L'avventura della gioia (3)

4 Aprile 2014 Venerdì -  Giorno dei piccoli

Impressione profonda alla vista di "Hunger Games: la ragazza di fuoco". E' un film altamente simbolico. Mi chiedo: quale è il nemico reale ora da combattere? Da dove viene la minaccia per noi di una vita misera e inumana? Quale forza oscura ci opprime? I giovani amano questo film, ma credo non sappiano dare un nome all'avversario, una direzione alla loro lotta. Ecco il compito e la responsabilità di chi è guida ed esempio. 

 

Il nemico è l'incredulità. Ogni altro avversario fisico, personale o istituzionale, finisce per ritorcere la battaglia contro se stessi. Qualunque rivoluzione, se non individua il nemico vero, e il modo giusto di combattere, diventa involuzione. 

 

NO ad una opprimente offerta di beni di consumo

NO alla tristezza individualistica che scaturisce dal cuore comodo ed avaro

NO ad una ricerca malata di piaceri superficiali

NO alla coscienza isolata

SI, allo sfruttare di più le possibilità della vita, lasciando la riva sicura e appassionandosi alla missione di dare la vita agli altri. (Evangelii Gaudium n 2 e 10)

Senza la tua forza (Spirito Santo) nulla è nell'uomo / nulla senza colpa

Piega ciò che è rigido / scalda cià che è gelido / drizza ciò che è sviato

Dona ai tuoi fedeli / che solo in te confidano / i tuoi santi doni

 

Ogni incendio nasce da una scintilla,

la piccola fiamma di oggi, rimanga e divampi, 

la affido allo Spirito, a S. Giacomo, alla Vergine,

alla preghiera dei poveri e di Cosimo Carlo, di cui oggi celebro la Messa funebre.

5 Aprile 2014 Sabato - Il giorno dei nomi

Sostenere chi vive in prima linea la "lotta": Settimo e Onorato Cornia, Ciro di Grazia e Liliana, Gianna Maccaferri, papà Misaele, Cosimo Carlo, i genitori di Luca ... malati, o provati dal lutto; chi soffre per il futuro dei figli ... questi sono gli "eroi" e "le vittime". Poi c'è una battaglia personale, contro un nemico che tenta di debilitarti: conoscendo i punti deboli, colpisce quando meno te lo aspetti, sfrutta le distrazioni, i momenti in cui abbassi la guardia. 

 

Nel n13 della Evangelii Gaudium, Papa Francesco corregge una visione tragica della lotta inserendola invece in un cammino di "memoria grata". L'Eucaristia è il fulcro di questa visione "gioiosa" della vita, un futuro innestato in un positivo e persistente passato. Collego questa lettura, all'ascolto della Catechesi di Padre Gasparino per radio, tornando da Argile, sulla nostra "incoscienza eucaristica". Nella Eucaristia "c'è tutto quello che abbiamo bisogno, ogni nostra medicina e gioia, se solo sappiamo coglierla"

 

"Sebbene questa missione ci richieda un impegno generoso, sarebbe un errore intenderla come un eroico compito personale, giacché l'opera è prima di tutto sua, al di là di quanto possiamo scoprire e intendere. Gesù è «il primo e il più grande evangelizzatore». In qualunque forma di evangelizzazione il primato è sempre di Dio, che ha voluto chiamarci a collaborare con Lui e stimolarci con la forza del suo Spirito. La vera novità è quella che Dio stesso misteriosamente vuole produrre, quella che Egli ispira, quella che Egli provoca, quella che Egli orienta e accompagna in mille modi. In tutta la vita della Chiesa si deve sempre manifestare che l'iniziativa è di Dio, che «è lui che ha amato noi» per primo (1 Gv 4,10) e che «è Dio solo che fa crescere» (1 Cor 3,7). Questa convinzione ci permette di conservare la gioia in mezzo a un compito tanto esigente e sfidante che prende la nostra vita per intero. Ci chiede tutto, ma nello stesso tempo ci offre tutto" . Evangelli Gaudium n 12 

 

Il santo di oggi, Vincenzo Ferreri, mi ricorda Francisco Ferrer, intellettuale ateo, anticlericale, il cui nome si voleva dare alla via di Piumazzo, ove sta la casa canonica. Tutt'ora F. Ferrer è celebrato da associazioni atee, tipo Aut-Aut, oppure UAAR Unione Atei Agnostici Razionalisti .

