter della Chiesa.

Ti affido la tranquillità a quella mamma, la pace alla "pedagogista", la luce ai catechisti ...

Ti chiedo che tutti vivano con fede e gioia Comunione, Cresima, Ottavario, Estate Ragazzi ...

Ti chiedo conforto e "senso" per i malati, nella loro tribolazione. 

Vangelo del giorno: "Avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia, io ho vinto il mondo" 

 

Un tono diverso nell'Ufficio delle Letture: "Non c'è di meglio per l'uomo che mangiare, bere e godersela delle sue fatiche; ma mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. Difatti chi può mangiare e godere senza di lui? Egli concede a chi gli è gradito, sapienza, scienza e gioia ... Ma anche questo è vanità e inseguire il vento"  Qoeleth 3,24-26 

 

21 Maggio 2015  Giovedi

Gratitudine ai catechisti presenti alla riunione conclusiva, tono aperto e fiducioso, tuttavia alla fine prevale una grande apprensione per le difficoltà. Pur consapevoli che la vita è fatta di cicli naturali, di crescita e declino, impressione che sia un momento difficile, cui rispondere con tutte le risorse di fede e di azione. Ciascuno con i suoi doni. Il confronto con don Mimmo, della diocesi di Reggio Calabria, mio coetaneo, ospite di parenti una settimana a Piumazzo, mi fa capire come a dei sessantenni non si deve chiedere delle "novità": la personalità e formazione è quella, e non si può cambiare, se non con risvolti patetici e frustranti. Ma il dare il meglio di sè, con un impegno diuturno, di preghiera e azione, curando soprattutto i rapporti personali, l'amore alla propria parrocchia, ai confratelli, la mitezza del cuore, il lavoro di cura più che di novità. 

Nel catechismo, nel settore giovanile, ci sono difficoltà: cominciare con l'affidarle a Dio. 

Invocare con fiducia lo Spirito Santo, "prepararci alle sorprese di Dio".

26 Maggio 2015 Martedi S. Filippo Neri

"Glorifica il Signore con cuore contento, non essere avaro nelle primizie delle tue mani.

In ogni offerta mostra lieto il tuo volto, con gioia consacra la tua decima. Dà al Signore secondo il dono da lui ricevuto e con occhio contento secondo le tue possibilità". Sir 35,10-11

 

La prima lettura della messa dice ripetutamente di donare a Dio "con cuore contento". Dal canto mio sto attraversando una tentazione di tristezza. Cerco di scoprirne l'origine e il rimedio.

La sera leggo Notre Dame de Paris di Victor Hugo. Colgo quanto sia poco cristiano lo sguardo sulla vita di questo autore, ma come ogni capolavoro "classico", dice tanto sul cuore dell'uomo e sul suo cammino. Come ripeteva Barsotti, credo che "ogni letteratura è sacra" e quindi parte del cammino sacerdotale. Sofferenza degli innocenti, cinica crudeltà degli uomini, splendore della cultura e insieme la sua ipocrisia, specie quella ecclesiastica. E' uno di quegli autori che fonda la "leggenda nera" del medioevo cristiano, con le sue inquisizioni, torture, ingiustizie, inumanità. Si capisce come in occidente sia così viva la spinta atea e anticlericale, forse ignota ad altri universi religiosi. E' geniale nel descrivere l'umana purezza, la bontà naturale, come l'abisso di malvagità cui l'uomo può giungere. Manca però la fede e i suoi corollari: la Provvidenza, la Grazia, la Redenzione ...  

 

Preparo le Cresime, l'Ottavario alla Madonna della Provvidenza, archivio le Prime Comunioni, l'anno Catechistico. Assisto al fervore nell'Oratorio per la Festa di fine scuola, il Torneo di basket, il pattinaggio, l'Estate Ragazzi. Ammiro i lavori fatti da Sergio, Luigi, Gerry, dai muratori. Nel contempo chiamano per benedizioni a famiglie, malati, a casa e in Ospedale. Sento le voci dei bambini alla Scuola Materna, delle Suore con cui celebro la Messa feriale e i rosari del Mese di Maggio. La salute è buona. Eppure c'è tristezza. Perchè? Dove la gioia dei giorni della Plata? 

 

Genitori anziani, ispirano pietà per la loro debolezza, insieme irradiano apprensione per le loro ossessioni, insofferenze, dolori. Non le situazioni "fuori" ma la direzione del nostro sguardo, e la nostra volontà, determinano l'anima. Ora basta chiedersi il perchè della tristezza, ma "offrire il proprio dono a Dio secondo quanto ricevuto" allora, molto probabilmente, ritornerà la gioia.

 

Ore 14,00 Ci può stare "l'ora della tristezza". San Paolo scrisse ai Corinti una "lettera delle lacrime", andata poi perduta, ma citata da lui medesimo, in quella successiva, più serena. Il testo dell'Ufficio di Letture di oggi (Giobbe), descrive a quale abisso di dolore può arrivare l'anima umana, da far dire: "maledetto il giorno in cui sono nato! " Però il mio malessere non è così estremo, nasce piuttosto una "distrazione" da Dio, in ragione della quale tutto si ammanta di banalità. In chiesa a Castelfranco due donne stanno chiacchierando, di tombole e cene, davanti a Gesù Eucaristia, esposto ... Le fotografo, perché sono turbato e le sento specchio del mio cuore, che di fronte alla splendore della santità, di una Presenza che tutto può riempire, si perde in mille banalità. Da qui una inevitabile, giusta tristezza e colpevole debolezza.  

Al pranzo coi sacerdoti di zona il discorso ritorna sul calo numerico del clero, sul fatto che non ci saranno ordinazioni presbiterali nei due anni consecutivi, sulle nomine recenti, tutte di accorpamenti parrocchiali. Solitamente questi discorsi hanno un effetto noioso e deprimente, invece oggi li ascolto come stimolo ad una conversione. Di fede. Sono i problemi reali che "naturalmente" suscitano la conversione. "Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra" dice il Vangelo di domenica prossima. Niente di deprimente, tutto di glorioso. Ma in che senso Gesù parla così? Occorre smettere di guardare a se stessi, di fare come quelle due donne di Castelfranco, che "chiacchierano", dei loro più o meno importanti affari, ma guardare a Cristo, sempre, con fede. Chiedergli: "Dove sei? Cosa mi chiedi? Dove devo cambiare?" Lui conquisterà il mondo all'amore, attraverso la nostra fede e l'abbandono fiducioso a Lui.

"Padre, attraverso Gesù, donami lo Spirito di gioia"

"Questa è la vittoria che vince il mondo: la nostra fede"


Una bambina in confessione dice "non riesco a parlare con Gesù". E' bello che ci abbia provato, non è bello che si sia arresa alla prima difficoltà. Noi sappiamo "parlare con Gesù": sia la nostra strada, da percorrere instancabilmente ... 

26 Maggio 2015 Mercoledi

"Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura"

"Riceverete forza dallo Spirito Santo e mi sarete testimoni fino ai confini della terra"

Ho riposato bene. Nel racconto di Notre Dame, Quasimodo calato dalle torri della cattedrale salva Esmeralda dalla forca. Immagine di Cristo che salva i piccoli senza speranza. La considerazione del calo numerico dei sacerdoti non mi spaventa più, è solo un ostacolo, uno dei tanti ostacoli, una sfida alla fede. Così la tristezza per le "cose" comunitarie, che mi danno ansia, tutti "ostacoli" da superare, tutte prove della fede, da attraversare. Davanti a noi sta la vittoria sicura di Cristo, il suo dominio d'amore: "Popoli tutti lodate il Signore". Non ci sia altro pensiero che la preghiera e l'azione misericordiosa, nel coraggio e letizia della fede.

 

27 Maggio 2015 Giovedi  

La letizia della fede continua ad essere messa alla prova. 

Peso di una struttura tradizionale e comunitaria che non corrispondente allo stato delle anime.

L'Ottavario alla Madonna della Provvidenza è per molti come la stanza della nonna, un bene da tenere, un luogo da attraversare distrattamente ogni tanto, ma lontano dalla vita, se non per giocarci, in modo irriguardoso, incuranti dell'ospite, dell'arredo, dello spirito e della storia che racconta. Per pochi altri è un impegnativo lascito della storia, nostalgie di piazze piene, di cortei che cantano, labbra che pregano, un paese in festa ...

 

In questi giorni incrocio i genitori dei bimbi, stanchi, rassegnati, non vedono l'ora che finisca questo ritmo spossante delle "finali": feste di classe, di scuola, di catechismo, di associazione. Partecipano volentieri a quelle poche in cui sono coinvolti direttamente ... L'universo della fede non appartiene a questa categoria. 

Vorrei supplicare i collaboratori a prendere atto di questa situazione e non rispondervi in modo maldestramente "combattivo": a iniziativa proporre nuova iniziativa, persistendo nell'aut aut, uscendo con frasi acide, sguardi giudicatori, moti di insofferenza. La lontananza così si aggrava e si mettono le premesse del non ritorno. 

 

Cosa farebbe Gesù? Dove indirizza lo Spirito di Dio? 

Se questi bimbi e genitori sono "stanchi e oppressi", occorre offrire loro "ristoro".

Attraverso una testimonianza di "mitezza e umiltà di cuore", nella quale trovare "riposo" 

Non imporre loro alcun peso, se non il "giogo" dell'amore, 

 che è "un carico dolce e un peso leggero".

Innanzitutto vivere in noi stessi questo, per poterlo donare agli altri.

 

E come per la "stanza della nonna", non bisogna preoccuparsi troppo: tenerla pulita, ordinata, ospitale, non pretendere che diventi l'ambiente principale della famiglia, non avere fretta a ristrutturarla, perchè il suo fascino sta proprio nel lasciarla così, come è sempre stata. E sopratutto amare Colei che la abita, perchè da Nonna ... ridiventi Madre, Sorella, Figlia, Sposa.  


Ore 15,00 "il demone" sta in ogni pensiero triste e preoccupato. 

"lo Spirito di Dio" in ogni pensiero umile e buono. 

E' assolutamente indifferente la forma esteriore dello scorrere delle cose: Dio non sta di più nel successo che nel fallimento, nella folla che nel deserto, nel consenso che nell'abbandono. Dio sta ovunque ci sia umiltà e bontà, non sta dove c'e orgoglio e tristezza. 

 

I personaggi di Notre Dame sono ciascuno dotato di una virtù, parimenti di un grande vizio: 

Phoebus è giovane e allegro, ma sensuale e stupido

Frollo è intelligente e profondo, ma orgoglioso e pesante

Quasimodo è sensibile e buono, ma brutto e servile

Esmeralda è pura e leggera, ma ingenua e ostinata.

Tutti sarebbero meravigliosi, se un pochino cambiassero.

Invece, anche di fronte al dolore, nessuno di essi si ravvede.

L'Autore parla di "Ananke", "Destino", 

sappiamo invece che esiste la grazia e il peccato, la conversione o l'indurimento, la provvidenza o l'assurdo, l'Inferno o il Paradiso. Quello che manca in tutti quei personaggi è la vera preghiera.

