Lettere dal Cammino Inglese

Cari parrocchiani, se mi sarà possibile vi scriverò durante il Cammino Inglese dal 9 al 14 gennaio 2011; in ogni caso vi lascio alcune immagini dei posti che attraverserò. E' un percorso che credo più solitario e selvaggio di tutti quelli fatti finora. La stagione invernale accentuerà questa connotazione di "Into the Wild". Un saluto anticipato a tutti. don Remo

AEREOPORTO MARCONI DI BOLOGNA   Domenica 9 gennaio 2011 - ore 18,00

Cari parrocchiani, fin dai primi momenti del pellegrinaggio vi ricordo nella preghiera. Il Signore ha detto "tutto quello che chiederete lo riceverete"; ho dunque una settimana intera per fare un sacco di richieste. Gli ultimi momenti a Piumazzo li ho passati salutando Enrico Lenzi; poi Daniele, Fausto e Giuliana alla mostra, anche oggi piena di gente. Poi in macchina a Bologna con Lorenza e Ennio; ho detto: "recitiamo una preghiera" e pensavo alla invocazione del pellegrino. Lorenza dice "volentieri" e attacca l'ave maria... Sto per inserirmi e attacca il padre nostro, poi l'angelo, tre eterni riposi, una salve regina, una invocazione a santa Clelia, a san Francesco di Paola, alla madonna della provvidenza, al sacro cuore, alle anime del purgatorio, alla misericordia ... e ormai prossimi all' 'aeroporto finalmente, con un filo di voce, sto per cominciare: "Dio, che portasti fuori il tuo servo Abramo ..." S. Giacomo comprensivo dice: "non importa, fa lo stesso". 
Parto nel giorno del Battesimo di Gesu. Le messe di questa mattina sono state belle: "questi è il mio figlio, l'amato". Noi siamo amati da Dio, è una verità che va ricordata continuamente. Amati, anche quando facciamo male, anzi, ancora più quando facciamo male. Questo significa il suo battesimo: Gesù, che non ha bisogno di perdono, lo chiede a nome nostro. Iniziano con questa luce i giorni di "luna di miele con Dio", sono molto contento di questo nuovo viaggio. Se ritorno a Santiago è anche colpa della Rayanair, fa spendere così poco, che andare a Montecreto spenderei di più. Andrò in aereo a Madrid e di là, a mezzanotte, una corriera sale fino a Lugo. Spero di riuscire a dormire un poco in viaggio, domattina comincia il cammino. Sono attrezzato di Bibbia, Imitazione, iPad, romanzo di Marai e rosario. lo zaino pesa kg 7,3. I salmi dicono: "il Signore veglia sul cammino dei giusti". Ps 1,6. Perfetto! Bisogna solo vedere se siamo giusti.
L'aereo passerà alle 20,15 sopra Piumazzo; ovviamente vi farò un saluto e non me ne vorrete se per una volta "vi guarderò dall'alto in basso". Vostro don Remo 

SCHERZO RYANAIR
Cari parrocchiani, sono le 2,00 di notte su una corriera che mi porta in Galizia.

Ho recitato la preghiera per le vocazioni, mi propongo di dirla spesso in questi giorni. 
Viaggio su una linea ALSA, un pullman gigantesco, con ben quattro passeggeri. Due in testa, uno in fondo e io a metà. leggendo la preghiera per le vocazioni ho un poco capito il senso di ciò che mi è successo. Vi dicevo della mia simpatia per la Ryanair, ma dopo il ritardo alla partenza - quasi tre ore - si è guastato in modo considerevole l'idillio con tale azienda. Per tenerla corta ho perso la coincidenza con la corriera, all'aeroporto di Madrid. A parte l'ansia di tutto questa situazione, sempre con l'orologio in mano, a chiederai "ce la farò?" Poi la beffa di arrivare, dopo tante ore di apprensione, con 12 minuti di ritardo. Ho corso come un matto, per i gates, le scale mobili, le rampe, gli ascensori, i taxi, sperando succedesse l'impossibile, ma invano. Per fortuna il mio fiuto e qualche angelo compassionevole, hanno fatto trovare alla Autostazione Sur un mezzo che partiva alle 1,30, non esattamente diretto alla meta, ma circa in quella direzione. Mi sembra di fare un viaggio in autostop, anzi in autobustop.
Perchè tutta questa pappardella? Uno, per aggiornarvi delle peripezie del pellegrino e poi per suggerire una cosa un pochino seria: si dice che le preghiere siano più efficaci se accompagnate dal sacrificio. Bene io le accompagno con il "gatto" che mi ha fatto venire la Ryanair e con tutte le fatiche aggiuntive che questo notevole disguido comporterà. Bisogna stare comunque allegri. Adesso schiaccio un pisolino per fare la scorta di energie, attualmente ad un livello preoccupantemente basso.
A Leon, in una livida sala d'aspetto, recito Lodi. I salmi parlano di fatica, sfinimento, nemici che ci assalgono ... ma sopratutto di fiducia in Dio e lode al suo Nome. Ok ci sto. Vi voglio molto bene. Vostro. don Remo
P.S. È molto commovente che il vangelo della messa di oggi sia la chiamata dei primi apostoli, di san Giacomo ... la vocazione! 