Francisco Ferrer
Francisco Ferrer

Paladini della incredulità, certamente fanno tanto male alle anime, ma non sono i nemici più pericolosi. Quello che essi producono, non è altro che una reazione opposta: una fede fondamentalista, quale è la loro posizione. Una islamizzazione della società. Il pericolo maggiore per la fede è interno, l'incoerenza di chi si dice "credente", ma di fatto non lo è.

 

"Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà". La prospettiva della risurrezione cambia completamente l'orizzonte e la direzione dello sguardo e quindi dell'impegno. Il soffrire e morire acquistano una dimensione nuova. Vivere tutto in funzione della risurrezione è il modo giusto di pensare e muoversi. Onestamente riconosciamo che nessuno di noi lo sta facendo: tale è la conversione.

9 Aprile 2014 Mercoledì - Giorno del mondo

"Se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati". La fede via unica di salvezza (senza dimenticare i molteplici modi per viverla). Invito alla missione: "c'è grande goia in cielo per un solo peccatore che si converte". "La missione è il paradigma principale di tutta la attività della chiesa" Evangelli Gaudium n. 16 

 

Fatti differenti nella loro natura, ma accomunati dalla dimensione della "battaglia":

* Incontro con la cara famiglia, i cui figli non pensano di battezzare il loro bambino.

* Seria indisposizione di mamma.

* Risposta evasiva della Regione e allungamento tempi di inizio lavori alla chiesa.

 

Disponibili a "combattere con Dio", con le armi della preghiera, penitenza e evangelizzazione. Rimane "battaglia nella gioia", per la sicurezza della vittoria finale, seguendo Cristo guida. Occorre strutturare bene la strategia: quale preghiera? Quale penitenza? Quale opera di evangelizzazione? Grati a quelli che, senza saperlo, stanno combattendo in prima linea: gli ammalati, gli anziani, i poveri, i moribondi. La parola "agonizzanti" letteralmente significa "coloro che lottano". Gesù offre a ciascuno l'ora e la possibilità di un contributo prezioso. Vivere la nostra giornata di oggi sostenendo sacerdotalmente questa immane umile impresa.

 

Neppure dimenticare di godere delle "vittorie", anche piccole:

* la bella giornata apostolica di ieri

* la soluzione del problema confine campi da gioco

* la nuova famiglia nella canonica della Provvidenza

* la via Crucis di questa sera

 

11 Aprile 2014 Venerdì

Il ringraziamento efficace arma contro il male.

Grazie, per questa sera silenziosa

grazie, per la preghiera davanti al Tuo Volto

grazie per la Via Crucis di mercoledì

grazie per i bimbi che giocano nel prato

grazie per il cuculo che canta 

 

Nei giorni della indisposizione, fine della lettura di "Orgoglio e Pregiudizio" di J. Austen. Iniziato per omaggio a Beatrice, poco alla volta si entra nella umile grandezza dell'opera. Come in ogni esperienza del genere, mi chiedo quale rapporto ci sia fra questa visione del mondo e la fede in Gesù e più precisamente il tema della "battaglia".

 

1. Pur essendo l'autrice figlia di un ecclesiastico, il tema della fede è totalmente assente, se non in chiave polemica. Tutti gli ecclesiatici della Austen sono noiosi moralisti, ossequiosi e interessati. Non uno slancio evangelico, non una devozione, non un impegno per gli altri: interessa solo la sicurezza e il piccolo prestigio personale. Figure meschine, coi peggiori difetti della mondanità, come probabilmente la maggior parte della gente giudica gli ecclesiastici. Credo che l'autrice abbia visto anche ai suoi tempi figure diverse, integre, ma maggiore è stata la sensazione negativa di tanti così.

   

2. Se manca il Dio della Bibbia o della Chiesa, non manca nei suoi racconti il Dio della Vita. L'ammirazione per figure buone e generose, come Jane o Bingley, o vivaci e coraggiose, come Elizabeth e Darcy, il senso della felicità perfetta in un matrimonio dove ci si ami davvero (e l'infelicità assicurata, nel suo contrario), il rispetto per le regole, per la campagna, per la casa, la propria famiglia anche se piena di difetti, il senso della attesa e del sacrificio, della educazione, e non di meno l'ironia, contribuiscono a costruire un quadro teologico affatto significativo. Non sono solo "valori", quelli cantati dalla Austen, ma reali epifanie del divino, attraverso la attenzione ai particolari, ai dettagli, negli sguardi, nei pensieri, nei sentimenti, nelle parole, nelle decisioni. Dio si trova nella vita e precisamente nei suoi dettagli. Dio si trova infine nel "disegno", che immancabilmente finisce con meravigliosi matrimoni. Nulla di superficialmente sentimentale, ma tutto di profondo cuore e vera bellezza. 