29 maggio 2015 Venerdi (sera)

In realtà, ad un certo punto, verso la fine, appare la preghiera:

"L'idea di rischiare ancora una volta la vita, di perdere la speranza, Phoebus, l'avvilimento profondo di sentirsi debole, senza possibilità di fuggire, priva d'appoggio, abbandonata, isolata, tutti questi pensieri e altri mille l'avevano prostrata. Era caduta in ginocchio, con il capo sul letto e le mani giunte sul capo, piena d'ansia e di fremiti e, sebbene egiziana, idolatra e pagana, si era messa singhiozzando a chiedere grazia al buon Dio dei cristiani e a invocare la Vergine che l'ospitava. Poichè, anche se non crediamo a niente, ci sono momenti nella vita in cui apparteniamo sempre alla religione di quel tempio che ci si apre dinanzi". (libro 11 "la scarpina")

 

In un giorno pieno di stanchezza fisica, per giorni intensi e tumultuosi, concludo la lettura di Notre Dame, in grande spasimo attrattivo. Perchè questo coinvolgimento, come se si trattasse di fatti veri?  E' il miracolo dell'arte, ma anche la manifestazione di una vena personale drammatica che questa storia mette in luce. Amo i mattini, gli uccellini e i fiori ... non di meno le anime ferite dal vizio e dalla violenza, dalla tenerezza e dall'amore. Storie gentili accanto a quelle estreme. Sofferenze che non portano a disperarsi, ma a rivolgersi alla Vita con ancora maggior fede. Dopo la conclusione, e attraverso di essa, comprendo la sacralità cristiana di tutta la storia. Mi pare un grande Antico Testamento, che sfocia in una delle parabole più toccanti di Gesù e della Risurrezione. La morte del giusto e quel misterioso sigillo d'amore finale. Nulla di "dichiarato", anzi è di una tale sottiliezza, che potrebbe suggerirsi anche una lettura opposta. Ma quante suggestioni bibliche, primordiali, apocalittiche, in quella parola finale ... "si disfece in polvere" !

 

Dopo una visita in Ospedale e Messa, serata bella con tanti bimbi e genitori al Rosario. Luogo perfetto all'Asilo, di fronte al tramonto, con le lucciole, viste da alcuni bimbi per la prima volta. A seguire dialogo doloroso con alcune collaboratrici, amareggiate per la fatica, l'incomprensione e gli ostacoli nel loro servizio per la comunità. Provo a dire che è un problema quasi endemico, entro le parrocchie, dove "ciascuno vede solo il suo", ma capisco che il vero senso non è l'offrire loro massime di saggezza, ma convertire me ad una attenzione maggiore. La carità pastorale non è solo fare le cose, ma essere presente a quelle che gli altri fanno. "Esserci" non è sempre facile, perchè ci sono tanti settori, che viene naturale affidare e non pensarci più. Invece occorre sì affidare, ma continuando a pensarci, partecipare, vedere, aiutare, incoraggiare, combattere insieme, festeggiare e non solo allargare le braccia di fronte alle difficoltà. Prendo la cosa come una importante correzione per il mio sacerdozio. Spesso ci arrovelliamo in tante inutili domande, ci annodiamo in vari falsi problemi, quando la strada è lì davanti e si chiama "esserci"!

30 Maggio 2015 Sabato

Fra le mani il capolavoro di Hugo "I Miserabili". Sensibilità profonda per i dolori dell'umanità. Mi chiedo dove siano vicino a me "i miserabili" ... Li vedo nei vecchi assaltati dai ladri in casa, pieni di paura, senza protezione, nè dei vicini, nè delle forze dell'ordine, in balia al primo violento che decide di forzare la loro porta. "Miserabile" è forse anche la parrocchia, che fa di tutto per mettere in ordine ambienti e prati, per ospitare i bimbi a giocare e si trova continuamente le recinzioni sfondate, sporco e indifferenza ...  Grazie, Signore, di essere un pò i tuoi "miserabili".

"O Trinità beata / oceano di pace / la chiesa a te consacra / la sua lode perenne

Festa della Santissima Trinità. A confronto con la dignità che Dio ci riserva, di essere "dimora Sua", "Sposa", "Figli" ... o più semplicemente "amici" di Dio, Lui che ama intrattenersi con noi, effonderci il suo amore, la sua pace, tutto il resto scompare, acquista una proporzione infinitamente piccola. Dio ci ama, ci sceglie ... come possiamo chiamarci ancora "miserabili"? 

31 Maggio 2015  Domenica SS Trinità  OTTAVARIO MADONNA DELLA PROVVIDENZA

"Quel buco nella rete l'ho fatto Io - dice il Signore - perchè i poveri possano arrivare nella tua casa e tu li accolga, nel Mio Nome e nel nome di Maria, Madonna della Provvidenza.

Non dire mai più: "i poveri dove sono?"  Io ti aiuterò a vederli, ad averne pietà, a soccorrerli.

Il Santuario della Madonna è quel monte che vi ho indicato, sul quale voi oggi salite, per ricevere il mandato di andare in tutto il mondo per fare discepole tutte le creature. Non siete voi i maestri, ma testimoni dell'unico maestro: il Figlio. Non preoccupatevi: io rimango con voi per sempre.   

 

Oggi direte tre rosari: per i poveri, per le famiglie, per l'amore teologale: è la Festa della Trinità. 1. Per i POVERI: sono quelli che giudichi, sono ogni persona che vedi,  sono quelli che vivono le età estreme della vita, sono Io il povero, e lo sei Tu.

2. Per le FAMIGLIE: quelle che io vi ho dato, per quelle che si formano, per quelle in cielo, per quelle in difficoltà, per quella perfetta: la nostra soprannaturale, mistero della SS Trinità

3.  Per l'AMORE TEOLOGALE : una decina al Padre, una decina a Gesù, una decina allo Spirito Santo, una decina alla Amicizia che ci lega, una decina alla Vita che vi ho donato, in Cristo". 

11 Giugno 2015 INIZIO ESTATE RAGAZZI

Grazie, Signore, del buon riposo della notte. 

Il primo pensiero a Te; il secondo a Maria: in cielo splende una limpida luna; il terzo allo Spirito Santo: aprendo la finestra spira una fresca brezza. 

 

Dell'Ottavario conservo un ricordo bello: domenica 31 per la partecipata accoglienza di Maria e il mio animo "carico" di senso. La pioggia del pomeriggio riposa tutti quanti. Poi le giornate serene di lunedi e martedi in cui posso fare anche piccoli giri in bici, scoprendo la ciclabile Modena -Bastiglia - Bomporto. Belle le Cresime, col mite e santo Mons Zarri,  e la festa serale con tantissima gente in piazza. Meno in chiesa, per la visita serale alla Madonna. il 5 giugno, notizia della assegnazione dei lavori di sistemazione Chiesa di Piumazzo alla ditta COGEI di Bologna.

Mi coinvolge molto la notizia della ispirata nomina a Vescovo di Modena di don Erio Castellucci. Bella la messa dei malati, il giovedi con don Giulio, e quella per i defunti, il venerdi che celebro io; sabato, gioioso il matrimonio di Federico e Maria Teresa Vincenti, la messa serale per gli sposi e la celebrazione il giorno dopo per gli animatori, che ricevono la maglietta "simbolo". 

 

Nei primi giorni della settimana, mentre i giovani si trovano tutti i giorni con Valeria a mettere a punto il programma e preparare la Sala, io "perdo tempo" a costruire l'ambientazione di Estate Ragazzi; però alla fine sono contento delle colonne, dei geroglifici, della grande foto manifesto.

il numero degli iscritti è esattamente 100 ragazzi. più 33 animatori ... Numeri sacri.  

12 Giugno 2015 Solennità del Sacro Cuore di Gesù 

"Venite a me voi tutti, affaticati e oppressi ; imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per le vostre anime". La prima giornata di Estate Ragazzi è molto bella, da tutti i punti di vista: ragazzi gioiosi e obbedienti, animatori bravi, sia nelle attività che nelle relazioni, ritmo perfetto: la cosa non può andare meglio!

 

Ho le mie arrabbiaturine ... con Salvatore che tiene sempre il pallone in mano, anche a tavola, gli dico di portarlo via, mi dice che è suo, che costa molto e non vuole che lo rubino, gli rispondo che non deve portare il suo pallone e con malagrazia glielo nascondo, poi chiedo scusa. Non colgo subito la sua fragilità, il bisogno di un oggetto-rifugio, che lo faccia sentire qualcuno ... 

 

Mi fanno pena i bambini soli, che guardano in silenzio con quegli occhioni tristi, che i genitori costringono a venire ad Estate Ragazzi, perchè socializzino e forse non capiscono che spesso questi calderoni aggravano la solitudine. Oppure lo capiscono ma non hanno alternative.

 

Alla fine della giornata, dopo la doccia, depressione invincibile. Forse il caldo, la tensione, la fatica di non avere "la mia tranquillità": nell'ora in cui termina Estate Ragazzi inizia il Torneo di Basket. Segno di vecchiaia, ma anche appello a "volgere altrove lo sguardo", a quel Dio, che col pretesto del lavoro, trascuro. A quella preghiera, somigliante troppo all'acqua che non penetra più il terreno, indurito dalla stanchezza e apprensione.

 

In realtà è molto bello vedere la parrocchia abitata dai ragazzi, organizzata dagli adulti, cercata, apprezzata, nei suoi spazi e strutture. Un lavoro di tanti anni che porta pienamente i suoi frutti. L'Oratorio, i cortili, i prati, sono veramente un incanto, ordinati, pieni di tavoli e panchine. Ringrazio Dio e tutti e nel contempo "volgo altrove lo sguardo". Oggi il Sacro Cuore di Gesù. 

 

Dialogo molto bello con Martina Manzini: "Perchè ti sei fatto prete?" mi chiede. Rispondo: "Fin da piccolo avevo molti desideri: mi piaceva fare l'agricoltore, o allevare mucche, o fare l'imbianchino ... Poi ho pensato che era più bello di tutto dedicarsi a Dio e offrire Dio agli altri". Replica Martina: "Ma Dio sa offrirsi anche da solo!" E' vero, penso fra me, che Dio non ha bisogno di nessuno, che "sa offrirsi" da solo. Eppure esiste la possibilità di servirlo e sembra che lui stesso si sia nascosto dietro la nostra capacità di farlo conoscere e amare. 

 

18 Giugno 2015 Giovedi

Estate Ragazzi procede veramente bene. Così il resto delle attività parrocchiali: il Campo Gioia dalle Suore; la Scuola Materna e la sua Festa di fine anno; le attività legate al circolo Anspi, come il Torneo di Basket. Spazi parrocchiali belli e abitati nella gioia e nella pace. 

Più presente sono in Estate Ragazzi, dove ho modo di ammirare le virtù degli animatori, la bontà dei ragazzi, il clima di comunità. Quel seme gettato a Piumazzo una decina di anni fa, che a sua volta continuava un percorso iniziato a Pieve di Cento negli anni 86-87 e continuato a Pizzano negli anni 90 ... 


