VERSO SANTIAGO - Cammino Portoghese

(la Preparazione)

1 GENNAIO 2010

 Dal 12 al 22 Gennaio 2010, se il Signore vorrà, ritornerò pellegrino a Santiago di Compostela

"Cammino Portoghese" da Porto a Santiago e "Cammino di Fisterra". Seguendo un desiderio e non meno una obbedienza; per chiedere Unità, Bontà e Laboriosità. L'anno 2009 è finito pieno di grazie. Riprendo il cammino con intenzione apostolica, imparare cioè a coltivare il bene delle anime:

Il 2010 è ANNO SANTO GIACOBEO. Dopo l'esperienza dell'agosto scorso con Cavazzona, tutto è pronto per un terzo pellegrinaggio in piena autonomia. Ho scelto il "cammino portoghese", perchè nuovo, facilmente raggiungibile, poco frequentato. Il tratto che farò è di circa 200 chilometri. Sarà bello camminare nel magico inverno in totale solitudine, all'inizio dell'Anno Santo, verso una una nuova importante Compostela. Il tema della odierna giornata Mondiale della Pace: " Se vuoi coltivare la pace custodisci il creato " è in viva sintonia con l'esperienza del pellegrinaggio a piedi. Più dei grandi discorsi, la vivente poesia del camminatore promuove questa luce.

Il cielo grigio e vuoto di oggi ispira senso di raccoglimento, di immobilità, di non-pensiero col cuore fisso in Cristo. Perchè anima e creato si dispongano alla primavera dell'azione apostolica.

Mi ha fatto molto piacere che tanti parrocchiani, facendo gli auguri di Buon Anno, attraverso questa pagina abbiano imparato della partenza. Li porterò tutti nel cuore.  

 

SABATO 2 GENNAIO 2010. Memoria dei SS Basilio e Gregorio Nazianzeno

Due santi monaci e pastori. L'unità fra vita di comunione con Dio e il servizio delle anime. Erano amici; prima o poi la strada va condivisa.

Nell'organizzare la sosta forzata a MADRID - a causa cambio orario di volo, cosa che succede coi viaggi low cost - ho pensato visitare la tomba di Cervantes (il Card Caffarra dice che il libro più bello che abbia letto è il Don Chisciotte di Cervantes) e il vicino Museo Thyssen Bornemisza, (Prado) di arte e cultura contemporanea, col suo laboratorio sulla educazione di altissimo livello, pensando al nostro Asilo e alla Casa B.V. delle Grazie.

Organizzare un viaggio nei suoi dettagli concreti (dove dormire, quanto costa, come arrivarci, prenotare, tragitti del metro, orari, biglietti, ecc.) ha un enorme valore formativo.

Idea di programmare un viaggio coi giovani facendo fare a loro, attraverso internet, tutto questa parte organizzativa, per formarli alla libertà, alla autonomia, facendo sperimentare il piacevolissimo senso di "essere capaci" di costruire cose importanti. 

Alla decisione di partire, è seguita immediata una visita al nostro cimitero. I morti sono i prima a capire e ad aiutarci. Ai due funerali di oggi, il vangelo riportava le parole di Gesù: " Vado a prepararvi un posto, e quando ve lo avrò preparato, ritornerò, perchè siate anche voi dove sono io ".

 

DOMENICA 3 GENNAIO 2010 - Trascrivo il programma:

Viaggio aereo Bologna-Madrid e poi Madrid-Porto - In pullman da Porto a Valenca sul confine Portogallo-Spagna. Quindi tappe a piedi di circa 25 km al giorno:

Mercoledì 13 Gennaio VALENCA - REDONDELA

Giovedì 14 Gennaio REDONDELA - PONTEVEDRA

Venerdì 15 Gennaio PONTEVEDRA - CALDAS DE REIS

Sabato 16 Gennaio CALDAS DE REIS - TEO

Domenica 17 Gennaio TEO - SANTIAGO DE COMPOSTELA

Lunedì 18 Gennaio SANTIAGO DE COMPOSTELA - NEGREIRA

Martedì 19 Gennaio NEGREIRA - OLIVOEIRA

Mercoledì 20 Gennaio OLIVOEIRA - CAPO FISTERRA 

Giovedì 21 Gennaio Ritorno a SANTIAGO in pullman.  Aereo serale SANTIAGO-MADRID

Pernottamenti e pasti in Ostelli o Pensioni, secondo quanto si trova.

I quattro biglietti degli aerei sono costati complessivamente € 141,00.

 

Oggi pomeriggio passeggiata di preparazione Piumazzo-Le Budrie. Esercizio della preghiera di raccoglimento. Sarà questo il "lavoro" che mi aspetta. Normalmente il Cammino ha la grazia di amicizie profonde anche e specialmente in chi parte da solo. Ma mi debbo preparare a vivere nel "deserto", a fare di Dio l'unica compagnia. Passando da Calcara, nel presepe in chiesa, vedo due bellissime statuine che rappresentano pellegrini, con cappa, bordone e conchiglia ben in vista. Sono commosso e confermato.

Camminando, ho letto tutto il bollettino di San Cesario, ammirato per le cose "di qualità" che là realizzano. Dobbiamo godere del bene altrui - questo è molto gradito a Dio - rimanendo fedeli alla nostra strada. Con don Fabrizio abbiamo parlato al telefono di molti sacerdoti "che non stanno bene col loro sacerdozio..." . La pratica dei pellegrinaggi fa bene al mio sacerdozio? Lo spero. Se non è così qualcuno me lo faccia capire.

