Verso il Giubileo (2) 

11 agosto 2015 Martedi 

Credo, Padre, che sei amore

amore perfetto,

in ogni cosa che capita 

nel lavoro che chiedi

 

Nel fresco giorno che comincia

nella preghiera per Bruno Vecchi

nella preparazione del catechismo

nello studio sulla misericordia 

Engandina, Svizzera. Omaggio al libro di Thomas Mann e desiderio di nuovo "vento d'estate" ...
Engandina, Svizzera. Omaggio al libro di Thomas Mann e desiderio di nuovo "vento d'estate" ...

"Ho lasciato scappar via l'amore

L'ho incontrato dopo poche ore

È tornato senza mai un lamento

È cambiato come cambia il vento"

                         (Niccolo Fabi: Vento d'estate)


"Due giornate di viaggio allontanano l'uomo (specie l'uomo giovane le cui radici sono ancora poco abbarbicate) dal mondo di tutti i giorni, da quelli che egli considerava doveri, interessi affanni, previsioni, assai più di quanto non abbia immaginato quando la carrozza lo portava alla stazione. Lo spazio che rotando e fuggendo si dipana da lui e la sua residenza, sviluppa forze che di solito si credono riservate al tempo; di ora in ora provoca mutamenti molto simili attuati dal tempo, che però li superano. Come quest'ultimo esso genera oblio, lo fa staccando la persona dai suoi rapporti e trasportando l'uomo in uno stato di libertà originaria ... Il tempo, si dice, è oblio, ma anche l'aria delle lontananze è un filtro dello stesso genere, e se anche dovesse agire meno a fondo, lo fa con maggiore rapidità" 

                                                                                                             (La montagna incantata )

13 agosto 2015 Giovedi

Grazie, Signore, per la tua luce. 

Tutto è bello e dolce, alla tua luce;

luce di preghiera, di fede, di misericordia.

Tutto può ricominciare con la tua luce:

a S. Arsenio Dio disse: "comincia ogni giorno!

 

Ieri pellegrinaggio a Dio nell'arte,

come Giovanna, badessa del monastero benedettino di Parma,

che onorò Dio facendo decorare le sue stanze

con immagini di uomini, donne, bambini, fiori e animali ...

da un giovane pittore di nome Antonio Allegri, ma tutti chiamavano "il Correggio".

 

Parma è una città bella, sulle rive del fiume omonimo, ricca di parchi, piazze, costruzioni insigni, sacre e profane. Da girare in bicicletta o con una piccola moto. Tutto è curato e tanta gente sta all'aperto. Divisione ahimè delle aree: alla Cittadella passeggiano gli italiani, con cani, vecchi e bambini; al Piazza della Pilotta, o al Parco Ducale, quasi solo gente di colore. Tanti. Molti giovani, belli, sfaccendati all'apparenza. I turisti sono nelle Chiese, nei Musei e nei locali. 

Il dono più bello, la luce che rischiara ogni luce: la preghiera raccolta nella Cripta del Duomo 

Al Parco della Cittadella, lavoro sul catechismo e sul programma parrocchiale annuale intorno ai temi della misericordia e della famiglia. In movimento e in mezzo al pulsare vivace della vita, con quel particolare distacco della mente, proprio della distanza, che permette al cuore uno sguardo più aperto, quella "libertà originaria" ... di cui parla Thomas Mann nelle espressioni citate ieri. Il lavoro a tavolino, la strutturazione ordinata delle idee, la compio oggi. Ma la intuizione, la concatenazione delle prospettive, la gioia di un cammino di servizio, la dona sopratutto il viaggio.

 

Procede il lavoro sul catechismo. Grazia somma entusiasmarsi, per ogni singolo tema, opportunità, fatica, nell'offrire e condividere i tesori della fede.

24 Agosto 2015 S. Bartolomeo Apostolo

Alla messa gioia del tema "apostolico", forma del cristianesimo più vivo oggi: Papa Francesco, San Giovanni Paolo II; le anime incontrate durante il Campo di Rimini: don Oreste Benzi, il Beato Alberto Marvelli, tutti risplendono di slancio apostolico; vita per gli altri, nella formazione spirituale, nella carità, nell'impegno sociale. Eppure la liturgia di S. Bartolomeo sembra ignorare questa dimensione attiva, a favore di una apostolicità "contemplativa": la "Gerusalemme Celeste" e quel detto: "vedrete il cielo aperto e gli angeli salire e scendere sul Figlio dell'uomo"

 

La pioggia di questi giorni annuncia la fine dell'estate 2015. Tornerà il caldo, le belle giornate di sole, ma all'orizzonte c'è comunque l'autunno e la ripresa di molte attività pastorali. Che estate è stata? Non ne ho un ricordo bello: forse il caldo, ma soprattutto la mancanza di un ordine, di un "programma principe". Nel mese di luglio si è ammalato papà: una settimana di visite, poi dieci giorni di ospedale, quindi il lento rientro alla vita normale. La festa di S. Giacomo, patisce un poco il progressivo allontanamento dei piumazzesi, a fronte di una significativa presenza di "pellegrini". Poi alcuni giorni di mare, benefici spiritualmente ma non fisicamente: ripresa di chili, sonno disturbato, pesantezza generale.

 

E' stata l'estate della moto. Arrivata a inizio luglio, forse la cosa più lieta di questa stagione. Ormai ha più di 2000 chilometri: mai dato un problema, una apprensione, un benchè minima amarezza. Usata solo per servizio, ho fatto anche tre piccoli viaggi: a Firenze, a Parma, a Rimini. Oltre ad essere graziosa, è quel che si diceva di lei prima dell'acquisto: facile, silenziosa, affidabile, funzionale. Dà una dimensione gioiosa a quella parte di vita che si chiama "asfalto". Ogni spostamento è un piccolo toccare il cielo, un accarezzare il paesaggio, un danzare la strada. Ogni tragitto, piccolo o grande, è canto di gratitudine. Presa confidenza col mezzo, mi rendo conto ora che è piccola, non solo per le limitazioni, come il non poter andare in autostrada, ma anche per una visione d'insieme: insomma una moto da ragazzo, non da uomo. Non potevo iniziare diversamente e ho cominciato nel modo migliore. Ci si può anche fermare qua ... Il piccolo ha i suoi vantaggi ... però ...  

 

Ci sono persone nate per essere brave,

altre nate per essere felici: i bambini.

 ... "Pronto Intervento Pastorale"
... "Pronto Intervento Pastorale"

25 Agosto 2015 Martedi

Estate bella, per l'aiuto ai miei confratelli: messe a San Cesario, Calcara, Recovato, Panzano, Riolo e Castelfranco. Ho offerto loro la possibilità di svolgere servizi fuori sede, come i Campi Scuola, o anche solo assentarsi per vacanze. Sono loro molto grato quando mi sostituiscono, specialmente nei giorni di Cammino,  e li aiuto volentieri a mia volta. 

 

Ho fra le mani "La montagna incantata" di Thomas Mann. Ogni commento, che leggo o faccio,  coglie solo qualcosa di questo libro. Dire che è un romanzo sulla malattia e sulla morte oppure sul tempo, è vero, ma riduttivo. E' un libro dove c'è anche molto da ridere e ti fa chiedere che persona sia quella che l'ha scritto. Ambientato in una casa di cura, lo collego alle mie visite quotidiane a malati e ospedali. Ieri a Castelfranco e oggi a Bologna, dalla zia sr Lucilla, contenta a vedermi: "le malattie rinsaldano le parentele" dice. Vicine di letto, Paola e Valentina, nel reparto di Oncoginecologia: così giovani e già toccate da qualcosa di serio.

Perchè da un ambiente così triste, un titolo così glorioso: "la Montagna incantata"?

27 Agosto 2015 Giovedi

"Ci sono due strade" dice ad un certo punto Hans Castorp a madame Chauchat " che conducono alla vita: una è la solita, diretta, onesta. L'altra è brutta, porta attraverso la morte ed è la strada geniale" Questa concezione della malattia e della morte, come passaggio obbligato al sapere, alla salute e alla vita, fa della 'Montagna incantata' un romanzo di iniziazione".

 

Della estate 2015 voglio ricordare il Campo Giovani a Cerasolo (Rimini). Oltre al significato delle due figure apostoliche, sui cui passi virtuosi abbiamo camminato, don Oreste Benzi e il Beato Alberto Marvelli, la intensa carica affettiva dei giovani, "maestri d'amore", per la attenzione reciproca, per la bontà e serietà delle loro prospettive. Giocato col "libro delle risposte". Alla domanda: "come imitare il beato Alberto e don Oreste?", il responso del libro è: "cerca di non perdere il tuo tempo" 

28 Agosto 2015 Venerdi

S. Agostino definito dalla liturgia anima "in cerca": "perchè anche noi, assetati della vera sapienza, non ci stanchiamo mai di cercare te, fonte di eterno amore" (Colletta). Da qui il suo fascino, la sua modernità, la corrispondenza anche all'eroe de la Montagna Incantata.

 

" il "Quester" è colui che cerca e interroga, che percorre il cielo e l'inferno, che tiene testa al cielo e all'inferno e stringe un patto col mistero, con la malattia, col male, con la morte, con l'altro mondo, con quel mondo che ne la Montagna Incantata è detto "problematico"  ... alla ricerca del "Gral", cioè del supremo, del sapere, della conoscenza e iniziazione, della bevanda di vita

 

Agostino trova la sapienza, dopo un lungo cammino, che l'ha portato anche lontana da essa. "E ora ritorno, stanco e assetato, a te fonte viva". Nelle Confessioni descrive questo incontro: "Entrai nell'intimità del mio cuore e vidi con l'occhio dell'anima mia, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza. Non era una luce terrena e visibile. Direi anche poco se dicessi che era una luce più forte di quella comune. Era un'altra luce, assai diversa da tutte le luce del mondo creato. Era la luce che mi ha creato. Tremai di amore e terrore. Mi pareva di udire la tua voce dall'alto che diceva: "Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai" Cercavo la forza sufficiente per godere di te, e non la trovavo, finchè non ebbi abbracciato "il Mediatore fra Dio e gli uomini, l'Uomo Cristo Gesù". 

 

Una nuova giornata, a Piumazzo, con alle spalle il bello e travagliato lavoro organizzativo del catechismo. Proposito di coltivare con serietà la preghiera. Siamo alla presenza di Dio!  Normalmente viviamo come se tutto fosse più importante di Lui. La poca devozione dei bambini, la superficialità di tanti, ci porti a ravvivare in noi stessi la profondità della preghiera. Trasformando in benedizione, l'amarezza nel vedere Gesù così ignorato."Beati coloro che piangono, saranno consolati" ... non più pessimismo, ma lacrima d'amore. 

 

Nel cuore, uno spazio speciale per le Suore, nell'anno della Vita consacrata. Ricompensano con tutta una serie di piatti speciali, nella festa indiana dell'Onam. 

TRISTEZZA 

Come S. Agostino, anche Hans Castorp, guarda dentro di sè e trova strani pensieri:  

"Credo che in complesso mi sia più facile trattare con persone tristi che con le allegre. Dio sa da che cosa dipende, forse dal fatto che sono orfano e ho perduto così presto i miei genitori: ma il contatto con gente seria e triste, quando c'entra la morte, non mi deprime e non mi imbarazza, anzi mi trovo nel mio elemento e in ogni caso meglio che con persone gagliarde; non fanno per me ... Qualche volta ho pensato che per edificazione, invece che andare in chiesa si dovrebbe andare a un funerale. La gente è vestita di buon panno nero, si leva il cappello, si compone con serietà e devozione e nessuno può dire freddure come nella solita vita. A me piace che alla fine trovino un po di raccoglimento. Mi sono detto varie volte che avrei dovuto fare il curatore d'anime ... in un certo senso sento che sarei stato abbastanza idoneo"  (La Montagna incantata)

 

ALLEGRIA

Coi ragazzi ascolto un brano di Lorenzo Fragola, il giovane cantante del momento, spensierato, "per bene", col viso da bimbo ... il titolo è "Fuori c'è il sole"

Aspettando a lungo che sorgesse il sole
tra il sapore dei miei baci e del caffè
noi distesi sopra un letto di parole
dopo un po’ guardandomi dicesti che

ohhohhh

E’ un’estate da vivere
un’estate di noi

I Ray-Ban, la vodka e l’odore del mare
# fuori c’è il sole
lo vuoi condividere?

Fra le due prospettive, allegria e tristezza, ciò che le unisce è l'amore. E' la via di Gesù, che dà senso sia alla spensieratezza giovanile, alla posatezza senile, in qualunque luogo e tempo.

 

Giornata ricca di amore, per la preghiera "seria"; la messa con tanta gente; le persone che mi hanno detto di si e di no per il catechismo; la cena delle Suore; i malati: Dina, Augusto, Sergio, Enrico, Paola, Carmen, Natale, Santina, Nives ... le badanti Elena di Craiova e Maria di Brasov; scoperta della Transfagarasan " la strada più bella del mondo" per bici e moto, in Romania. 

