Diario d. Remo dal 1 Gennaio 2017

2 Gennaio 2017 Lunedì 

Inizio anno con recita del rosario, vicino alle vetrate orientali della chiesa, coi due grandi "padri"  S. Benedetto e S. Antonio Abate. E' il giorno di S. Maria Madre di Dio e il 2017 anno di Fatima, "Madonna del Rosario". 

Nelle omelie di inizio anno tocco i temi della l'interiorità, "Maria meditava e custodiva queste cose nel suo cuore", il senso del tempo ed eternità, della benedizione, della pace. Passo il giorno in chiesa e nelle sale, ad accogliere le centinaia di persone che vengono a Piumazzo per il presepe. Un gruppo di genitori della Scuola Materna festeggia il Capodanno in Teatro;  cerco di far trovare tutto pronto, pulito, ospitale.

 

Da alcuni giorni leggo di Storia Contemporanea. Tutto è partito dal libro "Il Cavallo Rosso" di Corti, con un allargamento sulla campagna militare italiana in Russia, poi l'intera II° Guerra Mondiale e gli eventi all'inizio del 900. La sera di Capodanno scorro la vicenda di Andrea Costa, anima infuocata, ribelle, anticlericale, precursore del socialismo in italia, il suo rapporto politico e amoroso con Anna Kuliscioff, donna straordinaria, dalla quale nasce Andreina.

 

Desiderando conoscere meglio il destino di questa figlia di due rivoluzionari, scopro cose sensazionali e meravigliose. Andreina, non battezzata, sposa Luigi Gavazzi, un imprenditore cattolico, fa un percorso di fede profondo, ha cinque figli, e morendole presto il marito, offre questo dolore per la conversione cristiana della sua mamma, la quale, in fin di vita, realizza il sogno e la speranza della "buona e luminosa" Andreina. Fra i figli, uno diventa sacerdote, Abate di Montecassino, un'altra Superiora Carmelitana, suor Anna Maria Gavazzi. 

                       a sinistra, Anna Kulicsioff, a destra la nipote, Sr Anna Maria Gavazzi

 

Scopro anche don Giuseppe de Luca, grande studioso ed editore d'inizio secolo, amico di intellettuali, artisti e scrittori, di cui riporto un testo sul sacerdozio, guida per l'anno che comincia:  

 

                                                     PER ESSERE BUONI PRETI

"Ci si fa poco caso, eppure tutto il resto senza di questo è nulla, nulla, nulla. Il sacerdozio in noi una cosa divina nella fonte, divina nel corso, divina nella foce: pura Grazia, soltanto Grazia, nient’altro che Grazia; in altro parole, soltanto carità, non nel senso di elemosina, bensì di amore di Dio per noi, amore nostro per Dio. Questo amore, vòlto alla salvezza dei fratello attraverso la celebrazione del Sacrificio, l’amministrazione dei sacramenti, la dispensazione della divina parola, il governo pastorale; questo amore, sollevata ad un compito che ci operai autorizzati di Dio nella redenzione degli uomini, tramite il sacramento dell’Ordine, che ce ne dà l’investitura, il potere, i poteri; questo amore è l’anima del sacerdozio.

Orbene, noi nel migliore dei casi andiamo dietro a un sacco di argomenti e di ritrovanti, ma di rado di ricordiamo che la via regale, anzi, la via unica, per essere buoni preti è la preghiera. Vivere cioè con Dio, se vogliamo vivere e far vivere per Dio. La preghiera alimenta in noi la Grazia, conferitaci dal sacramento dell’Ordine. Una preghiera continuata, divenuta in noi il nostro organismo interiore: circolazione del sangue, respiro, nutrizione, tutto; una preghiera che non ci abbandona mai, nemmeno come a certa anime predilette da Dio, nelle ore dell’assopimento; una preghiera la quale ci venga trasformando via via in quel nuovo Gesù vivente che avrebbe da essere e ha tutto per esserlo, ogni sacerdote tra il suo popolo.

Libri, conferenze, congressi, discussioni, studi, tutto sta bene; ma il nostro sacerdozio non è un mestiere, non è una professione, non è un’arte, non è una scienza: è una Grazia, e soltanto di Grazia vive e si fa grande. Abbiamo dunque già quanto basta, per essere buoni preti, ne abbiamo quanto basta e avanza; nient’altro ci occorre da nessuno.

Ci serve soltanto, in ogni attimo, di metterci nelle mani del Signore. E starci. Può essere persino piacevole, metterci nelle mani di Dio. Starci, invece, è un’altra cosa. Starci, può anche significare stare in croce. Stare in croce, e morirvi; sì, morirvi.

Eppure l’unica e sola maniera, l’ unum necessarium per noi, è questo: starci. Risolutamente, e teneramente. In tutta umiltà, ma con intrepido volere. Iddio è nostro, se noi consentiamo ad essere suoi. Non ci si pensa, non ci si fa caso, ma Dio è nostro. Nella misura in cui approfondiremo questa espressione, noi realizzeremo il nostro sacerdozio: opera in noi Iddio, nella misura che vive in noi".

                                                                                           (don Giuseppe de Luca) 

 

Don Giuseppe de Luca al Lago di Braies
Don Giuseppe de Luca al Lago di Braies

Fra le mani ho "Chi sono i padroni del mondo" di N. Chomsky, libro infuocato, antiamericano, secondo il quale la storia contemporanea nasce dalle manovre statunitensi, per conservare quella leadership mondiale, formatasi nella prima e seconda guerra mondiale, tuttora perseguita, per spirito imperialistico, frammisto a velleità ideali e umanitarie. A questa luce (che non mi sento di sposare e neppure negare) leggo i fatti recenti e l'attentato del capodanno nella discoteca Reina di Istanbul. 

 

E il futuro della Chiesa? La promessa di Gesù "le forze degli inferi non prevarranno" non significa che la fede non possa scomparire da noi. Dialogo con d. Giuseppe Donati di Calcara e il suo dilemma: "Rimango o vado in pensione?". Canoniche senza più ricambio generazionale, assenza di bimbi e giovani alle messe natalizie. Già cento anni fa, Leone XIII segnalava questa atmosfera di sfida ultima ed epocale. La situazione non è migliorata, più che sfida, oggi il rischio è la dissoluzione. Non più nemici, piuttosto una paralizzante indifferenza, una impenetrabile ignoranza, una ottusa refrattarietà. Che fare? 

3 Gennaio 2017 Martedì 

"Ecco l'agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!" Le parole del Battista circa Gesù, indicano la mitezza, l'umiltà, la dolcezza dell'agnello, come via per essere di Cristo. "Imparate da me che sono mite e umile di cuore". Collego queste prospettive a don Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII: il primato della virtù della obbedienza, strada di verità, carità e di pace. 

 

d. Angelo Roncalli, segretario di Mons Radini Tedeschi, primo sacerdote a destra, nella fila alta

 

Giornata di riordino e programmazione del lavoro parrocchiale: Epifania, catechismo, benedizioni, bollettino, visita malati, scuola materna. Attenzione a "rimanere" in Dio. Non sto fisicamente bene. Perdurano tosse, male alla spalla e generale spossatezza-costipazione. Non so se il programmato pellegrinaggio a Fatima, con salita in bici a Santiago, faccia bene o male. Freddo e pioggia non sono il massimo per la salute, ma il movimento fa bene all'anima e al corpo.

 

Trascrivo nota del giovane don Angelo Roncalli sulla "dieta":  

"Il mio miserabile corpo ingrassa e diventa pesante; io stesso lo sento e ciò mi toglie l'agilità materiale che è pur necessaria anch'essa a compiere il bene: poi il corpo deve essere domato costantemente perché non ricalcitri. Dunque dovrò aver gran cura a mangiare adagio, non da uomo ingordo, e mangiare un po' meno in generale e mangiare poi pochissimo la sera. Lo stesso dicasi del bere. E' soprattutto nell'uso dei cibi che deve esercitarsi lo spirito di mortificazione"  (14 ottobre 1912) 

 

"Più che la virtù, è importante lo sforzo a conquistarla" (Ignazio di Loyola). Conta meno il vedere come siamo più come siamo impegnati.

 

Esequie mattutine di Lolli Loredana, di San Cesario. Famiglia laica, il suo sposo, antico seguace di Costa e Turati, di ideali sociali con coloritura anticlericale. Però i figli assecondano il desiderio di mamma e celebriamo un funerale molto affettuoso e dolce.

Pomeriggio in ospedale; commozione all'incontro con la maestra Gabriella di Rami di Ravarino, amica di Enrichetta, vedova di Franco, mio compagno di scuola, e con Maria e figlia Paola, anime provate e luminose nell'amore. 