Campo di colza, in via Noce a Piumazzo. Colori d'aprile, come già lo scorso anno, attraversando la Provenza in bici.
Campo di colza, in via Noce a Piumazzo. Colori d'aprile, come già lo scorso anno, attraversando la Provenza in bici.

12 Aprile 2014 Sabato - Giorno dei nomi

La crisi fisica è superata. Per me e mamma, non per il babbo, lasciandolo sfinito, lui, il più fragile di tutti. Ce la siamo passati l'un l'altro, con ritmo cronometrico. 

Se fisicamente la battaglia è terminata, moralmente una nuova comincia. Dopo avere "consolato" Stefano, per le "cattive notizie" dalla Regione sulla Chiesa, affermando "non sono cose negative, solo dicono che bisogna aspettare ancora" devo combattere con una rabbia forte. Contro il Vescovo che ci lascia soli, contro la Curia che non risolve niente, contro lo Stato che è inaffidabile, contro me stesso, che mi sono lasciato portare dentro a questa situazione. 

 

Sento immediatamente che questo va contro la fede. Che sto combattendo male, anzi mi sto semplicemente arrendendo. Che la forza del combattente della fede è credere alla opera di Dio quando le cose umanamente vanno male, Credere alla sua bontà, alla sua presenza, alla sua opera, alla sua potenza, al suo amore, soprattutto quando tutto esternamente dice il contrario, Nel contempo impegnarsi nelle piccole opere di bene, comunione, sostegno, preghiera, allegrezza ... "Dio è presente nei dettagli". Questi dipendono solo da noi. "Il disegno" è invece questione sua. Occorre fidarsi.

Ringrazio così di tutto quello che fa il Vescovo, che fa la Curia, che fa lo Stato e che faccio io.

 

Ringrazio del piccolo fiore di papavero, col suo rosso vivo, netto in mezzo agli arbusti, Isolato ma non solitario, robusto e delicato, non si lascia cogliere, nè mettere in vaso, sta bene solo all'aperto, al sole e al vento, semplice, nel suo vestito vermiglio. 

i primi papaveri lungo il fiume Panaro e le limpide acque di primavera
i primi papaveri lungo il fiume Panaro e le limpide acque di primavera

13 Aprile 2014 Domenica delle Palme

Grazie, Gesù, di essere un Re mite e umile

Grazie della Parrocchia con cui ti festeggio

Grazie dell'incontro con suor Riccarda

Grazie dei giovani di Piumazzo accanto al Cardinale con le palme

Grazie della Settimana Santa e della preghiera

Grazie della Eucaristia

Grazie di questa foto a Rabanal del Cammino e della rilettura diario: "A piedi in Paradiso"

Prima della Messa, a Rabanal del Cammino, durante il Cammino di Santiago con Antonio Penzo (30 agosto 2008)
Prima della Messa, a Rabanal del Cammino, durante il Cammino di Santiago con Antonio Penzo (30 agosto 2008)

14 Aprile 2014 Lunedi 

Riunioni organizzative all'Asilo. Uno dei settori in cui "la sfida" del nuovo si presenta più grande è proprio quello delle scuole cattoliche. Bambini nasceranno ancora, l'educazione continuerà, ma il modo in cui questo avverrà e quale ruolo istituzionale avrà la Chiesa, non è dato sapere. L'eventuale comprensibile preoccupazione lasci il posto ad una rinnovata responsabilità, con apertura al cambiamento e alla strada nuova che noi stessi dobbiamo generare, in Gesù.   

 

Giornata di recuperi benedizioni pasquali, con la bici, mezzo adatto e divertente. Molte famiglie "intercettate" in questo modo, alcune delle quali in vivida attesa di questo incontro. "Ci irrori!" dice un nuovo parrocchiano, facendo entrare il sacerdote in casa. Nella mente la figura di S. Corrado di Gottingen, "uomo di poche parole ma di molta preghiera", nato il 22 dicembre: dunque fratello mia di nascita, come la cara dr. Raphaela di Vienna, che me lo ha fatto conoscere e amare.  