Ferrol, punto di partenza, sull'Atlantico
Ferrol, punto di partenza, sull'Atlantico

LA NOTTE DI PHILEAS FOGG
Facendo il resoconto dei mezzi utilizzati nel viaggio di avvicinamento a Ferrol, l'elenco che risulta è il seguente: due taxi, tre pullman, due pulmini e un camioncino trasporto prodotti ittici. Se ci fosse stato anche un tratto in diligenza e il salto da un ponte su un treno in corsa, non sarebbe mancato proprio niente. Non sto a enunciare i nomi delle tappe, perché ne risulterebbe la mappa della intera Spagna occidentale. Tutto in una sola notte; beh, a dire il vero, anche con una parte della mattina. Mi è stato di vantaggio conoscere bene la geografia iberica, per orientarmi nelle varie circostanze. Determinazione e fortuna sono state le protagoniste di questa avventura, che ricorda tanto il Phileas Fogg de "il Giro del mondo in 80 giorni". Anche lui aveva un calendario da rispettare e orari inderogabili. Non poteva permettersi il lusso di aspettare domani, ma agire subito, coi mezzi a disposizione. Cari parrocchiani, non ho proprio idea cosa possa significare una esperienza simile; avete un parroco che un pò se le cerca, ma che in fondo se la sa anche cavare. Questo non è ancor pellegrinaggio, ma lo ha voluto il pellegrinaggio, quindi va accettato. Vostro don Remo. 

LETTERA A IRMA COCCHI, ved Drusiani.
Lugo - Lunedi 10 gennaio 2011 ore 11,00
Cara Irma, ho ora notizia della tua morte. Mi dispiace non potere esse presente alla liturgia funebre per te. La distanza fisica può accrescere la vicinanza spirituale. Ti ricordo nella tua casa ordinata e semplice in via Chiusone, al pian terreno, tu stessa ordinata, snella, giovane, nonostante gli anni. Mi colpiva il cestino delle riviste femminili che tenevi accanto alla tua poltrona: Confidenze, Donna Moderna, e altre di gossip, cucito e cucina. Erano il quadro della tua anima, che ora si presenta a Dio ... Pregando per te l'amore cresce. 
Proprio ora mi giunge la notizia che Radio Maria trasmetterà la Messa dal Santuario della Provvidenza il 25 Marzo prossimo, alle 7,30, invito ad un ricordo speciale in quel giorno per te. Siamo vicini ai tuoi familiari. Tuo don Remo

Cervezeria de Pontedeume - Lunedì 10 gennaio 2011 - ore 19,28
Carissimi parrocchiani, vi scrivo subito perché sto proprio bene. Mi sembra di essere un soldatino al fronte, che scrive a casa: "Cara mamma, qui tutto bene, spero altrettanto di voi". Dopo una notte e una mattina come avete imparato, appena i piedi hanno toccato terra, appena le suole hanno incominciato ad accarezzare l'erba e l'asfalto, appena gli occhi hanno cominciato a guardare il cielo e la pelle a sentire il fresco del vento, tutto è cambiato in gloria. Adesso sono veramente in cammino. Oggi ho fatto solo 18 km, da Ferrol, città molto bella, a Pontedeume, pure molto carina. Città atlantiche, un pò inglesi, un pò spagnole ... La messa è stata celebrata nella chiesa parrocchiale, dedicata a san Giacomo, tanto per cambiare.
Adesso vi saluto, se no la bistecca e le patatine si freddano.
Un abbraccione a tutti. Don Remo 