LUNEDI 4 GENNAIO 2010 . Vorrei affrontare due temi: 1. perchè da solo e non in comitiva - 2. perchè Santiago e non altri posti. Comincio dal secondo: in fondo non mi interessa nè Santiago, nè Madrid, nè alcun altro luogo. Dicono che Porto sia una bellissima cittadina, ma non la visiterò e non me ne dispiace. Mi interessa "il cammino" e il viaggio interiore che tramite esso si rende possibile. Santiago ha il carisma assoluto di questa esperienza e la Spagna è la terra più adatta, per morfologia e tradizione. Là sei protetto, guidato, ispirato, anche dalle cittadine che attraversi e le persone che incontri. Ma se acquisissi maggiore forza interiore allora tutto il mondo può divenire strada di pellegrinaggio. In qualche modo ho già risposto all'altro quesito: da soli unicamente è possibile questo viaggio interiore. Quando si è con altri, si perde attenzione, al nuovo, a ciò che sta davanti e ti si offre. Tu rimani quello di prima, vivendo semplicemente col tuo gruppo una esperienza in più, non una esperienza nuova e rinnovante. Se preghi e ami, certamente cresci, ma a prescindere; nel cammino ma non attraverso di esso . Aggiungo una mia particolare difficoltà nelle convivenze intense. Sento (ancora) la vita di gruppo più come una limitazione che una risorsa: la lentezza dei suoi ritmi, le dinamiche delle insoddisfazioni, delle dipendenze, gli equilibri fra leader e gregari, l'aspettativa che si pensi a tutto, al mangiare, al dormire, al pregare, al divertirsi... Occorre arrivare ad una libertà interiore e amorevole responsabilità, che assuma queste dinamiche senza lasciarsene condizionare, divenendo guide e non leader; allora si è pronti ad accompagnare fruttuosamente un gruppo. Lo chiedo come grazia di questo cammino. Occorre esercitarsi. Il frutto non saranno solo pellegrinaggi di gruppo, ma una vita totalmente e felicemente comunitaria.

 

Di te ha detto il mio cuore: "cercate il suo volto". Il tuo volto, Signore, io cerco; non nascondermi il tuo volto. Questo è scritto in calce alla Credenziale della Confraternita di S.Giacomo di Perugia, mandatami dal priore Franco Stagni, sulla quale apporrò i timbri dei luoghi attraversati. Già posto Il timbro della Parrocchia di S. Giacomo di Piumazzo, il primo.

 

MARTEDI 5 GENNAIO 2010 

Arriverò a Santiago il 17 Gennaio, giorno di S. ANTONIO ABATE! Ho sempre amato tantissimo questo santo; come vorrei ricevere una scintilla della sua luce! E' Il Padre della vita eremitica; più fuggiva il mondo più la gente lo cercava e tutti aiutava con la parola e la preghiera. Feci dipingere anni fa una icona di S. Antonio; quando mi fu presentata il santo non era in veste di eremita ma di Abate, padre spirituale di anime. Allora ci rimasi male, ora dico: molto meglio! - La prima volta che arrivai a Santiago, nel 2008, nella liturgia c'era l'Inno alla Carità di san Paolo. - All'ingresso a Piumazzo c'era il vangelo delle Beatitudini...  particolari da non dimenticare.

A proposito: il 30 Gennaio è il 5* anniversario! La gioia che provo al pensiero è grande.

Oggi prenotazione, per la domenica 17, all'Hotel S. Lorenzo *** di Santiago, lo stesso della prima volta, con la mia guida Antonio Penzo. Tributo alla nostalgia. 

 

MERCOLEDI 6 GENNAIO 2010 - EPIFANIA

LA TUA LUCE, O DIO, CI ACCOMPAGNI SEMPRE E IN OGNI LUOGO,

PERCHE CONTEMPLIAMO CON PUREZZA DI FEDE 

E GUSTIAMO CON FERVENTE AMORE

IL MISTERO DI CUI CI HAI FATTI PARTECIPI

E' una giornata totalmente di luce, non ci sono ombre! La gloria di Dio si manifesta. 

I Magi, veri pellegrini. Come Abramo, come Maria e Giuseppe nel loro viaggio a Betlemme.

In predica ho detto che in essi vediamo "l'avventura", ma anche "la chiarezza di un percorso", diretti alla "adorazione", senza scordare la "minaccia" che incombe.

Giornata parrocchiale molto bella. Bravo Jasmin a documentarla nel sito. Parto sereno. Amerei raccontare giorno per giorno il mio viaggio, su questa pagina. Se negli ostelli trovo un internet point ...

 

GIOVEDI 7 GENNAIO 2010

Consiglio Pastorale Parrocchiale felice. Vivacità e ricchezza di argomenti, partecipazione, utilità di indicazioni generali e di dettaglio. Prima di dormire ho acceso la tv: a Porta a Porta c'era il Card. Caffarra con Alessandra Borghese: prospettive precise e ben espresse su Tradizione, Famiglia e Liturgia. Sempre di più sento unità fra cammino solitario con Dio e dedizione alle anime.  