29 agosto 2015 Sabato 

Come ieri giornata bello per gli incontri, oggi bella per lo studio e la preghiera. Raccoglimento. Sabato, giorno di preparazione; "Il sabbat" ebraico, del riposo, della non attività. L'amore di Dio, in un rapporto diretto, fiducioso; nelle preghiere vocali e intimità della meditazione. Con semplicità, senza calcolare i risultati, specialmente psicologici; fedeltà al tempo, ai gesti, ai pensieri, ai sentimenti, alle parole, ai silenzi, per cercare in tutto di "piacere a Dio".

 

Della Liturgia delle Ore (UdL) colpisce soprattutto il salmo 130:

" Signore, non si inorgoglisce il mio cuore,

non si leva con superbia il mio sguardo

non vado in cerca di cose grandi

superiori alle mie forze

 

Io sono tranquillo e sereno

come un bimbo in braccio a sua madre

come un bimbo svezzato è l'anima mia"

 

Vangelo domenicale: "dal cuore dell'uomo escono le intenzioni cattive". Conferma del proposito di lavorare per formare il cuore, con la lettura, riflessione e la preghiera. Non è tempo perduto quello speso alla coltivazione buona del cuore.   Durante una gita in bici, nei pressi di Bastiglia, guardavo due trattori arare lentamente il terreno, circondati da stormi di aironi; mi chiedo quale senso spirituale avesse tale scena. Immagine della coltivazione interiore, dell'andare lentamente a fondo, per preparare frutti in avvenire ... 

AZIONE

"Nel campo dell'Apostolato non c'e tempo per incertezze e soste, per riposo e ferie. Dobbiamo essere sempre attivi, cioè capaci di azione, offerte e di preghiera. Perciò diamoci da fare e con tanta carità andiamo verso i nostri fratelli di dolore, cerchiamo di conoscerli, farceli amici e fare loro capire che la vita ha uno scopo altissimo. L'Apostolato richiede un sacrificio altissimo e quindi è un dovere che costa. Costa sacrifici, incomprensioni, insuccessi, tutti motivo che possono dissuaderci dal praticare questo preciso compito. Poichè però la coscienza ci spinge e ci pungola, noi ci rifugiamo nel cercare dei pretesti che possano tranquillizzarci. Ecco allora il motivo della salute, motivi di famiglia, dei soldi, sono tutti alibi per non compiere il nostro preciso dovere. Possiamo fare poco? Dobbiamo farlo e farlo completamente e costantemente. Il Signore ci chiederà conto non di quello che non potevamo fare ma di quello che potevamo e non abbiamo fatto" (Anna Maria Bartolacelli)  

 

OFFERTA 

"Bisogna offrire a Dio il proprio lavoro, i propri passi, il riposo. Oh, come è bello fare tutto in compagnia del Signore! Su anima mia, se operi con Dio, mentre tu lavori, Dio benedirà le tue fatiche, mentre tu cammini, Dio benedirà i tuoi passi ... E non dimenticherà nulla, la privazione di uno sguardo, di una soddisfazione, tutto sarà scritto ... Ci sono delle persone che approfittano di tutto, anche dell'inverno, del freddo, ed esse offrono a Dio le loro piccole pene. Come è bello offrirsi a Dio in sacrificio ogni mattina!" (il Curato d'Ars) 

31 agosto 2015 Lunedi

Visita a don Enzo Stefanelli, nella sua casa a Bologna. Piccola palazzina vicina al Meloncello, con recinto e giardino, acquistata dal padre e abitata ora dagli anziani fratelli Stefanelli. Con lui Elena, moldava, signora sui cinquanta anni, graziosa, premurosa e pia: "ho sempre pregato Dio di potere assistere un sacerdote". Stanno bene tutti e due: non poteva pensare un prosieguo migliore al suo servizio in Ospedale a Castelfranco. E' molto migliorato don Enzo, di salute, di aspetto e di umore: gioioso, loquace, propositivo, fascinoso. 

Mi accoglie nel suo studio, intento alla lettura di un grosso libro spirituale: "Fin dal Seminario ci hanno insegnato a coltivare la vita interiore". Tutto attorno parla di ordine e, per così dire, di una "finalità". Molti oggetti, quadri, riempiono gli ambienti: "E' importante conservare le nostre cose belle, tenerle in ordine, così ne possiamo godere noi e gli altri".  La signora Elena prepara un caffè, lui non lo prende, perchè fra poco ha la messa. Celebra in casa tutti i giorni, sia nei feriali, che alla domenica, con la partecipazione di amici, che vengono volentieri a questo appuntamento famigliare. Una camera è allestita a cappella, col Santissimo, un altare con tabernacolo artistico, di legno dorato, dell'800: "qui vengo a pregare, dico tre rosari ogni giorno". C'è perfino anche una sacrestia, coi paramenti in vista, i libri. Sembra proprio una parrocchia, in piccolo.

Esco edificato da questo incontro: anima veramente sacerdotale, piena di ricordi belli e di una visione serena del presente; benedetto da una presenza femminile affettuosa e rassicurante, Elena, cui sicuramente ricambia con altrettanta premura. Racconta aneddoti di suo fratello sacerdote, della sua devozione a Santa Gemma Galgani e della potenza della preghiera ... 

1 settembre 2015 Martedì -  GIORNATA DELLA CUSTODIA DEL CREATO 

Inizia il cammino dell'Asilo. Si incontrano le Suore, le insegnanti e tutto il personale della Scuola. Invochiamo lo Spirito che si irradia dal Salmo 64, nelle Lodi questa mattina: "Tutto canta e grida di gioia". Il salmo è idilliaco, dolcissimo, parla di "prati che si ricoprono di greggi, di frumento di cui si ammantano le valli" immagine della fecondità e serenità della nostra vita di lavoro, senza dimenticare fatica ed errori: "pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i peccati".


Lavoro intenso quest'estate sul catechismo. La cosa più bella è la creazione di un "contenitore", dove raccogliere tutte le "cose belle e utili", scoperte nel corso dei giorni: è quello che si chiama "formazione permanente". Oggi nell'Ufficio di lettura del martedì XXII settimana, c'è una "lezione catechistica" di san Giovanni Crisostomo, sulle "5 vie di purificazione" : 1. La condanna dei propri peccati;  2. il perdono delle offese;  3. la preghiera;  4. la elemosina;  5. la umiltà. 

La metto nel "contenitore", alla sezione "Confessione" E' anche un cammino quotidiano: "Non stare dunque senza fare nulla, ma avanza ogni giorno per tutte queste vie".


Suggestione "apostolica" del profeta Geremia; mandato da Dio, si schermisce: "Sono giovane e non so parlare". Dio gli chiede di obbedire e non temere: "io sono con te per proteggerti" poi gli rivela la visione della "caldaia a settentrione", simbolo della rovina che sta per abbattersi su Gerusalemme. Il nostro compito apostolico non è solo dunque di "costruire" in tempi di pace, ma anche di "proteggere", "consolare" e "dare speranza" nelle ore delle grandi prove.


Annuncio del lutto di Anna Mantovani mamma di Lucy e nonna di Daniele. Celebrazione al Policlinico di Modena, mercoledì pomeriggio. Meteo permettendo, andrò in moto, risparmiando tempo e stress. Anche Anna, da giovane, in Venezuela, era appassionata di moto "di grossa cilindrata", raccontava compiaciuta. Ringrazio il Signore di questa sintonia "confermante". 

2 Settembre 2015 Mercoledì

Dio fa tanto per noi, ma è tanto anche quello che possiamo fare noi per lui. Ci da la vita, la salute, il mondo ... noi il nostro tempo, l'ascolto, la lode. A Uno che non vediamo, non sentiamo, non tocchiamo. Per fede. Allora è proprio grande il dono che gli facciamo, e Lui lo sa.


La "rinuncia" spesso accompagna il nostro amore a Dio. Perchè? Dio non vuole forse la nostra felicità? Perchè la fatica e la "tristezza" delle rinunce? Attraverso di esse mettiamo al secondo posto quanto toglie il primo posto a Dio: le cose e noi stessi. Le "rinunce" non valgono per se stesse, ma per l'amore che manifestano e, rinuncia dopo rinuncia, accrescono. 

  

5 settembre 2015 Sabato

Per fare in modo grande le cose piccole, occorre vedere la grandezza che contengono.

Occorre essere poeti. Prima di essere uomini di azione, bisogna essere uomini di sguardo.

 

i poeti, anime religiose. Oltre l'apparenza delle cose, vederne il significato profondo, la luce che contengono. Il poeta non è solo uomo di pensiero, ma anche di parola: un profeta. Parla, scrive, comunica. E' un maestro. Ci sono grandi poeti, ma anche poeti piccoli, che aiutano quasi di più le anime semplici, indicandone la strada. Penso a Tonino Guerra di S. Arcangelo di Romagna. 

Piccole frasi di Tonino Guerra, all'ingresso del suo "Museo" a Sant'Arcangelo di Romagna
Piccole frasi di Tonino Guerra, all'ingresso del suo "Museo" a Sant'Arcangelo di Romagna

Il lavoro quotidiano dell'uomo è trasfigurare, alla luce della poesia, il molteplice quotidiano. Potrei usare la parola "fede" invece di "poesia", ma questa è più umile, universale, e in fondo sono la stessa cosa. "Come sono grandi le tue opere, Signore" : dicono sia il poeta che l'uomo di fede. L'uomo buono tiene sul comodino le preghiere del mattino e il romanzo per la sera.

La fede cristiana dà un nome unico a tutte le luci: Gesù!

 

***

(GIORNALI) Le avanzata dell'Is in Siria e Africa Centrale, il risorgere periodico della violenza militare, minaccia continuamente le nostre sicurezze. Potremmo essere noi, invece della Siria, invasi, uccisi, calpestati. Importanza per uno Stato di un esercito di difesa. Ma il militare ha sorte ben strana: non fa niente tutta la vita, per essere pronto negli eventi estremi. Somiglia alla vita del militare quella dei sacerdoti: in fondo il loro compito quotidiano è ben poca cosa. Ma debbono tenersi pronti, addestrati, per le ore estreme. 

 

Nei tempi di ozio, s'impone la cura di tutto quello che fa dignità e sapienza. Un buon militare, come un buon sacerdote, deve essere innanzitutto fedele e leale. Ma non è buon militare chi è rozzo e ignorante. Un militare intelligente, colto e sensibile, sa dare il meglio anche nel momento della battaglia. Credo che una delle ragione della crisi di vocazioni, sia anche questa immagine di "furieri", data da coloro che invece hanno il ruolo del "capitani" ... 

 

***

In questi giorni, di gioia e grazia, per la Professione Perpetua di Sr. Eufemia, ed il Matrimonio di Stefano e Valeria, accanto al ringraziamento, una preghiera di intercessione accorata. "Una madre pensa sempre ai figli che mancano", si dice. Con Valentina, "eroica" incaricata dei ragazzi delle Medie, si constata la quasi totale assenza di questa età in parrocchia. In realtà il cortile brulica ogni giorno di ragazzi e ragazze, non è dunque che si siano allontanati: non vengono ai momenti religiosi e non è poca cosa. "Ai ragazzi piace allontanarsi dalla chiesa" diceva don NIlson, il prete brasiliano, ospite tempo fa. Quasi un allontanamento fisiologico, da inquadrare in un cammino più ampio. Crediamo siano da applicare qua, le luci poco fa accennate: poesia e dignità. Saper vedere il bello nel piccolo, nel problematico, forse anche nell'errore. Lavorare nell'ozio, per preparare le grandi sfide. Cercherò di essere vicino a Valentina nel suo compito. 

 

Nella messa di accoglienza della Madonna della Provvidenza a Calcara colpisce il bel numero di chierici attorno a don Giuseppe. Sono tutti ragazzi delle Medie. Forse ha qualche significato quella scena. Don Giuseppe tende sempre a vedere in negativo le cose. "Ogni spirito intelligente è pessimista" qualcuno dice. Ma vede anche le cose belle che lo circondano, quasi "iconizzate" dalla ammirazione per la sua bella chiesa. "Ogni spirito buono è misericordioso e ringrazia". 

 

***

Alla Professione Perpetua di Sr. Eufemia, tanti piumazzesi, forse la comunità più numerosa, attorno ad una "sua" suora. Il Vangelo della Celebrazione recita: 

"Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri".

Programma di vita per tutti, attorno a lei. La sua Consacrazione è un bene di tutti, proprio perchè offre il suo vangelo a tutti. Come gli sposi e i sacerdoti offrono il loro carisma a tutti. 

In Sr. Eufemia oggi tutti iniziamo una vita nuova, con la grazia della sua Consacrazione.

Grazia di amicizia con Gesù. Nessuna fretta operativa, non ci si fa suora per "fare delle cose", ma per vivere una intimità, di ascolto, condivisione: introduzione in una immensità divina. 

Grazia di una elezione. Grazia di una missione. Non ben precisata nel contenuto, se non che "porterà molto frutto". Due condizioni di fruttuosità: 1. Preghiera di richiesta 2. Amore fraterno

Ce n'è abbastanza per vivere una intera vita ...