 

panaromica della spiaggia di Cabanas
panaromica della spiaggia di Cabanas

LETTERA A DIO
Pontedeume - Lunedì 10 gennaio - ore 20,25
Grazie Signore di questa giornata. È finita bene e credo che i parrocchiani siano contenti che il loro parroco stia in una stanzetta calda, ospitato da un signore gentile, che gli ha consigliato un localino con Wi Fi e della robina buona da mangiare. Oggi ti ho pregato tanto, specialmente col rosario. Il mio rapporto con questa preghiera in cammino è come quello dei fumatori incalliti con le sigarette: finita una, se ne accende un altra. Ti ringrazio delle tre zone oceaniche attraversate, specialmente la spiaggia di Cabanas, al tramonto, quando improvvisamente, come una quinta che si apriva, le nuvole hanno lasciato posto a splendide pennellate di sole. In quel momento, calpestando la sabbia compatta, stavo meditando la preghiera di Caffarra e capivo cosa significhi purezza per un sacerdote. Accostavo queste suggestioni a quelle avute quando ho letto i primi capitoli di Sandor Marai, specie la descrizione della anziana Nini, che con la sua forza silenziosa, la sua fedeltà umile e misteriosa, teneva in piedi tutto ... 
Sapevo, Signore, che in questo cammino non avrei incontrato altri pellegrini. Eppure le mie ore sono pienissime. Uno dei momenti più toccanti è stato quando ho visto il primo "moion", fittone di pietra con sopra la conchiglia, che indica di essere finalmente sul Cammino di Santiago. È simbolo della vita cristiana, gioia di essere guidati, in modo tanto sicuro quanto semplice e simpatico. Buona notte. Sono certo che sarà una notte bella e domani un giorno tutto da vivere. Scusami se durante la messa mi sono addormentato. Tuo, don Remo. 

Pontedeume, prima tappa
Pontedeume, prima tappa

IN CAMMINO, UN SOLO GIORNO È INTENSO COME UNA VITA
Hostal Allegue di Pontedeume - 11 gennaio 2011 - ore 6,00
Cari parrocchiani, in cammino un solo giorno ha l'intensità di una vita intera. Ecco perché l'anima ne è così attratta, perché l'anima cerca la vita, è fatta per la vita, e prova gioia solo quando è spremuta dalla vita, fino in fondo. Il cammino è solo un gioco, ma è il più bello dei giochi, il più utile, perché ti da le coordinate per vivere intensamente la tua vita ogni giorno, a casa, che continuamente corre il rischio di essere soffocata da un mare di noia. In cammino non ci sono le bollette da pagare, non ci son le mille telefonate inutili di chi ti vuole vende qualcosa, le mille scartoffie sul tavolo che non hanno vita, non sono vita, ma solo infernale burocrazia. Certo nel cammino solitario le persone che incontri sono poche, ma anche in quel frammento c'è un oceano di umanità e di felicità, mentre a casa rischi di non godere della gioia di chi ti sta sempre accanto, perchè la tua anima lì non è viva, non è sana, non è felice, non sta facendo quello per cui è nata di fare. Mi ero proposto di scrivervi solo lettere allegre, perché solo l'allegria è vita, ma è più forte di me, il tono sentimentale ogni tanto dilaga. È mattino presto, tutto fuori è ancora buio e io già fremo che vorrei essere in strada, sui sentieri, col mio Rosario, le mie letture "il vento sulla pelle e nel cuore il chiarore delle stelle; chissà dov'era casa mia, ma quel bambino che gridava in un cortile ... Io, vagabondo che son io ... e lassù mi è rimasto Dio". Fuori piove. Voi penserete che sia penoso prepararsi a partire, ad attraversare boschi sotto la pioggia e invece vi dico che non è un problema, che la natura, il creato meraviglioso di Dio è sempre bello, piacevole, non è mai banale, me ne basterebbe un frammento e invece n'è ho a continenti. Ieri alle 14,00 sono partito da Ferrol, davvero una città bella dove il mare ti entra dentro, in casa, sotto gli occhi, da tutte le parti. Non dici il mare è qui, da questa parte, perchè è dappertutto, ne senti il forte odore, il rumore, e come sono belli in una città di mare i palazzi colorati, di rosa, di azzurro, di giallo. Poi il sentiero si è incuneato nelle borgate, come un filo che inanella piccole case, di gente povera, anziana, ma avvolta con non minore intensità dal mistero della vita, che non trovi nelle autovie, nelle autostrade, nelle rotonde, in quei bruttissimi quartieri industriali. Credo che la crisi economica abbia la sua origine dal come l'uomo è riuscito a rendere brutto il lavoro e la terra. le Cave penso, le nostre Cave: stiamo tanto ad arrabattarci nelle nostre piccole cose a Piumazzo e di qui a poco Piumazzo non esiterà più, sepolto dalla stoltezza di una generazione che per due soldi e la cecità di un orgoglio di parte, rovina per sempre se stessa, gli altri, il mondo, il futuro. In cammino si diventa sentimentali e si attraversa pure il sentiero della nostalgia e della indignazione, ma solo per un istante ... Chi cammina prega. Ho letto di fila i primi 15 Salmi.