 

SABATO 9 GENNAIO 2010

Dopo una giornata a Bologna, per varie commissioni, mi sono trovato alla sera con un inizio di ... vesciche al piede destro! Noooooooo!!! ... Signore, le vesciche prima di partire nooooooo!!!!.

Porto a Santiago la immagine della Madonna Nicopeia, ricevuta il giorno della Consacrazione;

a retro della icona leggo:

L'IMMAGINE DELLA MADRE DI DIO TI ACCOMPAGNI LUNGO IL CAMMINO,

SIA SOSTEGNO ALLA TUA DEBOLEZZA, SIA LUCE AI TUOI PASSI, 

SIA DOLCEZZA AL TUO CUORE,

FINCHE NON TI AVRA' INTRODOTTO NELLA CASA DEL PADRE.

Voglio vivere il Battesimo di Gesù: deserto, preghiera, Spirito Santo, l'amore del Padre 

Madonna Nicopeia:  non porta Gesù in braccio, ma sul cuore.
Madonna Nicopeia: non porta Gesù in braccio, ma sul cuore.

DOMENICA 10 GENNAIO 2010  FESTA DEL BATTESIMO DI GESU

Il tema che il Papa Benedetto XVI ha indicato per l'Anno Santo Giacobeo 2010 è: "Camminando verso la luce". Rapporto con la Epifania e bellezza di fare il cammino in Gennaio.

La novità di questo terzo pellegrinaggio è la totale autonomia organizzativa: non sono mai stato all'estero da solo, mai viaggiato per aeroporti da solo, mai stato in Portogallo, non conosco lingue e sono in generale abbastanza impacciato ... come un diciottenne alla sua prima prova "da grande". Spero che la concentrazione per cavarmela, le paure e gli entusiasmi, non nuocciano al cammino di preghiera continua, che è il senso del pellegrinaggio.

Mi ha fatto molto piacere questa mattina il saluto di alcuni parrocchiani e dei giovani. A Suor Teresa ho promesso di dare mie notizie attraverso il sito. Ho visto le previsioni meteo: mettono pioggia in Galizia per tutta la settimana! Significa non vedere niente, non leggere niente in cammino, lottare solo per proteggersi e arrivare integri alla meta. Una vocina mi suggerisce di stare a casa, di lasciare perdere ... un'altra di proseguire fiducioso. Dovrò dunque stare concentrato, dando senso a tutte le difficoltà.

 

LUNEDI 11 GENNAIO 2010

Pur partendo stasera col volo delle 19,00 il viaggio è cominciato. Ascoltare il Signore è il primo e fondamentale impegno: le letture parlano del pianto di Anna e della chiamata dei primi 4 apostoli, fra cui S. Giacomo. La mia preghiera è l'assunzione di tutte le lacrime dei cuori umiliati, ringraziamento per la vocazione, intercessione perchè anche ai giovani di Piumazzo sia fatto il dono della vocazione. 

Commosso a vedere nel sito la cartina del pellegrinaggio inserita da Jasmin. Serata accanto ad una mamma preoccupatissima, per la notizia che troverò pioggia per tutto il viaggio; ho aggiunto alla attrezzatura mantellina e ghette. Sarà dura ma sono sereno.

 

 

"CAMINANDO HACIA LA LUZ": Diario del Cammino Portoghese e Muxia - Anno Santo 2010

 

MARTEDI 12 GENNAIO 2010 PORTO - VALENCA - PORRIGNO Km 19

Scrivo dall'Hotel Parque di Porrino, dove mi fermo per dormire e cenare. Il viaggio in aereo ieri sera e' partito con due ore e mezza di ritardo, perche' a Madrid la grande nevicata ha creato problemi nell'aereoporto. Arrivo cosi' verso le 23,30 con conseguente scelta di non andare in centro citta' a dormire, ma rimanere la notte in aereoporto ad aspettare il volo della mattina per Porto. Mi organizzo una intensa e surreale notte in bianco, cercando di dividere il tempo con un bel programmino: prima buona cena, poi meditazione, rosari per tante intenzioni (ne avro' recitati una decina) riposini, e tanta salutare pazienza. In aereoporto, solo al Terminal 1, saremo duecento persone, fra cui anche molte famiglie con bambini a passare la notte. Il volo per Porto pure e' in ritardo e comincio a sentire ansia per la coincidenza col pullman. Pioggia battente durante tutto il volo, previsioni pessime su tutta l'aerea. L' aereoporto di Porto e' bellissimo: nuovo, di ardita architettura, varrebbe la pena un viaggio anche solo per vederlo. Non perdo il pullman e una volta salito il cuore si rasserena; nonostante fuori faccia bufera. Saluto la cordialissima trentenne spagnola, vicina di sedile, che ha il fidanzato a Treviso e prima dolce sorpresa della giornata: a Valenca il cielo si apre e inizio i primi passi (non vedevo l'ora!) con il sole! Rosario in mano, passo il confine Portogallo-Spagna per il ponte sul Rio Mino e solo dall'esterno riesco a vedere la magnifica Cattedrale di Tui (al pomeriggio e' chiusa). Dopo un'ora due pellegrine spagnole, Andrea e Marga, zia e nipote, mi vengono incontro trafelate: uno dei ponti da cui avremmo dovuto passare per la piena del torrente Louro e' crollato e tutta la zona sommersa dall'acqua. Con loro cerco una soluzione alternativa, perdendo tanto tempo e allungando di molto il tragitto. E' bello e provvidenziale l'incontro, ma dopo una mezz'oretta che camminiamo insieme mi sale una gran voglia di ritornare alla mia solitudine; cosa che faccio di li a poco ad una loro sosta in caffetteria. Ornai si fa tardi, e' buio, la stanchezza e' tanta e fa male; ad uno svincolo stradale, privo di segnaletica, prendo per sbaglio la direzione della autostrada. Ritorno indietro e fradicio chiedo informazione ad un automobilista. Preso da pieta' e squisita carita' verso i pellegrini, mi costringe a salire in macchina. Arrivato in centro di Porrino, incurante di essere sfinito, bagnato e congelato, mi precipito in chiesa: sono le 19,30 e sta iniziando la Messa. Commozione al ricevere Gesu "oggettivamente" ... quel Gesu' che da due giorni ininterrottamente penso, cerco e invoco: eccolo li': meraviglioso momento! Faccio il timbro, saluto il buon parroco e un gruppo di signore mi indicano un hotel non lontano. Premurosi i gestori, ottima la cena, impagabile il bagno bollente e la gentilezza di mettermi a disposizione il computer della reception, per potervi scrivere. Il Signore è grande, ed essere pellegrini e' bellissimo.