 

Alla messa della sera, il vangelo parla di profumo. Maria sorella di Marta e Lazzaro, cosparge i piedi di Gesù di prezioso nardo. Il Signore non disdegna questo gesto, lo apprezza in considerazione dell'amore della donna e del significato del dono, legame speciale, personale, persistente. Ricordo che in banca, svolgendo stamani alcune operazioni, accanto all'impiegato Alessandro c'era la borsina delle profumerie Pinalli ... "dove è il tesoro è anche il cuore".

 

Mostrami Signore la tua via / perchè nella verità io cammini

donami un cuore semplice / che tema il tuo nome.  PS 85

 

15 Aprile 2014 -  Martedì della Settimana Santa

Esattamente un anno fa partivo per Lourdes in bicicletta. La Pasqua era stata celebrata e anche la Domenica della Misericordia. La prima notte a Ventimiglia fu tormentata, come ogni grande impresa, l'inizio conosce la difficoltà. Nuvole che passano presto. 

 

Tendere alla Pasqua è un tendere alla fine: "Non berrò più del frutto della vite, finchè lo berrò nuovo nel Regno di Dio". Davanti alla morte, per nella drammaticità angosciante della sua innaturale violenza, Gesù proclama il desiderio appassionato che "tutto si compia". E' curioso di vedere il risultato, il frutto del disegno del Padre, la sua gloria, la redenzione del mondo, il Paradiso. Così sia l'approssimarsi alla nostra morte.

 

Forse per la stanchezza fisica e mentale di questi giorni, il cuore ritorna ai giorni radiosi del pellegrinaggio. Rilettura integrale del diario 2008, sempre tanto bello. "Il pellegrino è tutta speranza, tutta umilità, tutta gioia, tutta preghiera". E' una esperienza pasquale di esodo, un tendere alla gloria, un tendere alla morte, anche nel simbolo di una teoria di giorni, risucchiati da una totale fatica, anelito ad una meta e ad un felice riposo. Per sè, per gli altri, per Dio.

 

Davanti alla Ermita di San Rocco, prima di Villafranca del Bierzo, sul Cammino di Santiago.
Davanti alla Ermita di San Rocco, prima di Villafranca del Bierzo, sul Cammino di Santiago.

"Il tempo è l'essenza della vita / fa tesoro di ogni istante" (su una meridiana, in Via col Vento) . Dopo J Austen, al cuore che cerca "qualcosa di bello", nella consapevolezza che nulla supera "il più bello dei figli dell'uomo", il cammino s'imbatte in Via col Vento. Il film più grandioso che sia mai stato prodotto nella storia del cinema. Una delle storie più lette nel ventesimo secolo. Cosa c'è di cosi speciale, universale, eterno, in questa vicenda?

 

Dalle prime battute, capisco che è una idealizzazione della vita agricola del Sud, al tempo dello schiavismo e nelle piantagioni di cotone. Ma come si può idealizzare un periodo simile, dove tutto, o quasi, ruotava su una delle maggiori vergogne della umanità, il commercio internazionale degli schiavi neri?  Leggo testi comparati di Storia, la Guerra civile americana, le ragioni di Lincoln, lo svolgimento delle operazioni, la profonda miseria in cui cadde il Sud, dopo la guerra, lo sbandamento, la miseria del mondo nero per cento anni, in America.  

 

Eppure comincio a comprendere la ragioni del Sud e del Nord, la retorica del moralismo di ambo le parti, la complessità di una vicenda in cui entrano tante ragioni, tante tensioni, tanto valori importanti, meravigliosi e a rischio di estinzione. Specialmente la consapevolezza che se tutto questo esiste, se le cose sono più complesse di quanto paiono, mai è la guerra la risposta adatta ad affrontare e risolvere i cambiamenti. E' la risposta solamente più frettolosa, più superficiale, più egoista. "L'imprudenza della collera!". Eppure è accaduto, e il mondo ha trovato un equilibrio, nonostante essa, non grazie ad essa. Il successo di Via col Vento è il successo della verità, dello sguardo opposto a quello dei vincitori.

 

La liturgia celebra il Servo di Jahvè: "Ha reso la mia bocca come spada affilata e mi ha posto come freccia appuntita nella sua faretra" Io dissi: "Invano ho faticato, per nulla ho speso le mie forze; ma la mia ricompensa è presso il Signore" Colui che mi scelse dal seno materno, mi disse: "Troppo poco che tu sia salvezza di Israele, ti ho chiamato come luce di tutte le genti". Ritornano i temi della umiltà, del combattimento, della vittoria in virtù di una missione di grazia. 