6 Gennaio 2017 Venerdi - EPIFANIA 

A Piumazzo la festa della Epifania ruota attorno alle Suore: Presepe Vivente coi bimbi, Calza della Befana, Tombola pro Asilo, Cena dei Collaboratori della Scuola Materna. Cerco di ringraziare e aiutare, con fede, gioia e preghiera sacerdotale. 

 

L'Epifania segna il passaggio ad una nuova tappa. Come sono preparato, quali obiettivi mi propongo per il nuovo anno? Un pensiero di stamattina "Se una comunità è danneggiata da una cattiva guida, ancora più danno fa l'essere senza guida".  E' questo il nostro rischio? Quali valori sono disposto a vivere, proporre e condividere come guida?   

 

Preghiera al primo posto, stare semplicemente e continuativamente alla presenza di Dio, in un atto di lode, invocazione e richiesta di perdono. La qualità della preghiera è collegata al "rimanere"; su questo punto il massimo sforzo di amore e disciplina, 

Azione. Quale azione? Su questo aspetto si giocano tante attese. Quale è il progetto operativo che mi propongo, che vedo necessario, che la vita oggi richiede? Azione piccola, concreta e vicina. Proprio per la complessità del vivere presente, e per la mia particolare indole, solo questo criterio vale. E' tra l'altro anche il criterio di Maria (Papa Francesco a Cracovia) 

Sacrificio. Valore della croce, è  cuore del messaggio di Fatima. Sacrificio come accoglienza serena e amorevole per me della ansia, delle fragilità fisiche, delle umiliazioni. 

 

Perplessità sul vicino pellegrinaggio Fatima-Santiago a motivo del malessere generale.  Sensazione che la stagione dei cammini si si stia concludendo, per lasciare il posto a qualcosa di nuovo che spero altrettanto bello e ancor maggiormente fruttuoso. Affido questo auspicio alla grazia luminosa della Epifania. 

Una delle suggestioni spirituali più belle della Epifania 2017 è la prospettiva della venuta delle anime, attratte da un luogo pieno di luce. Prospettiva di una stabilità-umiltà, che si fa motivo di salvezza, non per azione, ma per attrazione di luce. E' una prospettiva missionaria nuova, e infinitamente antica. "Le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni ma su di te splende la gloria del Signore ... verranno le genti alla tua luce" Isaia 60 

11 Gennaio 2017 Mercoledì 

I riferimenti principali della vita spirituale sono i medesimi, in ogni tempo e luogo. Ciò che faceva virtuoso un sacerdote del secolo scorso, è identico per il sacerdote di oggi. Preghiera, umiltà, fervore, operosità ... Cambiano le condizioni esteriori, ma le interiori rimangono. Non è inutile cercare di leggere gli eventi, per muoversi con sapienza nel proprio tempo, specialmente per evitare di entusiasmarci per cose che non sono di Dio, ma del mondo, mascherate da virtù. Per questo serve una certa cultura storica, quale va formandosi nella mia anima in questi giorni. Ma ancora più importante è la cura spirituale, non dico pastorale, anche essa ambigua, ma quella interiore. 

 

I miei maestri sono don Divo Bassotti in quanto a teologia, padre Gasparino in quanto a preghiera, Papa Francesco in quanto a pastorale, e tanti maestri e maestre nella dimensione affettiva, organizzativa, poetica. Il creato parla al mio cuore più di ogni altro libro.   

13 Gennaio 2017 Venerdi 

Decido di non partire. Non solo per difficoltà esteriori ( in Portogallo ora c'è il sole e sarebbe anche buono per sfuggire al gelo) ma per una scelta interiore, dettata sì da eventi problematici, personali e comunitari, non meno che da suggestioni luminose. Oggi è il 13 Gennaio, il giorno 13 richiama tanto Fatima, la mia meta. Per preparare la serata Caritas, rileggo il capitolo sulla "inclusione sociale dei poveri" in Evangelici Gaudium, rimanendone profondamente toccato,

 

Preghiera allo Spirito Santo. Domani, Ritiro coi catechisti sullo Spirito, è Lui il fulcro del nuovo. E' per averlo ascoltato che in mattinata esco a visitare Evelina Lucchi, Angelo Lorenzi, Gianna Maccaferri. E' per assecondarlo, che guardo con attenzione i miei confratelli, don Paolo, don Emanuele, del quale colgo la "fatica ad entrare" in una forma di ministero e parrocchia non corrispondenti alla sua natura e formazione. Lo Spirito indicherà a tutti la strada.

 

E' nello Spirito che, attraverso Papa Francesco, mi incontro con Mahatma Ghandi e, attraverso di lui, con Leone Tolstoi. Anime grandi, giganti in umanità e impegno. Infiammami Spirito Santo, per la strada scelta per me! Sto male e sto molto bene

 

 

 

 

«Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. La calma è la vigliaccheria dell’anima».  TOLSTOI

14 Gennaio 2017 Sabato 

Quello che manca a Tolstoi è l'esperienza viva e personale col Cristo. Ne assorbe, dilata e osserva la dottrina, ma non coglie il centro, la vetta, che è il rapporto col Padre e per noi la possibilità di un rapporto col Cristo. Il suo è un eroe cristiano senza Cristo. Papa Francesco insegna a cogliere le verità, anche parziali, dei nostri grandi fratelli, e credo che pochi, come Ghandi e Tolstoi, sanno entrare in taluni problemi e risposte della contemporaneità, in sintonia col vangelo. Se a loro manca il Cristo, dobbiamo umilmente e con dignità portalo noi a loro.

 

"Ti ho costituito mio servo, sul quale manifesterò la mia gloria" La piccola e fragile vita di ogni uomo può manifestare la gloria di Dio. Le letture di questi giorni, sulle ultime guerre, con tutte gli orrori e umiliazioni, realizzate in proporzioni immani, interroga sul destino di ciascuno e sul nostro oggi. Un'anima che sa conservare l'amore, verso Dio e gli altri, in qualunque condizioni si trovi a vivere, anche ridotto ad un misero straccio, immondo e dimenticato, è vertice di gloria. Il crocifisso! Come suscitare, alimentare e rafforzare questo amore e dignità, senza trascurare il dovere della giustizia, per rendere bella la vita degli uomini? 

 

Che senso ha in questo momento percorrere 650 km in bicicletta, da Lisbona a Santiago, fermandomi a Fatima?  L'anima intravede stradine e orizzonti, incontri e sorprese, fatiche e riposi. Il percorso è tutto ormai nella testa e nel sangue. Dispiace moltissimo non partire, non rivivere gli entusiasmi del cammino solitario. "Nulla è egoistico quanto gli entusiasmi" (Tolstoi). Offro questa rinuncia per un "nuovo corso" nella vita parrocchiale, alla luce dello Spirito. Nulla capita a caso, le grandi crisi sono opportunità per le grandi rinascite.

 

Perché il lavoro pastorale sia gustoso, innanzitutto deve essere fatto bene. Poi diverrà racconto. 

16 Gennaio 2017 Lunedì 

In questo giorno avrei potuto essere a Lisbona, al Monastero del Hieronimos, alla Torre Belem, nel caffè di Fernando Pessoa ... Rinuncia per apertura ad un meglio. Già dal pomeriggio di sabato, con l'incontro plenario dei catechisti, si sperimenta questo "meglio". I catechisti sono tanti, bravi, impegnati; il percorso bello, sullo Spirito, Sul Congresso Eucaristico, sul guardare i "cambiamenti, i bisogni, le risposte". 

Anche la domenica è bella. Fuori nevica e si prospetta una mattinata con poca gente alla messa, invece con mia somma gioia e sorpresa, vedo presenti tanti i bambini, e non solo. Neve leggera, a mezzogiorno rispunta il sole. 

 

 

Colpisce il ricorrere del tema dello Spirito Santo. Un dialogo pomeridiano con una catechista mette a fuoco il tema della "energia", necessaria in ogni percorso di crescita e cambiamento. "Il parroco deve avere energia, per poterla comunicare a tutti, specialmente ai collaboratori, una energia concreta, propositiva, organizzativa, che lanci e segua le cose" Certamente in primo luogo sta l'energia dello Spirito, unita a quella di un lavoro, un progetto, una passione.

Impiego il mio giorno "libero"  facendo visita ad ammalati, stando con le suore al pomeriggio della domenica, coi miei la sera. 

 

La mattina di lunedì serena, le strade asciutte, il bisogno di andare in città e districarmi per le viuzze del centro, il bisogno di "muovere" il mezzo, ispirano di andare a Bologna in moto. Il vecchietto reumatico sfida temperature vicino allo zero, ulteriormente raffreddate dall'aria in movimento. Ma il vecchietto reumatico è avveduto, sa come vestirsi, comportarsi e quel che segue è qualcosa vicino all'estasi. Il freddo intenso produce un effetto simile al caldo intenso, dà ebbrezza. Pomeriggio a sistemare quelle cose che solitamente costano, si lasciano indietro e solo nei momenti di grazia si fanno. E' valsa la pena stare a casa. 