MERCOLEDI' 13 GENNAIO 2010  -  PORRINO - RENDODELA KM 17

Fa luce tardi in Galizia d'Inverno. Avendo un programma breve, indugio sotto le coperte, grato al cielo del completo benessere dentro e fuori. Piove. Dopo le preghiere del Pellegrino, le Lodi: "Notte, tenebre e nebbie fuggite, entra la luce! ..." mi colpisce la scena dalla finestra: guardo la cuspide del piccolo campanile del Cristo, pensando all'artigiano della pietra che ha fatto una opera simile. Forse un poveruomo, magari con anche qualche vizio, eppure la sua anima e le sue mani hanno costruito una meraviglia. Alcune colombe o tortore si appoggiano pur essendo l'area piccola e inclinata. Come mai non vanno da altre parti? Ci sono palazzi piu' alti, cornicioni piu' protetti. Penso che si radunano li' perche' sentono che quello e' un luogo di PACE. Vorrei che fosse cosi' il mio sacerdozio. Desidero non uscire mai da quella stanza asciutta e calda, fuori mi aspetta  pioggia, freddo, incertezza sul percorso. Mi scuote una frase da caserma: " ... su le chiappe!" Colazione, lettura del giornale locale, dal buffo nome di "Atlantico": tanto per incoraggiarmi parla di inondazioni in tutta la zona. Vado a salutare il bell'Albergue di Porrino, il Concello ( il Minicipio, in edificio storico) e via in cammino. La prima Cappella che incontro "delle Angustias" suggerisce intenzione del rosario per i sofferenti. Ripenso alla meditazione mattutina, su Samuele, un fanciullo semplice e buonissimo che conosce l'arte di "ascoltare il Signore". La pioggia si alterna continuamente a schiarite. Metto e tolgo la mantella almeno una ventina di volte. La pioggia e' come quelle persone che appena vedi ti ispirano riluttanza, poi impari ad accogliere, infine non ne puoi fare a meno. Amo oggi questa pioggia che da'' identita al mio Cammino Portoghese.

Problemino: se un camion di 400 Qli, viaggiando alla velocita' di 70 km orari, attraversa una pozzanghera d'acqua alta 4 cm, a 2 metri dalla quale cammina un pellegrino: quanta acqua prendera' il pellegrino?

Leggo commmosso dalla Filocalia: " Come la pioggia quanto più si riversa sulla terra tanto più la rende morbida, così anche il santo nome di Cristo fa gioire e rallegra la terra del nostro cuore, quando sia da noi chiamato in aiuto e sempre più frequentemente invocato.

Vedo continuamente le piccole vigne-giardino sorrette da slanciati pilastrini in granito. Anche i muretti divisori sono fatti dello stesso materiale, bellissimi. Noto che ci sono lastre larghe e lastre strette, alcune alte, altre piu' basse, alcune integre altre rotte, ma stanno tutte benissimo insieme. Simbolo della umanita', fatta da individui diversi, il cui accostamento costruisce bellezza. Alcuni muretti hanno le lastre tutte uguali, sono bruttissimi. Un particolare accomuna quelle pietre: lo spessore. E' cosi anche per gli uomini? Il loro spessore e' forse la comune somiglianza divina? Con questi pensieri di antropologia teologica continuo il cammino. Incontro Hermann, un pellegrino tedesco, 58 anni come me, solo, apparentemente, come me. Vorrei andare in un hotel come ieri sera: la pace di una stanza non condivisa. Ma a Redondela non ne trovo. Riluttante vado all'Albergue, l'ostello dei pellegrini; almeno e' vicino alla chiesa. E' stupendo! Ricavato da un edificio antico di pietra, ha una architettura modernissima e raffinata, ispira tutto quello che di buono si possa immaginare. Penso a come starebbero bene i giovani qua ... L'ho tenuta lunga, perche' ho tempo e sono molto contento. Nella messa ricordero' tutti. Grazie Signore.

GIOVEDI 14 GENNAIO 2010  REDONDELA - PONTEVEDRA Km 20

Scrivo dall'Hotel Virgen del Cammino al centro di Pontevedra, di fianco della Cattedrale. Il fatto principale e' la notizia del terremoto ad Haiti che ho letto nei giornali. Da casa, il funerale di Alessandra Malaguti. Tutti ricordo nelle mie piccole preghiere.

