LA DEVOZIONE MARIANA NEL TERRITORIO DI PIUMAZZO

AUTORI: STEFANO TAMPIERI, VALERIA BALLESTRI E DANIELE SANTUNIONE

Sul nostro territorio, ed in larga scala su tutto il territorio del Comune di Castelfranco Emilia, sono presenti numerose Maestà (Edicole Sacre) sorte per iniziativa di privati a testimonianza della fede e della devozione popolare verso la Madonna ed i Santi. La consuetudine di edificare piccole costruzioni campestri o di porre Immagini Sacre sul fronte delle abitazioni ha origini antichissime ed è segno tangibile del sentimento religioso del popolo; il ritmo frenetico della vita attuale fa sì che la presenza silenziosa di questi segni di devozione passi spesso inosservata.

 

La rassegna, frutto di un vero e proprio censimento e della raccolta di testimonianze verbali, è un invito a scoprire o riscoprire questa diffusa manifestazione di religiosità, fatta di piccoli segni di devozione, che rappresenta anche un patrimonio di cultura e di arte popolare.

 

L’origine delle Maestà è da ricondurre ad un passato assai lontano, addirittura all’epoca celtica prima e romana poi; la conquista e la civilizzazione del territorio, fino a quel momento incontaminato, vedeva la contemporanea collocazione di effigi delle divinità pagane per la consacrazione di spazi di lavoro o la dedicazione di luoghi cruciali. L’avvento del cristianesimo non portò alla distruzione di questi simboli, ma ne cambiò soltanto la destinazione, ponendovi croci, immagini di Madonne e Santi.

 

Le Maestà delle strade (“pilastrini”), edificate appunto all’intersezione delle vie di comunicazione, erano un tempo punto di riferimento per i viandanti, i pellegrini, gli abitanti di un paese e segnali della presenza divina che protegge dal maligno e dagli incontri indesiderati. A Piumazzo, il pilastrino all’inizio di via Noce sorge all’incrocio tra un cardo massimo ed un decumano romani, mentre quelli di via Galante e via Samoggia sono posti in corrispondenza di antichi guadi del fiume. La posizione in luoghi pubblici ha reso questi manufatti oggetto di saccheggi e vandalismi, al punto che spesso oggi essi risultano vuoti o occupati da immagini non originali.

 

Le Maestà delle abitazioni (edicole, dal latino “aedicula”, diminutivo di “aedes” = tempio) di cui si registra un recente ritorno, sono solitamente immagini collocate in nicchie ricavate nei muri esterni delle case, oppure semplicemente posizionate in androni o sulle porte d’ingresso. Diversi i motivi che in ogni tempo hanno spinto i proprietari a realizzarle: riconoscenza per una grazia ricevuta, ricordo di eventi di particolare importanza o semplice richiesta di protezione della casa, della famiglia, del bestiame e del raccolto.

 

Le Maestà arboree, praticamente scomparse, erano costituite da sacre immagini appese al fusto di alberi posti all’incrocio delle strade. Vale la pena ricordare, tra tutte, le Immagini miracolose della B.V. Consolatrice degli afflitti (“del Quercione”) e della B.V. della Provvidenza.