17 Gennaio 2017 Martedì S. Antonio Abate

Più leggo di storia, più tocco con mano le follie umane, cui conseguono immani sofferenze, per milioni di creature. La storia di oggi è non meno malvagia. Tutto è più nascosto, indiretto, invisibile. I mezzi di comunicazione, grande potere della contemporaneità, sono ambigui. Le miriade di notizie, aiutano poco a capire, sono piuttosto strumento, subdolo e nuovo, di controllo e indirizzo di massa.

 

Rileggo il capitolo II° della "Evangelii Gaudium":  il Papa offre alcune linee di lettura del mondo contemporaneo. Come affrontare la complessità e l'accelerato cambiamento?

La Parola di Dio, nella festa di S. Antonio Abate, parla della speranza.

"Nella speranza abbiamo un'ancora sicura e salda per la nostra vita: essa entra al di la del velo del Santuario, dove Gesù è entrato come precursore per noi, divenuto sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchizedek" (Ebrei 6,20)

 

La vita pastorale può essere alienazione dalla vita, con le sue cosucce di poco conto, oppure finestra sacra per accedere al mistero della vita. Telefona Giorgia: "quando passa a benedire le stalle?" Francamente pensavo di benedirle nell'itinerario generale. Poi il cuore (lo Spirito) mi fa cogliere la possibilità di speciale osmosi della fede, attraverso le cosucce della vita pastorale. E inizia una giornata magnifica. E' valsa la pena rimanere a casa. 

Benedizioni agli animali, nel giorno di S. Antonio Abate.

 

Oggi incontro Zini, Gherardi, Guerzoni, Turrini, Allevatori modenesi, mamma di Giacomo, mamma di Teresa, genitori di Arwen, Pietro, Esterina, ecc. Perfino lavo la macchina, perché ordine e pulizia favoriscono il lavoro buono. Leggo di storia, su guerra italo etiopica; sul pontificato di Pio XII, il suo silenzio sulla Shoa; anche le osservazioni critiche di Aldo Maria Valli al pontificato di Francesco ...  

 

"Non credo alla possibilità e alla utilità di una pace perpetua ... soltanto la guerra porta le energie umane alla loro più alta tensione e imprime il marchio di nobiltà a quei popoli che hanno il coraggio di affrontarla" (Benito Mussolini). Una frase del genere porta a non poche riflessioni. Mussolini non era sciocco, né senza cuore. Sapeva che per grandi decisioni occorre sguardo incondizionato e spirito di sacrificio. Ma aveva perduto il senso della realtà. Come si fa a dire che "una pace perpetua non è utile"? E che la carneficina di milioni di persone "imprime ai popoli marchio di nobiltà"?

 

Eppure c'è qualcosa di sottilmente vero, attualissimo, urgente, in quelle affermazioni. Non sul piano politico, ma su quello spirituale. Per l'anima, non è possibile né utile una pace perpetua, ma solo la guerra al peccato, decisa ed estrema, porta le energie umane alla loro più alta tensione ed imprime un carattere di nobiltà a chi ha il coraggio di affrontarla. 

 

O Signore che hai reso vittorioso S Antonio Abate nel duro scontro contro il potere delle tenebre, concedi anche a noi con la forza redentrice del tuo sacramento, di riportare vittoria contro le insidie del maligno” (dalla liturgia del giorno). Oggi avrei dovuto essere a Fatima, luogo di lotta, estrema e mite, contro il male. Fa o Signore che il sacrificio di non essere là, sia compensata da frutti copiosi di grazia legati a quel luogo. Pietro mi chiede ora se ci sia un gruppo di preghiera a Piumazzo e come si faccia a consacrarsi al Cuore immacolato di Maria ...

 

 18 Gennaio 2017 Mercoledì 

Mi chiedo cosa significhi consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria; immagino di fare un Ritiro spirituale a Fatima. Ascolto la meditazione di Padre Leonardo Pompei. Ha fervore, sapienza ed energia. Alla fine dice cose che non approvo, ma è un piccolo dettaglio, in un insieme luminoso.  

20 Gennaio 2017 Venerdi 

Notte faticosa. Quando mi corico, dopo un'oretta, cominciano a rattrappirsi le mani e gli arti, si scatena la tosse, compromettendo il riposo. Al risveglio il corpo è sfinito, neppure si riesce ad allacciare le scarpe o a preparare la moka per il caffè. Visite mediche, farmaci, finora non sortiscono effetti positivi. Vecchiaia, semplicemente vecchiaia. Più o meno precoce. 

 

Ripenso con grata nostalgia ai tanti cammini, bellissimo regalo della vita, dispiace proprio a breve non poterli più fare. Pazienza! Credo importante conservare la fiducia, anche quando molte porte si chiudono, vivendo ancor più intensamente quelle che rimangono aperte.

 

Ispira scrivere in fb questa frase. "il momento in cui Dio sembra più lontano è quello in verità in cui è massimamente vicino. E ama tanto che glielo si dica, che glielo si riconosca"

 

Nella meditazione di padre Gasparino n 64, alla sua Scuola di Preghiera, ascolto la raccomandazione di fare, nei periodi di speciale bisogno, tre ore di adorazione eucaristica quotidiana. "Rigorosamente, orologio alla mano!". Matto in pratica il consiglio e la giornata acquista una luce grandissima.

Valeva la pena stare a casa! Anche se al Signore non nascondo la dolce nostalgia. Ieri avrei dovuto arrivare da Fatima a Coimbra, oggi da Coimbra a un paesino non lontano da Porto. 

 

Attraverso Padre Gasparino, faccio conoscenza con un grande maestro spirituale contemporaneo, Padre Andre Louf, morto di recente.

 Uomo senza confini e tenace ricercatore della Bellezza e dei suoi riverberi nella realtà, ci hanno sempre colpito in lui una straordinaria capacità di ascolto - nella cui qualità terapeutica credeva fermamente -, la potente forza di intercessione e la fedeltà alla preghiera di ogni giorno, il suo incessante ministero di consolazione, il discernimento penetrante sempre pronto a stendere il mantello del perdono sul male, il primato assoluto della misericordia e della condiscendenza (synkatàvasis) nei rapporti fraterni e verso i fatti della vita. Rispetto a questi ultimi, ha sempre messo in guardia dallo sconfinare nell’amarezza, ammetteva la possibilità di momenti di tristezza che vanno ospitati con magnanimità e sorriso, e tuttavia, progressivamente di più, si affermava in lui la ricerca sempre più acuta della Luce, che egli trovava nei piccoli fatti quotidiani e nelle persone che incontrava, quali tracce della Luce increata, della Luce divina di cui ora è finalmente avvolto. Ha vissuto un’attitudine crescente allo sguardo di limpidezza e di sincerità, su di sé e sugli altri, di stupore e di meraviglia verso tutto il creato, nella convinzione che il bene rimane più profondo del male più profondo. Così, grazie ad un apprendistato esigente e una perseveranza a caro prezzo era divenuto nel volgere di lunghi anni uomo di trasfigurazione. E la sua fiducia illimitata nella Grazia non ha mai rischiato derive di disincarnazione, ma è stata, piuttosto, radicale assunzione della debolezza, sull’esempio del Maestro mite e dolce di cuore che è passato facendo il bene,  guarendo, sedendo alla tavola dei pubblicani e dei peccatori.

21 Gennaio 2017 Sabato 

I giornali parlano della tragedia dell'Hotel Ricopiano. Una slavina seppellisce il lussuoso Hotel, immerso nel verde e isolato fra le montagne. Partiti per una vacanza di piacere, famiglie, coppie, bambini, in pochi istanti si trovano in una tomba, tremenda per i morti e non meno per i vivi. 

 

La lettura del "Cavallo Rosso" arriva a quel punto drammatico della Guerra, in quell'inverno del 44, con le scuole, le fabbriche, le case, al freddo, soprattutto con l'infuriare di una violenza, che le tensioni degli anni precedenti aveva acuito. C'è una riflessione profonda dell'autore, sullo scatenarsi delle forze demoniache, che sempre presenti, in una "minoranza invasata", nel momento in cui viene loro offerto potere verso creature indifese, "uccidono e non smettono di uccidere, per il puro piacere di farlo".  Alla oscurità della guerra si aggiunge la cupa e terrificante esperienza della ferocia umana. "Costoro sono presenti in ogni popolo, guai a dargli via libera"

 

Questo scenario storico, apparentemente lontano, fa da sfondo alle difficoltà presenti, famigliari e sociali. L'Eucaristia attrae e irradia. Proprio in questi giorni mi trovo a decidere se, nella cappellina nuova dell'Ospedale, mettere la "Custodia Eucaristica" , il Tabernacolo, o no. Tutti, Curia compresa, consigliano di non metterla. Ma lo sento un dono così grande, ragione anche di una dedizione, che credo farò di tutto per metterla. Siccome è decisione di questi giorni, benedico di essere a casa, per gestire la faccenda. Se la cappella dell'Ospedale avrà la Eucaristia, sarà merito di questa vacanza rimandata. 