"Ciascuno dia quanto ha disposto nel proprio cuore ...  Dio ama chi dona con gioia

Una dimensione di vita estetica e avventurosa; rapporto con Dio semplice e gioioso, legato alla propria casa, al creato, al gusto di giocare, costruire, esplorare, creare ... Estate Ragazzi non l'ho inventata io, ma posso dire che faccio parte di quella schiera di pionieri, che insieme, in modo autonomo, coordinato, sentimmo che era giunto il momento di riproporre un tipo di vita parrocchiale "oratoriano", quale negli anni 70 e 80 si era perduto. Una comunità attenta i ragazzi, fra i colori, le scampagnate, le gite a piedi e in bicicletta ... Sentii che in questa cosa potevo metterci del mio, una fede estetica e avventurosa. Una fede all'aria aperta. Con Estate Ragazzi iniziai ad essere un sacerdote felice.


Col tempo ho visto le cose crescere, oltre a me e nonostante me. A Pieve di Cento, quando partì, Estate Ragazzi fu presa in mano da Federico Taddia, che triplicò il numero dei ragazzi e divenne, dal canto suo, uno straordinario professionista della animazione giovanile. Così a Piumazzo Estate Ragazzi ora è completamente in mano a Valeria, Alice, Beatrice, Andrea, Chiara, Valentina ... che hanno assunto il progetto, perfezionandolo, arricchendolo, con una serie di coinvolgimenti, stili, tradizioni, come la "scenetta" iniziale, l'"inno" ballato, una "scuola animatori" arrivata a livelli di qualità altissimi e imprescindibili.


Li ringrazio che "mi tengano" con loro, anche se sento sia giunta l'ora di una decisa e importante "conversione" personale. Senza rinnegare l' anima avventurosa, quella fede "all'aria aperta" che mi contraddistingue, ciò che desidero, ciò che ora vorrei fare e "seminare" è altro. Non è ancora chiaro il progetto, la concretizzazione, ma ha a che fare con la vita "spirituale" strettamente intesa. Ora che la mediazione creaturale e culturale è attraversata, quasi una sorta di "Antico Testamento", sarebbe bello entrare e fare entrare la comunità nel cuore del Mistero. Non so ancora in pratica cosa voglia dire, anche se vagamente avverto che ha a che fare con la Preghiera, la Liturgia e la Conoscenza di Dio e una carità più relazionale che istituzionale ... quella particolare Misericordia che Papa Francesco ci indica.


"Chi semina abbondantemente abbondantemente raccoglierà, chi semina scarsamente scarsamente raccoglierà. Ognuno dia quanto ha deciso nel proprio cuore. Dio ama chi dona con gioia. Lui che non fa mancare il seme al seminatore vi sarà abbondanza di seme ..."

Ormai Estate Ragazzi sta volgendo al termine, ringrazio Dio per la sua bellezza, nel contempo indirizzo lo sguardo al "nuovo" e "antico" cui sento di dovere "coraggiosamente" corrispondere.

Sabato scorso, giorno del "Cuore Immacolato di Maria" mi è arrivato un bellissimo dono: vorrei farne simbolo del nuovo cammino e servizio alla fede, della nuova "semina", che mi aspetta.      

25 Giugno 2015 Giovedì

"Sono prostrato nella polvere / il mio corpo è steso a terra" (Ps 43) 

Questa espressione del salmo di Ufficio delle Letture, dice lo stato del giorno seguente la fine di Estate Ragazzi. Come dopo una grande battaglia: non si sa se dar più peso al dolore delle ferite, o alla gioia della vittoria. Stanotte gran raffreddore, annunciato dal mal di gola dei giorni scorsi. Stanchezza, ansia, clima variabile dei giorni scorsi ne sono la causa. Mi manca il "Cammino" a questo punto dell'anno. Ma già stato felicemente sulla Plata, devo accontentarmi e ringraziare. 

 

Estate Ragazzi è cominciata e finita proprio bene. Anche il suo percorso è stato bello: numero crescente di animatori e ragazzi, qualità sempre più alta delle attività. Valeria perfetta. Clima umano sereno e ambiente sempre più accogliente. La parrocchia di Piumazzo, bellissima in sè, quando è piena di ragazzi diventa splendida. La serata finale, semplicissima nella preparazione, al limite della improvvisazione, ha manifestato con trasparenza il valore positivo dei legami e della vivace creatività di queste due settimane.

 

Pur immensamente contento, sono a pezzi. Giornata oggi di preghiera e di riordino. 

Avrei voglia di mare, di una spiaggia silenziosa, sole e lettino a sdraio ... 

Mi aspetta il riordino degli ambienti, del materiale, preparazione di quanto occorre per la grande festa sui pattini ... Altro che serata di silenzio!  Comunque una buona preghiera rigenera il corpo e l'anima. Filo conduttore è la "conoscenza di Dio". Come si fa a "conoscere Dio"?

Studiare, riflettere ...?  Anche! Ma specialmente: "Beati i puri di cuore, perchè vedranno Dio".

 

Ripresa della visita malati in ospedale, appena mi sarà un pò ripreso. Domani funerali di Santi Tonino, originario di Verica, un uomo che fece con abilità ogni genere di mestieri, rimanendo però sempre povero. E' stata una vita serena la sua, ma forse insegna che sarebbe meglio, potendo, dedicarsi ad una cosa sola o a poche cose nella vita e farle al meglio.  

Funerale anche di D. Dario Zanini, parroco di Sasso, mio "maestro" di alpinismo. Quando venni a Piumazzo disse: "sarei stato contento ti avessero mandato mio successore a Sasso Marconi" 

 

Una voce gentile chiede di venire a trovarmi, con una amica di Monterenzio, una bimba di Estate Ragazzi di quindici anni fa ... "Valentina Nerozzi, si ricorda? ... perse la mamma ...". Al principio faccio un poco fatica a dare un volto a questo nome, poi riaffiorano i ricordi e viene in mente una ragazzetta, vivace, determinata ... Tuttavia realizzo la superficialità del nostro rapporto, sufficientemente significativo tuttavia per desiderare un incontro.

 

Ecco allora il luogo dove "conoscere Dio"! Non solo per via di sacralità, preghiera e sacramenti, ma anche per via di amore a chi ci sta vicino. Profondità significa attenzione, calma, interesse, piacere della presenza, conoscenza, partecipazione alle gioie e dolori gioie e dolori ... Durante Estate Ragazzi ero attento sopratutto all'insieme, al ritmo della attività, alla forma che prendeva, al clima, all'ambiente, alle "cose". Credo sia necessaria questa attenzione, ma la "profondità" della relazione, la conoscenza, è un altra cosa. L'annunciato incontro con Valentina mi apre a questa dimensione. Conoscenza di Dio e conoscenza delle persone sono una medesima strada 

30 Giugno 2015 Martedi

Il ricordo bello delle settimane passate non si cancella, anzi cresce in gratitudine. La stanchezza tuttavia non accenna a diminuire, come una pila scaricata, non più capace a riprendersi. Tante cose dopo la fine di Estate Ragazzi: bella serata del pattinaggio, con i cortili pieni di gente e uno spettacolo oggettivamente di alta qualità. Impressionano i gruppi di pattinaggio sincronizzato (scuola skate di Calderara) che esprimono la bellezza delle cose fatte insieme, rispetto a quelle individuali, o di piccoli gruppi. I pattinatori solitari sono noiosi, specie se si prendono troppo sul serio, ma quelle figure di gruppo sono davvero incantevoli. 

 

Il venerdi, dopo il funerale di Tonino, a Bologna a ritirare la Yamaha. Scoperta rassicurante che esporsi all'aria (calda) è terapeutico per la gola e sopratutto per lo stress. 

 

Domenica pomeriggio, dopo il bel pranzo con le Suore a casa di Luigi e Noemi, ispira "spianare" la IBR con una serie di visite malati nel circondario, Franco Simonini in via Manelle e Anna Orlandi a Bazzano, poi giretto per le colline di Guiglia, a celebrare il creato a inizio estate. Noto che la targa è ED "Exaltate Deum" e i numeri 30 345 ricordano il salmo 30: "quanto è grande, Signore, la tua bontà, la riservi per chi ti teme" e sul finire il ritmo di progressione delle marce alte: 3° 4° 5° ...

A seguito della trasmissione su Sat 2000 "Beati i puri di cuore" ispira riflettere su questa virtù. Già la guarigione del lebbroso, nel vangelo di alcuni giorni fa, offre la bella preghiera: "Signore, se tu vuoi, puoi purificarmi"; si comprende che la purezza è una "guarigione", dono di Dio da chiedere sempre, prima che nostra conquista etica. Anche il vangelo della donna che "perdeva sangue" è allusione alla purezza, frutto di guarigione, in virtù della fede. 


Nella prima lettura di oggi, uscita di Lot da Sodoma e Gomorra, immagini simbolo della impurità. Dio castiga "con fuoco e zolfo, che scendono dal cielo" e chiede a Lot di uscire da quella città. Segno che, di fronte alla impurità, l'uomo è impotente e può solo "fuggire" senza entrare a compromessi, questo significa il "non guardare indietro". Nel contempo Lot trova rifugio in una città vicina, risparmiata dalle fiamme. Non occorre dunque "uscire dal mondo", ma trovarvi un riparo protetto da Dio. Sodoma e Gomorra sono di scottante attualità: colpisce una immagine reale di una spiaggia, piena di corpi tatuati, orripilanti, e su una schiena di un uomo, tatuata in grande, la scritta: "I love the devil" ...


Lettura del libro di Erio Castellucci "Non temere piccolo gregge". Ne ricavo la prospettiva di unire, il prossimo anno, il tema della Famiglia e quello della Chiesa. Fare in modo che la Chiesa (Parrocchia) sia sempre più Famiglia (primato delle relazioni affettuose, sopra le organizzazioni, i numeri e le attività)  e che la Famiglia sia sempre più Chiesa (dove le relazioni affettuose siano animate dalla Parola di Dio, la Preghiera, l'Eucaristia e la fraternità missionaria) 

La purezza, che rigorosamente attiene all'universo della sessualità, è una virtù che si accosta a tanti altri universi vitali, divenendone come la corona e il centro. Per esempio alla sfera della umiltà, della dolce obbedienza, della serena sottomissione, della gratitudine nella contrarietà. C'entra col cibo, il lavoro, il sonno, l'uso del danaro ... In ogni cosa ci si può chiedere: "come fare ad essere puri?" 

 

Essendo un dono di Dio, non esiste senza preghiera, va richiesta con la preghiera e accolta quando il Signore la concede. Altrimenti diventa sforzo sterile, accompagnato alla tristezza di una privazione. La parola che più le si coniuga è "bellezza". 