La colonna sonora del cammino continua ad essere il rumore dell'acqua: tutta la notte quella del torrente in piena; adesso solita pioggia a rovesci, che nel bosco di querce fa un suono armonioso sulle foglie cadute: il pellegrino gode di questa musica e ringrazia. Tappa oggi molto varia: il percorso attraversa cittadine, borghi, colline, brevi tratti di strada nazionale, montagne e anche brevi sentieri di roccia. Tutto molto bello. Ci sono anche momenti di fango, ma ho imparato ad attraversarli, leggero, tranquillo: occorre evitare il nervosismo e tutto si supera.

Aggiungo alle annotazioni di ieri, il particolare degli alberi di limoni, piantati a terra vicino ad ogni casa: molto decorativi, alti fino a cinque metri, stracarichi di frutti in questa stagione. Molte case hanno in facciata piastrelle di maiolica: alcune stanno bene, altre proprio bruttine.

E' complessivamente una zona povera.

Mentre in perfetta quiete salgo un  sentiero fra altissimi eucalipti dal tronco spellato, improvviso e inatteso appare lo spettacolo di una baia sull'Oceano: e' la Ria di Vigo. Per lungo tratto scendendo si costeggia il mare fino a lambirne i bordi, le barche, a Ponte S. Paio.

Ieri sera in albergue ho rivisto Hermann e le due spagnole Andrea e Marga. Gran festa a rivederci e contenti di passare la notte insierme. Il tedesco ha un modo di fare sornione, occhi intelligenti, somiglia fisicamente a Cofferati; la ragazza giovane e' ingegnere, molto buona; sua zia, Marga, sulla cinquantina, somiglia alla protagonista di Pane e Tulipani; allegra, sensibile, graziosa, lavora in una "Tienda de sara", negozio di vestiti per bimbi. Ama i libri e mi perdo con lei in un appassionata chiacchierata di letteratura, su "La famiglia di Pasquale Duarte" libro fondamentale per conoscere la profonda anima popolare spagnola. Si sta molto bene insieme. Tuttavia scelgo stamattina di partire da solo, per potere pregare totalmente e non perdere il piacere di cercare la strada. Ho scoperto che la strada non e' bella solo percorrerla, trovarla, ma anche cercarla.

Alla antica cappella di Gondar, S. Marta e' rappresentata con in mano scopetta e brocca: rimango toccato da quella semplice immagine, prospettiva di servizio concreto, umile, operoso ... dovrebbe essere cosi' il mio sacerdozio?

Il Cammino Portoghese sta diventando famigliare: e' meno evidente di quello Francese, ma per questa sua discrezione particolarmente suggestivo. Le autorita' locali lo curano molto. Oggi il giornale riferisce di iniziative in Austria e Germania per farlo conoscere. Gli Albergue qui sono particolarmente belli, anche questo di Pontevedra e' magnifico: spazioso, nuovo, elegante. Ho preferito tuttavia un alloggio in centro, vicino alla chiesa, dotato di servizio internet. Chissa' perche? 

Grazie Signore, Grazie San Giacomo di questa giornata. Mi aspetta la Messa.

 

VENERDI 15 GENNAIO PONTEVEDRA - CALDAS DE REIS  km 21

"Beato il popolo che ti sa acclamare, Signore,

cammina alla luce del tuo volto

tutto il giorno esulta nel tuo Nome

Con queste parole del Salmo nella messa inizio la giornata. Alle 8,00 fa ancora buio, ma sono pronto a partire. "Oggi non lluvia" dice incoraggiante la signora del bar.

Scrivevo ieri che si attraversano zone povere, ma non avevo ancora visto Pontevedra. E' una citta molto grande, elegante, costruita entro l'ansa di un fiume, come Verona o Mantova. Mi fermo ancora davanti alla chiesa della Madonna Pellegrina, costruita sul disegno di una conchiglia, con attorno monumenti bellissimi e la piazza. Sosta alla chiesa di S. Francesco, pure bellissima, per affidare le Missioni Parrocchiali. Il Cammino nel centro storico di Pontevedra è' indicato in modo originale e curioso con una scia di lucine sul pavimento stradale, ispirate probabilmente alla Via Lattea, dando l'impressione di "camminare sulle stelle". Sul ponte de Burgos mi volto a guardare la citta', suggestiva nelle luci della notte che si incrociano con quelle naturali del mattino. Il percorso e' tranquillo, facile e naturale la preghiera. Col passare del tempo sperimento una intensa euforia interiore. Effetto naturale derivante dalla ossigenazione accentuata che produce uno stato naturale di accentuata allegrezza. Mi vengono in mente tanti particolari del cammino, che diventano delle vere e articolate storie comiche. Ve le risparmio, per due ragioni: prima cosi potete pensare che siano straordinariamente comiche, seconda, per evitare delusione in caso non lo fossero. Il cammino prosegue in serenita', per campagne, colline, casolari. Ad un certo punto, in localita' Castrado, il sentiero e' letteralmente invaso dall' acqua. Provo ad evitare l'ostacolo, ma andando dritto non e' proprio possibile. Le sponde sono alte e ripide, Piu' indietro vedo delle orme che salgono il poggio, sicuramente dii pellegrini che mi hanno preceduto. Salgo, ma per trovarmi presto un fittissimo roveto, Non solo spine ovunque, ma quel vuoto dei rovi per il quale ad ogni passo sprofondi un metro. Le orme scompaiono, ma decido di proseguire. Mettendo a dura prova scarpe e ghette, oltrepasso quel labirinto e vedo la strada sotto ancora allagata, ma a fianco, piu' alto, un sentierino asciutto: Come raggiungerlo? La scarpata e' alta 5 metri, troppo per fare un salto alla mia eta'. Mi avvinghio ad un albero sul ciglio, poi con una perfetta mossa alpinistica, in spaccata, raggiungo un salice a lato, piu in basso. L'operazione riesce e mi trovo in piedi sul sentierino, gongolante del successo riportato. Neppure il tempo di festeggiare a modo, che il sentierino su cui  cammino scompare davanti ad un fascio fitto di canne. Un nuovo torrente di traverso impedisce il passaggio. Capisco tutto. Torno indietro e con passo fermo e dignitoso, come Alec Guinness nel Ponte sul Fiume Kwait, entro nell''acqua profonda con una tranquillità tale da fare pensare che tutte le mattine io mi faccia una passeggiata dentro un fiume.