 

"Il Regno dei cieli è vicino". Non lo si vede nei grandi fatti, sempre ambigui, ma nei piccoli eventi quotidiani, nelle persone che incontri, come ieri il rapporto con Roberta, figlia della defunta Maria Maccaferri, tornata a ringraziare della messa per la sua mamma. Persone "non di chiesa" ma che l'amore, accresciuto e trasfigurato nei momenti difficili, coinvolge in una esperienza di luce. 

Cara Maria 

nella bella immagine che i tuoi figli hanno condiviso, con amici e conoscenti, sei ritratta nella tua espressione consueta, seria e serena, in composta eleganza, su uno sfondo di fiorellini bianchi. Così al tuo saluto, accanto al solenne abito scuro, hai un bouquet di rose rosse, la corona del rosario e le fotografie dei tuoi famigliari. Tutto il tuo mondo, la tua anima, appassionata e generosa, in questi oggetti che ti rappresentano.  Pochi anni fa, partì la tua mamma Angiolina, poi appena un anno fa il tuo sposo e ora molto velocemente lo raggiungi. I tuoi figli, scossi da questa perdita annunciata e pur sempre prematura, hanno dato l’avviso  con parole sobrie, affettuose, di distinta leggerezza: “Oggi, come al solito hai voluto fare di testa tua e hai deciso che volevi raggiungere il babbo. Un abbraccio, un bacio e un saluto, Maurizio e Roberta” 

 

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Come a volte, frulla in testa un motivato musicale, senza conoscere la ragione, così alla mia mente accade di risentire l' "essere o non essere" dell'Amleto di Shakespeare. Forse una parola risposta agli interrogativi ultimi e alti, su dolore, morte, destino. Ma specialmente testimonianza della grandezza dell'animo umano. 

 

AMLETO  inizio del monologo - atto III

"Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di tribolazioni e combattendo disperderle. Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie, naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte.
Morire, dormire, sognare forse: ma qui é l'ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte, quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene: é la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale? Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d'altri che non conosciamo? Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così, imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso e dell'azione perdono anche il nome...

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/racconti/classico/racconto-

L'effetto primo della Parola, non una vita di bontà e di regola, ma di eroismo e gloria. Se credo, amo e spero, posso tanto. Shakespeare è maestro di fede perchè è maestro di grandezza. 

23 Gennaio 2017 Lunedì 

La giornata di ieri bellissima, per la presenza di tanti bambini e genitori al programma: "A Messa col cuore". Tre domeniche in cui il cammino catechistico, escludendo l'incontro di gruppo, per alleggerire ragazzi, catechisti e famiglie, si concentra sulla messa, particolarmente curata. Chiesa gremita e attenta, come nelle solennità, ad entrambe le celebrazioni. Padre Alessando, dei Frati di Monteveglio, ammira la cosa: "si sente che qui c'è comunità" commenta (e non è uno da complimenti). Però osserva il basso numero alle confessioni: "... bisogna abituarli" dice.

ispira oggi pubblicare in fb alcuni pensieri sulla preghiera:

Come si carica la batteria alla spina, così la nostra vita alla preghiera. 

 

"Non si impara a pregare, come non si impara a vedere. La preghiera ha in se stessa il suo maestro. Dio fa il dono della preghiera a chi prega". (S. Giovanni Climaco). 

 

"Non dobbiamo gingillare col tempo. Lo spazio lasciato libero a chiacchiere o altro è tempo rubato alla preghiera". (P. Gasparino)  

 

"Ostacolo alla preghiera è la difficoltà a concentrarsi. Conoscete parroci che insegnano ai bambini a concentrarsi? Senza concentrazione manca lo strumento.

 

 

Altro ostacolo alla preghiera è la pigrizia. Noi siamo pigri! La preghiera è come lo studio, se non ti violenti non studi! Non tutti hanno la passione, ma essa può essere provocata, scuotendo la pigrizia!"  (P. Gasparino)

 

26 Gennaio 2017 Giovedi

La festa della Conversione di S. Paolo imprime nel cuore la parola della 2 Corinti "Ti basta la mia grazia, la mia potenza si manifesta nella debolezza. Perciò mi compiaccio delle mie infermità, oltraggi, angosce sofferte per Cristo; quando sono debole è allora che sono forte" 

 

La vicenda del tabernacolo nella Capella dell'Ospedale si è risolta con un no della direzione. Non so se dispiace l'essere personalmente perdente, o sia una oggettiva amarezza per la estromissione di Gesù sacramento. Cè da dire che anche don Francesco Scimè vede più opportuno non mettere il tabernacolo, in una saletta pubblica per la preghiera. 

 

L'anima tende a volgere lo sguardo a situazioni estreme, come al recente film di Scorsese, "Silence", sul martirio dei missionari gesuiti in Giappone, oppure l'opera di Bernardo Bertolucci "L'Ultimo Imperatore", o a vecende storiche di estremo declino, come quella di Carlo I di Austria, ultimo imperatore Asburgo, che alle catastrofe di una istituzione, centenatria e gloriosa, senza mai sfuggire dalle responsabilità, né abdicare ai doveri, rispose col singolare impegno di fede.

 

28 Gennaio 2017 Sabato

Fra poco incontro coi genitori e ragazzi  della Cresima, in un pomeriggio di ritiro, preghiera, laboratorio sullo Spirito Santo. Vivo questo momento, alla luce della Memoria dei Santi Timoteo e Tito: "Ricorda di ravvivare il dono dello Spirito che ti è stato donato con l'imposizione dlele mani, il Signore non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di amore gioia e saggezza"

 

Al senso di declino, subentra uno spirito apostolico, di slancio e fiduciosa dedizione. Perchè così è lo Spirito, perchè raccolgo la sollecitazione di don Emanuele di Manzolino, all'incontro ultimo di zona:" In tutte le epoche della storia della chiesa, i pastori lamentavano il clima di decadenza spirituale del proprio tempo" e cita alcuni discorsi di Papa Pacelli. Al che si conviene che ogni epoca conosce la fine di alcune forme di cristianità, e insieme la possibilità di nuove forme, legate ai bisogni e situazioni dei tempi.

 

Rinnovato bisogno di coraggiosa dedizione educativa, vocazionale e insieme spirituale. Il messaggio più eloquente, in questo tempo dell'istante e della immagine, è un volto santo, un volto pieno di luce, che al solo vederlo, incontrarlo, comunichi qualcosa di Dio.

2 Febbraio 2017 Giovedi - Presentazione al Tempio di Gesù

Al collegio della materna, presenti la pedagogista e la psicologa della Scuola, il clima è disteso. Pur con una certa fatica ad entrare nel tema - esaminare il clima relazionale della scuola - non per reticenza, ma per stanchezza e rassegnazione, pian piano i cuori si sciolgono, le labbra trovano le parole, allo sguardo riappaiono orizzonti. Oltre che rallegrarmi del passo compiuto, come istituzione, rifletto sulla portato universale del tema.

 

"la dinamica corrente è quello del "so fare-non so fare; sono forte- debole, comandare-obbedire" in una prospettiva individualistica, ove ognuno si fa la sua esperienza, cerca di svolgere il suo compito, sopportando competizione, confronto giudicante, e qualche fallimento". La prospettiva delle nostre guide è in invece "creare un "gruppo di lavoro" per arricchire la proposta, proteggere le fragilità, dare verità e soddisfazione al lavoro. Creare "gruppo di lavoro" fra insegnanti, significa offrire un modello vivo, in grado di educare bambini e genitori a operare sempre così.

 

Fisicamente sto ancora male. Anche se con la sensazione che la crisi stia passando. Martedi c'era il vangelo della donna "che da dodici anni soffriva perdite di sangue, senza trovare miglioramenti dai medici, anzi peggiorando". Mi ci sono identificato, chiedendo a Gesù guarigione e valutando che questo deve significare qualcosa, in ordine ad un cambiamento.

 

Festa della Presentazione al Tempio di Gesù. I temi sono:

1. la sottomissione alla legge

2. la povertà di Gesù

3. la salvezza intravista in questa vita

4. drammaticità della salvezza: prima di Gesù la lotta era per la ricerca della luce,

dopo Gesù, la lotta è la difesa e proclamazione della luce.  