 

E' una virtù che si addice ad ogni età, anche se ha una fecondità speciale nella giovinezza e una facilità maggiore nella vecchiaia. Non per "calo di desiderio" ma per la sapienza che l'esperienza offre. L'anziano conosce le gioie della impurità e anche le sue delusioni. Il giovane vive molto di sogno e una certa "libertà" può parergli fascinosa e opportuna. L'anziano, se non si ravvede, dando retta alla coscienza, anche naturale, entra nella strada della "giustificazione", dimostrando lecito e buono quanto che non è. San Paolo mette in guardia dicendo: "nessuno inganni in questa materia il suo fratello". Tutta la cultura di oggi è su questo versante, anche molto di quella cattolica. 

 

Cerco in una libreria religiosa testi sulla purezza, non ne trovo. E' comprensibile, dopo tanta retorica passata, dopo tanta paura frustrante e deviante, un poco di silenzio forse ci sta. Ora è tempo di riparlarne, sapendo che è un percorso, una guarigione e una grazia. Magari non è di tutti e forse anche di pochissimi. Da essa dipende la vitalità della vita consacrata. Gesù la collega al cuore e non al corpo: "Beati i puri di cuore". Si comincia il cammino della purezza controllando il cuore, i pensieri, gli sguardi, i desideri, i sentimenti, tutti, anche quelli che non attengono alla sessualità, vagliandoli alla luce della Parola e della esperienza. Vertice di questo cammino è la trasformazione dei rapporti personali quotidiani e una vita nuova al cospetto di Dio, specialmente nella liturgia.


"La vita dipende dal pensiero, tu diventi quello che pensi. E la gioia ti seguirà come un'ombra senza lasciarti più" (Budda)


"Diceva un foglio bianco come la neve: "Sono stato creato puro e voglio rimanere così per sempre. Preferirei essere bruciato e finire in cenere che essere preda delle tenebre e venire toccato da ciò che è impuro". Una boccetta di inchiostro sentì quello che il foglio diceva, rise nel suo cuore oscuro ma non osò mai avvicinarsi. Sentirono le matite multicolori ma anch'esse non gli si accostarono mai. E il foglio bianco come la neve rimase puro e casto per sempre, puro  e casto, ma anche vuoto" (Ghibran).   

1 luglio 2015 Mercoledi 

L'amore è conoscenza. Nasce dalla conoscenza e porta alla conoscenza. 

Oggi voglio dedicare ogni energia, specie negli incontri e nella preghiera, a questo.

La conoscenza è un rapporto vitale e il rapporto sessuale è vertice della conoscenza. 

La purezza è preparazione a questo vertice e nel contempo va oltre. Il rapporto sessuale è in ordine ad una conoscenza terrena, ma il Signore ci introduce anche in una esperienza soprannaturale. Il limite della impurità, oltre alla "mescolanza" di bene e male, è che impedisce il desiderio del cielo. Dio non vuole una "spiritualizzazione" della vita, ma ma apertura di tutto l'essere, corpo e anima, ad sua dimensione più alta e più vera.

 

(Dalla trasmissione "Beati i puri di cuore":)

"Noi abbiamo la libertà di scegliere cosa fare, con la nostra storia. La parola del Qoeleth: "c'è un tempo per ogni cosa" non indica indifferenza fra gioia e dolore, perdere o trovare, ma che in ogni condizione possiamo vivere la dimensione più alta, quella del rapporto con Dio, nella libertà." 

 

"Beati quelli che sono feriti, perchè potranno curare gli altri e guarire le stesse ferite.

Beato chi non aspetta di essere perfetto per seguire una strada, perchè così renderà quella strada possibile a tutti.

Beati quelli che scoprono la verità su se stessi, perchè così saranno liberi di amare davvero"

 

"Beati quelli che non avendo il male nel loro cuore non lo vedono in quello degli altri. Essi non conoscono rancore, malizia, ed entrano nel Regno die cieli indossando la veste della purezza. 

Beati quelli che riescono a perdonare, perchè Gesù ha insegnato questo, quando sulla croce ha perdonato al ladrone. Chi sa perdonare alla fine della propria vita, vedrà il volto di Dio.

Beati quelli che non si vantano, che non mettono se stessi davanti a tutti, ma fanno tutto, anche se poco, con amore e per amore. Dio non è un giudice, non ci giudicherà per i nostri peccati, ma per quanto avremo amato, donando noi stessi"


"La purezza è quel candore che ognuno di noi porta nel cuore, come un piccolo seme, messo il giorno in cui siamo stati battezzati, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E come un seme ha bisogno di sole e di nutrimento, così bisogna che noi non lo dimentichiamo, e che lo facciamo diventare un bellissimo fiore"

2 luglio 2015 Giovedi 

"dispiace che molti sacerdoti sembrano non credere più alla santità, ad una misura alta della vita cristiana, si sono abbassati molto ..."  (Intervista in Beati i puri di cuore)

 

Il rapporto vivo con Maria e la preghiera del Rosario conservano il cuore puro. L'anno del Giubileo inizia l'8 dicembre perchè "dal cuore materno e Immacolato di Maria nasce ogni misericordia" (Papa Francesco)

 

3 Luglio 2015 Venerdi (S. Tommaso) 

Una preghiera e un augurio speciale per il nostro Tomaso (con una "m" sola) 

Giornata serena, pur con apprensione per la salute di papà, al Pronto Soccorso per anemia. Finite riunioni per il Programma Famiglia, per la Festa di S. Giacomo: piccoli gruppi, ma motivati. Importante è "fare le cose per amore e con amore", anche se sono cose piccole, e si è pochi. 

 

Il n 30, inizio della targa IBR, fa ispirare ascolto e pratica della la lezione 30 di Padre Gasparino sulla Scuola di Preghiera: ultima lezione sul Ringraziamento, dopo sul Padre Nostro. Cita una frase del Corano: "Se tutta l'acqua dell'oceano diventasse inchiostro, non basterebbe per scrivere sulla carta i doni di Dio". "Santificare le gioie della vita con un sincero grazie, imparare a ringraziare anche per le difficoltà e contraddizioni della vita, aiuta a non perdere mai la serenità. Su questo tema c'è una piaga diffusa: il brontolare, che è l'opposto del ringraziare. Brontolare è distruggere, ringraziare è costruire. Cè un brontolare particolarmente nocivo: il brontolare a bocca chiusa, col malumore, il muso. C'è chi fa anche tutti i propri doveri, anche più duri, ma brontolando. Questo non va bene, e può essere curato dalla preghiera di ringraziamento"

 

4 luglio 2015 Sabato (S. Elisabetta di Portogallo) 

In piana notte, nell'appartamento a fronte della mia camera, rumori di macchine, voci di donne, forse un laboratorio artigianale. Difficoltà in più, per i poveretti dal sonno disturbato. Si cerca di continuare la preghiera di ringraziamento "anche nelle difficoltà e contraddizioni". Vengono pensieri di impazienza, ipotesi di denuncia, poi penso: "Ma tu conosci quella famiglia? Lo sai perchè lavorano di notte? Nella conoscenza e non nella contrapposizione sta la via di Dio".

 

Leggo vita di S. Elisabetta di Portogallo. A parte la simpatia per il suo amore per i pellegrinaggi a piedi a Santiago di Compostela, colpisce come nella sua vita non ci sia mai stato un programma prestabilito; anzi lei si è sempre trovata in situazioni opposte a quelle che avrebbe desiderato. Eppure si vede come ogni suo gesto sia come mosso dallo Spirito santo, per portare in quel momento, e in quella situazione, la grazia di Dio. In questi giorni estivi ho come obiettivo la costruzione del programma pastorale per il prossimo anno. Questo è un bene, ma il primo vero programma è seguire ogni momento la voce dello Spirito, fare le opere buone dove ti trovi e puoi ora compiere. Preghiera per le donne del laboratorio notturno, fronte finestra.

 

Dopo una serie di vicissitudini, papà è ricoverato all'Ospedale di Bentivoglio: anemia e problemi renali. Sappiamo il quadro clinico, quale le cause, proviamo a dire ai medici cosa vorremmo, ma i responsabili sono loro e ogni Ospedale ricomincia da capo gli accertamenti, anche avendo in mano esami fatti da pochi giorni. Davanti ad un corpo indebolito in più parti, ognuno ha la sua valutazione, sul settore più grave, e nascono letture contrapposte. Non ci si rivolge alla struttura di Castelfranco, perchè il prof. Garoia va in ferie. Consigliano Vignola, ma il babbo non ci è mai stato e preferisce S. Giovanni in Persiceto dove conosce l'ambiente. Ma l'ambiente non conosce lui: dopo una lunga visita, comunicano che in reparto non c'è posto e propongono trasferimento a Bentivoglio. Sfinito papà accetta. Arriviamo in una struttura vecchia, le camere strapiene, l'aria condizionata non funziona, medici e infermieri non ti conoscono e tu non li conosci. Pentimento di essere finiti lì. Depressione del babbo, così alla sera, dopo la messa, torno a Bentivoglio, per stargli vicino. Mi ringrazia molto. Il primo vero viaggio della moto misericordia. 

tramonto, lungo la traversale di Pianura, alla altezza di Sala Bolognese.
tramonto, lungo la traversale di Pianura, alla altezza di Sala Bolognese.

ore 23,45 Finita la festa alla Casa di Caccia, oltrepassato Villa Cacciari col "Festival del nuovo mondo" dalle forme Cyper Hippies: luci soffuse, atmosfera vagamente esoterica, velleità naturalistiche, minimalismo estetico decadente. Torno a casa e faccio il punto sulla situazione. 

 

Padre Gasparino insegna che "anche nelle più grandi disgrazie, bisogna ringraziare". Se Dio è presente dietro tutti gli avvenimenti della vita, se "anche i capelli del nostro capo sono contati", una cosa è certa: l'esperienza di quelle che noi chiamiamo "disgrazie" è accompagnato dalla sua mano. Non è il nome giusto "disgrazie": si tratta di momenti duri, nei quali Dio sembra chiederci qualcosa di impossibile, ma è proprio questa nostra resa, nella fede, che permette a Lui di agire. Se consideriamo attentamente la nostra vita passata, ci accorgiamo, anche se non vogliamo ammetterlo subito, che i momenti in cui siamo cresciuti davvero, sono stati i momenti di dolore. Quando tutto fila liscio, malati di infantilismo come siamo, ci sediamo, compiaciuti, ai paracarri della vita. Ma la vita non è sosta, bensì cammino, è il dolore che ci fa camminare. Quando uno entra in questa ottica, non teme più la croce. Vertice della fede è la fede nella croce: l'ora in cui "quanto è impossibile all'uomo diviene possibile presso Dio".

 

La malattia di papà, il percorso estremo che da oggi inizia, per lui e per noi, voglio viverlo con fede. Verrebbe voglia di agitarsi, di rassegnarsi, di arrendersi, invece è importante che insieme percorriamo questo cammino, in cui Dio non è lontano, ma massimamente vicino. Prego per la sua salute, perchè "gli si fermi il flusso di sangue" come la donna del vangelo, e perchè Dio compia in lui e in noi la sua volontà. Papà è bravo: pur col suo cararatterino è pieno di pazienza e gratitudine. Per pudore non lo da a vedere, ma credo anche che preghi spesso. Ringrazio Dio anche dei disagi di questa situazione, di dovere partire presto domattina, prima della messa, a portare la mamma a Bentivoglio: 80 chilometri di amore.