Finisco condividendo alcuni passaggi belli del romanzo di Marai che ho nello zaino, ritratto della vecchia Nini: "Era bassa di statura di statura, ma muscolosa e tranquilla, come se il suo corpo fosse a conoscenza di qualche segreto ... Nel castello ella visse in silenzio per settantacinque anni. Sorrideva sempre. Il suo nome volava tra le stanze ed era come se i suoi abitanti si lanciassero un avvertimento, come se dicessero:" È strano, al mondo esiste anche qualche altra cosa, oltre all'egoismo, alla passione, oltre alla vanità. Nini ...". Così vorrei il mio sacerdozio, la tranquilla forza della fedeltà. Recito le preghiere e mi preparo a partire. Stasera, se Dio vorrà, arriverò a Betanzos. Un abbraccio a tutti. Don Remo 

Betanzos, seconda tappa
Betanzos, seconda tappa

Betanzos - martedì 11 Gennaio - ore 19,00
Cari parrocchiani, oggi finalmente una giornata normale: la gioia di un percorso bello e ben segnato, l'emergere alla coscienza del cuore la propria vita, come capita normalmente in cammino, tanti particolari di luce, alcuni dei quali raccolgo in una preghiera che sotto riporto. Ho pranzato in un locale di poco conto a Mino e mi hanno fatto spendere proporzionatamente tanto; credo che la strega di turno, vedendo un pellegrino con l'iPad, abbia detto :"questo attempato signorino, dall'aria ingenua e viziata, lo sistemo io!" Ho incontrato verso sera una pellegrina della Danimarca, in cammino per voto, si chiama Lis, abbiamo fatto l'ultimo tratto insieme fino a Betanzos. Iniziano domani le grandi tappe di montagna, credo non troverò locali con wi fi, è probabile non riesca a dare notizie. Un salutone a tutti. Don Remo 

"IL TUO VOLTO, SIGNORE, IO CERCO" Ps 25
(Mino - martedì 11 gennaio 2011 - ore 12,30) 
Il tuo volto, nella conchiglia che mi indica la strada, che ogni tanto si fa un poco cercare, qualche minuto di incertezza, ma poi presto si va trovare, dicendo: "va tutto bene" 
Il tuo volto, negli occhi del vecchio cavallo, che immobile e chino, sta in mezzo al prato, sotto la pioggia.
Il tuo volto, nella preghiera che faccio per Antonietta, nella tua presenza accanto al suo letto e nel cuore dei suoi famigliari.
Il tuo volto, nel silenzio, gioia e pace che mi circonda.
Il tuo volto, nelle antiche pietre e vecchi tronchi degli alberi, che il tempo, la pioggia e la pazienza hanno ricoperto di muschi e licheni.
Il tuo volto, nella grandi strade che vedo di lontano, dove gli uomini corrono la loro fatica.
Il tuo volto, in chi incontro e mi dice: "l'Anno Santo è finito" e io rispondo: "per chi fa il cammino è sempre Anno Santo".
Il tuo volto, nel dire una preghiera mettendo un sasso sopra il moion.
Il tuo volto, nel sentiero che percorro e nei passi che lo ritmano.
Il tuo volto, nel Local socio cultural di Vieiro e ovunque ci si impegna per la accoglienza e formazione dei giovani. 
Il tuo volto, nel paesaggio dolcissimo fra Breamo e Mino e nei cervi che ho visto balzare nel bosco.
Il tuo volto, Signore, nel ricordare tanti errori e nel sapere di potere confidare nella tua Misericordia.
Il tuo volto, nel ricordare una offesa ricevuta e distratto non accorgermi del segnale e sbagliare strada. Mai ricordare le offese ricevute!
Il tuo volto, nell'incontrare Lis, pellegrina della Danimarca.
Il tuo volto, Signore, nel tuo volto, 
perchè tu sei in tutte le cose e oltre tutte le cose.