5 Febbraio 2017 Domenica - Giornata della vita 

Lo sguardo al microcosmo dell'anima e della parrocchia, si intreccia costantemente con quello del mondo e della storia. Un piccolissimo articolo di riempimento, sul foglietto "la Domenica", parla dei Martiri di Oviedo, uccisi nel 36 durante la Guerra Civile spagnola. Durante il Cammino Primitivo, sono stato due giorni nella città di Oviedo, pregando in quella cattedrale; per questa ragione la mia attenzione al fatto si è fatta più vigile, permettendomi di entrare in quel capitolo tremendo della storia recente. In Spagna morirono anche alcuni Piumazzesi, andati a combattere come volontari. Allora l'anima si interroga sulle grandi dinamiche, dei cuori e dei popoli, e il ruolo della fede cristiana cattolica, in tutto questo. Don Gennaro Catagnon e compagni, furono prelevati dai "repubblicani" durante una adorazione eucaristica notturna. 

 

Durante l'incontro coi genitori e bambini di quarta sul "Credo", rimango colpito dalla sottolineatura di un papà sul tema della "Comunione dei Santi". Quello che è dell'uno, appartiene a tutti, allora significa che tutto il carisma di S Giovanni Bosco coi giovani mi appartiene, di S Vincenzo de Paoli coi poveri mi apprtiene, di S Girolamo sulla Scrittura mi appartiene e lo metto realmente in circolo con la mia vita. Ora, cosa offro io alla Comunione dei Santi? Anche il piccolo atto di amore, pazienza, servizio, è prezioso per tutta la chiesa.

 

La giornata di ieri mi stanca molto e di notte il male torna. Accanto ad un equilibrato impegno per la salute, sulla scia delle anime di Dio, occorre cominciare a fare tesoro di questa situazione. Come è meraviglioso che la Provvidenza, dopo avermi donato motivi, infiniti e altissimi, di lode al "Creatore del cielo e della terra", attraverso l'esperienza dei Cammini; dopo avermi fatto gustare la gioiosa libertà dell'essere " giovane figlio" del Padre, attraverso l'esperienza della moto, ora velocemente introduca in orizzonti nuovi, adulti, profondi, fecondi, di condivisione col dolore e debolezza di Cristo e della Umanità!  E' il mistero della corredenzione, della riparazione, tramite la preghiera e i piccoli sacrifici. Quel mistero di Fatima non visitato da pellegrino, ma vissuto ora nella concreta quotidianità ora come credente. 

7 febbraio 2017 Martedì 

Dallo studio sulla Guerra Civile Spagnola, alla lettura di "Per chi suona la campana" di Hemingway. Qui colpisce la frase: "A rifletterci bene i migliori sono sempre allegri. E' molto meglio essere allegri, ed è anche il segno di qualche cosa. E' come avere l'immortalità quando si è ancora vivi. Ma non ne sono rimasti molti di tipi allegri". 

 

Finire la giornata in allegria, come? Pregando l'Ufficio dei Letture, del giorno seguente, con le lettere di Paolo e l' inno alla fede, come un grande fuoco, forte e vivace. Dove trovarlo per viverlo? Dalla biblioteca prendo in mano "Lumen fidei", enciclica conclusiva della trilogia di Papa Ratzinger, con cuore assetato leggo i primi capitoli, particolarmente affascinato dalla figura di  Abramo, padre della fede. "Con lui si rivela qualcosa di straordinario: Dio non lo si vede, ma lo si sente, perchè parla, e rende possibile un rapporto personale. Dio invita Abramo ad un cammino, promettendogli una discendenza. La sua vita è una memoria di questo dialogo con Dio, proiettato alla speranza futura". 

 

Fuori risplende il sole. Mi accompagna la promessa fatta ad Abramo: la vita è cammino, per una fecondità promessa, di cui ancora non vedi i segni. Proposito di coltivare l'allegria. 

 

don Paolo Giordani presiede la celebrazione di un battesimo a Piumazzo di un caposcout di Castelfranco, Lorenzo Trenti e Agnese, che ha tanti parenti qui. E' la prima volta che entra nella parrocchiale e rimane colpito dalla sua solennità e bellezza. Celebrazione bella, "intreccio di cuori e di comunità". Mi colpisce l'energia di don Paolo. Oltre alla sua accoglienza e attenzione, possiede un carisma fisico evidente concentrato nella potenza squillante della sua voce. 

10 Febbraio 2017 Venerdi 

All'incontro vicariale sacerdoti, parliamo del prof. Marco Tibaldi, del suo metodo di annuncio del vangelo. Alla luce del messaggio di Papa Francesco sulla Quaresima,  vado alla ricerca di chi sia questo Marco Tibaldi, osannato per il suo metodo "narrativo". Quello che mi colpisce è la sua energia ed emiliana allegria. Lo sento un dono ed esempio da imitare.

28 Febbraio 2017 Martedì 

Da diciotto giorni non scrivo diario. E' periodo di impegno speciale, per le benedizioni, ma anche di diffuse persistenti difficoltà, che richiedono risposte ed indirizzi, non ancora trovati. La liturgia dice "Persevera nella sorte che Dio ti ha assegnato e nella preghiera all'Altissimo" (Siracide)

 

Giornata bella della Madonna di Lourdes, è stata sabato 11 Febbraio, con la messa per i malati, cui hanno partecipato tanti, poi la visita all'Ospedale, dove ho incontrato, con cuore umile e amorevole, varie persone, fra cui la signora Maini, di Piumazzo. Quel giorno ho capito come la estrema umiltà apra le strade più evangelicamente pure, operose e gioiose.

 

Convocazione della Parrocchia, sabato 18 febbraio, per rispondere alle domande dell' Arcivescovo, sui "cambiamenti", sulle "periferie", sugli appelli cui lo Spirito cui chiama, attraverso il popolo. Ci stiamo preparando alla terza convocazione dell'11 Marzo sul tema della Messa

 

Ormai finita la lettura del "Cavallo Rosso" di Corti, un libro benefico all'anima, ci ritrova le proprie radici e aiuta a riflettere su presente e avvenire. Ringrazio questo volume, perche mi ha fatto nascere l'amore per la storia e la attualità, introducendomi nelle grandi tragedie del secolo scorso e presenti: non si può essere uomini e sacerdoti, se non si è attraversato, anche solo indirettamente, queste esperienze. Ora nelle nmie preghiere c'è spesso l'intenzione "per una buona politica, per una buona economia, per una buona cultura" 

 

La scuola materna parrocchiale continua le sue difficoltà, per le quali  prego particolarmente lo Spirito Santo, cercando parimenti le risposte organizzative ai problemi, anche nel mio ruolo di rappresentante legale. Forse questa crisi è funzionale, non ad un declino, ma a riscoprirne il ruolo profondo, all'interno della comunità, in modo nuovo e inedito. 

 

Mi sto preparando al piccolo viaggio in Baviera, a Monaco, nella diocesi che fu di Joseph Ratzinger. Mi accende l'amore all'anima di questo maestro, a forma e spirito del nord europa, alla incipiente primavera, al desiderio di ripresa fisica, attraverso un po' di bicicletta.  

 

Inizia la Quaresima: leggerò il messaggio di Papa Francesco, riprenderò in mano la Evangelii Gaudium, cercando una forma di pensiero, una risposta, alle diffuse difficoltà. La Provvidenza non vuole lasciarci al buio, alla incertezza, alla tristezza. La vera speranza nasce là dove è meno visibile, in quel "luogo che la sorte ci ha assegnato

 

Rendere prezioso ogni pensiero, azione, preghiera e incontro. Uno sguardo universale, come quello di Dio; dettagliato, come quello di Dio; in un raggio limitato, come quello di un uomo. 

1 Marzo 2017 Mecoledi delle Ceneri

Giornata molto bella. Dopo la preghiera mattutina, con l'emozione del cambio breviario e la profonda speranza, alla lettura di Isaia 58  "La tua gente riedificherà le antiche rovine, ricostruirai le fondamenta di epoche lontane, ti chiameranno riparatore di brecce, restauratore di case in rovina per abitarvi",  vivo un gesto di affetto e pietà famigliare, presso il nostro cimitero. 

 

Poi benedizioni, in una zona "difficile", ma resa radiosa da alcuni incontri. E' sempre così! Si vive quello a cui ci si dispone; se uno esce dicendo: "oggi farò incontri belli" "oggi vivrò esperienze positive" "oggi incrocerà qualcosa di nuovo e sorprendente" accade sempre, perché predisponi la tua anima a quell'infinito che è la vita. 

Nella pausa pranzo mi impongo un pò di bicicletta, per prepararmi alla Bayerisceradweg (nome inventato da me) durante il giretto, raccogliendo alcune viole, metto a fuoco il messaggio spirituale del mio primo giorno di quaresima:

 

Come le viole annunciano la vicina primavera, cosi quaresima la Pasqua. Stanno sempre in gruppi, cespugli, mazzi, così il nostro cammino mai è solitario. Le viole hanno cinque piccoli petali, due in alto e tre in basso, anche la quaresima è scandita in cinque settimane. Quel piccolissimo pistillo giallo ocra, cosa può rappresentare? Le viole hanno profumo delicato e inconfondibile, così la presenza dello Spirito, attrae e rallegra, purchè si faccia lo stesso gesto, di abbassarsi, persistendo anche con Dio, ad inalare. Raccolgo una viola, dal gambo esile e tenace: ogni vita à ancorata alla terra, ad una storia, un luogo: “Persevera nella sorte che ti è stata assegnata e nella intercessione all’Altissimo”. 