Unità di cielo e terra, in Tanzania ...
Unità di cielo e terra, in Tanzania ...

7 Settembre 2015 Lunedi 

Giornata splendida di sole per il matrimonio di Stefano e Valeria.

Grande squadra di primo mattino a preparare: alle 9,00 è tutto perfettamente pronto!

 

"Dopo la preghiera allo Spirito Santo, spalancando le finestre, una limpida luna e la stella del mattino, ci fanno pensare a Maria, cui affidiamo il matrimonio e tutta la domenica. Quello che Dio ha fatto in Valeria e Stefano fin qui è tanto, ma è fondato pensare che sia molto di più quello che farà da adesso, per la sua misericordia, per il sacramento, per la preghiera dei santi e di tutti voi. I testi della liturgia affidano agli sposi e a noi tre parole: "Coraggio" "Predilezione" e "Apertura". Apertura di orecchi per ascoltare e lingua per parlare; verso ogni uomo; verso umanità di Gesù. Papa Francesco conclude la sua catechesi sulla famiglia dicendo: "quando in una famiglia c'è amore, quella famiglia può riscaldare il cuore di tutta una città".  

 

Stefano e Valeria sono contenti, i loro genitori sono contenti, gli amici e la comunità vivono un grande evento. Ora loro giustamente sono in "viaggio", ma anche noi, a casa, in Dio e nell'apostolato, non meno bello. Al banchetto nuziale, conosco l'ing. Giovanni e Piera, loro amici milanesi; parlano del Giappone, di quel popolo proteso in modo parossistico ad eccellere in tutto. "Non perdono un minuto della loro vita: sempre a studiare, lavorare, migliorare". Ascoltando, penso: "Per Gesù e per le anime, non dovrei fare lo stesso?" Chiacchieriamo anche della famosa Alghero-Bosa, strada di costiera sarda, paradiso dei motociclisti ... e la fantasia vola! 

Fra i tavoli, Stefano Valeria salutano gli amici, e tutti li guardano commossi. Grazie Signore!

 

8 Settembre 2015 Martedi. Natività di Maria

"Credo che sia importante fare una specie di revisione di vita anche all'inizio del nuovo Anno comunitario. Metterci di fronte al Signore, rendendoci conto di tutte grazie che egli ci ha fatto. Chiediamo al Signore la luce per capire quello che lui vuole da noi e impegnarci con umiltà, ma anche con sincerità di cuore, a rispondere alla sua grazia, così da redimere, come dice S. Paolo, il tempo che abbiamo perduto (Ef 15, 15-17) 

 

"Veramente in noi è viva la aspirazione alla santità? Vi abbiamo rinunziato? Per noi non si tratta di essere buoni, di fare solo quello che il ruolo comporta. Si tratta per noi di essere santi, perchè questo abbiamo promesso: "Cerco Dio solo". La prima cosa che abbiamo promesso è quella di tendere alla perfezione. Possiamo non averla raggiunta, certamente non l'abbiamo raggiunta, ma la cosa importante è che siamo in cammino. Se ci si ferma, se ci si contenta di noi, o ci si rassegna, si è già infedeli alla nostra consacrazione"  (don Divo Barsotti) 

 

Sono i giorni dei battesimi, degli incontri catechisti, della preparazione programma famiglie e misericordia. C'è un Consiglio Pastorale in vista; ci sono anche le divagazioni su pellegrinaggi, moto, viaggi, fisici e letterari. A metà fra la "distrazione" e "doni", si tratta di esaminare il cuore, per riportare tutto a Cristo, ritrovando quella unità, in un distacco, almeno spirituale, ma sincero, da tutto quello che ostacola il nostro cammino verso l'Amore. Povertà, castità, obbedienza. 

 

Domenica era tutto uno splendore di bianco e azzurro ... i colori del cielo, del mare, di Maria.

9 Settembre 2015 Mercoledi

Riunione intensa di inizio anno con i catechisti, tanti temi e tante "novità" e vivaci discussioni. I miglioramenti che contano sono quelli interiori, ma anche una riforma esteriore va valutata, per rispondere alle esigenze del momento. Abbiamo pregato Maria, lo Spirito Santo, proponendoci un sincero ascolto reciproco e senso di responsabilità. 

 

"Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino". 1 Corinti 13,11.

 

"Dobbiamo imparare che noi non siamo più bambini. Quando siamo piccoli la nostra stessa natura ci difende, facendo si che quella dei bambini sia essenzialmente una vita di egoismo. Il bambino tutto pretende, e giustamente, perchè i genitori devono essere per lui. Il bambino poi, d'altra parte, dà poco. il babbo e la mamma sono più che contenti quando sorride, riconoscendo il bene ricevuto. Noi non siamo più bambini, siamo grandi. 

 

Sofferenza e gioia, umiltà e trionfo, di per sè sono in opposizione, ma l'amore li lega, l'amore per il quale l'umiltà diviene il segno massimo di amore. Non fate al Signore il torto della rassegnazione. La rassegnazione non è cristiana, noi dobbiamo trasformare il dolore in amore. Non dunque rassegnazione, ma accettazione gioiosa, serena, dolce, anche delle umiliazioni, anche delle difficoltà, anche delle sofferenza. Che bello dire al Signore. "Non ti posso dare altro! Esaltazione della Croce: non è esaltato se non Colui che è innalzato sulla Croce di Cristo" (don Divo Barsotti

10 Settembre 2015 Giovedi S. Nicola da Tolentino

La serata di martedi, non per le discussioni, legittime e garbate, ma per un contesto personale, è stata dolorosissima. Alla fine, ho ringraziato Dio, senza sapere quale grazia fosse riservata a tale dolore. Ho capito che il dolore spoglia, rende "povero", toglie quella "ebbrezza" che tende a chiudere l'anima in se stessa, tentazione delle persone sane, entusiaste e felici. Vivere con fede, per grazia di Dio, le ore del dolore, spalanca al nuovo e al buono. Noi da soli non ce la faremmo, in questa operazione di pulizia e di rinnovamento, senza quelle ore di buio che la provvidenza manda, non saremmo capaci noi di "scavare" a fondo. 

 

La grazia è semplicissima e immensa: Il dono della preghiera e la sua responsabilità. La preghiera, dono e anche dovere. Ora si può dire con il salmo: "da Te più non ci allontaneremo". Don Barsotti richiama il dovere di tendere alla santità e usare tutti i mezzi a questo fine. Accontentarsi, rassegnarsi, è "essere già nel peccato", quello che maggiormente offende Dio, perche ignora che Lui è amore infinito, instancabile, onnipotente ...

Oggi è S. Nicola da Tolentino, un sacerdote "piccolo", che pregava, faceva penitenza, confessava, riportando al Signore una moltitudine di anime. Così sia per noi. 

11 Settembre 2015 Venerdi 

Nella omelia di S. Nicola, don Remigio parla della efficacia e dovere della preghiera: Commenta il vangelo "Certi demoni non si possono cacciare se non con la preghiera". Conferma del cammino intrapreso, da perseguire oggi con generosità.  "Ti rendo grazie, Signore, perchè mi hai reso forte, e mi hai ritenuto degno di fiducia, affidando il ministero a me, io che fino ad ora sono stato un violento e un persecutore ...

 

Andrea mi fa provare una Triumph Scrambler 900. Contento di questa "prova", vedo che sono in grado di portare anche qualcosa di "grosso". Ora il novello centauro può dirsi "laureato", libero di scegliere quello che vuole, anzi quello che lo Spirito indica. Fedeltà al "piccolo" e responsabilità del "grande". Significativo che questo spazzo di giovanile libertà avvenga in un momento di croce. Che questa esperienza possa come chiudere un bel capitolo, per iniziarne uno nuovo, più profondo, vero, divino, pastorale: "La Bonneville siamo noi!" fu detto il giorno del 10 anniversario.  

La Triumph a Bagno di Piano, chiesa del battesimo ...
La Triumph a Bagno di Piano, chiesa del battesimo ...

12 Settembre 2015 Sabato

Un sogno nella notte, in uno strano contesto, sereno ... di essere condannato a morte. Non ricordo la ragione: c'è un momento in cui davanti ad una assemblea proclamo, in modo tranquillo, la mia innocenza. Non penso al perchè mi condannano, piuttosto che fra poco non sono più. Lunga preparazione, in un casolare di campagna, dove mi lasciano solo, col "veleno" da assumere, operazione che svolgo con esattezza, pronto anche a star male fisicamente, fra spasmi, che però non arrivano. Anzi tonico, comincio una serie di gesti e parole, sulla bellezza della "confessione" e parlo a lungo, su tanti altri piccoli temi, che stanno a cuore, quasi contento ...

 ***

In piazza la manifestazione del gruppo No Cave. Sempre vado a questo appuntamento, conosco e stimo gli organizzatori, condivido il tema e gli obiettivi. Ma questa volta latito. A cena non avrei amici di riferimento: un pò tutti, un po nessuno. Starmene in piedi in mezzo alla piazza sembrerei in prestito. In tv un documentario sullo scrittore J.D. Salinger assorbe tutta la mia attenzione ...

 

Collego l'opera di Salinger "Il giovane Holden", letta a suo tempo, al tema della pastorale dei ragazzi, cui penso recentemente. La mia visione della adolescenza corrisponde a questo libro. Ne rileggo le prime pagine, prolungando fino a tardi l'ora del sonno ...

 

" ... certe volte mi comporto ancora come se avessi appena sí e no dodici anni. Lo dicono tutti, specie mio padre. E in parte è vero, ma non del tutto vero. La gente pensa sempre che le cose siano del tutto vere. Io me ne infischio, però certe volte mi secco quando la gente mi dice di comportarmi da ragazzo della mia età. Certe volte mi comporto come se fossi molto piú vecchio di quanto sono - sul serio - ma la gente non c'è caso che se ne accorga. La gente non si accorge mai di niente" (Il giovane Holden

 

"I libri che mi piacciono di piú sono quelli che almeno ogni tanto sono un po' da ridere. Leggo un sacco di classici, come "Il ritorno dell'indigeno" e via discorrendo e mi piacciono, e leggo un sacco di libri di guerra e di gialli e via discorrendo, ma non è che mi lascino proprio senza fiato. Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira." (Il giovane Holden) 

 

Cosa riempie veramente il mio cuore? Alla scuola di Salinger, maestro nel dire cosa non va, mi chiedo cosa invece mi va. La visita ai malati è un momento autentico (in questo non corrispondo nè a J. Salinger nè a T. Mann) di verità e amore. L'incontro con Lorenza, da mesi in lotta con una infezione al piede, che invece di guarire peggiora; oppure gli occhi di Mirella, una bella, dolcissima signora, che conobbi in ospedale mesi fa, poi andata a casa e ora tornata in condizioni molto più gravi. Oppure Giovanni Battista, grande imprenditore di mezzi movimento terra, ora immobilizzato da un ictus a fare i conti con il suo destino ... Queste "storie" mi coinvolgono: la malattia mette a nudo l'anima e rimango incantato e adorante verso qualunque esito porti questa spoliazione. Mentre parlo con Lorenza, tocco insistentemente il piede, chiedendo a Dio, per la grazia del ministero di donarle la salute: "li mandò a guarire i malati"

 

Poi riempie il mio cuore la vita mistica. Che poi è una cosa semplicissima e concreta. Pregare innanzitutto, diventare esperti di preghiera, come Salinger divenne, o voleva essere, "perfetto" nella scrittura. Un riferire tutto direttamente a Dio, un cercare il tutto la volontà di Dio, un fare tutto per la gloria di Dio. Anche un viaggio in moto, se questo viene da lui e porta a lui ... 

***

Inizia la preparazione ai lavori in chiesa, con lo smontaggio dei lampadari di Murano, per il restauro e lasciare lo spazio al ponteggio: "diventeranno bellissimi, luminosi" assicura il tecnico Maurizio, "avevano enorme bisogno di sistemazione e una bella pulita". Riempiti 10 contenitori, di petali, foglie, gambi, fiori di pasta di vetro ...

14 Settembre 2015 Lunedi - Esaltazione della santa Croce

Nel giorno della santa Croce, caliamo dalla abside il grande Crocifisso della chiesa, collocato per ora in sacristia. Avremmo dovuto farlo un altro giorno, ma per la pioggia, gli incaricati approfittano per questo lavoro interno. Così, proprio nel giorno della Santa Croce, fra le nostre braccia si cala la grande bella immagine di Gesù sofferente   

Anche i lampadari sono tolti e così l'abside risulta vuota, senza luci e senza croce. 

Umiltà, povertà, nuovo inizio. Per riempirci, il Signore prima ci svuota.