LETTERA DA BETANZOS, SULLA PELLEGRINA LIS
Hostal Betanzos - Mercoledì 12 gennaio 2011 - ore 6,30
Quando l'ho incontrata, avevo in mano la Scrittura e stavo leggendo il salmo 25, proprio quello che dice: "Di te ha detto il mio cuore, cercate il suo volto, il tuo volto, Signore io cerco". Era seduta su un muricciolo, più in basso della strada. Fin da lontano, per non dimostrarmi un pellegrino scorbutico e orso, l'ho salutata con le mani e da vicino è venuto spontaneo aprire le braccia ad accogliere chi il cammino mi poneva accanto. Era bella, luminosa e giovane. Poichè stava bevendo acqua, con accanto allo zaino sportine aperte della merenda, immaginavo di sorpassarla semplicemente. Il mio pellegrinaggio non prevede amicizie, tanto meno storie affettive. Anzi ho letteralmente terrore che qualcosa, pur bello come un incontro, interferisca in quel rapporto totale e sereno con Dio nella propria anima che è il pellegrinaggio solitario a piedi. Invece si alza di scatto, rimesse via le cose alla svelta, fa gesto di seguirmi. "Mi chiamo Lis, sono della Danimarca, sono partita domenica da Ferrol ..." consueti discorsi di approccio. Camminiamo accanto e non solo per la difficoltà della lingua, ma per mettere in chiaro le cose, lascio lunghe pause di silenzio. Ho la Bibbia in mano, una voce mi dice che per il momento ne leggerò poco; la mia sorte è vivere il dono e la responsabilità di un incontro, che avrei evitato volentieri. Le dico che sono un prete e l'apparizione di una chiesa, con annesso cimitero, mi dà occasione di mostrargli il mio stile pellegrinesco. Perfino nel cimitero mi segue, mite, umile, attenta, fiduciosa. Purtroppo non so bene l'inglese, tanto meno il danese; comunichiamo con gli occhi, le mani e la volontà di intenderci. Entriamo insieme nella importante città di Betanzos, sono le 16,30, con tutto il tempo per i "visitandum est". Plaza Garcia Hermanos, chiesa di S Domenico e orario delle Messe; nella vicina Officina del Turismo chiediamo mappa della città, indicazioni su Hostal, restaurant con wi-fi. Siamo ormai coppia; un papà con figlia non più bambina. Dico che ho bisogno di un caffè e lei dice ok. Seduti a tavolino, i sentimenti dilagano; imparo del suo incontro con Santiago in un momento particolare e difficile della vita. Torna là per ringraziare. Davanti a me sta una creatura buona, confusa, sana, vitale, con una disponibilità che reputo pericolosa a se stessa. È ora di trovare alloggio; dico che vada dove vuole; lei dice che con me va bene. Passiamo insieme tutta la serata, messa compresa. Nell' iPad le faccio vedere la Parrocchia di Piumazzo, su Google perfino vedo il palazzo dove abita, nella cittadina di Brabrand. Condividiamo l'appartamento; la luce si spegne su una giornata partita normale e finita in modo davvero inatteso. Grazie Signore!
Cari parrocchiani, vi dico queste cose perché sappiate dove sono, cosa fa il vostro parroco e quanto sia varia l'esperienza di un pellegrinaggio iacopeo. Aggiungo che sono contento dell'incontro con Lis, non di meno della notizia che il suo programma è saltare la terribile tappa di domani, per la lunghezza e asprezza del percorso, la paura dei "wolf" lupi, la pericolosità del non trovare nulla per 30 chilometri ininterrotti di bosco e montagna. Ovviamente io non ho paura. È bello tornare soli, al pensiero unico di Dio e dei miei parrocchiani. Un abbraccio a tutti . don Remo 

due scorci da Betanzos:  la zona di accesso alla cittù e a destra la parte alta

i famosi 32 km fra Betanzos e Bruma, fra boschi e ripide montagne
i famosi 32 km fra Betanzos e Bruma, fra boschi e ripide montagne