 

Alla "casa di caccia", con Armando parlo di quel parrocchiano ricco che in poco tempo per investimenti sbagliati perde tutto e di quella anziana sposa bloccata dalla depressione ... per essi prego stasera e domattina. Partito col timore, questa cena invece si svolge in modo dolce e sacerdotalmente ricco. 


6 luglio 2015 Lunedi S. Maria Goretti

"ha suscitato per noi una salvezza potente, nella casa di Davide"

La testa è piena di pensieri, progetti, preoccupazioni ... orizzonte sempre sul "cosa fare", alternando sentimenti opposti. Il versetto del "Benedictus" dice che la salvezza viene dalla "casa di Davide": è la persona di Gesù. Ripetere spesso questo versetto.

 

Non la mia riuscita, ma Gesù è la purezza

Non il mio progetto, ma Gesù è l'anno della Misericordia

Non le mie parole, ma Gesù è il perdono

Non i nostri programmi, ma Gesù è la Famiglia 

Non la mia ansia, ma Gesù è la salvezza di papà

Non la gioia della moto, ma Gesù è la strada

 

Nell'anno della famiglia consegneremo una immagine della Sacra Famiglia: sarà importante considerare la presenza di Gesù Bambino, una figura piccola, ma è quella che illumina tutto.  

Occorre non saltare questo passaggio: Gesù Bambino non è solo simbolo di ogni figlio e di ogni bambino, è prima di tutto segno della presenza di Dio, nella persona unica e viva di Gesù. 

 

Ora visita malati, ma al centro non c'è l'atto umano di vicinanza, ma la presenza sacramentale di Gesù, attraverso il sacerdote. "Questo luogo è santo: qui è la casa di Dio, qui è la porta del cielo"

 

7 luglio 2015 Martedi 

il più grande rischio di un viaggio, l’unico veramente irreparabile, è il non partire”

Nella vita spirituale, tanto è importante il viaggio, quanto la casa. Movimento e stabilità, ricerca e pace. E' singolare come l'arrivo della moto raffreddi gli entusiasmi pellegrini. Più si va veloci col corpo, più lenti si va col cuore.

 

Comunque la moto è fonte di gioia. Ormai sono un centauro esperto (sic), mi è stata portata anche l'immagine della Patrona dei Centauri, la Madonna delle Grazie di Alessandria.  E' così bello viaggiare in moto, che se anche avessi speso la cifra di acquisto, per l'esperienza di queste due settimane, ne sarebbe valsa la pena. Ho una guida dolce e tranquilla, ma ogni tanto viene voglia di velocità e allora si apre l'acceleratore, sentendo come un uscire da sè tutte le tensioni, le stanchezze, per un bagno di energia rigenerante. Liturgia della strada.

 

La dottoressa Fuzio di Bentivoglio dà buone notizie su papà: "L'abbiamo rimesso a posto, alcune analisi ancora da fare, ma pensiamo presto venga a casa" Questo porta serenità in ogni prospettiva, anche non strettamente famigliare. Faccio poco, anche per il caldo, ma le giornate non sono vuote. Non ancora iniziato il lavoro di programmazione, anche se molte parole, eventi, riflessioni, ruotano attorno al cammino pastorale del prossimo anno. Sento un appello a puntare meno sulla organizzazione, più su una "conversione" personale, spirituale, attorno a cui costruire uno stile di servizio. Tante cose vanno bene, si tratta di collegarle, non disperderle, migliorarle.

 

Due luoghi culturali frequento ora: I Miserabili di Victor Hugo e i film di Zhang Ymiou "la foresta dei pugnali volanti". Forme meravigliose, che rivestono l'universo articolato e drammatico dei sentimenti e vicende umane. Mondo altissimo, eppure con abissi di oscurità e tristezza. Se conoscessero Cristo!

 

La lettura che stasera faccio de "i Miserabili" mi rivolge invece il monito:

"Se tu conoscessi i poveri! ... Ma tu non li vedi!..." 

"Come mai, Signore, non li vedo? Come mai mi commuovo dei poveri di un romanzo e rimango insensibile a quelli veri?"

"Perchè sei preso da te stesso ...  dal tuo benessere, dalla tua moto, dal piacere dei viaggi, o anche della vita pastorale " 

"Come posso fare Signore a convertirmi? 

 

E' facile che il prossimo Anno della Misericordia si fermi ad una serie di iniziative superficiali, cose e parole che non cambiano la vita, nè nostra, nè degli altri ... "Gesù, fa che colga questa occasione per cambiare veramente, non tanto esternamente, ma interiormente, nel cuore"... Forse non a caso la Provvidenza mi mette fra e mani "i Miserabili",  commento profondo e vero alla Misericordiae Vultus di Papa Francesco

 

9 luglio 2015 Giovedi

Iniziando la Liturgia delle Ore, colpisce quel "Signore apri le mie labbra, la mia bocca proclami la tua lode". Bocca e labbra, che parlano, bevono, respirano, baciano. Bocca e labbra, porte della intimità. Rapporto con Dio delicato, personale, vivo, intimo.

" ... e dirigere i nostri passi sulla via della pace". Lotta e pace,  per chi vive in Dio. 

 

Sto benino. Forse il fresco tornato, concilia un riposo maggiore. Forse la lunga pedalata di ieri, su invito (scoperto il meraviglioso percorso Secchia) contribuisce a rilassare corpo e anima. Comincio a pensare e preparare futuro. Se il rapporto personale con Dio, nella preghiera, rimane vivo, tutto andrà bene.

 

IDEE SUL CATECHISMO 

Mi colpisce una frase, legata all'apprendimento dei mestieri: "certe cose si imparano solo da piccoli". La collego al mio pensare il catechismo, alla penosa sensazione che tutto quello che facciamo non entra nel cuore. Non è colpa dei bimbi, o dei catechisti o delle famiglie. Dopo quattro anni di parrocchia si ha la netta sensazione che i bimbi non abbiano alcuna "esperienza della fede". Vengono velocemente risucchiati nel vortice del pensiero mondano, della bestemmia e della impurità. La assenza di segnali, di ragionamenti, di criteri evangelici nelle scelte quotidiane, testimonia unanime estraneità alla fede. Una cinquantina di anni fa, anche chi era "contro", aveva un "senso della fede" che emergeva, a tratti, magari trasformato. Oggi l'impressione che ci sia il nulla, l'insignificanza, indifferenza più di contrarietà. 

 

Poi l'altra frase, questa del vangelo, "Non date le cose sante ai cani", riportata questa mattina nella meditazione delle Letture sulla Eucaristia. E' giusto portare molte persone a messa (penso al catechismo come lo facciamo ora) per poi offrire un dono prezioso, che non capiscono e non amano. Certo, tutto comincia dalla nostra conversione personale, ma insieme abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso "le cose di Dio".

 

L'idea che viene è "impegnarsi da piccoli", in un percorso che cominci col Battesimo, e il prebattesimo, alla portata delle persone reali, continuativamente fino al massimo degli otto anni: "certe cose si imparano solo da piccoli". Coi genitori, cui piano piano si affiancano alcuni "catechisti". Offrire da piccoli tutti i sacramenti: Cresima, Comunione, Confessione, senza pretendere nulla. Un semplice dono, come il Battesimo. Preparazione temporalmente semplice, ma ben curata, condivisa, di qualità, a misura di destinatario. Esperienza che lasci in tutti un buon ricordo, la sensazione del "mondo della fede", in cui si respiri la "fragranza dello Spirito". 

 

Poi un percorso a "imprese": piccole proposte operative di gruppo, brevi e pratiche, legate alle persone, ai bisogni che emergono, per coltivare la vita in Cristo in chi resta o ritorna. Per esempio una impresa "liturgica", una impresa "caritativa", una impresa di "conoscenza", ("date ai piccoli una matita e un libro" dice Alaya) una impresa sul "creato" ... Sarà la fantasia, l'entusiasmo, la capacità di creare legami, sopratutto la potenza della fede a vincere.  

10 Luglio 2015 Venerdi

"Ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi". Gesù conosce le nostre difficoltà. 

Con questa espressione del vangelo di oggi, continuo la mia riflessione sul catechismo. Qualcuno dice essere brutta la parola "catechismo", evocante fatiche vane, per bimbi, genitori, educatori e parrocchie, mentre bella è la parola "cammino condiviso di fede, per conoscere Gesù e il suo amore ". Occorre cercare di portare sempre il catechismo alla sua verità. Le riflessione di ieri erano troppo problematiche e utopistiche, le completo con le seguenti: 

 

1. La via della educazione non è mai la scorciatoia più facile

2. E' bene che sia la parrocchia ad educare e non il parroco in solitaria

3. E' saggio conservare quello che c'è già, anche se occorre cambiare quello che non va

4. Occorre formare i catechisti affinche siano veri educatori alla fede

5. Il ruolo del parroco è quello di guidare, indirizzare, sistemare paletti contenitivi e aprire strade anche nuove, ma sempre condivise

6. I catechisti che si hanno possono avere tanti limiti, ma sono loro che vanno accolti, divenire oggetto di cura, aiutati e formati, perchè la via della educazione prevede che crescano nella fede e nell'amore i bambini e non meno gli adulti

     Riassumendo, le parole guida siano: cura, apertura processi, accoglienza, comunitarietà, fiducia, corresponsabilità, gratitudine, gioia. 

 

"Santo è il tempio di Dio che siete voi". Attenzione alla propria vita spirituale, non come ripiegamento su di sè, ma un rapporto vivo e vero con Dio persona, sorgente di ogni bene, della propria pace e sopratutto della propria verità, santità e purezza, porte di accesso al vero servizio 

La santità e purezza sono possibili sempre, per chiunque, nella condizione di vita in cui si trova. Perchè se la santità e purezza sono una cosa sola, conformità, nello Spirito, del proprio cuore a Cristo: i modi per viverle sono molteplici, ognuno secondo la propria situazione di vita, che significa la propria vocazione e missione. La mia santità si forma a Piumazzo, con la mia età, storia, indole, errori, virtù, sogni, peccati e volontà di conversione e amore.

***** 

Oggi pomeriggio ritorna a casa papà. Il suo periodo di ospedale, in virtù della visita giornaliera, coincide con il rodaggio della piccola Yamaha. Una ottantina di chilometri al giorno, per otto giorni. Percorsi 650 km con 18 euro di carburante. Significa che con un euro - la piccola "purezza" (chiamata così per il suo colore bianco) - fa 35 chilometri di strada. Si viaggia quasi gratis, oltre che con gusto. Grazie, Signore!

Finalità celebrativa, liturgia della strada, rendimento di grazie, per il mondo che attraversi, i vasti orizzonti che vedi e sogni. Piacevole scoperta che in moto il cuore si calma, il corpo si rilassa, la mente si dispone a coltivare i pensieri positivi e la preghiera. Proprio come in pellegrinaggio. 