15 Settembre 2015 Martedi  - Beata Vergine Addolorata

"Cristo, pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza dalle cose che patì, e reso perfetto, divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono"

 

Dopo la riunione del Consiglio Pastorale, grato ai presenti della partecipazione e dei consigli, sento il bisogno di chiarire una sensazione interiore. Non proprio piacevole. E' naturale che col passare degli anni uno confermi la sua indole e i suoi limiti. Rimane il dovere di sforzarsi a superarli. Quello che fa l'uomo è la direzione. Ogni conquista sarà sempre parziale, ma conta il sacrificio e l'impegno. Mi ritrovo un'indole solitaria e "borghese", sia nelle passioni che nelle ribellioni. Facilmente "capisco" il cuore degli altri, ma difficilmente "condivido" un cammino. Quanto è comunitario mi costa, da qui una vita parrocchiale povera di iniziative socialmente rilevanti. Un parroco che non disturba, ma che in fondo non fa niente. Non è affatto un bene. 

 

Siccome credo alla preghiera, alla carità, ai rapporti personali ... fare leva su queste cose amate, oggettivamente buone, per costruire "famiglia". Invece di "comunità", termine forse troppo grande, uso la parola "costruire famiglia".

 

Se poi il cammino è doloroso e comporta uno sforzo quotidiano di superamento di sè, questo va bene, è nello spirito di Gesù, e alla fine trasforma in pregi anche i propri difetti. Se si è bravi in questo "camminare insieme" allora diventerà bello anche il "viaggiare soli". In moto o no. Terribile la moto! non c'è simbolo più individuale di quello! La moto non è pericolosa solo per gli incidenti, ma per quello che rappresenta in termine di relazione. Inno alla individualità. Senza demonizzarla, saperne lucidamente vedere significati e conseguenze. Però quanto è bella!!! 

... con la bella Scrambler a le Budrie
... con la bella Scrambler a le Budrie

Con questi pensieri vado alla Tre Giorni del Clero in Seminario. Viaggio nella libertà e "leggerezza" della due ruote, combattuto fra desiderio di fuga e volontà di impegno. Costi quel che costi, mi propongo di rimanere a tutti i momenti della giornata: conferenza, pranzo, dibattiti e preghiere. Non importa se starò male, se mi stancherò, importa che mi impegni alla relazione, alla vita comune. Vado per dare, non per ricevere. 

 

Fin dall'inizio si apre una giornata piena di "sorrisi", franchi, sinceri ... tanti incontri, saluti, suggestioni. Le conferenze mi interessano, aiutano l'animo ad aprirsi, a rientrare in orizzonti che si erano un poco appannati. Commozione a ritrovare in cappella quelle pareti, quelle luci, quelle atmosfere, che mi accolsero cinquanta anni fa .... Alla fine di quest'anno, ricorre il 50° della mia vocazione. Il cuore si spalanca: ho qualcosa di bellissimo da celebrare! Giornata iniziata nelle lacrime e finita nella gioia. Iniziata con la pena del limite, finita col piacere della vittoria. 

Cappella del Seminario Arcivescovile di Bologna, con l'altare e la Madonna di Biancini e la Via Crucis di Poggeschi
Cappella del Seminario Arcivescovile di Bologna, con l'altare e la Madonna di Biancini e la Via Crucis di Poggeschi

In cappella guardo i miei confratelli attorno: vedo don Luca ingrassato, don Vittorio invecchiato ... ma che importa? Più in là don Vecchietti, bello, sicuro, con la sua talare, colletto staccato e maniche su; a fianco un pretino dai tratti orientali, timidissimo ... ma che importa? Azzimati (pochi) o trasandati (tanti), giovani o vecchi, quasi a gara a chi si veste peggio, a chi ha la borsa più ridicola, la faccia più insignificante, il movimento più goffo ... ma che importa? Davanti a Dio, alla purezza di Parola, alla santità di Sacramenti, cosa mai conta l'aspetto, il dettaglio di un abito, di un accessorio, o di una postura? Non conta niente e conta tutto. La divina mitezza può essere espressa da un viso impacciato, da un abito dimesso; come la trascuratezza interiore da una camicia fuori posto o la banalità di un viso ... Grandezza e miseria del sacerdozio. 

16 Settembre 2015 Mercoledi 

Se l'amore e la speranza si misura in vibrazioni, in questo momento ne avverto tante. 

"Vita apostolica" è la parola che risuona nel cuore, "fare del bene", cercando di amare Dio, proiettati verso gli altri, nel modo che Dio dispone. Alla faccia di tutte le timidezze, individualismi, e quei freni tremendi, legati alla nostra indole e abitudine. Guardando i sacerdoti, simili nell'aspetto più ad elettricisti, uscieri ... che a membri di un ordine, si coglie lo smarrimento del momento presente. "La crisi peggiore, è sempre quella interna, anche per la Chiesa" diceva ieri il relatore. Ma saremmo falsi se dicessimo che mancano i punti di riferimento. E poi è dolce, che la crisi dei fratelli, sia anche la crisi dei consacrati! Come è amabile questa solidarietà! 

 

Importante è chiederci dove tu, Signore, voglia guidarci. Importante è leggere i Tuoi passi e seguirli, serenamente, con sommo amore e diligenza. Senza chiederci altro. Non ci spaventino i cambiamenti, le povertà, le ostilità esterne e interne, le tentazioni e anche i peccati. Tutto tu puoi rendere strumento, per il tuo disegno di salvezza. La Speranza è il dono di oggi.

 

Speranza di vivere un giorno bello

Speranza di un cammino nuovo

Speranza di un bel lavoro coi ragazzi

Speranza di una pastorale delle famiglie

Speranza per il catechismo

Speranza per l'Anspi, per l'Asilo

Speranza per le Suore

Speranza per i malati e gli anziani

Speranza per i lavori alla chiesa

Speranza per la pace, lo sviluppo, il lavoro e l'ambiente

Speranza per il nuovo vescovo di Bologna

Speranza per la grazia di Dio

Speranza di sorridere tutto il giorno

Speranza di vivere felici, nelle difficoltà.  

 

Lavorare, cercare, studiare, organizzare, sognare, costruire, pregare ...

alcuni dei verbi che declinano la parola Speranza. 

17 Settembre 2015 Giovedi 

Gesù, maestro e Signore;

Emanuele, "Dio con noi", 

ti voglio adorare, ascoltare, seguire

Via ogni preoccupazione, ansia, tristezza ... 

Tu sei Speranza e Amore

Tu sei Misericordia

Tu sei Gioia

 

Grazie per la giornata di ieri,

per la relazione del Prof. Stefano Zamagni (L'economia civile),

il fervore attorno al Sacramento della Riconciliazione,

per gli incontri coi sacerdoti,

con don Emmanuel (Comunità di S. Jean) e don Remo Borgatti,

futuri compagni di ciclo pellegrinaggi,

per la frase di don Silvano, circa un confratello in difficoltà:

"Non si sa quello che vuole ..." ,

per la conclusione della giornata, rimanendo a Vespri.

 

Grazie per la preghiera,

origine e fine di ogni virtù,

per la chiarezza che doni, con la tua Parola,

di quello che vuoi,

di quello che voglio. 

don Emmanuel della Comunità di S Jean e don Stefano Guizzardi
don Emmanuel della Comunità di S Jean e don Stefano Guizzardi

"La narrazione della Misericordia comporta l'incontri di due atti: il Perdono divino e la Conversione dell'uomo. Senza questo secondo aspetto, non si dà il miracolo della Misericordia. La Misericordia divina non ha come fine di lasciare le cose come sono ..." (Card Caffarra) 

 

Impegno di oggi: porre tanti atti di conversione.

La conversione è una direzione; inevitabile ricadere nei peccati,

conversione è tendere, incessantemente, alla volontà di Dio, alla santità ...

 

"Nella condizione di oggi, non c'è scampo per la vita religiosa:

o si è santi, o si è proprio spacciati; non esiste via di mezzo ... (Padre Carpin) 

***

Gran lavoro di sgombro della chiesa, da tavoli, panchine, sedie, banchetti, quadri piccoli, candelieri ... da parte della "squadra" parrocchiale: Amedeo, Felice, Luigi, Sergio, sotto la supervisione della Arch. Irene Prata. Il San Giacomo di Pancaldi ora è collocato in Cripta. 

18 Settembre 2015 Venerdi 

"La forza del sacramento che abbiamo ricevuto, Signore,

ci pervada il corpo e anima,

perchè non prevalga il nostro sentimento

ma la forza del tuo Spirito"

 

Questa preghiera della liturgia orienta il cuore, sempre emotivamente problematico, nel giorno in cui coi compagni celebriamo il 35° anniversario di messa.

 

I quattro amici di ordinazione non sono coetanei, neppure compagni di classe, nè ho mai vissuto con loro: solo "ordinati" insieme. Incontro dunque un pò artificioso, anche se, anno dopo anno, l'appuntamento, cui nessuno mai manca, (perfino nel per me doloroso viaggio in Spagna) si solidifica, arricchendosi di senso, "oltre il nostro sentimento". Occasione in cui mi prende un imbarazzo tremendo, più o meno non dico una parola per l'intera giornata, nè a tavola nè mai. Non so perchè, ma va così, sempre. Ormai ognuno ha un suo ruolo: don Oreste "di destra", colto, brillante, gran signore; don Stefano, Rettore del Seminario, "di sinistra", autorevole, propositivo, critico, ironico; mons. Guizzardi il più serio, compassato, bravo, affidabile, buono; don Enrico parroco di Loiano, il più defilato, tranquillo e a suo modo robustissimo; poi ci sono io ... Mentre tutti parlano dell'ultimo documento CEI, o della prossima nomina Episcopale, o fanno battute su questo o quel ecclesiastico, la fantasia di chi scrive, vaga clandestina, su cose diverse, piccole, futili, proprio inopportune ... tipo se sia preferibile il colore bianco-azzurro, oppure nero-rosso, nel serbatoio della Bonneville ... Non che mi interessi tanto il colore del serbatoio, ma, insomma, è per mettere nell'aria anche qualcosa di mio ... 

 

Pomeriggio bello a Castelfranco nell'incontro coi malati. A Roma, una signora di Bomporto, con cui parlai tempo fa del profumo Roma di Laura Biagiotti, porto in regalo un piccolo flacone della fragranza omonima. Commozione sua e delle infermiere. Poi un saluto a Mirella, che la volta scorsa ripeteva, con uno straziante lamento: "sono triste!" proponendole di fare un pò cambio: "Mi dia un po della sua tristezza, io le do un pò della mia gioia": l'uomo per vivere non ha bisogno solo di pane, di salute, ma anche di gioia. Incontro Lina di Castelfranco, con la dolcissima badante rumena: Anna, di Craiova. Entrambe, in modo consapevole, chiaro, fervido, dicono che " è molto importante pregare per gli altri"; Lina raccomanda di "pregare e fare pellegrinaggi a S. Antonio di Padova ... In Romania - aggiunge Anna - S. Antonio da Padova è pregato particolarmente per le famiglie, nel giorno di martedi".  Visita anche a Fiorino. Da un po di tempo il dolore alla colonna vertebrale è aumentato; ha fatto i raggi, aspetta gli esiti. Abbraccio affettuoso e preghiera per tutti. Gesù cominciò il ministero incontrando i malati ... E' l'esperienza del limite dell'uomo, la porta più dolce della grazia, per loro e per noi. 

19 Settembre 2015 Sabato

Come è difficile capire se, il nostro lasciarci andare, sia segno di pigrizia, o giusta difesa da una misteriosa aggressione di eventi o circostanze! Non si sa se siamo eroi oppure disertori. Vista dal di fuori, la vita di tanti, che si lamentano di fare poco, è una meravigliosa storia di amore e pazienza. Occorre innanzitutto fare pace con se stessi.  

 

Il vangelo è commovente risposta alle ansie di chi si sente piccolo e inadeguato: "Chi di voi vuole essere grande, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti" Accanto ai malati, categoria evangelica sono i bambini: "Chi accoglie uno solo di questi piccoli, accoglie me e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato". Andare con fiducia verso i piccoli e accogliere il bambino che è in noi. 

20 Settembre 2015 Domenica - 35° anniversario di Ordinazione

Invocazione di "primavera dello Spirito, ad immagine della chiesa nascente". Questo il dono che chiedo e la disponibilità che offro nel giorno del 35° anniversario. Nessun ostacolo può limitare la grazia di Dio, se davvero crediamo. Memoria dei primi martiri coreani, manipolo di laici e sacerdoti, che portarono il seme della fede in Estremo Oriente. "Il seme": ecco l'immagine guida!


L'anno pastorale inizia con una serie di fragilità: non scoraggiarsi. Occorre trasformare le debolezze in preghiera, le crisi in slancio apostolico. Fare tesoro anche degli insuccessi, dei momenti di buio, di quelle umiliazioni che ci riportano al posto giusto: "Chi di voi vuole essere grande, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti". A volte forse siamo servi pigri e fannulloni; coraggio, rialziamoci! Ringraziare dei "semi" sparsi comunque ogni giorno ... invocare la primavera dello Spirito.

L'anno che comincia è quello dei lavori alla chiesa. La comunità può solo assistere e sostenere con la preghiera il lavoro materiale. Ma è suo dovere preparare il dopo lavori, quella articolata vita comunitaria che avrà nella chiesa la sua casa e il suo centro. 