19 Aprile 2014 Sabato Santo - giorno dei nomi

Alle 4,45 già sveglio, per stanchezza ed entusiasmo. Settimana Santa di tensioni operative, come al solito. Difficile viverla nel raccoglimento della preghiera. Mentre cerco di prepararmi alla Via Crucis, realizzo che in teatro sono state tolte le croci con le Stazioni dalle pareti; corsa a cercarle, poi scala, chiodi, ecc. Fiorino telefona annunciando di non star bene e non può uscire per alcuni giorni; Jasmin è dai parenti, il resto delle celebrazioni dunque a ranghi superidotti. Non trovo tutto questo un dramma, ma riconosco una difficoltà: è il modo nostro di vivere la Settimana Santa. 

 

Un poco angustiato, a motivo dei ragazzi che quotidianamenti frequentano il bar parrocchiale, per la loro "maleducazione". Disagio davanti alla confusione che fanno, il chiasso, le risa sguaiate, il fumare continuamente, i piedi sulle sedie, il modo di amoreggiare sfacciato, senza garbo nè pudore. Anche a sera tardi continua l'eco delle loro grida, sotto le finestre e turba la tendenza ad usare il campo da calcio, col suo meraviglioso prato, per prendere il sole, come la moda oggi insegna, come fossero ad Haide Park, accavallati l'uno all'altro, sfoggiando la loro prorompente, acerba e ormonale giovinezza.  

 

Faccio osservazione ad una coppia che mi pare particolarmente "scomposta", ma in malo modo, irritato, e subito me ne pento. Non sulla sostanza, ma sul modo: "L'imprudenza della collera". Il cuore oscilla fra il pensiero che "quando ci vuole, ci vuole" e la delicatezza dell'operare educativamente, che parte sempre da una stima, un affetto sincero e poi corregge, in modo chiaro, ma non meno paziente, propositivo, teso "ad avviare processi e non occupare spazi". I giovani sono così, perchè imparano dalla cultura in cui vivono, inutile sognare un mondo che non esiste più, come quello del film "il buio oltre la siepe" o "Via col Vento". Inutile e sbagliata anche la nostalgia di una cultura diversa. E poi c'è la fortuna di conoscerli tutti, conoscere le loro famiglie, di essercene preso cura, col catechismo, con Estate Ragazzi: non bisogna sciupare un capitale così prezioso. Ora occorre trovare un modo nuovo per servirli. 

 

Sabato, il giorno dei nomi. Ripasso i loro nomi, e davanti alla Eucaristia, al Tabernacolo con la presenza viva e personale di Gesù, capisco che la strada è questa. Nel "nome" c'è la persona, "Sia santificato il tuo nome": il nome di Dio e di ogni persona, di ogni giovane. La battaglia da compiere è questa, questione di memoria. 

 

"Chi cercate?" "Gesù Nazareno" "Sono io!". Al centro dunque il rapporto personale con Gesù. Siamo già arrivati alla meta. Al contempo sempre in ricerca. La via del pellegrino, che riaffiora, specie in momenti di tensione quale quella presente, trova il suo riposo, la sua forma, la coniugazione con la stabilità, col qui e ora. Il libro-film Via col vento è un inno alla terra e all'amore. Un inno alla bontà del tempo, che dopo tante vicende, rende giustizia alla verità e alla bontà. Inno alla vita come educazione.

 

Ripasso i nomi dei giovani, nel mio cuore e davanti allla Eucaristia, e quando alla sera, dopo la celebrazione della Passione di Gesù, li saluto, sento nel timbro della mia voce una libertà, una pace e gioia vera, sincera, semplice. C'è strada davanti, un cammino con Dio, con loro, con tutti. Pasqua bella. Un piccolo pellegrinaggio ora ci starebbe proprio bene. Scherzando, dico a Teresa e Alessandra che mi piacerebbe fare un viaggio al nord, in bicicletta, "a convertire l'Olanda"... Il "Primitivo" intanto, a Dio piacendo, ci avvicina.  

 

Settembre 2008. Cammino di Santiago, nelle solitarie "mesetas",  fra Burgos e Leon. Foto Antonio Penzo
Settembre 2008. Cammino di Santiago, nelle solitarie "mesetas", fra Burgos e Leon. Foto Antonio Penzo

20 Aprile 2014 - DOMENICA DI PASQUA

"Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, non quelle della terra. La vostra vita è ormai nascosta in Cristo in Dio, e quando apparirà Cristo, anche la vostra vita sarà manifesta".