LETTERA DA BRUMA, TANA DEI LUPI
Albergue di Bruma, mercoledì 12 gennaio 2011 - ore 19,00
Cari parrocchiani, è bella questa possibilità di scrivervi: accanto alla preghiera è l'azione che dà maggiore gioia. Una "ubriacatura di sentieri" è stata oggi, uno attaccato all'altro, fra odorosi e altissimi eucalipti, con svolte, controsvolte e tratti di pendenza veramente accentuati. Non ho incontrato lupi, ma il luogo da cui vi scrivo è davvero una "tana da lupi". Specie oggi. Occupo da solo, in mezzo alle brume della Galizia, l'intero Albergue di Bruma. Ritratto in tutte le foto del Cammino Inglese, è ristrutturazione di un antico casolare di sasso, con intelligente modernità: pietra e legno la fanno da padroni. Nella grandezza del silenzio, della notte, della solitudine, tutto si fa piccolo, esitante, ma anche più intenso: "di giorno il Signore mi dona il suo amore e di notte il suo canto è con me" Ps 42,9. Gli ospitalieri, moglie e marito, gentilissimi sembrava m'aspettassero. Giornata tiratissima: per il timore di non farcela sono partito quando ancora era buio, senza fermarmi un istante, se non per una sosta a Casa Julia, unico bar in 30 chilometri di salita. Trovato chiuso; la signora in quel momento stava passando una crisi di diabete. Chiedo scusa, faccio per andarmene, ma insistono di aspettare e pazientare un poco. Ho modo così di partecipare al dramma di una famiglia, la cui pena entra nelle preghiere del Cammino. Mi servono poi birra e un panino gigante, fragrante, semplice, buonissimo, per pochissimi euro. Faccio il confronto con la megera di ieri: così è il cammino! Oggi non leggo Salmi, nè Imitazione di Cristo, ma col rosario mi concentro su sentiero e ritmo. Penso che così sia la vita: lasciarsi guidare passo a passo dal Signore, fra salire discese, fango e asfalto, senza preoccuparsi dove si sia, sicuri di stare sulla strada giusta, godendo della pura fatica. Giornate come quella di oggi operano uno svuotamento mentale, come se i pensieri negativi, gli stress, le stanchezza interiori fossero espulsi, dal sudore, dal respiro, dal battito più veloce del cuore. Ad ogni moion metto un sassolino bianco, di cui riempio le tasche quando li trovo. Cammino della purezza. Penso a Lis; ovviamente mi manca. Meta di domani: Sigueiro. Le guide parlano di tappa lunga e "tranquilla"; verrebbe da pensare ad una cosa minimale e noiosa, ma in cammino non si sa mai cosa succeda. Ormai sono a Santiago, poi subito a casa. A presto. Vostro don Remo 

... solo una Ermita nella nebbia ...
... solo una Ermita nella nebbia ...

A sinistra l'Albergue di Bruma - a destra la lunga pista che arriva a Sigueiro

LETTERA A SAN GIACOMO
Albergue di Bruma -13 gennaio 2011 - ore 8,30
Caro S. Giacomo, è una gioia tornare a trovarti e ricevere il tuo abbraccio. "L'Apostolo dell'abbraccio" tu sei. È stato un cammino particolarmente carico di affetto, dei miei parrocchiani e di chi ho incontrato per strada. L'affetto è un dono e una responsabilità. E una realtà piccola, dei bimbi e delle donne, ma tutto da lì comincia e arriva, anche le cose grandi, come la verità e la giustizia. 
Tu sei anche il "Matamoros" l'Apostolo della lotta. Sappiamo bene che i "moros" non sono i neri, nè gli islamici, ma i demoni dei vizi. Ti chiedo la virtù, la voglia di impegnarsi per essa, mettendo tanti sassolini bianchi lungo il cammino. Ritorno a Piumazzo, la mia casa, il campo di apostolato. Nell'incrocio dei sentieri che venivano da La Coruna e Betanzos, ho visto un cruzeiro, da un lato il crocifisso e dall'altro, invece della consueta Madonna, il Buon Pastore. 
Ti chiedo la grazia di essere un buon pastore, che va in cerca della pecorella smarrita e la porta in spalla tutto contento con affetto. Anche una sola.
Grazie del Cammino Inglese. Tuo, don Remo.

Ex Seminario Mayor di Santiago di Compostela, ora Hotel Hospederia San Martin Pinario
Ex Seminario Mayor di Santiago di Compostela, ora Hotel Hospederia San Martin Pinario