 

"La vita e il ministero dei sacerdoti è il nodo della vita della Chiesa oggi. Si tratta di pensare ad una riforma, ad una nuova "ratio vitae". Non è la prima volta che la Chiesa si trova di fronte a questa necessità. Quando lo ha fatto ha seguito alcune costanti: 1. Un forte ritorno al Vangelo. 2. Un richiamare del clero alla vita comune 3. Un rinnovato legame alla Sede Apostolica e al proprio Vescovo.

La costruzione di un edificio non avviene accatastando pietra su pietra. Ogni progetto parte da una ispirazione di fondo, che poi prende corpo. Il nostro "principio architettonico" è la carità pastorale. Ho una speciale venerazione per due pagine della Scrittura: Atti 20 (testamento di Paolo) e Vangelo di Giovanni 21 (dialogo tra Gesù e Pietro) " (Card Caffarra) 

Accanto all'impegno dell'"incontrare Cristo", la liturgia e la Festa dei "100 collaboratori" indicano una strada. Formare il gruppo dei vicini. Gesù vive il rapporto col Padre, con la folla, ma molto tempo lo dedicava ai discepoli. Creare le condizioni di questo "discepolato". Convivendo, insegnando, incaricando... Rimanendo soprattutto uniti all'unico "Maestro" e all'unico "Padre". 

 

Il Card Caffarra ricorda che il modello di laici cristiani non sono i ministri istituiti e quelli che collaborano al servizio della comunità: "Non è questa la missione specifica dei laici! Occorre in ciò convertirsi". Il loro compito comincia con la Parola e termina con l'Eucaristia, come per tutti, ma al centro, ha come specifico la carità nel mondo, in famiglia, lavoro, sul letto della malattia ... Vangelo del quotidiano, non solo della domenica, ma che quello che comincia il lunedi ... Durante l'anno della famiglia lo terremo presente. 

Prima della messa mi accorgo di un errore nel materiale da donare ai collaboratori. Decisione di rimandare la consegna alla domenica I° di ottobre. In compenso molta attenzione all'Anniversario di Ordinazione, che mi commuove e ispira una omelia sui martiri coreani, ricordati dalla liturgia il 20 settembre, "esempio di primavera dello Spirito, seme ricco di frutti, per la parola, l'eucaristia e il martirio". Ricevo in dono un bel calice "segno dei momenti speciali nella vita di Gesù, la gioia e il dolore" e anche un involucro nero, con su scritto "La Liturgie des Heures" ... apro e scopro essere una raffinata fragranza francese di Jovoy "che evoca l'immagine di un antico monastero, dove ogni giorno il profumo della preghiera invade l'aria".

Doni squisiti, invito a distogliere il cuore da sè, rivolgendolo a Dio e alle anime. 

Nel pomeriggio un pò di riposo, poi ospite al compleanno di Chiara Santi in cortile con le amiche del pattinaggio; rosario e vespri dalle Suore; visita al Policlinico ad Alberto Bortolotti, dove incontro anche Caterina, Cleonice, Marcello con la fidanzata. Ritorno serale per la via Emilia, con la moto che fila a fari accesi, coperto bene, fantasticando e ringraziando Dio di tutto.

 

Pare sempre tanto poco quello che si fa e come se continuamente si oscurasse il "principio architettonico" del ministero nel cuore riappare la domanda:"Cosa vuoi, Signore, che io faccia?

 

"Che pizza!" direbbe il protagonista del film visto in serata (Quasi amici di E. Toledano). Inno alla schiettezza, al pragmatismo, alla vivacità, alla fantasia, al divertimento, all'amicizia profonda. 

Così con Gesù, prima di dormire. Preparazione anche delle letture di S. Matteo: "Imparate cosa significhi: "misericordia io voglio e non sacrifici", non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". Vangelo di Papa Francesco che, in fondo, pur con tutte le nostre limitatezze e distorsioni, ci pare di vivere. Allora tranquilli! "il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace"

21 Settembre 2015 Lunedi  San Matteo, Apostolo ed Evangelista

Evangelizzare ... incontrare Cristo ... tendere alla santità ... 

preghiera ... regola di vita ... iniziative nello Spirito ... penitenza ... zelo ... 

Esempi e insegnamenti di Anna Fulgida Bartolacelli ... 

 

In Seminario riunione con don Giovanni Silvagni e don Mirco Corsini dei parroci gestori di Scuole dell'Infanzia. Esame della situazione economica, con la presentazione di una serie di dati, su bimbi, rette, personale, ecc. da cui si capisce che su un totale di 36 scuole, pochissime sono economicamente serene, chiedendoci dunque cosa fare. Escludendo l'affidamento, come da più parti si fa, a realtà associative esterne, le prospettive del "pragmatico" don Mirco sono sostanzialmente due: 1. rassegnarsi a chiudere, 2. arrivare ad una gestione diocesana unitaria. "Tagliando dove c'è da tagliare, ponendoci in una situazione un pò più forte, laddove la frammentazione significa debolezza". I parroci presenti, apprezzano l'interessamento diocesano, confermando le difficoltà. Alcuni applaudono alla proposta di unificazione diocesana; altri sono perplessi, raccontando come, oltre alla identità cattolica delle scuole, sia fondamentale il loro legame con la realtà in cui vivono: le parrocchie, le Suore dove ci sono, i volontari, le famiglie, i sacerdoti. Siccome molte comunità proprio non ce la fanno, io penso che sia auspicabile la nascita di una realtà del genere. Senza nessuna imposizione. Vi si riferiranno le situazioni che, di volta in volta, lo riterranno opportuno o necessario.

 

Mentre vado all'ospedale in bici, poichè il mezzo lento favorisce gli incontri, oriento il cuore all'apostolato, specialmente nei confronti di adulti e giovani. Incontro la coppia Biavati, molte infermiere in corsia, Elena in portineria, alcuni parenti, tutte persone mature, adulte, ma di giovani neppure l'ombra. Entro da Branchini-Moto per comprare "grasso da catena". Il titolare manca, il figlio non sa dove sia "il grasso", nè cosa costi... In compenso gli ispira parlare, e da un piccolo dettaglio, vedendo la disponibilità all'ascolto, pur dichiarandosi "non credente" apre letteralmente il cuore su tutto il suo mondo interiore. Un fiume in piena, di idee, ricordi, delusioni, valutazioni, entusiasmi .. Stiamo insieme mezz'ora, e torno a casa pieno di gioia, per la realizzazione del desiderio: un passo apostolico nei confronti dei giovani. Si chiama Nicolò.

 

L'animo apostolico è quello che si rivolge con bontà verso gli altri. Ha l'ardire di volere essere utile, fino al grado massimo: rendere l'altro felice. Nella certezza che la felicità è l'incontro con Dio. L'animo apostolico procede per gradi: sapendo che solo Dio è padrone dei cuori, prega. Sa aspettare, preparare. Cerca di tradurre in gesti concreti la volontà di fare del bene. Sa che è importante l'andare incontro e l'accoglienza: il sorriso, la gioia di stare accanto, il sincero interessamento, il tempo lento, il sacrificio soprattutto. L'animo apostolico non prepara discorsi, ma cerca di mantenere vivo il proprio rapporto interiore con Gesù. Sente che lo Spirito stesso guida con dolce potenza gesti e parole. L'animo apostolico nasce dalla serenità e lascia sereni. Ha solo come frutto il desiderio di "pregare per" e di "tornare a vederci". La Messa della sera è per Nicolò. Il rosario per il viaggio del Papa a Cuba e negli Stati Uniti.  

 

Proverbi del Papa nel suo viaggio:

a. "le persone hanno due occhi, uno di carne e uno di vetro. Con l'occhio di carne vediamo quello che guardiamo. Con l'occhio di vetro vediamo ciò che sogniamo

b. "le persone che vogliono viaggiare veloci vanno da sole; quelle che vogliono viaggiare lontano vanno insieme"

22 Settembre 2015 Martedi San Maurizio (patrono di Recovato)

"Di martedì invochiamo a S. Antonio di Padova, perchè in questo giorno è morto, e chi lo prega con amore per alcuni martedì successivi, ottiene grandi grazie" (tradizione popolare)

 

Omelia del Papa Francesco, l'8 Settembre 2015, Natività di Maria: Piccolo, Cammino e Sogno

" 1. Ecco lo stile di Dio, che sceglie «le cose piccole, le cose umili per fare le grandi opere». Il Signore «è il Grande» e noi «siamo i piccoli», ma il Signore «ci consiglia di farci piccoli come i bambini per poter entrare nel regno dei Cieli», dove «i grandi, i potenti, i superbi, gli orgogliosi non potranno entrare». Dio, perciò, «riconcilia e pacifica nel piccolo».

2.  «Il Signore non ha voluto pacificare e riconciliare con la bacchetta magica: oggi — pum! — tutto fatto! No. Si è messo a camminare con il suo popolo». Un esempio di questa azione di Dio si ritrova nel vangelo del giorno (Matteo, 1, 1-16.18-23). Un brano, quello della genealogia di Gesù, che può apparire un po’ ripetitivo: «Questo generò questo, questo generò questo, questo generò questo... È un elenco, è il cammino di Dio fra gli uomini, buoni e cattivi, perché in questo elenco ci sono santi e ci sono criminali peccatori».

Un elenco, quindi, dove si incontra anche «tanto peccato». Tuttavia «Dio non si spaventa: cammina. Cammina con il suo popolo. E in questo cammino fa crescere la speranza del suo popolo, la speranza nel Messia». È questa la «vicinanza» di Dio. Lo aveva detto Mosè ai suoi: «Ma pensate: quale nazione ha un Dio tanto vicino come noi?». Ecco allora che «questo camminare nel piccolo, con il suo popolo, questo camminare con buoni e cattivi ci dà il nostro stile di vita». Per «camminare da cristiani», per «pacificare» e «riconciliare» come ha fatto Gesù, abbiamo la strada: «Con le beatitudini e con quel protocollo sul quale tutti saremo giudicati. Matteo, 25: “Fate così: piccole cose”».

3. Il popolo d’Israele «sognava la liberazione», aveva «questo sogno perché gli era stato promesso». Anche «Giuseppe sogna» e il suo sogno «è un po’ come il riassunto del sogno di tutta questa storia di cammino di Dio con il suo popolo. Non solo Giuseppe ha dei sogni: Dio sogna. Il nostro Padre Dio ha dei sogni, e sogna cose belle per il suo popolo, per ognuno di noi, perché è Padre e essendo Padre pensa e sogna il meglio per i suoi figli».

 

SOGNO una parrocchia in cui ci si voglia tutti bene

in cui ci si conosca, stimi, godendo di stare insieme;

bella anche negli spazi, ordinati, curati, accoglienti, abitati. 

SOGNO una parrocchia che metta Dio al centro

lo preghi, lo conosca, lo insegni, lo celebri,

in cui si cerchi di vivere ogni giorno e ogni evento alla luce del vangelo.

SOGNO una parrocchia in cui ciascuna persona

sia aiutata a vivere la propria vocazione 

nella umiltà, gioia, unità e pace,

respirando ovunque, in Maria, atmosfera di terra e di cielo 

... chiesa di Piumazzo, tutta sgombra, pronta ad accogliere l'inizio dei lavori ...
... chiesa di Piumazzo, tutta sgombra, pronta ad accogliere l'inizio dei lavori ...

A Recovato, per la festa di S. Maurizio, commozione fino alle lacrime al canto di comunione: "Come ti ama Dio" ... vorrei saperti amare come ti ama Dio, che ti conosce e ti accetta come sei ... Benedetta quella comunità che prega con canti simili! D. Davide Righi a tavola ci intrattiene sull'islamismo: "Non bisogna mai generalizzare" raccomanda. Racconta di quel giovane algerino che, affascinato da Gesù che "ama e perdona", di nascosto ascoltava in patria i canali satellitari con spiegazioni evangeliche, fuggito in Italia per battezzarsi ... "E' molto delicata la posizione interiore degli islamici, perchè sentono il bisogno di cambiamento, ma la loro tradizione, cui giustamente sono legati, lo impedisce: molti di essi vivono come un conflitto interiore, un bisogno di liberarsi dal peso del passato, ma non hanno strumenti ... da qui una certa loro rigidezza"  

 

Una lettura serale del Card Biffi, riporta parole del Card. Shuster, rivolte ai seminaristi di Venegono, pochi giorni prima di morire: "Non ho altro ricordo da lasciarvi che un invito alla santità. La gente pare non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità ancora crede, ancora si inginocchia e prega ... Non dimenticate che il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi o dei nostri cinematografi. Ha paura invece della nostra santità

23 Settembre 2015 Mercoledi 

In cosa consiste la santità? Ecco un insegnamento del B. Antonio Rosmini:

Io prego e supplico tutti voi nelle viscere di Gesù Crocifisso, che nessuno voglia divergere né a destra né a sinistra, ma che direttamente tenda a quello a che è chiamato, cioè a procacciare a sé medesimo la santità che non consiste in veruna opera d'ingegno, né in alcuna prodezza o gloria umana, né buon riuscimento delle imprese esteriori; ma bensì nel praticare quelle virtù che Gesù Cristo, Salvatore e forma delle anime nostre, ha mostrato in se stesso, massime pendente dalla croce: le quali sono l'umiltà, la povertà, l'abnegazione e l'ubbidienza, la mortificazione e la pazienza, e la carità ardente che tutte le contiene e non si perde in sottigliezze, ma cammina con semplicità e non cerca le cose proprie, ma quelle di Dio e del prossimo" (Lett.530).
"Ritenete sempre il gran pensiero che la santità consiste nel gusto di essere contraddetto ed umiliato a torto o a ragione, nel gusto di ubbidire, nel gusto di aspettare con gran pace, nell'essere indifferente a tutto ciò che piace à Superiori e veramente senza volontà, nel riconoscere i benefizi che si ricevono e la propria indegnità, nell'avere una gratitudine grande, nel rispetto alle altrui persone e specialmente ai ministri di Dio, nella carità sincera, tranquillità, rassegnazione, dolcezza, desiderio di far bene a tutti e laboriosità" (Lett.665).
"Se dunque, senza badare agli altri, voi badate solo a voi stesso, e adoperate tutte le forze, e impiegate tutto il vostro pensiero nell'abbassamento di voi stesso sotto di tutti, nella sottomissione e nell'ubbidienza; voi santificate e perfezionate l'anima vostra" (Lett. 469).