 

A Sr. Theresa, vademecum del viaggio in famiglia, un testo di Barsotti: "la nostra vocazione è anticipare in qualche modo, nella povertà e nella umiltà, la presenza della gioia che ci aspetta domani. Dare agli uomini il senso della realtà divina, che non è un mondo futuro del tutto diviso da noi. No, questo mondo già dobbiamo portarlo nel cuore, in questo mondo già siamo entrati per il santo battesimo. Fin da oggi possiamo già vivere la vita stessa del cielo, ma sopratutto noi possiamo dare ai fratelli l'insegnamento più alto, rendere loro il servizio più necessario, richiamandoli al Signore, offrendo il senso di questo mondo divino, in cui noi già siamo

 

Pur sfinito fisicamente, "colpa della primavera e delle primavere", la giornata scorre tranquilla e festosa. Pasqua magnifica! Bravissimi ad animare il canto, alle 9,30 il Coro S. Francesco, e alle 11,00 il Coro S. Giacomo. Fedeli i ministranti Federico, Kennedy, Noemi, Ivan, Daniele e Stefano, che sostituiscono mirabilmente le due importanti assenze di Jasmin e Fiorino. Soprattutto tanta gente alle messe, più del solito. In teatro non ci si si sta. 

 

La Pasqua ha un rapporto speciale col battesimo, che, a sua volta, ha a che fare con la scoperta di Dio e un cambiamento di vita. Le cose, nei fatti, non stanno così: Pasqua e battesimo viaggiano per conto loro, e il cambiamento di vita, viaggia pure per conto suo. La nostra Pasqua e i nostri battesimi sono più la conferma di uno status quo: infatti la parola che si usa è "tradizione". Non valori profondi trasmessi, ma consuetudini esteriori condivise. Ovviamente la realtà è più complessa e intrecciata; di fatto urge lavorare su due piani: dare senso alle cose che si fanno (magari superficialmente) e lavorare su un nuovo che non esiste.

 

"Più si sogna cose grandi, più ci si rende responsabili dell'inaridimento di certi piccoli germi di vita che la comunità ha in sè, e si rischia di diventare indisponibili verso anime che ci chiedono qualcosa: un dono di pazienza, di amore di attenzione".  don Divo Barsotti

Pasqua in famiglia: Arianna, il piccolo Alex e il fratello Luigi. "Come bimbi appena nati, aspirate al latte spirituale ..."
Pasqua in famiglia: Arianna, il piccolo Alex e il fratello Luigi. "Come bimbi appena nati, aspirate al latte spirituale ..."

Mio fratello Luigi, racconta come il commercialista lo rassicuri della sua posizione fiscale, con un unico punto debole: come poter dimostrare che il suo giro presuppone "dormire quattro ore per notte e lavorare venti ore al giorno". Eppure la verità è questa dice, e aggiunge: "se si imposta bene un ritmo, la regolarità degli orari, la capacità di lavoro è impressionante". Ascolto con vergogna queste dichiarazioni. Se uno "di mondo", per la sua famiglia, si sottopone volentieri a questa "battaglia", come non farlo io per Dio e le anime? 

 

La sera di Pasqua, relax davanti al film "Caccia a Ottobre Rosso". Non è il genere più adatto al compimento di un giorno così santo, eppure mi prende, legandolo al tema della "battaglia della gioia". Lotta per la libertà, dove i protagonisti sono eroi di volontà e di decisione e l'astuzia non vale meno del coraggio. Il mondo dei sommergibili, allude alla dimensione di "vita nascosta", immane sfida invisibile ad occhi esterni, con in sè una valenza universale.

 

Prima di dormire lettura di Papa Francesco, omelia di Pasqua: "Gesù indica ai discepoli di andare in Galilea: là ebbe inizio la sua vita pubblica. Dio ci chiede di andare agli inizi del nostro cammino, quando si accese la scintilla, che ci ha portato verso Dio". Vorrei leggere i primi diari, m'accontento di un racconto sul Cammino. Dove è la scintilla iniziale? Penso non sia stata esattamente una "battaglia". Esiste certamente questa dimensione, che la mia indole spesso rimuove, ma in sostanza, più che "battaglia", la vita per me è "avventura". 

 

Alla luce di Nietzsche - di cui sto leggendo l'Anticristo, ispirato da Alessio - il centro di Dio non è la "pietà". Quella è una delle sue sconvolgenti manifestazioni; essere cristiani non significa principalmente essere "misericordiosi" - qui Nietzsche ha ragione - ma essere luminosi, alla luce di un Nome. Quel che conta allora è sottolineare la valenza della gioia: su questo tutti convengono. Impegno dunque del giorno: non perdere alcuna occasione per essere felice.

