C.P.P. della Parrocchia di Piumazzo

Testo introduttivo del Consiglio Pastorale del 4 settembre 2013

(Consiglieri Presenti n. 8 + 2 ascoltatori - La maggior parte degli assenti, giustificati.)  

 

Ringraziamo Dio del dono di iniziare questo anno Pastorale. Il tempo è un dono, come il servizio e la elezione a noi riservata. Il CPP è, per un parroco, come il gruppo dei 12 apostoli per Gesù, il segno e il fondamento della chiesa: “Dio è comunione”.

 

Il CPP è lo “sguardo totale” del pastore e dei collaboratori: chiamati a “vedere tutto”, il disegno di Dio, il bisogno della comunità e di ciascuno dei suoi membri, specie i più piccoli e sofferenti. In qualche modo c’è una somiglianza fra questo compito e il gruppetto chiamato a redigere il bollettino, specchio della comunità, anche se questi ha una finalità più delimitata, quella comunicativa, mentre il CPP ha finalità completa, di pensiero, proposizione, organizzazione e controllo, su tutta la vita parrocchiale, specialmente nei suoi settori portanti: la Liturgia, La Evangelizzazione e la Carità.

 

E’ il secondo anno che, accanto alla riunione plenaria, si vivono riunioni “di settore”, per concretizzare quest’impegno. Questo anno sottolineiamo l’unità dei tre settori, particolarmente evidenti nel tema eucaristico, filo conduttore del 2013 -2014

 

ANNO DELLA EUCARISTIA

Cosa sarebbe l’Eucaristia se non divenisse amore concreto, aiuto, carità, speranza, per ogni uomo, specie per i più poveri? Che parrocchia sarebbe se non fosse un luogo di amore concreto a tutti, una casa dove si sta bene, si è accolti, apprezzati, perdonati e sostenuti? Dunque la carità come fine dell’Eucaristia: “da questo sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” . L’anno parrocchiale parte con la festa “Ogni Uomo è mio fratello” il 29 Settembre, segno concreto e opportunità di lavorare su questo “mandato” di Gesù, tanto a cuore a Papa Francesco.

 

Ma non potremmo vivere questo amore concreto, se non conoscessimo le sue implicanze, se la mente non fosse preparata a coglierne il senso. Quanto non si conosce, non si può né amare, né vivere. Da qui l’importanza della evangelizzazione, o della formazione, anche nei confronti della Eucaristia. Tutto lo sforzo per capire, insegnare, studiare, testimoniare, far passare … è essenziale per viverlo e farlo vivere.

 

Ma non potremmo né comunicare, né vivere, se mancasse un rapporto oggettivo con “la cosa” che vogliamo comunicare e vivere. Tante parole al vento e tanto agire vuoto, nasce dalla povertà di rapporto vero, reale, oggettivo, con Dio. Questo lo offre la Liturgia, specialmente la Messa, con le due parti: la bibbia e quella sacramentale: pane-vino- sacerdote-assemblea. Se parlassimo bene di Dio, e ci sforzassimo di viverne l’amore con le nostre forze, ma non attingessimo alla sorgente vera, alla persona viva di Dio, lavoreremmo tanto ma con scarso risultato.

 

Allora abbiamo capito che:

Non si può capire e celebrare senza vivere;

Non si può vivere e celebrare senza capire;

Non si può capire e vivere senza celebrare.

 

Come applicheremo in pratica questo principio di unità? In due modi: con un taglio particolare alle riunioni per settore, che inizieranno fra poco e con una verifica a fine anno del Consiglio Pastorale

 

QUATTRO TAPPE DELL’ANNO

Ho pensato di dividere l’anno in quattro parti, corrispondente ad un periodo e un tema eucaristico

  1. Settembre - Ottobre “Lasciarci lavare i piedi da Gesù, per lavarli ai nostri fratelli”: Ispirati alla lavanda dei piedi, con cui il vangelo di Giovanni interpreta l’Eucaristia ci buttiamo nella carità, consapevoli che è questo il fine della Eucaristia per tutti: il segno sarà la Festa “Ogni uomo e mio fratello” e una particolare volontà di dedizione ai giovani.
  2. Novembre -Dicembre “ Il Cenacolo, luogo della Eucaristia” Impegno a costruire la parrocchia come “casa bella”, ospitale, ordinata, in tutti i suoi luoghi e finalizzata ad un amore che sia “pace famigliare” E’ il periodo che prepara il Natale. Cureremo le aree parrocchiali, ogni dimensione “famigliare” e l’insegnamento, perché in una casa si riceve guida, indirizzo,       Il tema sarà l’Eucaristia cui Stefano e altri si stanno già preparando.
  3. Gennaio- Marzo “ Eucaristia e Croce”. Non si può parlare Gesù, ricercando il segreto del suo amore e della sua gloria, senza tuffarsi nel mistero della Passione, nella “Porta stretta” del Calvario. Vivremo come una sorta di “via Crucis” di tre mesi, daremo valore alla Via Crucis solenne, cercando di dare senso all’umano soffrire, vedendolo non come maledizione, ma massima opportunità d’amore.
  4. Aprile-Maggio “Eucaristia come Cibo: il nutrimento vero è l’amore” In qualche modo ritorniamo da capo al tema della carità, non più vista come pura opera dell’uomo, ma irradiazione della presenza di Gesù in noi. Cura dei segni liturgici e preparazione dell’Ottavario alla Madonna della Provvidenza e all’Estate.