Un solco profondo e vitale ... così l'impegno per la santità!
Un solco profondo e vitale ... così l'impegno per la santità!

Dimensione apostolica della strada. Laura, moglie dell'elettrauto Enzo Fiorini, racconta il suo viaggio in Val Badia, col marito commosso alle lacrime salendo il Pordoi in bicicletta, soprattutto ascendendo alla Gran Riza, per piantare un alberello là dove morì Marco Masini. Il dolore che suscita amore, che a sua volta cresce, unisce, inventa forme dolcissime. Vive il suo mercoledi di riposo Francesco Gandolfi, amico, giovane, preziosa gemma, eroe del pensiero, della passione, sociale, culturale, famigliare. Scoperta dello scrittore Vassilj Grossman di Vita e Destino, sul mistero del male, nella voragine del quale qualcuno disse: "Dio c'è in ogni luogo e con grande amore pensa a tutto e a tutti"  (S. Massimiliano Kolbe). Preparazione riunione Catechisti chiedendo al Signore di farci "pensare in grande", attenti al "messaggio" che con tutto il nostro essere comunichiamo agli altri. Mirella, mamma di Elena, racconta del viaggio che la terza media ha fatto all'Expo. Impressione che i ragazzi abbiano vissuto una bella gita, ma il "messaggio" sul tema mondiale della alimentazione poco sfiorato. Allora dobbiamo essere attenti ai significati, ai "messaggi", a costo di "sembrare pesanti", "non piacere" o "essere rifiutati".

 

Ciò che fa grande una persona o una vita non sono tanto le realizzazioni, ma l'amore e la verità con cui agisce. L'amore più grande è quello dove maggiore è il sacrificio di sè.

 

Per mettere più amore nella vita sacerdotale, non è sufficiente puntare sulla bontà di alcuni frammenti, ma con libertà costituire un piano, che ispira riassumere in quattro verbi.

Cercare: alle persone bisogna andare incontro, come ha fatto Gesù nel suo ministero pubblico.

Insegnare: Gesù vede l'umanità come "gregge senza pastore" e insegna. Per insegnare occorre avere qualcosa da dire; per il sacerdote urge allora dedicare tempo allo studio e alla riflessione.

Guidare: molte parabole parlano del cristiano come un amministratore, il quale deve organizzare e affidare a ciascuno il suo compito. Particolarmente per il sacerdote il dovere di delineare la vita comunitaria e che i fedeli sentano, contenti o meno, che sono "organizzati" e non allo sbando.

Pregare: l'inizio e il vertice della vita cristiana e del ministero è la preghiera personale e liturgica.

 

Se Cercare, Insegnare, Guidare, Pregare sono i verbi della vita sacerdotale, nella vita delle famiglie ne metterei quattro simili: Pregare, Pianificare, Pazientare cioè ringraziare delle fatiche e Preziosire, dove questo ultimo sta ad indicare il valore "prezioso" di ogni persona e gesto che si compie all'interno della vita famigliare. Preziosi i figli, gli anziani, gli sposi; preziosi le case, i luoghi di lavoro e svago; preziosi gli elettrodomestici, i giardini e gli animali; prezioso il mattino, il mezzogiorno e la sera, tutto da vivere con amore e dono di sè. 

 

Anche per le Suore questi verbi vanno bene, aggiungendone altri due: Contemplare e Esultare, un vivere più di cielo che di terra, nel segno dell'invisibile e della gloria soprannaturale.

24 Settembre 2015 Giovedi 

Visita alla Scuola. Dopo tre settimane dall'inizio i bimbi del Nido cominciano a socializzare, a seguire qualche regola, ad essere felici insieme, in qualche attività. La fatica che fanno, i pianti, i passi incerti, gli smarrimenti, la diffidenze reciproche, la pazienza e bontà delle suore, delle maestre, la gioia nelle piccole scoperte, conquiste, è simbolo del cammino di Dio per farci crescere. Ogni nostro giorno è pieno di lacrime, ribellioni, fatiche, paure ... ma è tutto sotto controllo, come le maestre del Nido hanno tutto sotto controllo. E piano piano la maturità arriva.

25 Settembre 2015 Venerdi 

"Rallegratevi  nel Signore, sempre, ve lo ripeto ancora, rallegratevi!  La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti e la pace di Cristo che supera ogni intelligenza custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. " (Filippesi, 4,1) 

 

Oggi giorno di dolore e la Parola invita a "rallegrarsi" ... lo sguardo di Dio! 

Cleonice legge a papà Alberto il libro di Giobbe, confessando di non comprendere bene molte pagine. A casa riapro il testo, accostandolo idealmente alla lettura de "La montagna incantata". Ai discorsi di Hans Castorp, unisco i detti di Elifaz, Bildad, Sofar e di Elid sul senso del dolore. 

 

Oggi è San Sergio di Radonez, il santo più amato in Russia, amato immensamente pure da don Divo Barsotti, al punto da quasi identificarcisi. Una specie di "santo contadino", dolce, gentile, umile. Da giovane visse alcuni anni solo nella foresta, poi pieno di gioia uscì al mondo, per irradiare la gioia di Dio su tutti, divenendo riferimento di piccoli e grandi, semplici e dotti.   

26 Settembre 2015 Sabato 

Amare nella libertà. I santi che ebbero più credito presso le folle furono quelli che non cercarono il favore delle folle. La gente riconosce i cuori liberi e li elegge a riferimento per la loro vita. Utili agli altri sono coloro che cercano solo di piacere a Dio. Una cosa è essere attenti ai bisogni degli altri un'altra è dipendere dal giudizio degli altri. Sia il pavido che l'orgoglioso non hanno nulla da offrire, perchè prigionieri di sè.

 

La preoccupazione per le cose della parrocchia spesso non nasce da amore nella libertà, ma da una sorte di "pensiero mondano" che si insinua nelle pieghe anche di chi è partito con le migliori intenzioni. In un altro contesto Papa Francesco richiama i religiosi a rifuggire dai "conforti mondani", da un cercare le proprie gioie fuori dalla fede e servizio alle persone. Quando il proprio servizio è al "sistema parrocchia", allora non siamo più servitori di Dio e delle anime e ci condanniamo ad una sofferenza sterile e ad ogni sorte di fughe.  

 

E' giusto programmare. Dovere del capo è indicare linee, orizzonti, prospettive e tenere le file di un sistema. Ma al contempo, una guida cristiana non si prende troppo sul serio, coltiva un certo humor, un distacco, una santa indifferenza, il senso della vita come gioco e tragedia. Se lavora giorno e notte lo fa non per la "sindrome del salvatore", ma perchè in qualche modo gli piace, vive l'amore come passione e anche riposo ... sapendo che Dio è in tutto e sopra di tutto. 

 

Amare nella libertà significa mettere tutta la propria anima nel frammento di tempo che stai vivendo, il tuo amore nella piccola azione che hai davanti, tutto il tuo cuore nella persona che concretamente incontri, unica al mondo, bellissima e preziosa. Amare nella libertà significa vivere l'infinito in ogni istante. Come se tutto non contasse niente e il nulla contasse tutto. 

29 Settembre 2015 Martedi 

Certamente gli Angeli! ... Pur dopo una giornata molto faticosa, finita con la lettura delle parole di Papa Francesco, nella intervista in aereo al ritorno dagli Stati Uniti, il cuore vive una rinnovata e gioiosa chiamata missionaria. Il sacerdozio spalanca mille porte di missionarietà. Chiedo allo Spirito Santo la grazia di percorrere quelle che Lui indica, "supplicando giorno e notte, fra le lacrime", perchè tutti siano sostenuti e stimolati nella loro missione. Festa dei SS Arcangeli Michele, Raffaele, Gabriele, straordinari, ciascuno nel suo ...  Chi annuncia, chi combatte, chi consola ... Mi sento più vicino a Raffaele, l'arcangelo dei viaggi, della guarigione, degli anziani. 

 

Dispiacere, e leggera umiliazione, che nella riunione genitori della Comunione mi sia presentato non sufficientemente chiarito interiormente. Però il senso del cammino e del compito di guida non è solo di indirizzare, ma anche di chiarire insieme. I genitori si oppongono fervidamente, in maggior parte, allo spostamento della comunione in quarta elementare. Mentre li ascolto, vedo chiarirsi in me alcuni convincimenti, non tanto sui motivi da loro apportati, spesso pragmatici e esteriori, ma su valori in gioco, che magari loro non esprimono, ma sono come sottintesi e che prima non avevo colto con sufficiente forza. Prima di tutto la connaturalità fra Eucaristia e Piccolezza. Lo spostare in avanti sicuramente favorisce una preparazione "razionale", che è un valore importante, ma allontana un impatto "spirituale", legato proprio alla giovane età. 

 

La riforma profonda del catechismo, si realizza certo anche su miglioramento di programmi, ma soprattutto su un rinnovato spirito missionario, "angelico" ... D'ora in poi accosterò sempre questi due termini, "missionario" e "angelico", per un senso particolarmente dolce, umile, di accompagnamento, alto, invisibile ... Il parroco deve guidare, col suo dire, di più col suo fare, ancora di più col suo essere ... 

"... la santità consiste nel gusto di attendere in pace" (Rosmini)
"... la santità consiste nel gusto di attendere in pace" (Rosmini)

Gratitudine per la festa di domenica scorsa: "Ogni uomo è mio fratello". Accanto ad un dispiacere per gli assenti, verso i quali è da alimentare un opera di coinvolgimento, gioia per i presenti e il "clima" respirato nella giornata. Nella omelia si è parlato di una piccola Pentecoste. Segno commovente di primavera spirituale.

1 Ottobre 2015 Giovedi - Santa Teresa di Gesù Bambino

Riunioni genitori di inizio catechismo, partecipate e vivaci. Piccoli semi che attendono la nostra buona agricoltura. Sistemo in mattinata i registri Cresima: sensazione accorata nello scrivere tutti quei nomi, di ragazzi che per quattro anni, ogni domenica, hanno frequentato la messa e ora quasi più nessuno di loro partecipa a preghiera e sacramenti. E' normale? Va bene così? Da sempre ci chiediamo cosa fare e mai è stata trovata una risposta operativa soddisfacente. 

 

Questa dolorosa domanda, nel giorno di S. Teresa di Gesù Bambino. Alla fine della sua vita, le ultime parole che scrive nel diario, col lapis, incapace di reggere la penna, riguardano il confronto fra le sterili preoccupazioni operative di Marta, a confronto con i fecondi e sereni gesti della sorella Maria: "Gesù vuole correggere le preoccupazioni eccessive della sua ospite ardente. Tutti i santi l'hanno capito, soprattutto forse quelli che hanno riempito l'universo con l'irradiazione della dottrina evangelica. Un saggio ha detto: "datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo". Quello che Archimede non ha trovato, l'Onnipotente lo ha dato ai Santi: come punto di appoggio "se stesso" e "solo se stesso". Come leva, l'orazione che infiamma di un fuoco d'amore, e così essi hanno sollevato il mondo" 

 

"Respiro il profumo della vita di Gesù e so da quale parte correre ... Non mi slancio verso il primo posto, ma verso l'ultimo; invece di farmi avanti con la preghiera del fariseo, ripeto piena di fiducia, la preghiera umile del pubblicano, soprattutto seguo l'esempio di Maria Maddalena. Anche se avessi sulla coscienza tutti i peccati che si possono commettere, andrei col cuore spezzato dal pentimento, a gettarmi fra le braccia di Gesù e so quanto ami quel figliol prodigo che ritorna a lui. (ultime parole del quaderno)

 

E poco prima scrive: "Un'anima infiammata d'amore non sa rimanere inattiva; senza dubbio resta ai piedi di Gesù, come Santa Maddalena, e ascolta la sua parola dolce e infuocata. Benchè sembri non fare nulla, essa dà ben di più che Marta, la quale si agita per tante cose" 

"Gesù ci insegna che basta bussare e ci sarà aperto, cercare per trovare, e tendere la mano umilmente per ricevere ciò che chiediamo. Egli dice ancora ancora che quanto chiediamo al Padre in suo nome egli ce lo concede ..."