Ripresa la strada normale, non trovando altro posto cui appoggiarmi e cambiare le calze, entro nella chiesa di Portela. C'e' Gesu. Io lo guardo, lui mi guarda e dice: " ... mi fa molto piacere che abbia preso bene lo scherzo che oggi ti ho fatto!"

 

SABATO 16 GENNAIO 2010 CALDAS DE REIS -TEO Km 28

Dalla finestra della camera vedo le Torri della Cattedrale. Scrivo dall'Hotel S.Lorenzo di Santiago dove felicemente alloggiai con Antonio due anni fa. Nel racconto torno indietro di un giorno.

 

Durante tutta la notte fra il venerdi' e il sabato piove e tira un vento fortissimo. La zona e' allertata: piante divelte e tetti scoperchiati. Cosi' e' anche la partenza del mattino. Caldas de Reis rispetto alla magnifica Pontevedra ha un aspetto cupo, senza tuttavia mancare di un suggestivo romanticismo, specie per chi come me la vede solo di notte alla luce di antichi lampioni. La chiesa  e' dedicata a S.Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, martire, qui ospite durante un suo pellegrinaggio Composteliano. Oltrepasso sotto raffiche di vento il ponte romano sul Rio Bermana; non vedo la deviazione del sentiero per i campi, rimanendo sulla Nazionale. Francamente e' meglio cosi' con un tempo simile; non c'e' molto traffico, la carreggiata e' larga e per l'uniformita' del tracciato e' facile concentrarsi sulla preghiera di Gesu': sotto la grande mantella per la pioggia, con cappuccio, sembro un monaco camaldolese. Dall'alto di un cavalcavia vedo il fiume col probabile tracciato del Cammino: vengono i brividi al pensiero che avrei potuto essere in quell'aquitrino. Una pattuglia della Protezione Civile accosta, chiede informazioni ponendo il "sello" sulla Credenziale. Nella allegrezza che come al solito sopraggiunge, ispira cantare la canzone: " come la pioggia e la neve / scendono giu' dal cielo/  e non vi ritornano/ senza irrigare e far fecondare la terra ...".  Vado avanti a pregare e cantare per un bel pezzo: "singing in the rain". A Pardon il cielo si chieta, viene perfino un breve spiraglio di sole. Attraverso il ponte sul largo fiume Ulla, nella zona in cui la tradizione dice sia attraccata la "barca di pietra" con sopra il corpo dell'Apostolo Giacomo. L'occhio e' attratto da stormi di allegri gabbiani che volano in folti gruppi; poi da una teoria di anatre, rigorosamente in coppia: maschio e femmina ... sento un leggero disagio, finch'è non vedo un impettito airone, tranquillamente solo.

Decido di seguire il sentiero "ufficiale" che passa per il grande Mercato del pesce, le Basiliche, il Parco, con un incedere tortuoso che confonde. Perdo il senso della direzione principale: e' bruttissimo perdere il senso della direzione principale. A Iria Flavia trovo aperta finalmente la antica e solenne Basilica. Mi colpisce profondamente la scultura in pietra sul frontale: S. Giacomo in veste di pellegrino che venera la B. Vergine. Capisco in questo momento il forte carattere mariano del Cammino Portoghese.

Piu' oltre la "concha" indica una dolce strada in salita: fra i boschi salgo pimpante, ammirando l'atmosfera dolomitica della zona: conifere, rocce rosa, pendenze accentuate. Sulla vetta un panorama magnifico riempie gli occhi e il cuore; riposo soddisfatto dell'impresa. Un piccolissimo particolare rovina l'idillio: non dovrei essere li': ho sbagliato strada, quella giusta passa da tutt'altra parte. Scendendo amareggiato, piu' dalla figura che dalla fatica, chiedo a S. Giacomo: "Perche' mi hai fatto sbagliare?" "Non volevo che arrivassi a Santiago oggi, dice, ma domani ... percio' ti ho fatto perdere un po' di tempo".