LETTERA D'ARRIVO A SANTIAGO.
Santiago di Compostela - 14 gennaio 2011 - ore 4,27
Cari parrocchiani, vi scrivo dall'Hospederia San Martin Pinario, Hotel bellissimo dove ho trovato alloggio, a fianco della Basilica. Sono arrivato a Santiago ieri sera alle 20,45, dopo 12 ore di cammino e 48 km, in un solo giorno. Volevo fermarmi prima, come sarebbe stato ragionevole, a Sigueiro, 18 km dalla meta, ma le cose sono andate diversamente. Sono molto stanco ma più ancora felice. Da Bruma partenza comoda, verso le 9; faceva freddo, per la quota e il cielo sereno. Dopo una bellissima notte l'inizio non poteva essere che pimpante e gioioso. La tappa è un susseguirei di piccoli casolari, lungo stradine asfaltate di collegamento. Davvero tutto tranquillo; per sbadataggine salto l'unica possibilità di rifornimento viveri, a metà percorso, così, verso le due del pomeriggio la crisi si fa sentire. Anzi, oggi che è una tappa normale mi sento più stanco di ieri. Ad un certo punto comincia a dolere la gamba destra; non so dove fermarmi a riposare e controllare. Su un tronco d'albero, per un istante siedo e m'assopisco. La parte finale attraversa un bosco artificiale che non finisce più: una decina di km di sentiero dritto e largo prima di piombare a Sigueiro. Solita zona artigianale di periferia: fabbriche, piazzali, camion ... comincio a pensare che non mi va di fermarmi qui. Qualcosa mi respinge da questo paese: pare senza anima. Ne ho conferma di lì a poco: al primo bar, dove chiedo qualcosa da mangiare, dicono di andare a quello dopo; in quello dopo, consumato pasta e cappuccino, fingono di sbagliare sul resto; all'Hostal in cui entro per il sello, mi guardano di traverso. Meglio scappare da un posto simile. Fra alcuni km dovrebbe esserci un bell' Hotel, fermiamoci là. Così domani sono più sicuro di arrivare in tempo per la Messa del Pellegrino a mezzogiorno. Sono le ore 16,00, le gambe hanno superato la crisi e girano a meraviglia. L'Hotel San Vincente, agognata meta, è chiuso! Attimo di perplessità, poi: "Evviva così sono costretto ad arrivare direttamente a Santiago!" È una piccola pazzia, ma ormai non ho scelta. Potete immaginare dopo tante ore di cammino come sia grande la stanchezza; in fondo, a parte un cappuccino, non ho fatto oggi alcuna sosta. Superata, ormai a buio fondo, la zona industriale di Santiago, aiutato nella direzione da un podista in allenamento, entro nella parte residenziale della città, a fianco di larghe, lunghe e trafficatissime strade. Fin da Segueiro, nella ultima parte di cammino, sono impegnato in una recita mirata del rosario, raccogliendomi nelle cinque principali intenzioni di questo pellegrinaggio, più una, suggerita dal attraversamento della zona industriale. Eccole: 1. Chiedere perdono dei peccati 2. Chiedere un rinnovamento apostolico in me e in tutta la chiesa 3. Pregare per le vocazioni sacerdotali. 4 Pregare per i malati e i sofferenti. 5. Pregare di sapere vivere bene il decennio sulla educazione. La sesta, ispirata dalle fabbriche, e sentendomi in colpa di fare il vagabondo, è: pregare per il mondo del lavoro e la società civile. Recito con vivo raccoglimento questi rosari finali; ad un certo punto mi ispira di fare con san Giacomo come un gioco: la intenzione che starò pregando nell'entrare in Piazza Obradoiro, davanti alla Cattedrale, quella sarà la più importante, dove San Giacomo dice di impegnarmi di più e in cui mi darà grazia. Tutte sono intenzioni importanti, ma su quale di esse cadrà la sorte? Per pochi istanti vince l'intenzione n. 2: Pregare per una rinnovata efficacia apostolica, in me e in tutta la chiesa. Sono molto contento di questa "scelta". Pur importanti, le altre sono intenzioni parziali, legate al momento; questa è centrale, legata al cuore sacerdotale.

Entro nella Hospederia di San Martin Pinario, ex Seminario Maggiore, ora trasformato in centro culturale e Hotel. Ci tenevo a dormire qui. Il luogo è magnifico, grandioso, antico, elegante ... Ricevuta una camera; sfinito e felice mi stendo sul letto. Non mi alzerei più, ma devo uscire a mangiare qualcosa. Mi rifugio nel solito "Galeone", una birreria veloce e popolare, in Rua de Villar, frequentata da giovani e pellegrini, niente di speciale, ma questa minimalità ora va bene. Mangio di gusto, doppia razione di vino rosso, e una volta uscito, semiubriaco mi siedo per terra, solitario, davanti alla facciata della Basilica, nella mia felice notte di Santiago. Rimango come ipnotizzato di fronte a quella scena, quella situazione, così famigliare e bella, così desiderata, così importante. Vedo le pietre della Basilica, piene di muschi e foglie. Conosciuta la Galizia, non dico più che sarebbe bello pulire una facciata simile, ma che è meravigliosa così come è.
Un saluto e una preghiera per tutti. Don Remo 