 

Nella dottrina di S. Teresa del B.G. una strada dunque per fare amare Dio anche ai nostri adolescenti ... dentro al tema generale della Misericordia. "Respiro il profumo della vita di Gesù e so da quale parte correre". Il mio "viaggio ideale" è dunque diretto innanzitutto a Davos, cittadina svizzera di Thomas Mann, ad Ars (Lione) piccola parrocchia di S. Giovanni M. Vianney; a Parigi, città di Victor Hugo, infine a Lisieux, terra di S. Teresa del B.G .. con i ragazzi nel cuore!

 

Pochi minuti dopo queste note, da Gerry incontro un gruppo di seconda media che saluta cordiale. Ispirazione di chiedere a Virginia un selfie ... Piccolo, dolcissimo segno.  

S. Teresa di G.B. insegna a distinguere amore da emozione. Tanti anni di preghiera "senza sentire nulla", come se Gesù "dormisse". Non si scoraggia, sapendo che andare avanti a queste condizioni l'amore era più grande, vero, non egoistico. Da qui il proposito anche per noi di donarsi totalmente alla vita pastorale, anche ai ragazzi, prescindendo da ogni risultato sensibile, nello spirito di S. Teresa: il frutto dell'amore non si identifica coi risultati materiali. Non che non interessino, o si disprezzino i risultati sensibili, ma la fecondità dell'amore non dipende da essi.

3 Ottobre 2015 Sabato

Tema ancora della "piccolezza" e degli "angeli", umili, operosi e buoni, nella liturgia. Correzione alla smania egoistica di essere "grandi", fonte di stress e paralisi, ignorando la vera grandezza di Gesù, quella delle piccole opere, fatte con tanto amore, e dei piccoli come destinatari. Fra essi gli anziani. La testimonianza di Monica Ghedini in morte della nonna Bruna è molto sapiente: "per i bimbi siamo sempre pronti, in fondo; ma per gli anziani, in cui c'è la sintesi di una vita, per la loro fragilità, dobbiamo fare di più". Anche per la "festa dei nonni", si potrebbe fare di più. 

 

Dal film Invictus  su Nelson Mandela. "Il passato è passato, noi guardiamo al futuro: ci serve il vostro aiuto, vogliamo il vostro aiuto! Se vi andrà di restare, voi rendete al vostro paese un grande servizio. Tutto ciò che vi chiedo è di fare il vostro lavoro con il massimo di impegno e partecipazione, e io prometto di fare lo stesso. Se riusciremo a fare questo, il nostro paese sarà una grande luce del mondo"

 

Idea di chiedere a tutti i catechisti di costruire un quadernetto, specie di "diario del cuore", dove in ogni pagina (magari doppia) mettere il nome e la foto di ciascun bimbo, e ogni volta che il catechista "scopre" qualcosa in più di lui, sulla sua vita, il suo mondo, il suo cuore ... scriverlo, annotarlo, e così crescere nell'amore per ciascuno che ci è stato affidato. Diario, non solo con l'elenco alfabetico dei nomi e presenze ma, cominciando dalla foto, col racconto della loro vita ...

 

Alzato alle 4,00. Forse ho esagerato, ma importante darsi una mossa, anche col rischio di eccedere. Affidare allo Spirito questa corsa, verso una meta "oltre le nostre forze". Accanto alla "piccolezza", il tema del "timore", specie nei confronti della preghiera, ... quella eucaristica.


"Coraggio, figli, gridate a Dio,

poiché si ricorderà di voi colui che vi ha afflitti.
Però, come pensaste di allontanarvi da Dio,
così, ritornando, decuplicate lo zelo per ricercarlo;
perché chi vi ha afflitto con tanti mali
vi darà anche, con la vostra salvezza, una gioia perenne." Baruc 4,28-29

  ... senso simbolico, secondo "la Montagna incantata", del fiore alpestre "aquilegia" ...
... senso simbolico, secondo "la Montagna incantata", del fiore alpestre "aquilegia" ...

6 Ottobre 2015 Martedi - San Bruno

In preparazione al funerale di Alberto Bortolotti mi incontro col Cantico delle Creature di San Francesco (Alberto muore la notte del "transito") specialmente nella parte finale: "Laudato si, mio Signore, per sora nostra morte corporale ... " sguardo, pieno di amore e riconoscenza nei confronti del creato, del sole, del vento, del "nubilo e sereno e omni tempo", bellezza delle stagioni che tanto condivido. La frase "Guai a chi morrà ne la peccati mortali" ispira un'opera pastorale forte, non solo di visita agli infermi, ma di preghiera e aiuto alla riconciliazione finale ... Qualcosa di speciale nella mia vocazione. 

 

In preparazione al pellegrinaggio a Pavia, sulla tomba di S. Agostino, leggo nelle Confessioni la sua conversione. Agostino, come Francesco, sente il bisogno di cambiare, non può non ascoltare questa voce del cuore. Ma quale rischio in questo nuovo cammino! Come don Divo Barsotti, quando sentiva la sua "irriducibilità" ad una normale vita parrocchiale, quale rischio ha corso nel non seguire "il vecchio", "il normale", col pericolo di dissolvere la propria vita in un nulla di fatto. Il mondo è portato avanti dalle anime "diverse", ma queste devono essere interiormente rigorosissime, altrimenti diventano facilmente "sale insipido", buono solo ad essere calpestato. 

 

Giornata bella domenica, per la festa dei collaboratori e attenzione a tutti i costruttori del Regno, ma specialmente per la iniziativa dei catechisti, di fare una giornata di incontro delle Medie, con Messa, pranzo e giochi insieme ... Realizzazione di un desiderio, risposta ad un timore, alimento di impegno, per me soprattutto di preghiera, gratitudine, dolcezza e formazione interiore.

Incontro parrocchiale delle medie il 4 ottobre. Un grazie ai ragazzi e a tutti i catechisti!!!!
Incontro parrocchiale delle medie il 4 ottobre. Un grazie ai ragazzi e a tutti i catechisti!!!!

Anche san Bruno ispira un pellegrinaggio. Da tanto ci penso. Non so cosa mi attiri in lui, ma pian piano lo capisco! Una vita diversa, imprevedibile, avventurosa, mistica e apostolica. Nato a Colonia, uomo di studi e di carattere, opera a Grenoble, fondandovi la Grande Certosa, poi si ritira in Calabria, sulle montagne, dove riposano le sue spoglie. L'ho sempre accostato a San Francesco di Paola, la cui sede in Calabria non è lontana da Serra san Bruno. Si stanno profilando grandi futuri itinerari, da tenere in cuore, come quello a nord, per Lisieux, Nevers, Ars ... magari in moto. Possono essere tentazioni, come grandi doni, per mantenere il cuore acceso, perchè senza passioni il cuore si spegne. Importante che siamo passioni "secondo Dio!"

 

Al lavoro!... piccolezza, preghiera, persone, prudenza, premura ...  

A Castelfranco, coi sacerdoti meditiamo il vangelo della domenica sui "pericoli delle ricchezze". Confesso pubblicamente il mio senso di colpa per la vita borghese, il benessere, la bella casa, il superfluo che occupa il cuore, con la scusa che Dio ci vuole felici ... la Triumph ... Una vocina si insinua, suggerendo che il vero pericolo non sta qui, fonte della felicità o infelicità, della fedeltà a Dio o no, che la ricchezza iniqua sta piuttosto in un orgoglio malato, infantile, che fa cercare prima di tutto il consenso, la stima, il successo ... non ottenendo il quale, per fragilità oggettiva o nequizia, diventiamo pigri, tristi e davvero piccini. Con un coinvolgimento circolare dei sensi, origine e conseguenza dello stesso orgoglio malato, che non guarda a Dio, ma a sè: cibo, tv, chiacchiere, distrazioni di ogni sorta ... La cura è sforzarsi di guardare a Dio, da Lui solo attendere indirizzo e giudizio, sfidando coraggiosamente, anzi beffandosi, di ogni altro giudizio, dei confratelli, dei superiori, specialmente del nostro, allineato al mondo e all'orgoglio malato. A questo punto intraprendere una vera battaglia per la libertà dai sensi, dal danaro, dalla pigrizia ...


Nuovo sopralluogo della Ditta COGEI alle volte della chiesa. La ragione della attesa, sta nella "correttezza" della Curia che, dopo l'assegnazione dei lavori alla Ditta medesima il 9 settembre 2015, aspetta i trentacinque giorni di legge, per eventuali ricorsi di Ditte concorrenti, terminati i quali si firma il contratto e si comincia. Speriamo dunque di partire il 12 Ottobre 2015! 

13 Ottobre 2015 Martedi 

Firmato contratto fra Curia e COGEI e comunicazione di inizio lavori, giovedi 15 Ottobre 2015. Speriamo! Il responsabile amministrativo, il dott. Ing. Luciano Schillkowski di Belluno, si presenta persona affabile e concreta, trasmette empatia, così lo staff operativo. 

 

Sabato di grandi lutti: Alberto Bortolotti, Lina Alboresi, Loris Levoni. Vissuti tutti, da tutti, con partecipazione, emozione e fede. Senza averne l'esclusiva, il sacerdote e la chiesa hanno grande ruolo in questi momenti. Accolgono, interpretano, celebrano. "I riti sono condensazione dei sentimenti, forme attraverso le quali le emozioni trovano espressione". 

 

Anche nella giornata di inizio catechismo si respira emozione, direi nel suo insieme, e nelle personali storie di ogni bimbo, catechista e famiglia. Rimane il problema messa, comunione, di un approccio ai sacramenti non proprio "rituale". Sta a noi mostrarne la bellezza. Probabilmente molti rimarranno esclusi da questo sentire, senza che ci sia dato conoscerne la ragione, ma importa, da parte nostra, fare tutto con sincerità e amore. 

 

Al funerale di Alberto Bortolotti, un collega recita una poesia:

Restano tre cose
Di tutto restano tre cose:
la certezza
che stiamo sempre iniziando,
la certezza
che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza
che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione,
un nuovo cammino,
della caduta,
un passo di danza,
della paura,
una scala,
del sogno,
un ponte,
del bisogno,
un incontro.

Fernando Pessoa

Continua la lettura de la Montagna Incantata, capitolo "Neve". Accanto alla descrizione "interiore" del paesaggio nevoso, il protagonista ha un approccio inatteso al mondo sportivo. "Perciò, un giorno, nel secondo inverno che passava lassù, Castorf deliberò di acquistare un paio di sci e di imparare a usarli fin dove esigeva il suo progresso. Non era uno sportivo, per mancanza di attitudini fisiche non lo era mai stato, nè fingeva di esserlo. Sapeva di appartenere ad una specie più disciplinata, diversa dal popolino dei turisti e in base ad una dignità allontanante, a un obbligo di moderazione, sentiva che non era affar suo divertirsi in superficie come quelli e avvoltolarsi nella neve come uno scemo ... Imparatone l'uso stando a guardare gli altri, cominciò per conto suo, su un pendio quasi senza alberi, lontano dal brulichio dei campi di scuola, a fare le sue maldestre prove quotidiane. Castorf notò che si acquista presto una abilità della quale si sente il bisogno interiore"

 

"Era lieto della conquista, che gli spalancava un mondo inaccessibile e annullava quasi gli ostacoli. Esso lo fasciava con la desiderata solitudine, la più profonda che potesse immaginare. Quando si fermava, immobile per non sentire se stesso, il silenzio era assoluto e perfetto, una quiete ovattata, ignota, mai avvertita, senza riscontri possibili. Quel mondo che non aveva nulla di ospitale, accoglieva il visitatore a suo rischio e pericolo, anzi non lo accoglieva, non lo accettava, ma tollerava il suo arrivo, la sua presenza, emanando una sensazione non tanto di ostilità, ma di indifferenza mortale. Commozione religiosa, pavida eccitazione, provava Castorp e poi quel senso di sollievo, al ritorno, quando si rendeva conto che, per ore, la sua mente era stata dominata da un segreto e sacro terrore" (La Montagna Incantata)

Contro tutto e tutti, anche io imparo a portare (moderatamente) la moto, per un bisogno interiore. Lo sento con certezza, andando alle Budrie, con la mia Yamaha, di notte, in autunno.