 

"Si può cambiare solo se stessi

Sembra poco, ma se ci riuscissi

Faresti la rivoluzione" (Vasco Rossi)

 

▶ VASCO ROSSI CAMBIA-MENTI - YouTube

 

22 Aprile 2014 - Martedì della Ottava di Pasqua

Alla notizia della morte di Claudio G. Fava, rammento di averlo incontrato e apprezzato alle trasmissioni, per me imperdibili, di Gloria de Antoni e Oreste de Fornari. Vado a cercare dove sono ora, cosa fanno, questi miei vecchi amici del cuore. Rileggendo una loro intervista, vivo l'effetto di un risveglio da un incubo. Mi rendo conto di avere sbagliato tanto, di aver perso tempo, di voler diventare quello che non sono. 

 

Da qualche settimana, per la suggestione di Hunger Games, di cui non rinnego la validità "profetica", cerco di convincermi  che il mondo vive una sorta di "ultima guerra", da cui solo una colpevole inconsapevolezza può sfuggire. Questo clima culturale, trova conferma in una dimensione biblica oggettiva, apocalittica. Però, rileggendo le mie note, sento che c'è qualcosa di falso, incongruente, che non torna. E' vero che c'è in atto una grande sfida, con feriti e morti, ma non per questo tutti siamo "soldati". 

 

Gloria de Antoni e Oreste de Fornari sono persone, per quanto posso capire, sincere e laboriose, serie e responsabili, ma non "militanti". Il loro stile "sottotono", il loro mai dichiarare ma conversare, la loro manifestazione d'amore alla comprensione, alla lentezza, al sorriso ironico e gentile, al culto per l'ordine, l'essenziale, il curioso, il loro amore per i luoghi appartanti, sereni, come le stanze e i giardini, le piccole piazze. Il loro amore per i libri ... Non parlano di fede, nè pro nè contro, nè per commentare nè denigrare. Trovo questo tratto di una eleganza somma, di una corrispondenza profonda all'oggetto. Come non dicono mai dei loro amori personali, intimi. C'è una leggerezza che è rispetto, di sè, degli altri, della vita. Questo è il mio mondo. Continuerò a leggere Papa Francesco e Nietzsche, vedere film di guerra e avventura, frequentare santi ed eroi, ma senza dimenticare dov'è la mia casa.

 

Mentre confesso, in un interstizio di tempo, vado nel Parco a vedere quanto Gerry mi accenna ... tante piantine di querce spontanee, appena nate, preservate dallo sfalcio e segnate con appostiti bastoncini. Da quel piccolo segno di vita, da quella prospettiva di cosa possono diventare, da quella possibilità di utilizzare, per l'ombra e per il bello, quella vita arrivata, solenne, comprendo dove sta la mia anima. Sotto la pioggia in bici, il lunedi di Pasqua, leggo Barsotti sull'amore per le Sacre Scritture, al fine di un rapporto personale con Dio. Amo quella lettura, la porto nel cuore, ma non sarebbe così bella se non avvenisse, solitaria, sotto le fronde di un albero, in mezzo alla pioggia! 

Ingresso di una casa di campagna, sulla strada che da Piumazzo va a Bazzano, dopo la passerella del Samoggia
Ingresso di una casa di campagna, sulla strada che da Piumazzo va a Bazzano, dopo la passerella del Samoggia

Veglia di preghiera in S. Giovanni in Laterano in preparazione alla santificazione di Papa Giovanni XXII e Giovanni Paolo II°. Ringrazio la Provvidenza che attraverso mamma, fedele ascoltatrice di Sat 2000, partecipo in diretta alla veglia. Ogni testimonianza è bellissima, particolarmente quella di don Fabio Rosini che riporta la santità dei festeggiati nella vita di ciascuno: "Perchè Dio ti ha creato? perchè senza di te non si poteva fare senza. C'è una azione che solo tu puoi fare, una parola che solo tu sai dire, un sentimento che solo tu sai provare ... Sei così importate, che il Figlio di Dio ha voluto somigliare a te!. Il più grande peccato è pensare basso di sè. A Santiago di Compostela Papa Giovanni Paolo II° disse "Non abbiate paura ad essere santi"  Tendi al massimo, sìì te stesso; cosa hai da perdere?" 