Celebrazione liturgica bella, con tanta gente, bambini, genitori, chierici, coro (alla fine festeggiamo anche il compleanno di Lauro, organista). Sento il valore sacramentale della Quaresima, grazia oggettiva in atto, ma è bello rallegrarsi anche della dimensione soggettiva, visivamente comunitaria, questa volta proprio gratificante. 

 

La gioia più grande viene tuttavia dalla esperienza pomeridiana del Collegio, alla Scuola Materna: a fronte di alcune difficoltà, il "gruppo di lavoro" oggi è stato veramente eccellente: comunicazione precisa, partecipazione corale, lucidità di visione, volontà di ascolto, disponibilità di collaborazione, energia di azione. Dopo una esperienza del genere, come può la messa serale non essere grata e gioiosa? 

16 Marzo 2016 Giovedì 

Dal pomeriggio del 5, al pomeriggio del 8 marzo 2017, piccolo viaggio in bicicletta, ancora sulle orme di Papa Benedetto XVI, a Monaco di Baviera. Non so esattamente quando e come mi sia venuta l'idea, ma ad un certo punto, quella città e la ciclabile dell'Isaar, diventano un sogno. Bisogno di aria, movimento e amore al bel nord europa. Buona idea portarsi là in treno, per fare il viaggio di ritorno in bici. "Pellegrinaggio verso casa". 

 

Il primo giorno, nella Cattedrale di Monaco, liturgia della Misericordia, poi partenza dal Deutche Museum, lungo le sponde dell'Issar, piene di podisti, cigni e famiglie. Ciclabile meravigliosa, segnatissima, naturale, per la quale uscire dalla metropoli è piacere sommo. Alla altezza di Grunwald, una interruzione del percorso lungo il fiume, costrige ad una deviazione verso il centro città; ma tutto è così ordinato, organizzato, che anche le deviazioni diventano occasioni gradevoli di nuove scoperte. A due terzi del percorso, attraverso la pittoresta cittadina termale di Bad Tolz, dolcissima, graziosa, ospitale, fino a Leggriens, luogo del pernottamento.

Il pellegrinaggio è ritmato da una preghiera di intercessione "per l'unità e la concordia", e la domanda "cosa devo fare". Vangeli e liturgie tutte sul tema della misericordia.

 

Il martedì nevica forte ed è proprio il giorno della traversata delle montagne, per il Passo di Acheen, verso il confine con Austria. Niente paura! lo spirito trasforma questa circostanza in una delle più belle avventure che si potessero immaginare: sessanta chilometri sotto la neve, in bici, ad una altezza fra 700 ai 1200 metri, circondato da uno scenario da Frozen.

 

La gioia è piena, l'abbigliamento adatto, la conoscenza del percorso (quasi) perfetta. Mi perdo una volta sola, e nel chiedere spiegazioni, non capisco assolutamente nulla, ma l'istinto supera ogni ostacolo, arrivando felicemente. Il giorno dopo, Innsbruck, poi treno verso casa.

 

Arrivo a Piumazzo gioioso e soddisfacente. Il viaggio veramente fa bene al corpo e all'anima, ma una serie di circostanze dolorose e problematiche, irrompono velocemente a vanifacare gli effetti benefici. Le difficoltà tuttavia non cancellano la gratitudine per le cose belle vissute e ci si rimette al lavoro con fiducia.

 

Il sabato 11 viviamo la bella tappa del Congresso Eucaristico sulla Messa, cui partecipa un bel gruppetto; in serata celebrazione dell'anniversario di William e Rosanna.

Oltre alle luminose messe della Trasfigurazione, nel pomeriggio di domenica 12, incontro dell'Arcivescovo Zuppi con i Cresimandi e i loro genitori. Il clima è cordiale, intenso, carico di prospettive. Da Piumazzo partiamo un bel bruppettino e siamo molto contenti di fare questa inusuale esperienza Diocesana. Così la sera, nella nostra sede "Oltre" primo incontro fra gli animatori di Estate Ragazzi 2017, partecipato, serio, vivace.

 

Lunedi 13, incontro a Casa delle Grazie col gruppo Pan Onlus, di Andrea Mazzucchi, per il programma del pellegrinaggio estivo, in bicicletta, a Cascia e Assisi, in uno spirito di solidarietà concreta alle popolazioni colpite dal terremoto. Clima dell'incontro, fervido, gioioso, propositivo. Idem la serata con la Lectio Divina, di martedi 14, guidata da Stefano Tampieri, mette in luce una comunità attenta alle radici più profonde e feconde della fede.

 

Il mercoledi15 nuovo Incontro alla Scuola Materna: la psicologa dott Monica Longoni illustra alcuni temi educativi, "lettura dei sintomi e attribuzioni dei significati" e sulla "parola, come potenza di organizzazione del pensiero, dell'azione e del contenimento" e il tema del "racconto" in chiave educativa, che, in qualche modo, motiva anche il senso dello scrivere che sto facendo.

 

Giovedì16 ritiro alle Budrie guidato da don Sandro. Le "felici formulazioni di don Giuseppe Dossetti sulla Eucaristia" fanno riprendere in mano il suo mirabile testo "l'identità del Cristiano", in virtù del quale, l'omelia al funerale di Alma Boni, prende uno slancio e un fervore particolare. Don Sandro, prima ancora di iniziare la sua meditazione, parlando delle guerre in Medio Oriente dice che "sbaglia chi cerca le cause in una ragione sola". Allora penso come siano molteplici le cause, in ogni altro aspetto problematico della nostra vita, e chi cerca soluzioni opportune, deve imparare l'arte di riflettere e agire sulla complessità.

 

Nel pomeriggio visita dalla dott. Pernigotto. Allargando l'orizzonte clinico a quello emotivo, afferma: "Nella vita sono importanti i "no", quanto i "sì";  anzi sono proprio i "no" a dare valore ai nostri "sì".  Indicazione molto opportuna e proposito di dire, ogni giorno, almeno tre "no", consapevoli e determinati. Ci riuscirò? 

18 Marzo 2017 Sabato.

Il giorno delle Prime Confessioni, della visita ai malati in Ospedale, della comunione a Maria. Il giorno sopratutto della "ripresa". La Stazione Quaresima a Piumazzo ieri sera è stata molto bella. L'ansia mi ha accompagnato fin dal giorno dell'annuncio, mesi fa, poi tutto alla fine si è svolto in modo perfetto. Naturalmente non sono mancate lacune (come non aver preparato le ostie grandi, per i concelebranti) ma insieme molto accurato e la gioia comune sincera. Adesso sento come iniziare un capitolo nuovo.  

Che mistero, le stagioni di conforto che seguono quelle di pena! Uno si chiede: cosa c'era di diverso, ieri da oggi? Apparentemente nulla. Ma a volte piccoli dettagli, che solo Dio conosce, cambiano lo sguardo su tutto. Ancora la dott. Pernigotto diceva: "Ci sono cose, di noi, che conosciamo solo noi; altre che le conosciamo noi e gli altri; altre che le conoscono solo gli altri; altre che non le conoscono né gli altri nè noi

Comunque ringrazio del sole oggi nel cuore.

La mattina inizia con una passeggiata di preghiera. Il corpo ha bisogno di cure, come l'anima. Un pensiero disturba i passi: la notizia che un gruppo organizza una camminata Piumazzo-San Luca, il giorno delle Palme. In base al proposito fatto, dovrei dire apertamente il mio disappunto. Rifletto sul modo, mi viene in mente una parabola, che può suonare circa così:

Alcuni fratelli, il giorno del compleanno del maggiore, invece di partecipare alla festa di colui che sempre ha sostenuto tutti, vanno a trovare la anziana madre. La quale, dopo averli accolti e ringraziati, fa capire che sarebbe stato un regalo più grande, per lei, la loro unità. 

 

Rifletto sul vangelo della Samaritana, specialmente la frase: "Chi beve di questa acqua, avrà ancora sete; chi beve dell'acqua che io darò non avrà mai più sete in eterno". Significa che i problemi non mancheranno, ma ci viene promessa una stabilità, una sazietà, una pienezza.