11 Luglio 2015 Sabato S. Benedetto da Norcia

"Non ero profeta, nè figlio di profeti, ero mandriano e agricoltore, il Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo il gregge e mi disse: Va profetizza al mio popolo, Israele" Amos 7,15

Anche io figlio di agricoltori e per indole atto a piccole mansioni pratiche. Chiamato ad essere "voce di Dio". Quale messaggio ho nel cuore, da offrire? La via del pellegrino. 

1. strada, come casa e chiesa

2. gratitudine, a tutti non legato a nulla

3. preghiera, come cibo, gioia e lavoro.

In questa piccola sintesi, che il cuore declina e l'esperienza conferma, mi chiedo il posto che hanno gli altri, il servizio in una comunità stanziale, come una parrocchia ...

 

L'Inno di S. Paolo apostolo agli Efesini, nella seconda lettura della Messa, quasi conferma un orientamento di vita teso alla accoglienza del dono di Dio: primato della grazia e della lode. L'anima sembra che nulla altro abbia da fare che capire, accogliere, custodire e ringraziare. Sembra che non ci sia nessun lavoro da compiere, solo credere e amare: "chiamati ad essere santi e immacolati al suo cospetto nell'amore". Purezza, come grazia, non sforzo. 

 

Nel vangelo si aggiunge un orientamento operativo e pastorale: "Il Signore chiamò a sè i Dodici (prima parte, la grazia) e prese a inviarli a due a due, e dava loro potere sugli spiriti impuri (seconda parte, la etica). A Dio e alle anime io dono il carisma di pellegrino: la preghiera continua (come dovrei farla!) la gratitudine, resa pura dal distacco e infine un andare sempre, che non sia dispersione, ma tensione teologale "all'oltre" ...

 

Questo orientamento, tanto più profondo, quanto le circostanze esteriori, benedette da Dio,  ne impediscono la realizzazioni pratica, viene arricchito e corretto dalla dimensione stanziale e pastorale, con l'ordine concreto, chiaro, per me tanto nuovo e difficile, di "andare due a due".

Significa che non non si deve fare nulla da soli, ma in ogni passo ci sia qualcuno vicino. Presenza della comunità, in ogni gesto e aspirazione. In secondo luogo, quel "due a due", anche se per la prima volta fu detto agli Apostoli, si riferisce esistenzialmente alla Famiglia. Il pellegrino inizi dunque una vera pastorale famigliare, con le famiglie, protagoniste nella chiesa.

*** 

E' morto il Card. Giacomo Biffi. Ha consacrato la chiesa di Piumazzo 25 anni fa e porta il nome del nostro Patrono. E' il Vescovo che mi ha mandato parroco a Pizzano, invitandomi a non far confronti fra parrocchie, ad essere sempre semplice e modesto: "Mi dicono che sei corto nelle prediche: è il più bel apprezzamento che si possa fare a un prete! Se parli bene, avranno voglia di riascoltarti, in caso contrario, non li stancherai troppo ..." Il Vescovo che ha insegnato a credere alla verità oggettiva della fede e a prendere sapiente distanza da ogni altra cosa. 

12 luglio 2015 Domenica 

Profonda impressione della testimonianza di Sr. Cleliangela alla cena di beneficenza, per la Missione in Brasile delle Minime. Discorso forse un pò troppo lungo, nel contesto di un convito, ma efficace nei contenuti, almeno per me. Lo collego alle riflessioni su cosa bisogna fare, per corrispondere alla grazia di Dio, per noi oggi. Il racconto delle diseguaglianze sociali in Brasile, della bontà religiosa di quel popolo, che pur in mezzo a violenze, corruzione, "sempre benedice Dio, mai si sente una bestemmia".  Nostro primo dovere è ringraziare Dio del relativo equilibrio sociale che abbiamo, e approfittarne per tendere al meglio. Il nostro vero rischio, la corruzione cui siamo tentati, riguarda un affievolirsi dell'anima, su un egoismo di bassa lega. Invece Sr Cleliangela testimonia che mettendosi dentro ad una obbedienza buona (per lei farsi religiosa, per molti di noi creare una bella famiglia) si aprono tante strade di bene: un aiutare gli altri, che poi diventa liberazione dai rischi della nostra vita borghese.

 

La serata di ieri, nel contesto della festa di Madre Clelia, ha avuto per noi una rilevanza, di verità, unità, per il paese, i giovani molto partecipi, i volontari dell'asilo e la Parola di Dio, particolarmente grande. Serata organizzata dalle Suore, dai Volontari, ma specialmente dono della Provvidenza per Piumazzo, per confermarlo nella sua vocazione umana e missionaria.

 

Il vangelo del giorno parla di un "potere sugli spiriti impuri" : cerco di esercitarlo, facendone tabella di marcia:  

ore 13,30 pomeriggio di preghiera e riordino. Preghiera, contatto con Colui che solo è Santo e il riordino è un metodo di "purificazione". "La purezza va per sottrazione" si è detto: comincio col togliere, per oggi, ogni tipo di attività sportiva.

ore 14,30 La preghiera rimette sulla corrente delle Spirito: il suo primo effetto è di mandarmi subito in ospedale, a Castelfranco, dai malati, cercando "contatto vero, magari con uno solo

Ore 16,00 Incontro speciale con molti: col figlio di Filomena, la cui badante Elena, buonissima oggi è in riposo; con Carmela e Luisa all' RSA; specialmente, in reparto, con l'infermiera Lidia, polacca, dolcissima, amica della nostra Irene, con la quale parliamo a lungo delle difficoltà delle mamme. Poi con Luisa di san Cesario, figlia di Giovanni; suo papà ha una situazione clinica molto grave: ispirata, chiede la benedizione e preghiamo per la sua pace, anche nell'ora della malattia. La prossima volta, porto con me l'Olio degli Infermi; il vangelo del giorno dice:"(Gli apostoli) ungevano di olio i malati e questi guarivano". Gioia per il dono di queste visite, frutto della "via della purezza", consapevolmente percorsa ... 

Ore 16,30 Telefonata a don Enzo Stefanelli, ex cappellano dell'Ospedale, che invita a fargli visita: naturalmente dico di sì; così come alla zia, Sr Lucilla, anche lei in convalescenza a Bologna, proprio vicino alla casa di don Enzo: via 21 Aprile n. 21.

Ore 16,45 Lettura su Card. Giacomo Biffi: il Vicario Mons. Silvagni, su Avvenire, invece di parlare di Biffi, riporta alcuni suoi detti, offrendone il ricordo in uno dei suoi aspetti più belli: l'insegnamento. Dopo la sua morte, ricominci la lettura degli scritti del Cardinale, sempre apprezzati, ancora più efficaci alla luce della sua partenza. 

Ore 17,00 Rosario e Vespri con le Suore, davanti alla grotta di Lourdes dell'Asilo, momento di grande pace e occasione di presentare a Maria tutte le intenzioni del giorno

Ore 18,30 Condivisione con le Suore della visita a Massimiliano Biondi.

 Ore 19,00 Lettura de i "Miserabili": riporto una frase dal capitolo in cui sono arrivato, "anima in tempesta". "L'occhio dello spirito non può trovare in nessun luogo maggior fulgore o maggiori tenebre che nell'uomo; non può fissarsi su niente di più temibile, di più complicato, di più misterioso e di più infinito. C'è uno spettacolo più grande del mare, il cielo; c'è uno spettacolo più grande del cielo: l'interno di un'anima ..."  (Victor Hugo)

Ore 21,00 Inventario dei libri del Card. Biffi presenti nella mia Biblioteca, raccogliendoli in un unico luogo. Proposito di acquistare il volume "Le cose di lassù", Esercizi Spirituali al Papa.

Ore 23 Compieta: "... dimora all'ombra dell'Onnipotente e troverai rifugio dalle insidie del male".

 

13 Luglio 2015 Lunedi - Santa Clelia Barbieri 

Desiderio mattutino di fare visita al card Biffi, esposto in Arcivescovado. Durante il "m.pellegrinaggio", preghiera per chiedere la grazia di un cambiamento buono. Davanti agli occhi il Santuario della Madonna di San Luca; nel cuore la figura del sacerdote Antoine Chevrier di Lione, poi Biffi, santa Clelia ... un giorno di grazia.

In piazza Maggiore colpisce la descrizione del Restauro del Palazzo del Podestà: quanto tempo, cura, lavoro, studio, richiede il ripristino del bello: se così le pietre, quanto più le anime!

Sul tavolino di un appartato bar, vicino alla Curia, recito Ufficio di Letture, in attesa che aprano la Sala in cui è esposto il Cardinale; leggo davanti a lui il vangelo del giorno: "Non sono venuto a portare la pace, ma la spada; .... a dividere, padre contro figlio e figlio contro padre, i nemici saranno quelli della propria casa ... chi accoglie voi accoglie me, e chi darà da bere anche solo un bicchiere di acqua, a uno di questi piccoli, perchè è mio discepolo, non perderà la sua ricompensa". Lotta, libertà, umiltà ... 

Nel tornare a casa ispirano alcune telefonate di carità e far visita al Cav Ivo Galletti, a casa sua, per la sua amicizia col Card Biffi. Mi accoglie brevemente, molto gentile, grato.  

Giorno per me di tanti funerali: a Calcara, a Panzano, sostituendo don Giuseppe e don Claudio; a Santa Clelia la sera, affido "la difficile decisione" ... 

In questo momento, a Parma, si laurea la nostra Valeria Ballestri. 


16 luglio 2015 Giovedi - Madonna del Carmelo

Una giornata e mezzo al Lido di Savio, nella casa di mio fratello. L'agenda permette lo stacco, ne approfitto, cercando di viverlo al meglio, per l'anima e il corpo. Una riapparsa dermatite consiglia sole e acqua di mare e allora vada per il mare. Non è che mi dispiaccia. C'è sempre in me un profondo stupore di fronte al mare, specie nelle ore estreme. Quest'anno le albe non sono belle; per il caldo della notte, una foschia, quasi una caligine, avvolge l'Adriatico nelle prime ore del mattino. In compenso bellissime le ore di mezzo: dalle 13,00 alle 15,00 il cielo è limpidissimo, l'aria in movimento dà un effetto ventilatore al cielo rovente, i colori vivi abbagliano gli occhi e li attraggono. Tutto come sospeso; pare di sentire la musica "Summertime" di Gershwin ...


Ho con me I libri Liturgici, "I Miserabili" di Victor Hugo e "Il magico potere del riordino" di Maria Kondo. Una Provvidenza ci guida, quando, fra i tanti libri del nostro scaffale, in occasione di un momento speciale, ci lasciamo scegliere da alcuni testi. In questa breve vacanza - ritiro aspetto un piccolo schema operativo, per una preparazione estiva, non ancora cominciata. Le letture sono tutte azzeccate, così commuove il testo evangelico dei due giorni: "Hai rivelato queste cose ai piccoli ... imparate da me che sono mite e umile di cuore". Ecco lo schema, in quattro parole:

Mitezza / Riordino / Provvidenza / Croce

 

Corrispondono ad un cammino personale, ma hanno anche un valore oggettivo:

*Mitezza: è una sintesi di Cristo, strada che già in parte mi appartiene, che capisco, e dunque debbo coltivare, in modo da "non cercare cose grandi, superiori alle mie forze".