23 Aprile 2013 Ottava di Pasqua - Giorno del mondo

Preparazione alla Udienza del Santo Padre, riascoltando le parole di mercoledì 16 Aprile "Quando tutto sembra perduto, quando non resta più nessuno perché percuoteranno «il pastore e saranno disperse le pecore del gregge» (Mt 26,31), è allora che interviene Dio con la potenza della risurrezione. La risurrezione di Gesù non è il finale lieto di una bella favola, non è l’happy end di un film; ma è l’intervento di Dio Padre e là dove si infrange la speranza umana. Nel momento nel quale tutto sembra perduto, nel momento del dolore, nel quale tante persone sentono come il bisogno di scendere dalla croce, è il momento più vicino alla risurrezione. La notte diventa più oscura proprio prima che incominci il mattino, prima che incominci la luce. Nel momento più oscuro interviene Dio e risuscita.

Gesù, che ha scelto di passare per questa via, ci chiama a seguirlo nel suo stesso cammino di umiliazione. Quando in certi momenti della vita non troviamo alcuna via di uscita alle nostre difficoltà, quando sprofondiamo nel buio più fitto, è il momento della nostra umiliazione e spogliazione totale, l’ora in cui sperimentiamo che siamo fragili e peccatori. È proprio allora, in quel momento, che non dobbiamo mascherare il nostro fallimento, ma aprirci fiduciosi alla speranza in Dio, come ha fatto Gesù. Cari fratelli e sorelle, in questa settimana ci farà bene prendere il crocifisso in mano e baciarlo tanto, tanto e dire: grazie Gesù, grazie Signore. Così sia.

"Perchè cercate fra i morti colui che è vivo"? E' la parola chiave della catechesì oggi di Papa Francesco. Dopo la Pasqua, Gesù è presente, ma "gli occhi sono incapaci di riconoscerlo". Vado all'Asilo: dal contatto coi bambini il mistero della vita s'irradia. Poi leggo Papa Francesco il n. 15 della EG: la vita della chiesa "missionaria", s'accompagna ad un senso di umiltà e libertà, rispetto a risultati di potere, dati da spazio e numeri: "C'è gioia in cielo per un solo peccatore che si converte

Una tentazione viene da quel pò di spazio e potere che di fatto la vita ha misteriosamente dato. Non ho cercato una mia sistemazione, eppure mi trovo pieno di lavoro e una bellissima casa; non mai cercato il denaro, eppure il necessario non manca; non ho mai cercato una mia famiglia, eppure vivo tanti legami; non ho mai voluto primeggiare, eppure mi trovo ad essere importante per qualcuno. Questo prova che Dio non delude e al contempo è una tentazione: cercare ora quanto all'inizio fu rifiutato. Sistemarsi. Con la scusa del buon senso, dell'equilibrio, del "non sono un santo", dell'accontentarsi ...

"Tu, "perché cerchi tra i morti colui che è vivo" tu che ti chiudi in te stesso dopo un fallimento e tu che non ha più la forza di pregare? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo, tu che ti senti solo, abbandonato dagli amici e forse anche da Dio? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che hai perso la speranza e tu che ti senti imprigionato dai tuoi peccati? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che aspiri alla bellezza, alla perfezione spirituale, alla giustizia, alla pace? Papa Francesco - Udienza del 23 Aprile.

Signore, Pasqua è evento di gioia. Trasformazione della vita. Non cè più il bello o il brutto nella vita, ma solo talvolta il difficile (Padre Gasparino). Smetterla con le piccole cose "piacevoli", è ora di tendere a qualcosa di grande, vero; alla missione, in cui è compresa, non una piccola gioia ma la felicità. Non voglio "cercare fra i morti", ma "il vivente" fra i vivi. Certo mi impegnerò, ma la Risurrezione è un'opera di Dio.

Chiusa la stagione dei "profumi", anche se simbolicamente sono il punto di congiunzione fra questa vita terrena e il dopo. Quando un fiore muore, il suo profumo può essere raccolto, rimanere, irraggiare ... La fragranza può considerarsi dunque un segno della risurrezione. Fine. Stop. Mi rimarrà la voglia di giocarci coi bambini, facendo annusare loro violette, rose, gelsomini ... godendo di piccole scoperte, che renderano forse un pò più bella la loro vita

 

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Non so se è tempo per combattere o per che cosa

so che è un tempo nuovo di ascolto

questo richiede silenzio

per parole vive

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