 

 

CONGRESSO EUCARISTICO VICARIALE

Provvidenziale coincidenza con il nostro Anno della Eucaristia la celebrazione del Congresso Eucaristico Vicariale. Sicchè, non solo c’è consonanza di temi, percorsi, ma anche l’opportunità, nel segno della Eucaristia, di un cammino di “apertura” ecclesiale, di cui abbiamo molto bisogno. Piumazzo è una parrocchia bella, completa, ma un poco più di apertura le farà bene. Da una visione “parrocchiocentrica” , ad una visione “integrata”, come si usa chiamare oggi e “laicale”. Per realizzare la parola di Gesù: “che siano una cosa sola”; per seguire il Papa che usa spesso verbi quali:“uscire” “aprire”; per una maturazione di responsabilità dei fedeli. Il Beato Piergiorgio Frassati, conosciuto di recente dai giovani, amava molto quello che era comune nella chiesa: i convegni zonali, diocesani, nazionali …

 

Il Vicariato prevede percorsi per i catechisti, per i giovani e alcuni per tutti. Con momenti da celebrarsi in Parrocchia, come le Adorazioni e momenti insieme, come l’incontro Lunedì sera 16 Settembre al Teatro Fanin, con Mons Giuseppe Verrucchi, per tutti i Consigli Pastorali: “ A nutrire la fede ci si guadagna”, ore 21,00.

Il programma parrocchiale sarà in costante “sinossi” con il programma vicariale, cui ci faremo onore e impegno partecipare. Una domenica al mese, per tutto l’anno per i giovani. I lunedì di ottobre, per i catechisti . Tre giorni di vita insieme, per i preti di zona: 7-8-9 ottobre.

 

LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DELLA CHIESA

E REGOLARIZZAZIONE CIRCOLO ANSPI

La Parrocchia ha già ottenuto, dopo iter non breve, l’autorizzazione della Sopraintendenza al Progetto di ristrutturazione, preparato dall’’Ing. Stefano Tampieri. L’inizio dei lavori è soggetto alla Autorizzazione della Regione, anche al fine di eventuali finanziamenti. Nelle delibere Regionali, la chiesa di Piumazzo è stato collocata nel “gruppo del 2014” . L'ingegner Tampieri comunica che la chiesa di Piumazzo è già entrata nel progetto attuativo del Piano Regionale. Gioia di tutti i presenti.

 

Per il Circolo Anspi: dopo avere percorse tutte le strade possibili, per regolarizzare la struttura nella forma attuale (bar pubblico), si è risolto nella sua impossibilità giuridica . Dunque deve continuare come Circolo Anspi. Si tratta di prendere in mano le norme facendolo “rinascere”: statuto, presidente, soci, assemblee, registri, calendari ecc. Credo che sia una nuova opportunità: occorre solo partire col piede giusto, ovvero non finalizzarlo ad una pura struttura ricreativa o culturale, ma una Associazione che percorra fini evangelici: bene completo e redentivo delle anime. Allora vale la pena impegnarsi e nasce l’entusiasmo. Il parroco non ha prospettive a breve termine, ma consapevole che le leggi non aspettano, è intenzionato a “rispondere a questa chiamata”, adoperandosi, col vostro consiglio, per la rinascita del Circolo Anspi a Piumazzo. Nell’immediato si regolarizzerà ogni forma contrattuale con Gerry, lasciando scoperte le zone di incertezza, 

 

GIORNATA PER LA PACE 7 SETTEMBRE 2013

Tutto il mondo ha accolto l’appello del Papa e anche noi vogliamo seguire le sue indicazioni

Giornata intera il 7 settembre di digiuno e preghiera: il digiuno potrà essere nella forma in cui ciascuno si sente o è in grado di offrire; dalla rinuncia parziale, a “pane e acqua”, a digiuno totale. Per la preghiera abbiamo pensato di metterci in collegamento con S Pietro a Roma e la Diocesi di Bologna, da ore 19,00 alle 24,00 tenendo aperto il teatro per la preghiera.