Ormai fa buio, di chilometri ne ho fatto abbastanza e ne avanzano una quindicina per Compostela, distanza perfetta per arrivare alla Messa del Pellegrino delle 12,00. Bisognerebbe trovare alloggio, ma siamo lontani da citta', dai centri abitati. Dove andare? Una casa espone l'insegna "abitationes" (camere). Mi accoglie una vecchietta che per  15 euro offre camera con bagno. "Sono fortunato!" penso; l'anziana signora e' sorridente, da' un senso famigliare, umile, rassicurante. Pago, prendo le chiavi e mi dirigo all'attiguo edificio indicato. La stanza non e' male, ci sono perfino tre letti, ma e' fredda gelata. Riscaldamento completamente spento. Dall'odore e umidita' presumo spento da sempre. Il mio pensiero verso la "albergatrice" cambia leggermente: "Vecchia spilorcia rugosa ... potevi dirmelo che non era scaldata!".  Tornare indietro a protestare? Andarsene?  Poi penso: "Sono un pellegrino, non un turista, fa parte del cammino anche questi inconvenienti ... con 15 euro cosa volevo?". Tolgo i vestiti; la maglietta, le mutande, le calze mi guardano meste: " ... come faremo ad asciugare?" "State tranquille, dico, portate pazienza, vedrete che la prossima volta saremo in un posticino caldo, asciutto, con lavatrice, asciugatrice, torneremo tutti nuovi e puliti". L'acqua per fortuna e' calda e sotto la doccia mi viene una brillante idea (quante idee brillanti vengono sotto una doccia calda!). Partire prestissimo domattina lungo la Nazionale: di domenica sara' deserta, cosi' diretta sara' anche piu' veloce. Felice mi organizzo una serata di "veglia" per preparare con le migliori disposizioni interiori l'arrivo a Santiago, mi preparo un "Prayer Big Mc" farcito con tutte le cose buone a mia disposizione: Rosario, Bibbia, Rosmini, Filocalia, Preghiera di Gesu' . Passo una serata meravigliosa, intensa, piena ... anche di vestiti addosso: lo zaino e' vuoto perche' sono coperto perfino da ciabatte e asciugamani.


 

DOMENICA 17 GENNAIO 2010. TEO - SANTIAGO DI COMPOSTELA Km 15  

Alle 4,30 sono alzato, riposatissimo. Colazione con pane e cioccolato, zaino in spalle e la notte accoglie una partenza piena di entusiasmo. Cielo nuvoloso e non fa freddo. Automobili come previsto assenti; le rare che passano suonano colpetti di claxson al singolare pellegrino. Qualunque sia la ragione, io lo sento suono gioioso e augurale. Ad un posto di blocco una pattuglia della polizia sta facendo la prova del palloncino ad un gruppo di giovani guidatori. Nessuno mi saluta, penso non per scarsa devozione di quei giovanotti, ma perche' vedendo uno a piedi  pensino quale destino li aspetta, se il palloncino dara' esiti avversi.

Arrivo alla Basilica di Santiago di Compostela alle 7,00  mentre aprono la  Porta Santa. Sono il primo ad entrarvi, il primo a confessarsi, il primo a ricevere la Compostela in questa domenica 17 gennaio Festa di S Antonio Abate. La citta' rimane completamente deserta fino alle 11,00 del mattino. Sto benissimo nell'anima e nel corpo: in un angolo della chiesa lascio sciogliere tutte le emozioni. Questa volta di fazzoletti per le lacrime ne ho in abbondanza. Ma non piango tantissimo: quanto basta. Le letture della Messa irradiano commoventi corrispondenze: l'insegnamento sui carismi fa vedere tutto in una dimensione aperta, ricca e rasserenante, compreso il mio misterioso amore ai pellegrinaggi. Il Vangelo e' quello delle nozze di Cana, con l'acqua delle sei giare per la purificazione cambiata da Gesu' nel vino della festa. Penso ai miei sei giorni di acqua: forse il Signore vuole ora, per l'intercessione di Maria, cambiarli nel vino festoso del servizio e della bonta'. Soprattutto la lettura di Isaia e' un vertice: "Come un giovane sposa una ragazza, cosi ti sposera' il tuo Dio ... come gioisce lo sposo per la sposa, cosi' gioira' per te il tuo creatore". Ho vissuto veramente il Cammino come un viaggio di nozze. Nonostante sentieri allagati, stanze fredde, piogge continue, esperienze che hanno mosso piu riso che pena. La gioia non e' venuta mai meno, perche' il cuore era abitato da un amore misterioso, dolcissimo e compiuto.

 

Domattina parto per Fisterre.    

Non scriverò diario, per raccogliermi e per non tediarvi. Ho provato un grande piacere nello scrivere "in diretta" questo  racconto, spero che un frammento di questo piacere l'abbia trasmesso anche a voi. Venerdi prossimo sono a casa; continuiamo insieme, con Gesu , il cammino del "servizio", non meno bello di questo "nuziale". 