*Riordino: ho già sperimentato tante volte il potere del riordino, ma dal testo che ho in mano desumo alcuni criteri nuovi e importanti, che porteranno grande frutto, non solo per l'estate. 

*Provvidenza: il senso di fiducia nei confronti della vita, sapere che ogni evento, anche il più piccolo, o il più doloroso, è guidato da un disegno di stupefacente amore, lo desumo dalla lettura fiume de i Miserabili. Libro intensissimo, pieno di colpi di scena, capovolgimento di sorti, che alla fine ti porta a vivere in modo intenso, appassionato, ma specialmente libero dal timore della catastrofe, perchè l'ora del riscatto, prima o poi arriva, commovente e sublime. 

*Croce: quando dopo mille traversie, il protagonista de i Miserabili finalmente contempla la sua piccola creatura salvata, la guarda con "lacerante tenerezza". Il tema della "lacerazione" non può mancare in una vita profonda e vera. Non sempre abbiamo i poveri, sempre abbiamo Gesù. 


Messa a Lido di Savio, nella chiesetta di S. Pier Damiani. Rincontro il parroco don Silvio Ferrante, originario di Brescia, cinquantenne, dal fisico alto e asciutto, capelli candidi da saggio, voce calda da poeta. Attrattivo spiritualmente, per il calore delle parole, le attenzioni di carità, la trasparenza della fede. Davanti alla chiesa, proprio a ridosso di una statua di Maria, vedo una vistosa moto blu, Suzuki SV 650; non riesco a non chiedere se quella moto sia del parroco. "Sì, - rispondono alcune anziane, con tono compiaciuto - il nostro parroco è molto sportivo

27 luglio 2015 Lunedi 

"Vieni Santo Spirito" Ti affido questa nuova giornata e settimana. Tu sei Presenza, tu sei Purezza, tu sei Energia, tu sei Orizzonte, tu sei Riposo, tu sei Amore ... 

Ti affido il resoconto delle giornate passate:


Giornate della prima fase del "grande riordino". Cominciato dalla sagrestia, aprendo tutti i cassetti, alcuni chiusi da decenni. Riordino per categoria: libri, candele, oggetti di culto ... e tanti sacchi di immondizia. Poi la zona "atelier" infine conclusione lavori "barchessa". 

Nel contempo preparazione Festa di San Giacomo, appuntamento che da qualche anno mette ansia, come tutte le cose che nascono da un certo entusiasmo creativo, che piano piano si attenua, lasciando più il dovere che la gioia. Ringrazio di questa fatica, che accetto con fede, come tutto quanto è segnato dal declino purificatore. Comunque è andata bene, grazie alla collaborazione di tanti, alla presenza di molti pellegrini da fuori, di Antonio Penzo, don Stefano Savoia, una ventina di giovani da Bagnolo in Piano (Reggio Emilia) e tanti altri ... 


Il venerdi della settimana scorsa "moto pellegrinaggio" al Santuario di Monte Senario, sciogliendo un voto, formulato il giorno della Memoria dei Sette Santi Fondatori, riguardante i lavori alla Chiesa.  Bello il percorso verso Sasso Marconi, Loiano, Passo della Raticosa, Passo della Futa, Vaglia. Viaggio fra curve, salite e paesaggi bellissimi. Non mi ero ingannato sul fatto che la moto "rende bella la strada". Inoltre sperimento la sua potenza meditativa, facilità con la quale i pensieri buoni e le preghiere entrano nel cuore. Ho con me il libro di Biffi "Pecore e Pastori", mi fermo ad ogni sosta, in lettura attenta, e vivo il viaggio come un vero ritiro. La prospettiva che più mi entra nel cuore è la considerazione della Opera di Dio in noi che rendiamo tanto più trasparente, quanto più siamo miti e umili. Al sacerdote non è chiesto di fare tante cose sue, ma vivere con semplicità e fede le Grandi Opere di Dio, quelle che ogni giorno la vita dà.  Al ritorno, per il passo della Raticosa volendo attraversare le parrocchie del mio precedente ministero, Monterenzio, Pizzano, incrocio due grossi temporali, a Bivigliaio, poi a Mercatale, affrontati con allegria e prudenza, attrezzatura adeguata, battesimo del novello centauro.


Aiuto alle parrocchie vicine, con parroci assenti, o per vacanze o Campi Estivi. Lo faccio volentieri, collaborazione e gratitudine per quando essi aiutano me. Funerali a Panzano, a Calcara e l'ultimo a San Cesario, particolarmente commovente, della Albertina assistita all'Ospedale di Castelfranco, con un rapporto affettuoso con la badante e i famigliari ... 


Non avendo intenzioni di Messa, su incoraggiamento dei Genitori e delle Suore, per qualche giorno mi assento, rimanendo vicino, in caso di necessità. Ho con me i libri di meditazione e preghiera, realizzando la parola del vangelo di domenica: "Salì sulla montagna, lui da solo". Prima di partire funerale di Orazio Lolli, accanto a Wanda, Francesca e Maurizio ...

"Vieni santo Spirito" vieni con la tua grazia su Orazio e sul cammino di questa settimana.

2 Agosto 2015 Domenica 

Giorni belli la settimana scorsa al Lido di Savio, nella casa di famiglia, soprattutto pieni di studio. Immersione nell'opera del Card. Giacomo Biffi, specialmente il libro "Pecore e pastori" sul ministero sacerdotale. Anche sue note su "Vocazione al presbiterato" e "Pastorale dei ragazzi e dei giovani".  Con me tanti altri libri, ma il cuore sceglie questi. 

 

Non posso dire siano giorni di riposo, anche se tutto va bene, come sole e alloggio. La gentilezza di Daniele e Barbara del Bagno Lido, mi avvolgono di affetto e la cordialità della Parrocchia di Savio rallegrano di condivisa amicizia. Aiuto un pò don Silvio "il parroco della moto" in un giorno di bisogno. Lo stimo e a Savio lo amano immensamente. Ombrellone in spiaggia di fianco ad una mammina, con bimbo piccolo, cui canta tante canzoncine "di parrocchia", imparate in chiesa e nei Campi Scuola: ne conosce una quantità incredibile. Si sta bene al sole, c'è arietta, l'atmosfera famigliare. Compassione per i tantissimi venditori ambulanti, che vendono poco, poveri fra poveri, volti segnati dalla fatica e dalla ingiustizia. 

Sono attivo e contento, ma al confronto il Cammino ha una pienezza imparagonabile. 

 

Della lettura di Biffi mi rimangono nel cuore alcune sintesi: 

(che accosto alle precedenti di metodo : Riordino/ Mitezza / Provvidenza/ Croce)

Riguardano lo stile giusto di sacerdozio:

Da "Io" a "Cristo"

Da "solo" a "Chiesa"

Da "temporale" a "eterno" 

Da "tranquillo" a "in lotta"

Scritta trovata nei sassoni levigati, lungo il canale del Lido di Savio...
Scritta trovata nei sassoni levigati, lungo il canale del Lido di Savio...

"Il camminare lo alleviava e lo stordiva al tempo stesso; talvolta, nei supremi frangenti, sembra che ci si muova per chiedere consiglio a tutto ciò che possiamo incontrare mentre ci spostiamo"

 (da I Miserabili di Victor Hugo)


Ti ringrazio Gesù del buon pranzo, del buon breve riposo, della doccia, dell'Ora Media, della spiaggia silenziosa, luminosa, colorata, ventilata, della lettura de "i Miserabili" ...

 

Gesù è venuto a portare la "pace", ma solo dopo una grande "lotta" ... Il Card. Biffi insiste sulla necessità di "insegnare": la più grande miseria della umanità, oggi e sempre, è "poveri di verità". Come fare? Il primo problema, dice, non è il "come" ma il "cosa" insegnare... Risoluzione a puntare su un ministero di contenuti, sobrio e mirato, fondato su una potenza oggettiva, sacramentale, dottrinale; fede capace di porsi oltre i limiti personali o ambientali: efficacia tanto più grande quanto veicolata da una fiduciosa umiltà ...

 

ALCUNE FRASI GUIDA DEL CARD: BIFFI:

 

"Presentare tutta la verità senza censure, senza limitazioni. La mentalità eretica è quella che sceglie, accoglie qualcosa, rimuove quanto che non è secondo la "propria verità". Molti non accettano la dottrina cristiana non perchè non la capiscono, ma perchè non gli piace".

 

"Presupposti di fecondità: non senza una grazia dello Spirito Santo, mai condizionata dalle circostanze. In via ordinaria, la fede si comunica con la fede dell'evangelista. Perciò chi si lascia convertire convertirà. Il problema della catechesi sono i catechisti: formare in loro una fede viva e vissuta. Importante quello che si dice; più importante quello che si fa; più importante ancora quello che si è:  vita in corrispondenza alla volontà di Dio " 

 

"Da dove la forza? Dalla comunione col Risorto e dalla connessione con la Chiesa Madre. Una fonte psicologica di energia è la persuasione di come sia bello e importante appartenere alla Chiesa, quanto siano felici e fortunati coloro che vivono la fede e i comandamenti, e quanto sfortunati e poveri coloro che ancora non vivano queste cose. Diverso è il tema della salvezza individuale, che non è nostro compito conoscere, ma consapevolezza che il Padre si occupa e preoccupa di tutti, e a tutti può dare un bene anche per noi


"Richiamo alla "coscienza di verità", in una cultura relativistica e scettica, senza meravigliarsi del rifiuto di chi dice: "chi ti credi di essere"; dottrina non nostra, ma donataci con benevolenza da Dio, nel mistero delle Epifania, "luce" per gli uomini". 

 

"Il catechismo da "scuola" a "comunità giovanile di vita" in cui è sollecitata e armonizzata una pluralità di interessi: preghiera, vita liturgica, istruzione, gioco, in genere tutta l'attività associata"


4 Agosto 2015 Martedì Festa di San Domenico

Giornata bella, ordinata e produttiva. Preghiera del mattino, consapevole che pregare è un atto di verità, un atto d'amore, un atto di utilità, alla portata di tutti. Lavoro al programma dell'anno, visita ad alcuni malati della parrocchia, viaggio a Bologna da S. Domenico. Con "purezza", nome della moto, che papà si è messo ora a prendere in giro, dicendo che non ha un suono da moto, ma da "raganella". Babbo tremendo e semplicemente geniale! La paura della moto ormai in lui è scomparsa, al suo posto impressione di un mezzo troppo piccolo, mite, anche nel rumore ...


Davanti all'arca di S. Domenico, fotografo una frase, incisa sul pavimento, di Dante Alighieri:

Scrivo la pagina di diario, quasi solo per poter riportare un paragrafo bello de "I Miserabili":


"Parigi è più che grande, è immensa. Perchè? Perchè osa. 