 

La visita all'Ospedale è toccante, per la benedizione alla salma di Teresa Fogliani, che ispira il pensiero "ogni piccolo atto di fede è un istante di eternità".  Poi l'incontro con Albertina Maini (don Remo, debbo dirle - non si offenda -  lei adesso è troppo grasso!)  la mamma di Luciana Morselli, Giuseppe, Wrenko ... infine la coppia Elena e Arnaldo. Lui lavorava alla Moto Morini di Casalecchio; abbiamo parlato del declino di quel marchio e chiusura della azienda: "Con l'arrivo delle moto giapponesi, i capi non capirono che la salvezza della Morini, non era imitare, ma rafforzare l'identità. Avrebbero dovuto credere in se stessi - anche nelle difficoltà -  di possedere qualcosa di valido, perfezionando la loro qualità, di stile e tradizione"  Penso che questa lezione di Arnaldo, sia universale, in ogni campo di vita, e tutti dovremmo impararla. 

Elena e Arnaldo ... a destra, la Moto Morini degli anni 70 

 

Con Maria Grazia Lucchi, organizziamo la Messa di suffragio per mamma Evelina, giovedi prossimo. Dice: "Oggi non ci si rende conto delle autentiche necessità delle persone anziane. Il loro numero cresce, non altrettanto l'attenzione giusta. Si dice "sono anziani", come per giustificare un declino inevitabile. Invece esistono cure, percorsi che possono trasfornare questa età, sicuramete limitata e minacciata da tante infermità, in una stagione, a modo suo buona, sana, con una qualità di vita soddisfacente. Così pure la realtà delle badanti, tutelate giuridicamente, come diritto di lavoro, ma non sostenute professionalmente, non esistono luoghi di preparazione, al loro delicato compito, nel seguire anziani, malati, con necessità speciali. - Gli racconto dei tanti malati, che incontro in ospedale, col femore rotto - "Ecco questo è un caso tipico: la osteoporiosi si può prevenire, curare abbastanza efficacemente, ma nessuno lo fa, con la conseguenza che tutti vediamo, per loro e le famiglie. Gli anziani hanno bisogno di vitamina D,  farmaci invernali e sole d'estate ... sono gli anziani che, più di tutti, avrebbero bisogno di mare! "  

Nel pomeriggio "Prima Confessione" di 45 bambini. Quasi tutti i genitori sono presenti e rimangono con noi l'intero tempo. Il clima è gioioso, disteso, composto. Le catechiste preparano una serie di segni, fra cui una foto di gruppo, scattata da Willer, consegnata a a fine celebrazione. Benché cerchi di non dilungarmi, confesso per due ore di seguito. La gioia con cui mi dispongo alla celebrazione, apre tante attenzione, sottolinea temi comunicativi e pur conapevole che si tratta di un istante, confido che siano stati seminati frammenti di senso. 

21 Marzo 2017 Martedì 

Primo giorno di Primavera! Nella casa di Paola Bettelli, di primo mattino, con la porta spalancata, il giardino già in fioritura, mille dettagli di cura, affetto e devozione, sento la musica gioiosa della Primavera di Vivaldi. Mi rammenta la non meno bella Primavera di Chopin e il cuore si riempie di incanto e gratitudine. 

Nel pomeriggio, al doposcuola "Oltre", per aiutare i volontari, così bravi, a volte soverchiati dalla vivacità dei ragazzi. Accolgo i primi arrivati, quattro ragazzi extracomunitari. "Quale è il tuo paese di origine?" chiedo ad uno, che vedo spesso giocare, ma non conosco. "Piumazzo!" risponde, leggermente turbato. Gli dico che mi piacerebbe fare un viaggio in Marocco ... questo pare riconciliarlo con la sua origine: "la mia famiglia abitava vicino al mare" dice. Si chiama Reda, ha come amico Omar, Alex e suo fratello. Faccio entrare il gruppo in sede, chiedendo di lasciare in un angolo i palloni, i cellulari nell'apposito contenitore, per iniziare il pomeriggio di studio. Un gruppetto sta di fianco ad Anna, per inglese; un altro attorno a Valentina, sempre per inglese; un altro attorno a Nadia. Rimango con Tommaso, vicino al quale Yara sta volentieri, rassicurata dalla sua bontà, anche se con età e compiti scolastici diversi. Yara deve lavorare sul capitolo VIII della Divina Commedia, l'incontro di Dante all'inferno con Ulisse. 

Rimango letteralmente conquistato dal tema: in queste sere, ho fra le mani il libro di Valerio Massimo Manfredi "Il mio nome è nessuno", chiave di accesso ai miti greci e particolarmente a Odisseo. Mi piace ora rivedere questo mito, attraverso Dante.

Oltre ad aiutare Yara, personalmente percorro un itinerario vivo, poetico e spirituale. Il risultato è fantastico! Capisco quanto siano centrali, per l'anima greca, le virtù umane, del coraggio, dell'orgoglio, ed esemplari le figure del guerriero, del viaggiatore e la bellezza psicologica e spirituale della lettura di Dante. Cosa può portare l'uomo a lasciare affetti, sicurezze e intraprendere un viaggio verso l'ignoto, sapendo di incontrare tanti pericoli, fatiche e incertezze? Ecco la grande risposta: "Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza

25 Marzo 2017 Sabato ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

Dopo martedì scorso, le giornate si sono fatte di nuove faticose e difficili. Fino a quando, ieri, al termine delle benedizioni, un incontro fa decollare l'anima: "Un parroco è responsabile della salvezza dei suoi parrocchiani ... ha un incarico immenso, difficile, grandissimo".  Avevo da poco letto la prima lettura di domenica prossima, l'investitura-unzione del giovane Davide a Re "E la forza dello Spirito scese su di lui" sentendo come questo incarico vada svolto, non con le proprie energie, ma con la forza dello Spirito. Primato per il sacerdote e il cristiano della vita di preghiera e di fede. 

 

Durante la Stazione Quaresimale a S. Giovanni in Persiceto, prego per questa conversione interiore e pastorale, nella gioia dell'incarico ricevuto. Faccio il viaggio in moto, quasi per esprime il dinamismo del gioioso "volare", verso al meta, il proprio compito di guida. La solitudine nobile, plastica, bella, del capo.

 

Oggi, Festa della Annunciazione, dimensione di fiducia originaria. Durante le confessioni ai bimbi di quarta, cerco di vivere "lo spirito del responsabile"  e condividere con loro la luce in me. Dico ai bimbi: "Chiedete al Signore che vi faccia comprendere la vostra vocazione, il compito che vi ha assegnato nella vita"

 

Leggo le belle parole di Papa Francesco in Milano, ai consacrati. Riporto in sintesi le risposte alle tre donade, la prima delle quali è fatta da un sacerdote: 1. A fronte di tante "sfide", credere che esse fanno bene alla fede. 2. A fronte di un mondi "multi", credere che Lo Spirito Santo è maestro di pluralità e unità 3. A fronte di tante proposte, che creano costipazione e confusione, educare al discernimento.  Alla suora, che descrive il triste declino della congregazione, "sempre meno di numero e anziane", dice di evitare la rassegnazione, da cui nasce l'accidia, invece sempre essere lievito e sale. Per sua natura questi elementi sono in quantità piccole, rispetto alla massa. E' così che si deve essere!

 

In ogni tempo l'anima umana cerca di superare i propri limiti. Dai tempi di Ulisse a oggi e sempre. Se tanto coraggio questi giovani investono in un gioco, fascinoso e rischioso, quanto più sarà bello investire sogni e fatiche per Cristo e la salvezza delle anime! 

27 marzo 2017 Lunedì 

Giornata bella ieri, per le messe coi segni di "Cristo luce". Vangelo del miracolo del cielo nato, "sono venuto perchè coloro che non vedono vedano, e coloro che vedono diventino ciechi".  Gesù dona la luce e purifica la fede non autentica.  


Nel pomeriggio incontro vicariale con finalitù penitenziale per tutti i "giovanissimi" dai 14 ai 18. La sede di Piumazzo è scelta per la ospitalità e ampiezza dei suoi ambienti. I cortili in fiore, illuminati dal sole, gioiosi dalle presenze solite di bambini che giocano, sono un contesto fantastico. Dopo il breafing del gruppo organizzatore, il saluto ai partecipanti, iniziano i "giochi", per entrare nel tema, scaldare i rapporti. Partecipano ottanta-novanta ragazzi, una ventina sono di Piumazzo. 

In teatro, presentazione simpatica del "vicariato", al quale noi di Piumazzo ci sentiamo lontani, essendo orientati nel modenese, però è significativo lo sforzo di fare sentire il senso spirituale della territorialità. Segue testimonianza toccante di "Gianpaolo", un signore iraniano, interprete e autore per la televisione, convertito alla fede cristiana: parla di Gesù, con accento semplice e luminoso, della preziosità della fede, tanto difficile nella sua terra e in gran parte del mondo. C'è grande silenzio nella sala, ascolto, commozione; le confessioni che seguono, portano l'impronta di cuori segnati da questa testimonianza. "Se in tante parti del mondo lottano così duramente per la fede, come mai noi la trascuriamo così?"