Ogni ora sarà scandita dalla recita del Rosario: 19, 20, 21, 22 intercalate da silenzio e lettura di testi di don Paolo Dall’Olio, monaco in Siria, pubblicista, attualmente sotto sequestro …

 

GIOIA DI UNA ESTATE BELLA E DI UNA BENEDIZIONE PONTIFICIA

Abbiamo passato comunitariamente una estate bella, con tante attività riuscite, coi ragazzi, delle quali ringraziamo i catechisti e responsabili, La Scuola Materna sta aprendo i battenti, il Bollettino di Settembre è già uscito: leggiamone insieme i contenuti principali:

 

I giorni 24 e 25 Settembre riceveremo una benedizione speciale di Papa Francesco

E ascolteremo quella parola come un mandato per tutto l’anno.

Grazie.  don Remo Resca

 

Principi generali

Che cos’è e a cosa serve il CPP?

Nella Parrocchia il Consiglio Pastorale è un organismo ecclesiale di comunione e di partecipazione. Costituito dalle diverse componenti della comunità e dai rappresentanti dei settori pastorali, esso esprime l’unità e la corresponsabilità comune del popolo di Dio sotto la guida del proprio pastore, ed è chiamato ad essere strumento di ricerca, di programmazione e di verifica dell’attività pastorale. Esso ha anche il compito di tradurre nella realtà parrocchiale le linee operative della pastorale diocesana. Nell’insieme delle varie esigenze e attività pastorali della comunità cristiana, il consiglio pastorale ha la funzione di vigilare con discernimento evangelico perché non prevalgano criteri di efficientismo o interessi di gruppi particolari, ma sia presente sempre la preoccupazione che la parrocchia risponda alla sua fisionomia di chiesa in ordine all’evangelizzazione, al culto e alla carità per la missione. Si ritiene pertanto necessaria l’istituzione del consiglio pastorale in ogni parrocchia”.

 

  • organismo ecclesiale di comunione e di partecipazione”:

alla base del CPP c’è l’essere della chiesa: si è chiesa se si vive concretamente la comunione (unione di spirito e intenti, di affetti e relazioni) e se si partecipa concretamente alla sua edificazione nella storia (la chiesa è “Corpo” di Cristo, quindi anche soggetto “visibile”, storico).

 

  • composto dalle diverse componenti della comunità e dai rappresentanti dei settori pastorali”:

la sua composizione è quindi fatta da chi fa parte della comunità parrocchiale e ci lavora pastoralmente (cioè è coinvolto praticamente nella edificazione della comunità cristiana). C’è da capire bene il confine tra comunità cristiana e comunità civile. Anche se vivono nello stesso territorio non sono fatte dalle stesse persone, o lo sono con ruoli e incarichi diversi. Non coincidono, anche se l’una (la chiesa) è a servizio dell’altra (territorio) con atteggiamento missionario.

 

  • esprime l’unità e la corresponsabilità comune del popolo di Dio sotto la guida del proprio pastore:

il CPP quindi ha anche un ruolo “manifestativo”, cioè di mostrare, come un segno, una icona, il volto della chiesa una e corresponsabile. Deve esistere come “luogo” concreto, “quasi sacramentale” (nel senso ampio di segno visibile) della chiesa unita nel sentirsi responsabile in tutti i suoi membri, della missione della chiesa nel territorio. Ma non è un organismo paragonabile ad altri organi di partecipazione di tipo democratico (non è analoga al consiglio comunale, ad esempio), perché è guidata da un ministro ordinato che è il parroco. La sua “guida” è però analoga alla guida di Gesù, vero pastore della chiesa. Una guida che non annulla le persone, ma che, nello stesso tempo, tiene viva l’attenzione del popolo di Dio verso la meta, verso i valori trascendenti, che sono sempre al di là del puro consenso della maggioranza. Quindi, il vero problema del CPP è contemperare la corresponsabilità di tutti e la responsabilità del parroco, che ha il compito della decisione finale (finale, appunto, vuol dire alla fine di un processo di discernimento comunitario e di ascolto vero del “consiglio” di tutti). L’autorità del parroco consiste, etimologicamente, nel far crescere (auctoritas, deriva da “augere”, cioè “far crescere”) la soggettività e la responsabilità di tutti i fedeli in ordine alla missione comune della chiesa. Nessuno deve sentirsi membro “passivo”, ma nessuno pure deve sentirsi “autonomo” nella realizzazione della missione comune della chiesa qui e ora. Si cresce “insieme”, con tutte le fatiche e i sacrifici che ciò comporta. Senza sacrificare l’unità in nome della diversità e senza sacrificare la diversità in nome dell’unità. In questo si realizza la chiesa come “icona della Trinità”.