Osare: il progresso è solo a tal prezzo. Tutte le conquiste più sublimi sono, dal più al meno, premi di ardimento: perchè la rivoluzione si faccia non basta che Montesquieu la presagisca, Diderot la predichi, Beaumarchais l'annunci, Arouet la prepari, Rousseau la premediti, bisogna che Danton la osi.

Il grido Audacia! E' un "fiat lux": per il progresso dell'umanità occorre che vi siano continuamente sulle vette fiere lezioni di coraggio: i gesti temerari abbagliano la storia e sono una delle grandi luci dell'uomo: L'aurora osa quando sorge: rischiare, sfidare, insistere, perseverare, essere fedeli a se stessi, afferrare violentemente il destino, stupire la catastrofe con la poca paura ch'essa ci fa, affrontare ora la potenza ingiusta, ora insultare la vittoria ebbra, tener duro, tener testa, ecco l'esempio di cui i popoli hanno bisogno e la luce che li elettrizza"  Pag. 579


Alla luce della "conversione" di S. Domenico, mi chiedo quale impresa sono chiamato a "osare"? Cosa corrisponde più al bisogno della Chiesa, alla natura della mia anima, al volere di Dio? 

Scritta sui sassi del Lido di Savio. Al posto di "magia" potremmo mettere la parola "santità"
Scritta sui sassi del Lido di Savio. Al posto di "magia" potremmo mettere la parola "santità"

Ora una scritta da "buon giorno": 

aggiungendo una frase di Victor Hugo sul medesimo tema: 

"Il riso è come il sole: toglie l'inverno dal viso dell'uomo

 

E un'altra, trovata nel Parco di Milano Marittima, lungo il "sentiero del pero":

"Le vittorie, soddisfazioni, gioie più belle, sono venute nei momenti in cui ho speso più tempo, energia, forza; i momenti in cui ho dato tutto me stessa" (Stefania Belmondo)


8 agosto 2015 Sabato S. Giovanni Maria Vianney, "Curato d'Ars",  Patrono dei parroci. 

Risveglio con grande torpore, non solo per il caldo, ma per un senso di vuoto interiore. La lettura de "i Miserabili", che sto felicemente concludendo, è al punto in cui si tratteggia la figura di Marius: la sua dignitosa povertà, perchè è giovane e "accompagnato da un sogno". Mi chiedo quale sia il mio sogno, se io abbia un sogno, se tutto quello che faccia abbia l'aspetto di un sogno: una cosa grande, amabile, cui tendere... Anche la trasmissione televisiva, garbata, di ieri sera su Mino Reitano, oltre a definirlo un uomo "puro", colpisce per la affermazione: "chi ha un sogno in cui crede, a cui dedica tutto se stesso, prima o poi lo vede realizzare"


Decido di dedicare parte della mattinata ad un moto-pellegrinaggio, non ad Ars come vorrei, ma ad un "Curato d'Ars" che ho conosciuto, don Luciano Sarti, sepolto a Poggio Piccolo di Castel s. Pietro. Vado a chiedere di "un cuore infiammato da un sogno". Dopo avere recitato la preghiera allo Spirito "manda un raggio della tua luce" e meditato nel vangelo di domenica la prospettiva di tre grandi sogni: 1. il mondo invisibile, 2. la vicinanza del Padre 3. la vita del mondo ...  

"Don Luciano, nel giorno della Festa del Santo Curato d'Ars, 8 agosto 2015, ti affido il mio cammino sacerdotale in cura d'anime, chiedendo un poco del tuo spirito di fede, dolcezza, preghiera, studio e gratitudine - don Remo Resca". 

 

Attorno al Santuario c'è una grande pace. Durante la recita di Lodi, una piccola zanzara tigre si posa sul mio braccio. Ispira lasciarla fare, guardarla con affetto, sopportare con pazienza la sua puntura (ma quale ne è il senso, perchè la fa, quale effetto veramente produce, oltre al fastidio?) Da questo gesto penitenziale, piccolo dolore accettato e sopportato, nasce una grande pace. 


Sr Flora, Alice e Beatrice salutano per la loro partenza in Africa; anche Massimo viene a salutare per il suo viaggio a Lisbona e Fatima con Claudio e Nadia. Ieri incontro con Anna, tornata dalla Olanda, attraversata in bicicletta con Stefano e Marco. Quante cose belle! Grazie Signore! 

9 Agosto 2015 Domenica 

La nostra vocazione si costruisce giorno per giorno. Non esiste condizione non adatta alla santità: ogni epoca e ogni stato hanno la loro strada di santità, di amore sublime, di martirio. In questo la nostra epoca non differisce da nessun altra, ha le stesse opportunità e i medesimi ostacoli. Diviene santo chi lo vuole, chi lavora giorno per giorno per "conquistare la meta". 

 

Il giardino di via Rismondo è bella metafora della santità: nasce da un bel disegno, semplice e ampio, da alcuni buoni semi, buone piantine e cresce con la continua cura. L'ho visto formarsi, anno dopo anno e ha ancora adesso tante potenzialità. 

Giardino composto di tre parti: il viale; il filare accanto al viale; la corona di alberi con siepe

Sono le tre componenti della vita cristiana: 1. il viale di ghiaino rappresenta se stessi, la propria centralità, umile e dignitosa, piccoli esseri umani e insieme Figli di Dio. 2. I filari accanto, di oleandri e querce inglesi, rappresentano l'importanza degli altri, in un rapporto di serietà e dolcezza. 3. il prato erboso e gli alberi attorno, querce, noci e platani, rappresentano l'universo solenne e divino, che avvolge e rende grande la vita cristiana: la preghiera, lo studio, il dolore; la siepe è il bisogno di protezione e di dare un confine. Infine le due magnolie, profumate e gentili, che stanno all'entrata o all'uscita, indicano la gioia, inizio e fine della vita cristiana. 

 

In risposta ad un ricorrente vuoto nell'anima, rinasce la domanda: "cosa voglio?" "Cosa vuoi Gesù da me?". Sotto il sole che urla di caldo, piacevole, stimolante, attrattivo, faccio visita al cimitero. Sosta sui gradini occidentali, a fianco delle tombe di famiglia Trenti, Vignali, Rondine ... Una brezza leggera mitica l'afa e l'ombra dei grandi cedri dispone l'anima all'ascolto:

"Tu sei un pastore! Voglio che tu sia sacramento del Buon Pastore ..." Le tombe ispirano di cominciare da lì il servizio: verso il mondo invisibile, grande e umile, il mondo dei "morti":  "Chi mangia la mia carne, non morrà in eterno". Prego per le anime del Purgatorio.

Alcune zanzare "pungono", e rinnovo il gioco dell'offerta di questo piccolo sacrificio ...

 

Ho imparato che zanzare non pungono, ma da una sottile proboscide, succhiano micro gocce di sangue, bisognose di proteine, per la fecondazione. Solo le zanzare femmine e gravide compiono questo "lavoro". Il fastidio che proviamo, il rossore e la bolla, non nascono da puntura, ma dalla loro saliva, introdotta come anestetizzante e anticoagulante e qualcuno dice che abbia potere antireumatico per l'uomo. Le zanzare sono creature di Dio, appartengono a quegli alcuni milioni di specie di insetti che esistono nell'universo. Ammirevoli per il senso materno, sfidano ogni minacce, trappole, insetticidi, per compiere il loro naturale dovere.

10 agosto 2015 Lunedi S. Lorenzo martire

Notte caldissima, afa fin dalle prime ore del mattino; poi il fresco.

"Chi vuole venire dietro a me, mi segua, là dove sarò io, sarà anche il mio servo

"Chi semina abbondantemente, abbondantemente raccoglierà, il Signore ama chi dona con gioia" . Termina la lettura de "i Miserabili", lo straordinario libro di questo mese.

Fiato sospeso fino all'ultima pagina, quella più drammatica, dove si intende tratteggiare la povertà più estrema, quella del crimine. Gli assassini, "i banditi", abiezione così profonda del cammino umano. "Che cosa occorre per far svanire queste larve? Luce, luce a fiotti. Nessun pipistrello resiste all'alba. Illuminare la società dal basso " (pag. 707). Il romanzo finisce bene: non solo per gioia del lettore, ma come segno di fede, vittoria del buono e del giusto, di Dio. I romanzi di oggi finiscono invece spesso male, è come scomparsa è "l'alba" dalla cultura. L'assassino oggi non è neppure vestito di stracci, spesso invece avvolto di lusso e considerazione. Il criminale talvolta è l'eroe del nostro tempo: tale dunque il grado del buio.

 

Quale sacerdozio, in una società in cui tutto sembra filare liscio, senza affamati e derelitti, ma vuota, annoiata, non consapevole dei beni che possiede, cinica, impaurita, ignorante ... Condizioni per una miscela esplosiva, di tensione, disperazione, futura povertà e dunque guerra. Portare "luce", di conoscenza, di verità e di vangelo. Luce di bontà, nella pietà, nel perdono. Prepararsi a ore drammatiche. Quello che si profila non è solo una ostilità alla chiesa, ma a tutto quello che di ordine, giustizia, pace. La crisi economica è crisi morale, culturale, sociale, etica ... Al buio ci si prepara seminando luce. La luce del martirio è la più grande.

 

Non siamo ancora alla fine, ma occorre prevedere e preparare. Ognuno ha un suo carisma, un suo compito: il mio è di pastore d'anime a Piumazzo. Approfittare di tutte le occasioni per portare "luce", ogni frammento di luce va perseguito, custodito, alimentato. Luce di cultura, luce di azione, luce di fede. Soprattutto essere nella luce. Il pastore d'anime di oggi è insieme monaco, missionario e, alla maniera di papa Francesco, anche uno che si prende cura del mondo. L'amore all'uomo non porta a trascurare nessun aspetto, talmente la vita è intrecciata e complessa. Senza ansia, perchè il Buon Pastore è Lui, Gesù: "chi vuole venire dietro a me mi segua, e dove sono io, sarà anche il mio servo"

 

"Io sono un guerriero

veglio quando è notte

ti difenderò da incubi e tristezze

Ti riparerò da inganni e maldicenze

E ti abbraccerò per darti forza sempre

Ti darò certezze contro le paure

Per vedere il mondo oltre quelle alture

Non temere nulla, io sarò al tuo fianco

Con il mio mantello asciugherò il tuo pianto"

                                       (Marco Mengoni: il guerriero) 

La liturgia di San Lorenzo, diacono e martire, è circonfusa di pace e speranza. Non si sottolinea la drammaticità della prova, ma la dolcezza del frutto. La difficoltà, come occasione dell'amore più grande. Poi lo spazio si allarga ad ogni vocazione: "Il bel giardino del Signore possiede non solo le rose dei martiri, ma anche i gigli delle vergini, l'edera di quelli che vivono nel matrimonio, le viole delle vedove. Nessuna categorie di persone può dubitare della sua chiamata. Cristo si è umiliato, ecco l'esempio da imitare! Dopo avere percorso tutti i gradi dell'abbassamento, Cristo ascese in cielo: seguiamolo!"

Quale fiore sono io, nel giardino di Dio?

Bellezza del piccolo fiore di campo ....