 

Alla riunione formativa Catechisti, don Luca Balugani, giovane prete-psicologo di Modena, con l'aspetto del piccolo intellettuale simpatico, tirato, affabulatore, intrattiene sulla dimensione antropologica del perdono e ruolo delle "scienze umane" in rapporto alla rivelazione. Commenta il miracolo del paralitico, sottolineando lo stupore dei presenti "meravigliati che fosse dato un tale potere agli uomini". Richiama la predilezione di Freud per la parabola del Buon Samaritano, suggeritagli dal pastore protestante Oskar Pfister "... perchè alla fine, dopo aver fatto tanto, non viene chiesta la conversione" e articola la lezione (molto bella!) su tre punti:

- La novità della proposta dell'amore per il prossimo e del perdono
- Il senso di colpa, traccia psicologica del peccato originale, ora trasformata in senso di vergogna
- Differenza fra senso di colpa e senso di peccato.

 

"Mentre il senso di colpa chiude in se stessi, è statico, guarda indietro, tende alla autopunizione, il senso del peccato vede il suo centro fuori di sè, è dinamico, guarda avanti e tende al cambiamento. Come il senso di colpa e la vergogna nascono dalle relazioni, così dalla relazione, con Dio e gli altri, nasce la possibilità di una uscita e superamento dei medesimi".

Risposta a domanda: "Non è nostro compito indurre i sensi di colpa, neppure credo che ci si possa riuscirci, nè è quanto Dio ci chiede (si parlava di coscienza di peccato per la mancanza alla messa domenicale) E' scorretto e "da bastardi" voler far sentire in colpa i bambini, perchè si sentanto in colpa i genitori. La strada giusta è indicare orizzonti belli, cui tendere insieme". 

il (dolce) cammino della penitenza

14 ottobre 2015  Mercoledi 

L'anno della Misericordia, può essere vissuto come anno penitenziale, esercizio dell'anima a vivere stabilmente questa vocazione primaria. Prendere sul serio il proprio peccato e prendere ugualmente sul serio la grazia della riconciliazione. "Penitenza" è una parola bella, prospettiva gioiosa e rasserenante, non solo nel suo esito, ma anche nel suo divenire e nel suo cominciare. "Chi disprezzerà il giorno di così modesti inizi?" (libro di Zaccaria - Ufficio di letture). 

 

Il vangelo del giorno mostra alcune caratteristiche penitenziali:

  • ricordare sempre l'amore di Dio
  • essere umili
  • riconoscere il proprio peccato
  • non giudicare nessuno


Si è penitenti anche nello stile: ogni gesto sia silenzioso, leggero, riservato, teso a "non disturbare", ma piuttosto ad aiutare, collaborare, ringraziare. Il cuore cerchi di non lasciarsi sfuggire alcuna opera buona, di mortificazione, bontà, raccoglimento, laboriosità, preghiera. Si è penitenti prima di tutto nel pensiero e nel cuore: accanto al ringraziamento costante, per i piccoli innumerevoli doni della vita, altrettanto costante sia la invocazione "Signore Pietà", per sè e per gli altri. Si cerchi il più possibile la Parola di Dio, come lampada che illumina e acqua che lava.

 

Oggi è il 19° anniversario della morte di Carla. Una delle persone cui ho voluto più bene nella mia vita. Nata a Torino il 7 novembre 1945, conosciuta nell'estate 1989, medico anestesista, non sposata, morta a Olbia di infarto il 14 ottobre 1996. Aveva la mamma, due fratelli sposati, famiglia ricca, ma affettivamente tutti molto freddi nei suoi confronti. Cresciuta in un ambiente ateo, probabilmente massonico, con la mamma praticante l'esoterismo, aveva verso il mio sacerdozio una delicatezza tutta speciale. Nell'anno in cui coi giovani andammo a Torino, volli farle visita al cimitero senza trovarla, perchè esumata "senza alcun interesse dei parenti". Ho acquistato per lei un loculo e ora ho il singolare conforto di possedere anche io una tomba.

16 Ottobre 2015 Venerdi 

Iniziati i lavori alla chiesa. Omar, Vincenzo e Giuseppe, sono i primi incaricati della Ditta ad allestire il cantiere. Una parte della zona transennata, anche all'interno della chiesa e sulle volte si porta il materiale di lavoro. Alla messa di S. Teresa d'Avila ringraziamo e preghiamo. 

 

Preghiera per Daniele Biavati, non di meno per Anna e Mauro i loro genitori. Il cuore spinge ad una visita, col timore di essere inopportuno, o vivere il disagio di trovarmi là assieme a persone e amici più "veri" di me. Ma sento che non importa e vado. E' "l'istituzione" che spinge, ma una istituzione che chiede di essere umani, umili, amorevoli, sinceri, solidali ... La famiglia sceglie di non fare il funerale religioso, ciò non toglie il senso di una presenza sacerdotale, che non significa fare riti, presiedere celebrazioni, ma offrire nell'intimo una comunione. L'incontro è delicato, cordiale, breve. Bastano pochi istanti per capire, sentire, corrispondere. Dicono che apprezzerebbero la mia presenza al funerale, in mezzo alla gente comune, dicono pure che loro non ci saranno. Spero cambino idea, perchè è un grande conforto sperimentare l'affetto di tanti per il proprio figlio. 

Non conoscevo Daniele, ma dalla foto si capiscono tante cose. Un ragazzo di volontà, di azione, sincero, orgoglioso ... Appassionato di moto, ne ha fatto il suo mestiere, divenendo titolare di una azienda di assistenza meccanica, che gli dava molte soddisfazioni.

 

Tutti i motociclisti sanno che la moto è pericolosa e hanno amici mancati a causa di incidenti. Per questo il motociclista, ogni volta che sale sulla sella, nell'intimo rinnova un proposito di prudenza, attenzione, a sè ma sopratutto agli altri, perchè la maggior parte delle cadute non sono causate da lui. Può darvi adito, con una velocità elevata, passaggi stretti, piccoli spostamenti di traiettoria ... ma il motociclista non cerca il pericolo, non vuole la morte. La sua passione è un inno alla vita, alla giovinezza. Il centauro normalmente è una persona coscienziosa e responsabile: ha troppo a cuore la sua passione, per volerla rovinarla con un azzardo, una fretta, un eccesso ... 

 

Caro Daniele, non sappiamo il senso di quello che ti è successo, nè vogliamo liquidarlo con una impotente rassegnazione al destino. Neppure cerchiamo la retorica dell'eroe, che può nutrire un giorno, lasciando affamati quelli seguenti. Diciamo che la tua passione era bella, che sei stato fortunato e bravo a coltivarla, che ti ha dato tante gioie, negli amici, nei viaggi, nel lavoro e nei sogni. Diciamo che la tua vita non era solo quello, e il dolore di Mauro e Anna dicono quanto di più ci fosse attorno a te, nella tua giovane vita. Se stato amato da piccolo, se amato ora da giovane, come non pensare che sarai amato, in un modo speciale, anche da adesso in poi?  

20 ottobre 2015 Martedi 

Al funerale di Daniele sono accanto alla dott. Clara Cremonini. "Era amico di mio figlio, accomunati dalla passione per la moto ... i giovani hanno bisogno di velocità, di sensazioni forti, compravano, vendevano, si scambiavano pezzi, da ragazzi facevano i "garini" in via Fossavecchia ... " Al termine, parla di un suo corso recente, fatto sulle "nuove dipendenze non farmacologiche": giochi on line, sesso cibernetico, shopping compulsivo ... a Modena circa 70.000 sono le persone con "dipendenza da gioco", spendendo cifre impressionanti, rovinando se stessi e famiglie. Con la scarsità del lavoro molti pensano di risolvere il problema col gioco, e diventa una malattia ... Cosa può fare un medico? E, io penso, cosa può fare un sacerdote?

 

Vangelo domenicale sul tema delle "ambizioni". In omelia cito una frase di Pessoa: "Io non sono niente, so di non è essere niente, ma ho nel cuore tutti i sogni del mondo". Ultimamente frequento questo autore, paradossale, sincero, lucido. Mi piacerebbe andare in Rua de Douratores, a Lisbona, nella stanzetta, sotto quel cielo, circondato da quei tetti, che videro il nascere dei suoi pensieri e le sue parole. Anche Gesù "ha tutti i sogni del mondo" e mentre Pessoa è schiacciato dalla consapevolezza che essi rimangono sogni, per Gesù si possono realizzare, "offrendo la propria vita in riscatto per molti".

 

Alla riunione catechisti delle Budrie, don Stefano Maria presenta una scenografica lettura delle Parabole della Misericordia. Bella la sua lezione, ma ancora più belli i volti dei catechisti radunati ad ascoltare: un centinaio di giovani, mamme, suore. Oltre ad essere istruttive, queste serate sono una festa, un banchetto della disponibilità. Colpisce l'assunto iniziale del tema: "Chi è chiamato a passare, attraverso la Porta Santa, all'inizio del Giubileo? ... i peccatori!" Quello che normalmente angoscia, pesa, blocca, si rende scontenti, davanti agli altri e a Dio, diventa il biglietto di ingresso alla festa di Dio. Per un istante vedo me e il mondo intero, incamminarsi su questa strada, che non è più solo quella della "legge", ma di un amore più grande che chiama.

 

Sono iniziati i lavori alla chiesa, per ora la Ditta ha mandato solo due operai a preparare il cantiere. Vincenzo, il capo, è di Osteria Grande, con famiglia di origine calabrese. Il suo aiutante, Giuseppe, ogni mattino viene da Rovigo, col treno fino a Bologna, dove lo carica Vincenzo e insieme arrivano a Piumazzo. Si spostano nelle ore del traffico e hanno con sè lo zaino per la merenda a metà giornata. Oltre alla nostra chiesa, penso alla loro vita di sacrificio. Mi chiedo come far consumare al caldo e con un minimo di conforto il loro pasto, di operai in trasferta.

Vincenzo, Giuseppe e il direttore dei lavori geom Omar Zerbinati
Vincenzo, Giuseppe e il direttore dei lavori geom Omar Zerbinati

Anche io, da giovane, lavorai per molti estati nei cantieri edili. I miei zii, levigatori di pavimenti, avevano bisogno di aiuto. Ho un ricordo bellissimo di quel periodo, dell'ambiente, del pranzo a metà giornata, nella gavetta, buonissimo, sempre con le stesse cose, però era estate, non ho idea di come sia nella stagione fredda. Dopo la chiusura dell'area cantiere, Vincenzo e Giuseppe coprono il pavimento della chiesa, di uno strato di feltro, poi plastica, e sopra ancora una tavola di legno. "neanche il pavimento del Vaticano lo proteggono così bene" dice scherzando Vincenzo. La settimana prossima arriveranno i ponteggi e si inizia a salire. 

Giuseppe e Vincenzo coprono il pavimento a protezione.
Giuseppe e Vincenzo coprono il pavimento a protezione.

21 Ottobre 2015 Mercoledi

Visita ai malati in Ospedale in bicicletta. Dopo la pioggia dei giorni scorsi, la temperatura mite crea un soave effetto "primavera". L'erba spunta di nuovo, gli alberi ancora pieni di foglie cambiano di colore, assumendo le belle tinte dell'autunno, i rossi, i gialli, i marron, in tutte le tonalità possibili. Il cielo ha quel delicato azzurro Bonneville che scioglie l'anima, col bianco delle nuvole, pennellate di candore. Mi vergogno di perdere il tempo, andando adagio per via Celeste, poi dentro una voce dice: "essere felici va bene, si fa la volontà di Dio"   

Castelfranco Emilia, lungo via San Donnino
Castelfranco Emilia, lungo via San Donnino

Qualcuno fa la classifica delle 3 più belle ciclabili d'Italia: le scrivo, aggiungendone una: 

1.  Assisi, Foligno, Spoleto, Norcia. Ciclabile dell'Umbria. Percorso mistico e verde, in una delle regioni più carismatiche dell'Italia. Percorso nuovissimo: km 120

2. Dobbiaco, Cortina, Calalzo, Belluno. Ciclabile delle Dolomiti. Tutta in discesa, attraversa la regione più pittoresca e spettacolare d'Italia. Esiste da una decina di anni. Km 110

3. San Lorenzo - San Remo. Ciclabile della costa Ligure, tutte sul mare, in un percorso aereo, sinuoso, senza dislivelli, avvolti dal mare e dai fiori. Ha cinque anni. Km 25

4 Piumazzo, Spilamberto, Collegara, Castelnuovo, Torre Maina.  Anello del Modenese, attraversa la campagna emiliana, lungo il Panaro e il Tiepido, unendo tre diverse ciclabili, scoperto da un parroco perditempo, condiviso con tanti amici ... non perditempo. Km 42

 

Grazie Gesù del sole di oggi, ma grazie ancora più di Te, 

Grazie della Eucaristia, della Penitenza,

del Sacerdozio, del Matrimonio e di ogni sacramento.

in tutti sei presente Tu. 

Grazie dell'Asilo e delle Suore.

Grazie di questa fine giornata, serena, davanti al Tabernacolo.

Soccorri quanti la terminano nel dolore e nelle preoccupazioni,

che la mia piccola preghiera, offra a ciascuno il Tuo aiuto.