LETTERA A LIS
Aereoporto di Madrid -Barajas - Venerdì 14 gennaio 2011- ore 23,45

Carissima Lis, il Cammino Inglese 2011 è stato anche quello della tuo incontro. A Bruma ci eravamo salutati senza appuntamenti, n'è promesse, nè scambio di numeri telefonici. Ti confesso che, arrivato a Santiago di notte, entrando nella magnifica piazza, accompagnato anche a quell'ora dal suono delle cornamuse, ho sperato di incontrarti. Avevi occupato uno spazio nel mio cuore. "Come un papà con la figlia" ci siamo detti subito. Tu hai perduto il tuo papà molto presto e il cammino ti ha messo accanto un papà un pò singolare, che ha sentito immediatamente la sua responsabilità e intenso affetto nei tuoi confronti. Mi piaceva guardarti, contenta dei regalini che avevi comprato, ascoltare i tuoi progetti, o quando hai eseguito un canto bulgaro folk, con voce spiegata nelle antiche vie di Santiago, protetti dalla natura cosmopolita e libera della città. A San Giacomo chiedevo: "Ma chi mi hai mandato?" E lui sorrideva. Sentivo la tua bontà, il tuo bisogno di tenerezza e protezione; soprattutto il tuo desiderio di trovare persone amorevoli, adulte e disinteressate. Dopo averti "smarrita" per due giorni, ti ho reincontrata l'ultimo giorno, in Basilica: vederti è stata una esultanza, tanto che una signora ci ha sgridati: "esta es iglesia, no cafeterìa". Siamo usciti sulla piazza, per sedere sulle pietre a rimirare insieme la facciata, godendo la atmosfera di Santiago, prima della solenne Messa del Pellegrino. Ti ho chiesto più tardi di lasciarmi solo, un paio di ore, per pregare e scrivere alcune cartoline. Tu hai detto: "Va bene, a che ora ci incontriamo?" "Alle 15,00!" Ti ho portata in una cioccolateria; io avrei preferito birra e tapas, ma per una figlia questo ed altro. Alle 16,30 mi hai accompagnato a piedi all'autostazione. Non ci siamo detti nulla. Al mattino, mentre guardavamo la facciata, ho sussurrato che avrei pregato per te, per la tua vita, la tua felicità, per il tuo lavoro, il tuo amore, la tua serenità. Erano le uniche parole in inglese che conoscevo: "life" "happy" "work" "love" "peace", ma erano anche esattamente quelle che volevo dire. Credo questo il senso del nostro incontro. Ciò che accade nel cammino, ha un aspetto unico e personale, ma anche universale. Il Signore non vuole che sfuggiamo ai sentimenti, nè siamo turbati quanto intensamente ci coinvolgono; ma con prudenza e coraggio dobbiamo attraversarli, in vista di una meta, di una "maturità", parola che ahimè, in inglese non so come si dica. 

Senza San Giacomo non ci saremmo incontrati. Senza Gesù non ci sarebbe San Giacomo. Il giorno che arrivavo a Bruma, pensavo al senso di tutte le cose e del cammino che facevo. Vedevo la brughiera attorno a me, rovi contorti e ramate felci secche; pur in quella povertà, la vita trionfava, la luce e l'acqua entrava nell'intrico e gli insetti vi s'annidavano e io, passando accanto, davo un senso a tutto questo. Senza il pellegrino quei rovi rimarrebbero rovi, con Santiago divengono Cammino. Così è il nostro rapporto con Gesu. Così l'incontro con te, dolcissima Lis. Un paterno abbraccio. Don Remo                      

L'immagine di San Giacomo sull'altare maggiore, con le mani dell'abbraccio
L'immagine di San Giacomo sull'altare maggiore, con le mani dell'abbraccio
Lis con le amiche del Coro Sedjanka. Lis è quella in primo piano a sinistra, vestita di nero, con collier d'oro
Lis con le amiche del Coro Sedjanka. Lis è quella in primo piano a sinistra, vestita di nero, con collier d'oro
Arrivederci luglio 2011 coi parrocchiani di Piumazzo
Arrivederci luglio 2011 coi parrocchiani di Piumazzo

... IL PENSIERO NON HA LIMITI

Qualcuno ha chiesto come si può fare ad andare a piedi da Piumazzo a Santiago.

Riflettendo, ho capito che è possibile. Ecco la risposta-progetto: 

100 giorni di cammino

2400 km totali

400 km all'anno, divisi in due momenti: in inverno (breve), in estate (più lungo)

6 anni di tempo, con queste tappe: 

A. Piumazzo - Genova

B. Genova - Aix en Provence

C. Aix en Provence - Montpellier

D. Montpellier - Lourdes

E. Lourdes - Burgos

F. Burgos - Santiago 

 

Attraversare a piedi il nostro Appennino, la Riviera ligure, la Costa Azzurra, la Provenza, la Linguadoca, I Bassi, Medi ed Alti Pirenei, la Navarra, la Castiglia e infine la Galizia.