 

Dopo le confessioni, laboratori e poi pizza per tutti in teatro, con musica dal vivo. Un senso di buono rimane a fine giornata. Siamo contenti di quanto accaduto: un lavoro fatto insieme, organizzato bene, frutto di collaborazione, competenze, regia di giovani sacerdoti e laici, partecipazione dei ragazzi, che pur con la fatica di "cambiare registro", non si negano alla possibilità di una esperienza diversa e profonda. 

31 Marzo 2017 Venerdi 

La giornata parte con l'immagine di Papa Francesco delle "persone-anfore".

 

La settimana è stata dura, piena di impegni, svolti talvolta in modo non adeguatamente attento e preparato, come le benedizioni, o l'incontro coi genitori del battesimo che, pur bello, potevo organizzarlo meglio. 

 

 

 

«Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo. Chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti. Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti, e ricordare quello che disse il Signore a san Paolo: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2 Cor 12,9). Il trionfo cristiano è sempre una croce, ma una croce che al tempo stesso è vessillo di vittoria, che si porta con una tenerezza combattiva contro gli assalti del male. Il cattivo spirito della sconfitta è fratello della tentazione di separare prima del tempo il grano dalla zizzania, prodotto di una sfiducia ansiosa ed egocentrica. […] In ogni caso, in quelle circostanze siamo chiamati ad essere persone-anfore per dare da bere agli altri. A volte l’anfora si trasforma in una pesante croce, ma è proprio sulla Croce dove, trafitto, il Signore si è consegnato a noi come fonte di acqua viva. Non lasciamoci rubare la speranza!» (85-86).

Come gestire, Signore, i molteplici impegni? Come intrecciare il bisogno del nuovo e la cura del vecchio, senza rimane soffocati dall'uno e dall'altro? Come vivere le stagioni del declino, la malattia, la vecchiaia? La parola del Papa, l'esempio e l'insegnamento di Gesù, non contemplano una sorta di saggezza della senilità. Non ci sono i soliti consigli sul come vivere al meglio la fragilità, piuttosto una proposta piena, radiosa, di speranza, drammatica, umile, vittoriosa, in ogni stagione della vita. In fondo non c'è differenza fra giovinezza e vecchiaia, fra salute e malattia, fra forza e debolezza, ma tutto acquista valore, significato e indirizzo, nell'unico sguardo della fede. 

dal dentro al fuori ...

16 Maggio 2017 Mercoledì 

Riprendo il diario, dopo cinquanta giorni di silenzio. Voglio rileggere il cammino di questo anno, integrando il tempo della Pasqua e sforzandomi di dirigere lo sguardo più verso la comunità, cogliendo l'istante di grazia: "Io sono la vite, voi i tralci, il Padre mio il vignaiolo". Siamo nelle mani esperte e operose di Dio; ci è chiesto di rimanere in lui, attraverso la Parola, la preghiera, la speranza dei molti frutti.

Antonella Soligo mi porta un libro su Pino Guarnieri, Assistente di Famiglia della Comunità dei Figli di Dio, morto di recente. Quando conobbi Pino e lo frequentai, pur stimandone la rettitudine, il suo tratto composto e un pò ingessato, non mi risultava particolarmente accattivante. Scambiavo per insignificanza la sua umiltà, seria e fedele. Quel libro, che raccoglie i suoi scritti e testimonianze, risveglia una luce dentro, una visione nuova su lui e me, mi rimprovera tante pigrizie e infedeltà, mi stimola a riprendere il cammino della fede, del servizio, alla scuola di don Barsotti. Pino si incontrò con la Comunità, per il tramite delle Carmelitane di via Siepelunga a Bologna, luogo in cui avvenne la famosa intervista di Sergio Zavoli, "Clausura" che segnò la svolta spirituale di Sr. Teresa della Eucaristia.

 

 

 

Le Prime Comunioni 2017 sono state particolarmente belle. 42 bambini, una settimana di preparazione in crescendo, di rapporto con loro, con le famiglie, nella esperienza spirituale. Sento che il catechismo è una opportunità ancora viva, che ci sono tante difficoltà, ma anche strade per superale e trasformarle. Una luce particolare viene dal rapporto con le Apparizioni di Fatima, ridonate alla nostra parrocchia, attraverso la recita dei bambini di seconda elementare. 

 

Accenno anche al viaggio-ritiro in bici dal 23 al 29 aprile, percorrendo la ciclabile della Drava, da Dobbiaco fino a Lienz, Spittal e Villach; da qui il rientro per la Valle del Gail, lungo la strada di pellegrinaggio mariano verso Maria Luggau; poi di nuovo a Sillian e arrivo a Bressanone per la ciclabile della Pusteria. Pur con tempo sempre piovviginoso e l'ultimo giorno anche neve e gelo, viaggio bellissimo e salutare. Paesaggi dolcissimi, in un contenso di grande cura religiosa, umana e ambientale. I mesi passati non sono stati per la salute particolarmente fausti: il riacutizzarsi di infiammazioni, indica fragilità generale, legata ad ansia e vecchiezza. Fanno bene le uscite in blando movimento; capisco comunque che non bisogna esagerare, perchè è facile scambiare la voglia col bisogno. 

 

E' tempo di preparazione alle Cresime, all'Ottavario della Madonna della Provvidenza, alla Estate Ragazzi. E' tempo di bilancio dell'anno e programmazione del 2017-2018. Ispira mettere a tema i due poli della vita comunitaria:  1.  il vertice, che è la vita di preghiera. 2. quello che sta in mezzo, che è la multiforme vita sociale, specie nei nostri spazi parrocchiali.

"Come in cielo, così in terra", potrebbe essere il titolo, che mostra una attenzione ai due "poli", uniti e ravvivati dalla missione, secondo il metodo del par. 24 della Evangelli Gaudium.

 

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"Ho compreso quanta sete di Dio c'è nell'uomo, e come dobbiamo essere al servizio dei fratelli, almeno ascoltando chi soffre. Meditando sulla vita di Maria, ho immaginato Maria al nostro tempo, accoglie Gesù, gli dà vita, lo dona, nel silenzio del quotidiano, in un modo difficile da comprendere, in una vita di ascolto e donazione. Cerchiamo di mantenere la disponibilità, e prima di ogni altra cosa c'è il fratello, prima del lavoro, della regola, dell'orario, prima di noi stessi"  Sr. Teresa della Eucaristia - Eremo di Collepiano

 

Ho cercato di vivere oggi questa "accoglienza", con la Graziella, con la donna "rompiscatole", che viene a chiedere l'elemosina insistentemente, col rappresentante petulante di Agorà. Vita del parroco, e di tutti, costellata di accoglienze difficili, verso anime deformate da abitudini cattive, servite dalla umiltà, preghiera, penitenza, con la certezza che, pur nel nostro santo ministero, esse sono già più vicine a Lui di te.  

 

Come si può coniugare, nascondimento, silenzio, piccolezza, sacrificio, con ricchezza di frutti e opere? Quando questi due realtà sono unite, lo Spirito è in noi e canta. 

18 Maggio 2017 Giovedi 

Mi guida la prospettiva, ispirata a Pino Guarnieri, della vita spirituale e pastorale, come "fedeltà e sacrificio".  Mi sento colpevole di non aver fatto tutto quello che si poteva e si doveva fare per la cresima di un bambino. So per esperienza quanto sono devastanti queste crisi, quanti muri si innalzano, fra famiglie e chiesa, ma vi leggo anche altro. Come queste crisi mettono in luce i cuori, mio e loro. Come stimolano energie nuove, di umiltà e fede. Quando non rimane altro che soffrire e pregare. 

 

Non si tratta di imparare ad essere furbi, per prevenire queste crisi.  Ma questa volta tutto pare coalizzato a farla scoppiare: una serie di eventi, coincidenze, atte a confondere la comunicazione, falsarla, fuorviarla, interroga sul senso. E la risposta sta ancora nella strada di Pino Guarnieri. Occorre lavorare molto, per rendere vera e profonda ogni cosa. Le crisi fanno crollare le superficialità, bruciano la paglia secca, anche se a noi piace lasciarvici cullare. Benedette le crisi, dunque, purchè stimolino la fede e operano conversione. 

 

In un corso di miglioramento pedagogico, si lavora sulla osservazione comune di un bimbo. Mentre si parla di lui, delle sue difficoltà, da dove vengono, come si può fare ad aiutarlo, penso alle medesime difficoltà per noi adulti. A come succeda di trovarsi in mezzo a situazione non stimolanti, non accoglienti, e come l'anima spesso risponsa adagiandosi, o con strategie devianti, che non solo non risolvono il problema, ma l'aggravano. Come occorra invece, a fronte di qualunque difficoltà, lavorare sulla umiltà, fedeltà, fiducia, gioia, laboriosità. In ogni età della vita. Chiedersi cosa ami, chi ami, cosa vuoi fare, cosa ti da vera gioia, e fare di tutto per realizzarlo, con leggerezza e perseveranza, insieme agli altri.