 

"Come è dolce la tua casa, Signore"     (foto Gabriele Macchi)
"Come è dolce la tua casa, Signore" (foto Gabriele Macchi)

18 - 20 Gennaio 2010 SANTIAGO DI COMPOSTELA - MUXIA km 97

Il Cammino che da Santiago porta al mare, a Fisterra o a Muxia, ha caratteri diversissimi da quello fatto prima. E' molto più veloce e non attraversa nessuna città di rilievo. Si percorrono quasi 100 km in sole tre tappe, senza modo di diluirle mancando posti di alloggio intermedi; anche bar e ristoranti sono rarissimi. Sempre in mezzo a montagne, colline, valli, campi, piccolissime borgate e casolari sparsi di allevatori e agricoltori. Da qui il suo fascino e la sua difficoltà. Dopo l'intensità spirituale, storica e culturale di Santiago, l'anima desidera continuare un cammino di sedimentazione, approfondimento e irradiazione, nel silenzio  e nella solitudine del creato. Il paesaggio è molto bello, disteso, grande, senza oppressione. Contrade storicamente povere, come dimostra la piazza principale di Negreira col suo "monumento al migrante": struggente scena del papà che parte e il bambino gli si attacca piangente ai pantaloni. 

Due sono le possibilità di concludere il Cammino di Santiago: o a Fisterra sulla Costa da Morte, oppure a Muxia, al Santuario della " Madonna della Barca". Ho scelto questa ultima per il carattere "mariano" della meta: la Madonna appare a San Giacomo avvilito per l'insuccesso della sua predicazione e lo incoraggia a proseguire fiducioso nell'apostolato;  perfetta conclusione di un pellegrinaggio sacerdotale.

incontro vari giovani pellegrini: Sebastian e Marcos, tedeschi; Michè, olandese; Josè Ramon, spagnolo e altri. Passerò le ultime due serate negli albergue, quasi riscattando nel finale la mia allergia ai posti comuni. Chissà se in futuro diventerò un pellegrino vero, libero e lieto anche in condizioni di povertà e a stretto contatto con gli altri. La maggior parte dei pellegrini sono camerateschi, io no. Il cameratismo aiuta, ma non si identifica con l'amore. Attraverso la purezza del cuore è possibile amare il prossimo senza subirlo.

Anche negli ultimi tre giorni è piovuto quasi sempre; solo a Muxia il cielo si è letteralmente spalancato e un cielo azzurrissimo ha illuminato l'oceano e l'arrivo dei pellegrini. 

Il Santuario è di una suggestione paesaggistica unica: una lingua di roccia in mezzo alle onde, che accerchiano, urlano e dirompono senza mai vincerlo. Immagine della fede e dell'apostolato affidato a Maria: "Ave, stella del Mare".

 

Santuario di B.V, de la Barca - Muxia
Santuario di B.V, de la Barca - Muxia

 

21-22 GENNAIO  MUXIA - SANTIAGO - BOLOGNA  viaggio di ritorno a casa

Il ritorno in giornata si può fare. Da Muxia parte un pullman per Compostela alle 7,30 del mattino con arrivo alla autostazione alle 9,30. Di qui la società Empresa Freire ogni ora va all' Aereoporto. A mezzogiorno c'è sempre un volo Santiago-Madrid e di pomeriggio, quasi sempre, un volo Madrid-Bologna. Per l'inesperienza e un cambio d'orario della Ryanair impiego invece due giorni. Ma è una benedizione. La prima giornata la passo quasi interamente in Basilica a Santiago, per una preghiera ininterrotta, impreziosita da un pianto di consolazione, questa volta davvero lungo e abbondante:"Grazie! ... Grazie! ... Grazie!..." ripeto in continuazione. Davanti a San Giacomo rivivo il cammino, tutto meraviglioso, tutto straordinario. 

Piove. Il sacrestano mi saluta dicendo: "A Santiago lluvia es art!" "A Santiago la pioggia è arte!

Madrid di notte. Fa molto freddo e sono piuttosto stanco. Attenzione massima in metropolitana a non perdermi nei passaggi da una linea all'altra: linea 8 rosa; linea 10 blu, linea 1 azzurra ... a mezzanotte sono davanti all'ostello in cui ho prenotato un letto. Un negro monumentale mi riceve e vedendo nella carta di identità un sacerdote il viso gli si contrae in una smorfia che non so decifrare. Letto n 6 camera n 10. Entro al buio in una stanza dalle forme tortuose, irregolari, superaffollata di letti a castello e gente che dorme: trattengo il respiro, la stanchezza vince. Alle 6 mi sveglio, raccolgo i vestiti e quatto quatto esco come un gatto. Il locale si chiama Cat's Hostel. L'aria freddissima di Madrid ridona buon umore. 

Mentre cerco la tomba del grande autore del Don Chisciotte, in Rua de Cervantes mi imbatto in una chiesa con una fila lunghissima di gente in coda. E' gremita per la Messa. La lunga processione che ho visto formarsi sui marciapiedi della città sale una scala diretta ad una grande statua di Gesù. Mi avvicino e chiedo: "Hoy es fiesta? Por què mas mucho pueblo?  " "E' festa oggi? Perchè tanta gente?" Mi spiega l'energica signora che ogni venerdì in questa chiesa si viene a venerare Gesù. M'accodo tutto contento. Cercavo a Madrid un vivo luogo di fede, senza trovare nulla nelle guide. Il Cammino lo ha fatto scoprire. Quando vedo che il segno della venerazione al Cristo è il bacio al PIEDE, la commozione si dilata. Per un pellegrino concludere il cammino venerando i sacri piedi di Cristo, in cui identificare e conformare i propri passi è il massimo dono che si possa ricevere. La chiesa si chiama N.S. Jesus di Medinaceli. 

 

 

Grazie a voi che mi siete stati vicini

con la lettura di queste note.

Spero con la preghiera rendervi un poco

l'affetto grande che avete donato.