 

  • è chiamato ad essere strumento di ricerca, di programmazione e di verifica dell’attività pastorale”:

cosa deve fare il CPP: deve anzitutto cercare, cioè guardare, vedere, capire cosa deve fare nella situazione concreta della parrocchia, al fine di realizzare la missione della chiesa. Il primo passo di ogni decisione pastorale è l’osservazione attenta della realtà. Quindi, prima di decidere cambiamenti, impostazioni, deve aver raggiunto una ragionevole chiarezza nella lettura della situazione pastorale della parrocchia e del territorio. Altrimenti rischia di battere l’aria o di decidere cose che non incidono sulla realtà. Poi c’è la programmazione: cioè la decisione operativa di cosa fare e perché farlo. Il rischio che si corre è quello di ripetere sempre lo stesso programma solo per inerzia, per pigrizia, per mancanza di visione e di lettura dei bisogni veri del territorio e della parrocchia. Con il rischio di tradire la missione stessa e di rendere inefficaci gli sforzi pastorali. Alla fine deve anche verificare il programma deciso. La verifica serve appunto a non dare per scontato che ciò che si è fatto fin ora sia sempre il meglio che si poteva fare. Forse c’è da cambiare qualcosa, forse si può migliorare. Ma questo lo si deve vedere insieme e decidere insieme. La guida del parroco si manifesta proprio nella capacità e responsabilità di condurre questo processo di discernimento comunitario: vedere, giudicare, agire e verificare. Naturalmente alla luce della Parola di Dio, del Magistero della chiesa, anche locale, e della situazione particolare della parrocchia. Molte attività si fanno nelle parrocchie, ma spesso solo perché si è abituati a farle, non perché siano le più idonee ad affrontare la situazione pastorale che è cambiata e cambia abbastanza rapidamente.

 

  • Esso ha anche il compito di tradurre nella realtà parrocchiale le linee operative della pastorale diocesana”:

La diocesi è la chiesa di cui la parrocchia è parte e manifestazione, analogamente a come ogni diocesi è la chiesa nella quale “sussiste” e “dalla quale e nella quale” esiste la chiesa universale (LG 23). Quindi le decisioni operative della chiesa diocesana, espresse dai piani pastorali promossi dal vescovo diocesano, sono da intendersi come linee guida da “tradurre” (quindi anche adattare) alla parrocchia da parte del CPP col parroco. Il legame della parrocchia con la diocesi, e quindi il suo essere chiesa “cattolica”, si manifesta anche in questa “sinergia” con la programmazione diocesana.

 

  • il consiglio pastorale ha la funzione di vigilare con discernimento evangelico (una “episkopè” comunitaria, n.d.r.) perché non prevalgano criteri di efficientismo o interessi di gruppi particolari, ma sia presente sempre la preoccupazione che la parrocchia risponda alla sua fisionomia di chiesa in ordine all’evangelizzazione, al culto e alla carità per la missione”:

 

la funzione episcopale (di vigilanza) è quindi non solo del parroco, ma di tutto il CPP, che partecipa a questo compito profetico verso tutta la comunità parrocchiale proprio del parroco (che sorveglia, vigila, in nome e in analogia al “vescovo” diocesano). La vigilanza è necessaria proprio perché, col tempo e la mancanza di controllo, possono essersi introdotti nella pastorale parrocchiale, elementi spuri, che non sono coerenti col vangelo e con il magistero della chiesa, che invece devono essere i fari e i criteri delle decisioni pastorali. Col tempo, e la mancanza di vigilanza o guida, possono aver preso il reale “potere” gruppi particolari, che non operano conformemente al vangelo, ma solo per i propri interessi, e questo non è accettabile. Se nella lettura della situazione della parrocchia, si verifica la preponderanza del “fare” rispetto al “meditare” e ascoltare la Parola di Dio, si deve correggere questa tendenza, riportando al giusto posto le priorità evangeliche ed ecclesiali. L’evangelizzazione, la liturgia e la carità per la missione, sono le vere priorità e i criteri guida delle decisioni pastorali.

 

CPP IN RIUNIONE
CPP IN RIUNIONE
San Giacomo
San Giacomo

Luca Stanzani, Tampieri Stefano, Vignali Daniela, Rubbi Edoarda, Tomaso Ferrari, Maccaferri Amedeo, Ballestri Fernando, Alessandra Rossi, Lorenza Russo, Antonella Giorgis, Tabellini Lamberto, Luigi Vignoli, Cennamo Felice, Sabrina Malaguti, Luisa Zirotti, Suor Riccarda, Valeria Ballestri, Jasmin Sabljakovic. Rosa Simoni

Consiglio per gli affari Economici

Ferrari Tomaso, Luigi Vignoli, Mazzucchi Armando, Cennamo Felice

Comitato Tecnico

Ing. Stefano Tampieri; Geom Marco Vignali; Dott Mauro Tabellini, Rag Tomaso Ferrari; Rag Vignoli Luigi.